I
Segreti di Malfoy Manor
Racconto
a puntate di Mil@dy.
A volte gli occhi sono un gran problema…
Parlano
anche se non dovrebbero farlo….
6. Cambiamenti.
Nella
stanza immersa nella penombra, fresca e silenziosa, si udivano solo i
suoi
singhiozzi sommessi. Ma
d'improvviso,
una mano la scosse con delicatezza,
costringendola a sollevare il volto.Attraverso
l'appannamento degli
occhi dovuto al lungo pianto, Ginny fissò il viso dolce e
simpatico della maga,
che conosceva fin troppo bene.
-
Tonks, oh, ti prego non ho nessuna intenzione di procedere con la
mutazione!- Mugugnò,
attirandosi una sguardataccia dall'amica, oltre al suo commento
indignato.
- Ma che
dici?! Vuoi mandare tutto all'aria, dopo il tempo che hai speso a
prepararti?
Ti sembra una cosa sensata?
La ragazza
si sforzò di non piangere ancora, ma il nodo che le
stringeva la gola era
qualcosa di doloroso ed indecifrabile.
- No, ma
...io ... Io non sono più sicura di niente! Io non so... se
ne sarò capace... -
Non
riuscì a trattenersi oltre e nascondendo il viso fra le
braccia, si accasciò di
nuovo sull'ordinata scrivania di Piton, mentre Tonks la squadrava
perplessa e
sinceramente preoccupata. La vulcanica maga pensò bene,
visto come si erano
messe le cose, di essere un po' spiritosa. Magari sarebbe valso a
qualcosa.
-
Ehi,
Gin, devo ricordarti che stai piangendo sulla scrivania personale di
Piton... Quando
s'accorgerà che, con le lacrime gliel'hai macchiata tutta, allora sì che
avrai un bel motivo per
piangere!
La battuta
sortì il suo effetto, perché la giovane si
raddrizzò di scatto con
un'espressione arcigna e dura impressa sul viso arrossato e bagnato
delle
lacrime.
- Me ne
frego! - Sbraitò, battendo sonoramente il piccolo pugno sul
tavolo. - Me ne
frego della sua scrivania del cavolo! Me ne frego di lui e
dell’Ordine! Di
Voldemort e del maledetto mondo intero!
- Ma di
Harry... eh? – La sfidò Tonks – Di Harry,
ti frega... vero? -
Ginny
accusò il colpo, fissandola un po’ perplessa, ma
passò velocemente al
contrattacco. - Cosa
c'entra
Harry in questo?
- C'entra,
Ginny, ragiona! Se
davvero lo ami,
dimostralo! Dobbiamo cercare di sconfiggere chi-sai-tu…
facendo ognuno
la nostra parte, è vero, ma con un fine comune... che
sarà vantaggioso
per tutti. Se
il Male...
non viene fermato, pensi di poter vivere una vita normale?
Pensi di
poter continuare tranquillamente la tua storia con
Harry?
Ginny
deglutì il vuoto, spostando lo sguardo altrove. - La mia
vita, è
già
poco normale... Tonks, ma
tu, da quando in
qua sei anche psicologa?
-
Ma io...sono un sacco di cose, tesoro! - Esclamò la maga
sorridendo, quindi con
la solita grazia che la "contraddistingueva" tentò di
sedersi sulla
scrivania, ma combinò un bel casino, facendo franare a terra grossi tomi di Pozioni che
Piton teneva
ordinatamente impilati in un angolo.
Spaventata
dal rumore, Ginny spostò uno sguardo allarmato sul viso
dell’amica. Le due si
fissarono per un secondo in un silenzio assoluto, poi scoppiarono
entrambe a
ridere di gusto.
- Ehi, se
Piton arriva adesso, sarai
tu a
piangere, Tonks!
La
situazione si era alleggerita, Ginny
sembrava tornata tranquilla, e con un colpo veloce della sua bacchetta,
Tonks
fece volare a posto i libri... che
non
tornarono comunque nell'ordine
in cui li
teneva il severo professore…
“Di sicuro,
se ne accorgerà…”
sussurrò
Ginny, sorridendo.
