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Autore: Favatralenuvole    19/05/2017    2 recensioni
"Non ero divina.
Non ero dislessica.
Non ero iperattiva.
Andavo bene a scuola,non mi accadevano episodi inspiegabili e i miei genitori erano morti in un incidente.Fine."
Nicky arriva al Campo Mezzosangue senza ver mai manifestato alcun segno riconoscitivo tipico dei semidei,non sembra avere alcun potere e la prima sera non viene riconosciuta.
Quando succede,però,avrebbe preferito rimanere una reietta.
Una missione mortale (ci mancherebbe!) e un dio momentaneamente umano tra i piedi non la aiuteranno di certo a risolvere i suoi problemi.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Apollo, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Apollo sentì,per l’ennesima volta,il senso di colpa divorarlo dall’interno.
Colpa.
Quante volte l’aveva attribuita ad altri?
Era colpa di Eros,se aveva perso Dafne. Quanto l’aveva odiato.
Aveva voluto vederlo soffrire,aveva voluto che il figlio dell’Amore piangesse e capisse cosa volesse dire,perdere.
Perdere qualcuno,perdere l’effimera felicità che gli dèi potevano concedersi.
Nessuno ama come amano i mortali,eppure a loro non è stato insegnato.
Era accaduto.
Una piccola e cattiva parte di lui aveva guidato Psiche,facendole prendere la lampada,insinuandole il dubbio,lasciando che una goccia d’olio cadesse su Amore,svegliandolo,spezzandogli il cuore e l’animo,rendendo il dolore causato dalla vista della moglie ancora più forte.
Le leggende avrebbero raccontato  che era colpa delle sorelle di Psiche,verdi d’invidia,ma era stato lui a riempirle di astio,agendo con il cuore gonfio di rancore.
La sua vendetta non era stata portata a termine (erano così felici,Eros e Psiche,così felici insieme) e non l’aveva fatto sentire meglio.
Era colpa di Zefiro,se aveva perso Giacinto.
Non aveva potuto punirlo come avrebbe desiderato,facendogli del male fisico,o distruggendolo nell’animo,nella mente,oh come avrebbe voluto farlo.
Eros l’aveva protetto.
Eros.
Così tanti amori finiti con lacrime e promesse (infrante)(non mi innamorerò più,basta,mai più)e la risata di Amore (piena di odio,però,e allora che dio dell’amore era?) a rimbombargli nelle orecchie.
Guerra aperta,tra loro.
Era colpa di Era e Atena e Poseidone se aveva tradito Zeus,se era stato costretto alla schiavitù per anni.
L’avevano convinto,adulato,plagiato.
Non voleva,davvero.
E invece aveva passato sette anni a lavorare per un mortale,con Eros e gli altri,odiosi,immutabili,che lo guardavano dall’alto dei loro troni sull’Olimpo.
E,decisamente,era stata colpa di Zeus (e ovviamente dell’Amore,maledetto) se aveva perso Melissa.
La sua Melissa,così piccola e dolce,e tenera,e innocente,diversa da ogni altra sua amante.
Nient’altro che devozione,le aveva dimostrato.
Niente passione,litigi,pazzie,baci furiosi.
 E Zeus gliel’aveva portata via e Apollo,più che la solita sensazione di vuoto e disperazione (ormai ci era abituato) aveva provato vero e proprio dolore fisico,al pensiero che un essere puro come lei non fosse destinato a un lieto fine,avendo come unica colpa l’essersi innamorata di lui.
Eros aveva spezzato anche quella felicità.
Era successo di nuovo.Ma stavolta,come un  mortale qualsiasi,Apollo riusciva a sentire la colpa,fastidiosa e bruciante,mentre la maledizione degli dèilo colpiva fin dentro alle ossa.
------------
Ero appena riuscita a scappare da una orribile partita di Caccia alla bandiera.
Io odio i giochi da campo estivo.
E questa volta gli avversari avevano le armi.
Mi stavo giusto defilando con nonchalance fino alla cabina di Ermes (sarebbe stato carino essere riconosciuta,comunque)
quando vidi un ragazzo biondo,con una faretra sulle spalle,fissare il cielo,depresso. 
Oh,Apollo. Figo.
-Non essere così triste.
Le parole mi uscirono di bocca,perchè sono un’idiota.
Si girò.
-Scusami?
-Non credo che ti riaccoglieranno sull’Olimpo solo perché guardi le stelle con la faccia da cucciolo.
Non riuscivo a fermarmi.
-Si dá il caso che stessi meditando sul senso della vita.