Poi
l'espressione seria ed il viso concentrato di Tonks, la fecero
desistere da
quei frivoli pensieri. L'aria era ritornata pesante e densa
d’aspettative.
-
Ginny... ma tu lo ami Harry,
vero?
- Lo
sguardo grigio/verde della
rossa si fuse negli occhi color nocciola di Tonks.
- Perché me
lo chiedi?
- Beh,
io... io ci tengo a lui. E anche a te, ovviamente. Mi sento un po' la
vostra zietta
putativa. Non
voglio vedervi soffrire, ragazzi...
- Un sorriso
tremulo affiorò sul viso di
Ginny, benché sentisse di non essere mai stata tanto
vulnerabile ed indifesa,
come in quel momento.
Era
difficile mettere a nudo… i propri sentimenti. Difficile, leggersi dentro
ed avere il
coraggio di tirare fuori le verità.
Aveva
sempre considerato Tonks, una sorta di sorella maggiore, più
che di zia, e a
lei, doveva la verità. Non
poteva mentire. Non
doveva farlo... sarebbe stata una cosa
stupida!
Con un
sospiro, appena celato, riprese
faticosamente a parlare. - Non lo so, Tonks... Io non sono
più sicura di
niente... A volte credo che la gioia e l'entusiasmo di vivere, mi siano
state
sottratte in quel giorno maledetto. Quello
in cui ho perso mio padre ed i miei
fratelli. Le lacrime cercarono di riaffiorare dai suoi occhi, ma lei le
vinse
con determinazione e forza d'animo. Tonks la
fissava, bevendo
ogni sua parola,
intensamente.
- Quando mia
madre ha perso la testa... ed io sono diventata "la madre" per lei...
Sai a volte penso che quel giorno i Dissennatori mi abbiano "baciata"
lo stesso, sebbene non lo abbiano materialmente fatto...
Tonks
chiuse gli occhi affranta e allungò la mano, stringendola
con vigore sulla sua
spalla esile e minuta. - Oh, no ti prego, Gin... Non dire
così! Tu sei ancora
padrona della tua vita... e con questa operazione lo dimostrerai!
-
Lo pensi davvero? - Sussurrò la rossa,
speranzosa.
- Certo che
sì! Allora, intanto cominciamo con la trasformazione.
E' molto
improbabile che Malfoy ti riconosca... ma sai,
meglio non rischiare!
Ginny
sorrise, ma quando vide Tonks armeggiare con la bacchetta al suo
indirizzo, la
paura s'impossessò nuovamente
di lei. -
Ehi, un momento... aspetta! Cosa intendi farmi?
Tonks
si fermò a mezz'aria con la bacchetta stretta fortemente
sulla mano destra. -
Ma come… Non l'avevamo già deciso?
- Ho... ho
dei ripensamenti sul colore dei capelli, ecco...-
Sussurrò timidamente Ginny, temendo una
qualche strana reazione da parte della sua amica.
- Oh,...
beh, e come li vorresti?
- Neri!
Lisci e lunghi... fino alla vita.
- Umh...
bene! E così sia, ma non te li cambierò due
volte, Ginny Weasley! Non cercare
di farmi perdere tempo!
Ginny
sorrise all'ironia della strega, e in un gesto dettato più
dall'istinto, che
dalla pura necessità, chiuse gli occhi tendendo ogni
più piccola fibra del suo
corpo nell'attesa dell'incantesimo. Tonks pronunciò alcune
parole, e mentre
Ginny aspettava… un po' scioccamente pensò a
quale molla era scattata nella sua
testa, per volersi vedere "nera".
Forse aveva
rammentato che il primo amore di Harry era stato una ragazzina dai
lunghi e
lisci capelli neri, e gli occhi un po' a mandorla...
- Ecco
fatto! - Pronunciò con solennità Tonks,
guardandola soddisfatta.
Ginny
afferrò una lunga ciocca dei capelli, passandosela fra le
dita tremanti. Dunque
era iniziato... Il suo incarico aveva
prodotto il primo cambiamento... I capelli erano
lisci, setosi e
morbidi, squisitamente neri, intensi e con sfumature che sconfinavano
nel blu
cupo. -
Bellissimi...- Esclamò.
- Posso guardarmi in uno specchio? - Domandò
nervosamente.
- Non
ancora, voglio
cambiarti anche il taglio
degli occhi, e magari il colore!
Alzando una
mano con decisione, la ragazza fece sussultare Tonks. - NO! -
Dichiarò con
fermezza inaudita. – No! Se vuoi,
fammi
un taglio leggermente a mandorla ma il colore deve restare il mio!
-
Va... bene! - Replicò un po' intimorita la strega. - Se ci
tieni tanto... Altri
secondi passarono, mentre Tonks
perpetrava la sua magia. Ginny
si
sentiva sempre più esposta ad una travolgente
curiosità. Voleva
disperatamente sapere che cosa era diventata!
Come era
cambiato il suo volto, con quei tocchi sapienti e magici...
- Perfetto!
- Sentenziò soddisfatta Tonks, porgendo a Ginny uno specchio
circolare che le
era magicamente comparso in mano.
Ginny lo
afferrò di scatto, osservando la sua immagine riflessa.
Era
un'altra persona...
I
capelli cambiavano profondamente il suo aspetto, e gli occhi
leggermente a
mandorla, uniti agli zigomi alti ed affilati che già
possedeva, le donavano una
naturale eleganza ed una bellezza esplosiva.
Solo
un particolare non era ancora azzeccato... Sbirciando
oltre lo specchio, incrociò lo
sguardo un po' da ebete di Tonks che attendeva pazientemente il suo
verdetto.
- Ehi,
Tonks... Mi faresti un'altra cosa?
- Che altro
vuoi, ragazzina?
- Le
lentiggini. Che ne dici... me le fai sparire?
Tonks
sorrise, chinandosi ad abbracciarla e Ginny rispose con slancio ed
affetto. Aveva
più paura che mai, in
quel momento, ma
ne era finalmente sicura e consapevole: avrebbe superato anche quello
scoglio.
Niente
poteva più fermarla ormai.
La sua
missione era iniziata!
***
Piton
varcò la soglia del suo studio stanco e contrariato.
Aveva perso
un mucchio di tempo in discorsi e dettagli assolutamente secondari. Paciock,
l'aveva assillato con domande
superflue, Mundungus con richieste assurde, e per finire miss
perfezione Granger aveva sollevato un mucchio di
obiezioni - tutte
assolutamente fondate
- su alcuni dettagli della missione. Il tutto gli
era servito a procurargli un gran bel mal di
testa, e un'ora persa in banalità...
Entrò nella
stanza con passo nervoso e subito comprese che c'era stato qualcuno...
Non
poteva sbagliarsi, non
si sbagliava mai.
Sollevando
un sopraciglio perplesso, fissò lo sguardo penetrante sulla
pila di grossi
volumi accatastati ordinatamente sulla sua scrivania.Non erano
sistemati nella
solita maniera, nel modo in cui lui stesso li aveva accuratamente
disposti.
Qualcuno
ci aveva messo mano, senza il suo
permesso...
Non
che fosse poi così grave… od impegnativo, non
aveva di certo bisogno di usare
la bacchetta per sistemare pochi libri, ma la cosa lo aveva ugualmente
alterato
e mentre s’accomodava con
lentezza sulla
poltrona morbida, mugugnò
poche parole
sollevando con noncuranza la mano sottile ed affusolata. Ma qualcosa all'ultimo
istante lo distrasse,
togliendogli la concentrazione e facendogli morire le parole sulle
labbra...
prima ancora che lui potesse finire di pronunciarle. Per l'ennesima
volta, in
quella giornata, i grossi tomi, antichi e rilegati, toccarono terra con
un gran
baccano... sollevando una piccola ed inconsistente nuvoletta di polvere.
- Mi scusi,
professore. Non era mia intenzione spaventarla...