-Si. Non ho niente da fare e sono arrabbiata anche io. Il mio genitore divino non mi vuole. Riesci a capire?- Sputai,avvelenata.
Facevo così schifo?
-Si,posso capire,il che è strano,visto quanto sono meraviglioso. E tu fai parte di questo posto più o meno quanto ne faccio parte io. Per niente.
Che dolce!
-Quanta modestia. Ma dimmi,o splendente meditatore,se sono una mortale,come ho fatto a entrare?
-Non ho detto che sei una mortale.
E se ne andò.
SE NE ANDÒ.
Quel gambo di sedano biondo e depresso sapeva qualcosa su di me e non voleva dirmelo.
Odioso.
Cercai Apollo per il resto della partita di Caccia alla Bandiera. Volevo disperatamente ottenere qualche informazione.
Ovviamente,non lo trovai.
In compenso trovai un simpatico asociale.
Il semidio era completamente vestito di nero,con i capelli spettinati  anch’essi scuri,e stava lucidando la sua Spada della Morte.
Un’aura pericolosa lo circondava.
Qualcuno avrebbe voluto farsi due chiacchiere con lui?
No?
Neanche io.
Incredibilmente,fu lui a rivolgersi a me.
In quei giorni,solo Kayla,Alice e qualche altra buon’anima tra i figli di Hermes mi aveva rivolto la parola.
-Perchè non stai giocando?
Sembrava quasi sollevato. Magari era contento di non essere l’unico genio a non aver ancora capito le regole.
-Io odio questo tipo di giochi.- Dissi sinceramente.
-Anche io. Ma Will dice che devo migliorare il mio modo di relazionarmi con i miei coetanei- Sospirò,anche l’affetto nella sua voce era evidente.
-Oh,beh,se vuoi possiamo fare due chiacchiere. Tra asociali ci si capisce.- Azzardai.
Rise,il che è quasi sempre un buon segno.
-Mi chiamo Nico di Angelo,figlio di Ade.
 
Od(déi)io
Avevo sentito parlare di lui e delle sue imprese con gli altri sette eroi,ma non volevo simulare un’ammirazione che non provavo.
La scoperta dell’esistenza di un altro campo per semidei non mi aveva stupito granchè,ed ascoltare le loro avventure senza viverle di persona era stato come leggere un libro non molto interessante. E io me ne intendevo,di libri.
Quindi feci finta di nulla.
-Ade è un dio figo,dovresti farti un tatuaggio. Un teschio sulla schiena,non so.
Ora sapete perchè non ho mai avuto un ragazzo.
Le mie conversazioni spaccano.
-Non...non ci avevo mai pensato- Mi disse,incerto.
-Sarebbe qualcosa che gli altri non si aspettano,da uno come te.
Prima che tu lo chieda sì,mi hanno parlato di te.
-E perchè non stai chiedendo un autografo?
Domandò,ironico.
-Perchè non me ne importa proprio niente.E non sembri un tipo a cui piacciono le attenzioni.- Di nuovo la verità.
Sembrò apprezzare.
-Dovresti parlare con Chirone,riguardo al tuo genitore divino. È sospetto che non ti abbia ancora mandato un segno.
-Lo farò. Ma tu pensaci,a quella storia del tatuaggio. E dì al tuo amico Will che hai fatto progressi.
 La sera stessa,affrontai l’argomento con Chirone. 
Mi arrotolai una ciocca castana tra le dita.
Quando il centauro mi offrì dei biscotti,sospirai. Mangiare era l’unica cosa che mi piacesse del Campo,e non che fossi grassa,ma nemmeno un’acciuga.
Suor Clementine diceva che ero formosa.
Mi salì alle labbra un sorriso malinconico,pensando a Clemmy.
Era l’insegnante del mio orfanotrofio,gestito da una parrocchia,ed era una madre per tutti noitrovatelli. Potevi dirle qualsiasi cosa. Quanto mi sarebbe servita una chiacchierata con lei,in quel momento!
-Nicky,mi stai ascoltando?-Chiese Chirone,confuso.
-Certo,certo.
Non avevo sentito una parola.
-Dicevo. È davvero strano che nessuno ti abbia ancora riconosciuta. Non abbiamo neanche un indizio su che dio possa essere .Hai perso entrambi i genitori e non hai ancora manifestato alcun potere.
Sembrava davvero preoccupato.
-Possiamo considerare il mio arrivo qui un errore? A me va benissimo. Lasciatemi la ricetta di questi biscotti e poi tolgo il disturbo.
Ero a un passo dalla libertà.
-Nicky se sei riuscita a entrare al Campo e hai attirato un mostro,vuol dire che-Non finì la frase.
Un dolore mai provato prima si impossessò di me. Le mie mani divennero calde,caldissime,incandescenti.
Urlai e corsi fuori.
Davanti all’intero Campo,dal mio corpo si sprigionò un potere immenso,più antico degli dèi,incontrollabile. Chiusi gli occhi e cercai di respirare.
Quando li riaprii,qualche minuto dopo,il dolore era cessato. Davanti a me,si stagliava una montagna di roccia alta circa 20 metri.
Non mi ero mai sentita così distante da quel posto e dagli Olimpi.
Apollo aveva ragione. Non avevo niente a che fare con loro,eppure non ero umana.
La mia vera stirpe,le mie vere origini si erano palesate,dopo giorni,dopo anni,di silenzio.
Non avevo genitori divini.
Ero più antica,avevo un potere primordiale.
Qualcosa brillava sopra la mia testa.
Il simbolo di Gea,due mezzelune unite da una linea curva,illuminava i volti esterrefatti dei miei compagni.
Il terrore era riflesso negli occhi di tutti i presenti,ma anche nei miei.
Riuscivo a sentire la condanna a morte di tutti gli dèi rimbombarmi nel cervello.
Ero la semidea più pericolosa mai esistita.
~~~~~
Nico di Angelo osservò Nicky. Al contrario degli altri,non era terrorizzato e pronto a consegnarla a Zeus perchè la facesse a pezzetti. La sentiva inspiegabilmente vicina,come se fossero sempre stati destinati a trovarsi.
Incrociò lo sguardo di Will e sussurrò:
-Rachel mi aveva avvertito:sentiva l’avvicinarsi di nuove imprese.
Will si limitò a scuotere la testa,atterrito.
Atena lanciò via il telaio,frustrata.
Erano così deboli.
Dopo due guerre di seguito e quasi nessun umano a celebrarli,gli dèi non erano mai stati tanto deboli.
Osservò la ragazza.
Nicky Olivieri,con il potere della Terra custodito tra le mani, avrebbe potuto essere la loro rovina o la loro salvezza.
E la possibilità di vendicarsi per tutto il dolore che Gea aveva causato.
 
 
 
~ANGOLO AUTRICE~
Nicky è figlia di Gea,che nessuno mi uccida.
Verrà spiegato,lo prometto,e verrà spiegato anche perché i suoi poteri non si erano mai rivelati.
Il monologo interiore di Apollo e la descrizione di una presunta maledizione di Eros (che avrà un riscontro nella trama) fanno molto schifo?
In generale,che ve ne pare? 

 Apollo sentì,per l’ennesima volta,il senso di colpa divorarlo dall’interno.Colpa.

Quante volte l’aveva attribuita ad altri?


Era colpa di Eros,se aveva perso Dafne. Quanto l’aveva odiato.

Aveva voluto vederlo soffrire,aveva voluto che il figlio dell’Amore piangesse e capisse cosa volesse dire,perdere.

Perdere qualcuno,perdere l’effimera felicità che gli dèi potevano concedersi.Nessuno ama come amano i mortali,eppure a loro non è stato insegnato.

 Era accaduto.

Una piccola e cattiva parte di lui aveva guidato Psiche,facendole prendere la lampada,insinuandole il dubbio,lasciando che una goccia d’olio cadesse su Amore,svegliandolo,spezzandogli il cuore e l’animo,rendendo il dolore causato dalla vista della moglie ancora più forte.

Le leggende avrebbero raccontato che era colpa delle sorelle di Psiche,verdi d’invidia,ma era stato lui a riempirle di astio,agendo con il cuore gonfio di rancore.

La sua vendetta non era stata portata a termine (erano così felici,Eros e Psiche,così felici insieme) e non l’aveva fatto sentire meglio.

 


Era colpa di Zefiro,se aveva perso Giacinto.

Non aveva potuto punirlo come avrebbe desiderato,facendogli del male fisico,o distruggendolo nell’animo,nella mente,oh come avrebbe voluto farlo.

Eros l’aveva protetto.

Eros.

Così tanti amori finiti con lacrime e promesse (infrante)(non mi innamorerò più,basta,mai più)e la risata di Amore (piena di odio,però,e allora che dio dell’amore era?) a rimbombargli nelle orecchie.

Guerra aperta,tra loro.

 


Era colpa di Era e Atena e Poseidone se aveva tradito Zeus,se era stato costretto alla schiavitù per anni.

L’avevano convinto,adulato,plagiato.

Non voleva,davvero.