La
voce armoniosa e profonda della ragazza si propagò nella
stanza, mentre la sua
figura, esile e longilinea si muoveva, scostandosi dalla colonna
leggermente in
penombra, che fino a quel momento l'aveva celata alla sua vista.
Si fermò
dinanzi a lui... Gli occhi dall'espressione calma e serena, fissi nei suoi.
Lì
per lì Piton pensò di essersi bevuto il cervello.
Non ricordava di aver
dato appuntamento a nessun membro dell'Ordine, né tanto meno, ad una ragazza...
sconosciuta!
Se
non a ... a....
Ma
no! Non poteva essere lei!
La
giovane, immobile davanti alla sua scrivania, sembrava molto alta...
più alta
della Weasley, ma ovviamente le magie di Tonks avevano scaturito il loro effetto...
Piton la
scrutò cercando di assorbire ogni più piccolo
dettaglio, ogni più
insignificante particolare...
A
delineare la dolcezza del viso vi
erano
lunghi capelli, lisci, morbidi e setosi, così scuri da confondersi con il
mantello stesso che lei
portava con disinvoltura sulle spalle esili e squadrate. La pelle diafana e
perfetta, brillava
candida, quasi fosse illuminata dall'interno... Un candore perlaceo e
pallido
che gli conferiva una delicatezza ultraterrena. Le
labbra dalla linea morbida, rosse
e piene, erano atteggiate
in un sorriso sornione, dolce...
un miscuglio sublime di ingenuità e malizia. E gli occhi...
Gli occhi erano il punto focale... Erano la
concentrazione della sua bellezza disarmante...
Avevano un
taglio squisitamente obliquo, dolce e sinuoso, evidenziato da ciglia
lunghissime e
sopracciglia arcuate,
perfettamente disegnate, oltre che dallo splendido colore delle
iridi...
Due turchesi
che
brillavano simili a stelle del
firmamento...
Gli
ultimi dubbi del mago caddero come veli da una statua che veniva
svelata, per
la prima volta, ad occhi profani e morbosi.
Erano
gli occhi di lei... quelli.
Indubbiamente,
inconfutabilmente Weasley...
Gli
occhi di Virginia.
Distolse
lo sguardo confuso ed irritato più con se stesso, che con la
ragazza che si era
così inopportunamente rivelata alla sua attenzione. Impacciato e maldestro, come
mai gli era
capitato, farfugliò
confusamente la
formula magica che riportò i libri di Pozioni sul suo tavolo
in modo
disordinato; ma non
aveva tempo da
perdere in certe inezie...
Doveva
impartire le ultime, necessarie direttive alla sua allieva e si trovava
nella
posizione peggiore in cui farlo...
Quel
cambiamento l'aveva colto impreparato, spiazzato... L'aveva
scosso oltre ogni immaginazione. E sì
che da giorni che ne discuteva con quella "piattola" di Tonks... ma
non pensava certo di trovarsi davanti quella trasformazione... Quel
sottile rimescolarsi di bellezza pura e sex-appeal, di candore ingenuo
e
spiazzante e malizia seducente ed accattivante.
Con
un brusco gesto della mano ordinò alla ragazza, rimasta nel
frattempo immobile
e confusa a fissarlo, di sedersi.
Lei
ubbidì all'istante, e accomodandosi sulla poltroncina di
cintz rosso accavallò
le gambe snelle, in maniera elegante... costringendo Piton nel difficile sforzo
di non di non fissare le sue caviglie sinuose e sottili, la linea
morbida dei
polpacci minuti, la perfezione delle ginocchia delicate.
- Molto
bene, Weasley... Vedo che ti sei finalmente accordata con Tonks, circa
le
modifiche al tuo aspetto.
L'ombra
di un fugace sorriso, sfiorò le labbra della ragazza. -
Sì, come le sembro
professore? - Chiese senza implicita
malizia, ma per il puro gusto di saperlo...
La
domanda aleggiò per alcuni secondi nell'aria, come se l'uomo
fosse
all'improvviso senza parole o argomentazioni. Il silenzio si stava
facendo pesante, ma Piton recuperò in fretta una parvenza di
controllo. - Non è
argomento pertinente, quel che penso del tuo aspetto fisico, Weasley! -
Sibilò, alzando una mano come a
suggellare la fine del discorso.
- Piuttosto
– continuò - Mi preoccupa molto il fatto che tu
debba "entrare in
scena" con tre settimane d'anticipo sui tempi previsti! - Quindi, con fare nervoso
si passò
velocemente la mano
sulla fronte liscia
e candida, imperlata da poche gocce di sudore.
La
giovane parve incupirsi per quella risposta brusca, ma nel consueto
modo
impulsivo ribatté immediatamente. - Ma io mi
sento pronta, professore! Perché si preoccupata tanto?
-
Spetta a me, dire se sei pronta o no! E devo purtroppo ammettere,
che forse non lo sei... completamente!
Ginny
si morse il labbro inferiore nervosamente, cercando di dominare
l'istinto
ribelle che le bruciava dentro.
- Allora
posso almeno sapere perché si è dovuto
precipitare così le cose? Il mio
"ingresso" non era forse previsto per la festa di Halloween?
Per
tutta risposta, Piton si sollevò leggermente sulla sedia e
puntellandosi con i
gomiti sulla scrivania lucida e perfetta, assunse l'aria indispettita e
falsamente distesa che Ginny ben conosceva...
Quando sfoderava quel piglio irriverente, le
sembrava il classico
insegnate pronto a
fare la ramanzina
all'alunno un po' "indisciplinato"...o
“picchiatello”.
-
Weasley... se si poteva far diversamente, l'avremmo già
fatto, non credi? Da fonti
più che attendibili sappiamo che
Voldemort sta accelerando i tempi per il
suo ritorno qui, in
Inghilterra... E noi
dobbiamo controbattere alla sue mosse, immediatamente.
-
Cielo! – Sbottò lei esasperata. - Vorrei proprio
sapere perché queste
"benedette fonti" come ti ostini a chiamarle ... non ci dicono
direttamente dove si trovi Voldermort!
Piton
scosse la testa con veemenza, prendendo a tamburellare in modo nervoso,
con le
dita sottili e
perfette, la superficie
della scrivania. - Ti ho detto mille volte, Virginia, di chiamarmi professore
qui dentro e di non
darmi del tu!
-
Ma non stiamo facendo lezione, professore!
Sto
discutendo di come metterò a repentaglio la mia pellaccia...
-
Già... e se ci tieni, a salvarla e tornare incolume da
questa missione, sarebbe
il caso di fare qualche esercizio
mentale, e ripassare qualche dettaglio della tua preparazione!. -
Concluse in
modo asciutto, spiazzando
completamente
l'attonita interlocutrice.
Ginny
si mosse un po' a disagio sulla sua poltroncina, torturandosi le
mani... Quella
“vecchia” volpe di Piton, aveva trovato ancora una
volta il modo di
incastrarla, e di eludere le sue "giuste" domande.... Fosse
stato per lei, avrebbe usato quelle "famose
fonti" in
altra maniera,
sarebbe andata più diretta al nocciolo della questione,
avrebbe cercato
Voldemort con tutti i mezzi a disposizione, con tutte le forze, e lo avrebbe fatto fuori,
senza pietà... Mentre
non si spiegava perché i “vertici
dell'Ordine”, sembravano sempre voler procedere con cautela,
con tatto e
diplomazia e non parevano affatto intenzionati ad uccidere l'Oscuro,
quasi che
la sua morte avesse potuto poi... provocare un contraccolpo
inspiegabile nel
mondo stesso della Magia...
Lei
lo sapeva, lo sospettava da sempre.
Piton
e gli altri “membri anziani”
nascondevano qualcosa… a tutti loro…
Forse lo stesso Silente, diceva
molto meno di quanto in realtà sapesse... Una
volta, Neville si era lasciato scappare di
aver udito, accidentalmente un discorso fra l'anziano Preside di
Hogwarts e
Lupin... Parlavano di una strana profezia, di
qualcosa che
indissolubilmente legava l'Oscuro a...qualcuno, qualcuno di altrettanto
fondamentale. Ovviamente
il giovane
aveva perso la parte sostanziale del discorso...e lei di quel giorno
ormai
lontano ricordava solo quelle poche parole… e la rabbia di
Harry, che
ascoltando perplesso le loro supposizioni, li aveva ammoniti
severamente a non
raccontare a nessuno quella strana faccenda...