E invece aveva passato sette anni a lavorare per un mortale,con Eros e gli altri,odiosi,immutabili,che lo guardavano dall’alto dei loro troni sull’Olimpo.

 

E,decisamente,era stata colpa di Zeus (e ovviamente dell’Amore,maledetto) se aveva perso Melissa.

La sua Melissa,così piccola e dolce,e tenera,e innocente,diversa da ogni altra sua amante.

Nient’altro che devozione,le aveva dimostrato.

Niente passione,litigi,pazzie,baci furiosi. 

E Zeus gliel’aveva portata via e Apollo,più che la solita sensazione di vuoto e disperazione (ormai ci era abituato) aveva provato vero e proprio dolore fisico,al pensiero che un essere puro come lei non fosse destinato a un lieto fine,avendo come unica colpa l’essersi innamorata di lui.

Eros aveva spezzato anche quella felicità.


Era successo di nuovo.Ma stavolta,come un  mortale qualsiasi,Apollo riusciva a sentire la colpa,fastidiosa e bruciante,mentre la maledizione degli dèi lo colpiva fin dentro alle ossa.

 

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Ero appena riuscita a scappare da una orribile partita di Caccia alla bandiera.Io odio i giochi da campo estivo.E quella volta gli avversari avevano le armi.

Mi stavo giusto defilando con nonchalance fino alla cabina di Ermes (sarebbe stato carino essere riconosciuta,comunque)quando vidi un ragazzo biondo,con una faretra sulle spalle,fissare il cielo,depresso.

 
Oh,Apollo.

Figo.

-Non essere così triste.

Le parole mi uscirono di bocca,perchè sono un’idiota.

Si girò.-Scusami?

-Non credo che ti riaccoglieranno sull’Olimpo solo perché guardi le stelle con la faccia da cucciolo.

Non riuscivo a fermarmi.

-Si dá il caso che stessi meditando sul senso della vita.

-Si. Senti,non ho niente da fare e sono arrabbiata anche io. Il mio genitore divino non mi vuole. Riesci a capire?- Sputai,avvelenata.

Facevo così schifo?

-Si,posso capire,il che è strano,visto quanto sono meraviglioso. E tu fai parte di questo posto più o meno quanto ne faccio parte io. Per niente.

Che dolce!

-Quanta modestia. Ma dimmi,o splendente meditatore,se sono una mortale,come ho fatto a entrare?

-Non ho detto che sei una mortale.

E se ne andò.

SE NE ANDÒ.

Quel gambo di sedano biondo e depresso sapeva qualcosa su di me e non voleva dirmelo.Odioso.


Cercai Apollo per il resto della partita di Caccia alla Bandiera. Volevo disperatamente ottenere qualche informazione.

Ovviamente,non lo trovai.

In compenso trovai un simpatico asociale.

Il semidio era completamente vestito di nero,con i capelli spettinati  anch’essi scuri,e stava lucidando la sua Spada della Morte.

Un’aura pericolosa lo circondava.

Qualcuno avrebbe voluto farsi due chiacchiere con lui?

No?

Neanche io.

Incredibilmente,fu lui a rivolgersi a me.In quei giorni,solo Kayla,Alice e qualche altra buon’anima tra i figli di Hermes mi aveva rivolto la parola.

-Perchè non stai giocando? Sembrava quasi sollevato. Magari era contento di non essere l’unico genio a non aver ancora capito le regole.

-Io odio questo tipo di giochi.- Dissi sinceramente.

-Anche io. Ma Will dice che devo migliorare il mio modo di relazionarmi con i miei coetanei- Sospirò,anche se l’affetto nella sua voce era evidente.

-Oh,beh,se vuoi possiamo fare due chiacchiere. Tra asociali ci si capisce.- Azzardai.

Rise,il che è quasi sempre un buon segno.

-Mi chiamo Nico di Angelo,figlio di Ade. 

Od(déi)io.

Avevo sentito parlare di lui e delle sue imprese con gli altri sette eroi,ma non volevo simulare un’ammirazione che non provavo.La scoperta dell’esistenza di un altro campo per semidei non mi aveva stupito granchè,ed ascoltare le loro avventure senza viverle di persona era stato come leggere un libro non molto interessante.

E io me ne intendevo,di libri.

Quindi feci finta di nulla.

-Ade è un dio figo,dovresti farti un tatuaggio.Un teschio sulla schiena,non so.

Ora sapete perchè non ho mai avuto un ragazzo.

Le mie conversazioni spaccano.