-
Virginia Weasley, mi stai ascoltando? - La voce cupa e irritata di
Piton
l'aveva fatta ritornare bruscamente alla realtà.
Il
severo mago si era alzato dalla poltrona, ed ora torreggiava su di lei,
con
tutta la prestanza del suo fisico imponente.
Ginny
sollevò il viso, incrociando quelle iridi scure, implacabili
e fisse nelle sue.
- Mi stava
dicendo... professore...
Piton
gli porse di scatto una piccola tessera di plastica, lucida e
cangiante. Sembrava un
invito ad una qualche manifestazione, o mostra privata...
- Tieni, è
l'invito per il party che Lucius Malfoy indirà per
“l’apertura della caccia”,
presso il suo Maniero, domani
sera, 8
ottobre... Abbiamo dovuto
modificarla, visto che era stata preparata per la grande festa di
Halloween...
Ma come ti ho già spiegato, avevamo urgenza di introdurti
nella tana del
Serpente.
Ginny
afferrò il piccolo oggetto, rigirandoselo fra le mani,
incuriosita. La paura l'assalì
improvvisa... E se quell'innocuo pezzo di plastica, non fosse stato
"incantato" alla perfezione...poteva essere un bel problema per lei!
-
E ...se non dovesse funzionare, signore?
- Si ritrovò a chiedere con la voce che le usciva appena
dalle labbra esangui.
-
Non succederà, Weasley! - Tagliò corto il mago,
voltandosi con rabbia ad
afferrare altre carte dalla sua ampia scrivania.
-
Tieni, questi sono i tuoi documenti magici. Come concordato
assumerai l'identità di Alisha Blackwood, la nipote di una
maga, lontana
parente della moglie di Lucius. Non ti preoccupare, lui non si
è mai curato più
di tanto della parentela di Narcissa... Ma se dovesse fare indagini,
troverà
tutte fonti attendibili ed inconfutabili.
Come
sempre Ginny notò che il nominare Lucius
o sua moglie Narcissa,
provocava in Piton una sorta di reazione avversa, quasi che quei nomi,
per il
semplice fatto di sfiorare le sue labbra, le insozzassero ...
-
Bene, signore. - Replicò compita e attenta. Poi una domanda… prese
forma nella sua mente e senza che lei potesse dominarsi, la rivolse a Piton. - Ma
che si sa... della
moglie di quella serpe? Si vociferava che fosse stata presa da
"pazzia" e che lui l'avesse rinchiusa in una torre del
castello…
Piton
alzò uno sguardo di ghiaccio puro, sul viso pallido della
giovane. - Non dire
fesserie, Weasley! Sono solo pettegolezzi che, di certo, ti
avrà raccontato quella
saputella della Granger!
Ginny
arrossì, increspando la fronte in un atteggiamento duro -
No, signore! Le notizie
che...
- Basta
così! Narcissa Malfoy è scomparsa il giorno
dell'azione contro il Ministero. Da
allora non si sono avute più notizie di lei... Ma visto che
tu andrai in quel
famoso castello... chissà, magari farai luce anche su
quest'aspetto della
storia!
Ancora
una volta la giovane dovette convenire che Piton sapeva bene come
metterla a
tacere, e stringendo i pugni per la rabbia, distolse lo sguardo dal
viso
dell'uomo, non replicando in nessuna maniera.
A
sua volta, Piton non ricevendo nessuna
obiezione, si
ritenne autorizzato
a continuare in tutta tranquillità - Molto bene, Weasley,
appurati questi
dettagli, passerei ad un'ultima prova di abilità
nell'Occlumanzia... e
Legilimanzia, sei
pronta?
Sforzandosi
di non mandarlo al diavolo, Ginny riuscì finanche a
sorridergli amabilmente -
Certo, signore...
Fine
capitolo