-Non...non ci avevo mai pensato- Mi disse,incerto.

-Sarebbe qualcosa che gli altri non si aspettano,da uno come te.Prima che tu lo chieda sì,mi hanno parlato di te.

-E perchè non stai chiedendo un autografo?- Domandò,ironico.

-Perchè non me ne importa proprio niente.E non sembri un tipo a cui piacciono le attenzioni.- Di nuovo la verità.

Sembrò apprezzare.

-Dovresti parlare con Chirone,riguardo al tuo genitore divino. È sospetto che non ti abbia ancora mandato un segno.

-Lo farò. Ma tu pensaci,a quella storia del tatuaggio. E dì al tuo amico Will che hai fatto progressi.

 

 La sera stessa,affrontai l’argomento con Chirone.Quando il centauro mi offrì dei biscotti,sospirai.

Mangiare era l’unica cosa che mi piacesse del Campo,e non che fossi grassa,ma nemmeno un’acciuga.

Suor Clementine diceva che ero formosa.Mi salì alle labbra un sorriso malinconico,pensando a Clemmy.Era l’insegnante del mio orfanotrofio,gestito da una parrocchia,ed era una madre per tutti noi trovatelli. Potevi dirle qualsiasi cosa. Quanto mi sarebbe servita una chiacchierata con lei,in quel momento!
-Nicky,mi stai ascoltando?-Chiese Chirone,confuso.

-Certo,certo.

Non avevo sentito una parola.

-Dicevo. È davvero strano che nessuno ti abbia ancora riconosciuta. Non abbiamo neanche un indizio su che dio possa essere .Hai perso entrambi i genitori e non hai ancora manifestato alcun potere.

Sembrava davvero preoccupato.

-Possiamo considerare il mio arrivo qui un errore? A me va benissimo. Lasciatemi la ricetta di questi biscotti e poi tolgo il disturbo.

Ero a un passo dalla libertà.

-Nicky se sei riuscita a entrare al Campo e hai attirato un mostro,vuol dire che-Non finì la frase.

Un dolore mai provato prima si impossessò di me. Le mie mani divennero calde,caldissime,incandescenti.Urlai e corsi fuori.

Davanti all’intero Campo,dal mio corpo si sprigionò un potere immenso,più antico degli dèi,incontrollabile.

Chiusi gli occhi e cercai di respirare.Quando li riaprii,qualche minuto dopo,il dolore era cessato. Davanti a me,si stagliava una montagna di roccia alta circa 20 metri.

Non mi ero mai sentita così distante da quel posto e dagli Olimpi.Apollo aveva ragione. Non avevo niente a che fare con loro,eppure non ero umana.

La mia vera stirpe,le mie vere origini si erano palesate,dopo giorni,dopo anni,di silenzio.

Non avevo genitori divini.

Ero più antica,avevo un potere primordiale.

Qualcosa brillava sopra la mia testa.

Il simbolo di Gea,illuminava i volti esterrefatti dei miei compagni.

Il terrore era riflesso negli occhi di tutti i presenti,ma anche nei miei.

Riuscivo a sentire la condanna a morte di tutti gli dèi rimbombarmi nel cervello.

Ero la semidea più pericolosa mai esistita.

 

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Nico di Angelo osservò Nicky. Al contrario degli altri,non era terrorizzato e pronto a consegnarla a Zeus perchè la facesse a pezzetti. Ka sentiva inspiegabilmente vicina,come se fossero sempre stati destinati a trovarsi.Incrociò lo sguardo di Will e sussurrò:-Rachel mi aveva avvertito:sentiva l’avvicinarsi di nuove imprese.Will si limitò a scuotere la testa,atterrito.

 

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Atena lanciò via il telaio,frustrata.

Erano così deboli.

Dopo due guerre di seguito e quasi nessun umano a celebrarli,gli dèi non erano mai stati tanto deboli.

Osservò la ragazza.

Nicky Olivieri,con il potere della Terra custodito tra le mani, avrebbe potuto essere la loro rovina o la loro salvezza.

E la possibilità di vendicarsi per tutto il dolore che Gea aveva causato.   

 

~ANGOLO AUTRICE~

Nicky è figlia di Gea,che nessuno mi uccida.Verrà spiegato,lo prometto,e verrà spiegato anche perché i suoi poteri non si erano mai rivelati.Il monologo interiore di Apollo e la descrizione di una presunta maledizione di Eros (che avrà un riscontro nella trama) fanno molto schifo?In generale,che ve ne pare? 

   
 
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