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Autore: Milady    24/05/2020    0 recensioni
In un futuro alternativo, Harry ed i suoi amici finita la scuola, credono di poter vivere tranquillamente, ma vengono, loro malgrado, coinvolti in un crudele conflitto scatenato da Voldemort e i suoi più fidati seguaci. Solo per mezzo di una delicata missione, che vedrà coinvolti i Malfoy, si potrà arrivare al malefico Mago, riportare la pace e... Vendicare torti e dolori ingiustamente subiti... Ma ci riusciranno i nostri eroi?
Chiarimento doveroso: pubblicai questa storia anni fa, con altro nome (Angie). Poi non si come nn riuscii più ad accedere all'account. Nessun plagio pertanto. Sono sempre io l'autrice. Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da VII libro alternativo
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

I Segreti di Malfoy Manor

Racconto a puntate di Mil@dy.

 

 

Ginny 1

 

 

                                                                                                             A volte gli occhi sono un gran problema…

Parlano anche se non dovrebbero farlo….

 

 

 

6.  Cambiamenti.

 

 

 

Nella stanza immersa nella penombra, fresca e silenziosa, si udivano solo i suoi singhiozzi sommessi.  Ma d'improvviso, una mano la scosse con delicatezza,  costringendola a sollevare il volto.Attraverso l'appannamento degli occhi dovuto al lungo pianto, Ginny fissò il viso dolce e simpatico della maga, che conosceva fin troppo bene.

- Tonks, oh, ti prego non ho nessuna intenzione di procedere con la mutazione!- Mugugnò, attirandosi una sguardataccia dall'amica, oltre al suo commento indignato.

- Ma che dici?! Vuoi mandare tutto all'aria, dopo il tempo che hai speso a prepararti? Ti sembra una cosa sensata?

La ragazza si sforzò di non piangere ancora, ma il nodo che le stringeva la gola era qualcosa di doloroso ed indecifrabile.

- No, ma ...io ... Io non sono più sicura di niente! Io non so...  se ne sarò capace... -

Non riuscì a trattenersi oltre e nascondendo il viso fra le braccia, si accasciò di nuovo sull'ordinata scrivania di Piton, mentre Tonks la squadrava perplessa e sinceramente preoccupata. La vulcanica maga pensò bene, visto come si erano messe le cose, di essere un po' spiritosa. Magari sarebbe valso a qualcosa.

- Ehi, Gin, devo ricordarti che stai piangendo sulla scrivania personale di Piton... Quando s'accorgerà che, con le lacrime gliel'hai macchiata tutta,  allora sì che avrai un bel motivo per piangere!

La battuta sortì il suo effetto, perché la giovane si raddrizzò di scatto con un'espressione arcigna e dura impressa sul viso arrossato e bagnato delle lacrime.

- Me ne frego! - Sbraitò, battendo sonoramente il piccolo pugno sul tavolo. - Me ne frego della sua scrivania del cavolo! Me ne frego di lui e dell’Ordine! Di Voldemort e del maledetto mondo intero!

- Ma di Harry... eh? – La sfidò Tonks – Di Harry,  ti frega... vero? - 

Ginny accusò il colpo, fissandola un po’ perplessa, ma passò velocemente al contrattacco.  -  Cosa c'entra  Harry in  questo?

- C'entra, Ginny, ragiona!  Se davvero lo ami, dimostralo! Dobbiamo cercare di sconfiggere chi-sai-tu… facendo ognuno la nostra parte, è vero, ma con un fine comune... che sarà vantaggioso per tutti.   Se il Male... non viene fermato, pensi di poter vivere una vita normale? Pensi di poter continuare tranquillamente la tua storia con Harry?

 

 

 

 

Ginny deglutì il vuoto, spostando lo sguardo altrove. - La mia vita,  è  già poco normale... Tonks,  ma tu,  da quando in qua sei anche psicologa?

- Ma io...sono un sacco di cose, tesoro! - Esclamò la maga sorridendo, quindi con la solita grazia che la "contraddistingueva" tentò di sedersi sulla scrivania, ma combinò un bel casino, facendo franare a terra  grossi tomi di Pozioni che Piton teneva ordinatamente impilati in un  angolo. Spaventata dal rumore, Ginny spostò uno sguardo allarmato sul viso dell’amica. Le due si fissarono per un secondo in un silenzio assoluto, poi scoppiarono entrambe a ridere di gusto.

- Ehi, se Piton arriva adesso,  sarai tu a piangere,  Tonks!

La situazione si era alleggerita,  Ginny sembrava tornata tranquilla, e con un colpo veloce della sua bacchetta, Tonks fece volare a posto i libri...  che non tornarono comunque  nell'ordine in cui li teneva il severo professore…

“Di sicuro, se ne accorgerà…  sussurrò Ginny,  sorridendo.

Poi l'espressione seria ed il viso concentrato di Tonks, la fecero desistere da quei frivoli pensieri. L'aria era ritornata pesante e densa d’aspettative.

- Ginny... ma tu lo ami Harry,  vero? -  Lo sguardo grigio/verde della rossa si fuse negli occhi color nocciola di Tonks.

- Perché me lo chiedi?

- Beh, io... io ci tengo a lui. E anche a te, ovviamente. Mi sento un po' la vostra zietta putativa. Non voglio vedervi soffrire, ragazzi... -  Un sorriso tremulo affiorò sul viso di Ginny, benché sentisse di non essere mai stata tanto vulnerabile ed indifesa, come in quel momento.

Era difficile mettere a nudo… i propri sentimenti.  Difficile, leggersi dentro ed avere il coraggio di tirare fuori le verità.

Aveva sempre considerato Tonks, una sorta di sorella maggiore, più che di zia, e a lei, doveva la verità. Non poteva mentire.  Non doveva farlo... sarebbe stata una cosa stupida!

Con un sospiro, appena celato,  riprese faticosamente a parlare. - Non lo so, Tonks... Io non sono più sicura di niente... A volte credo che la gioia e l'entusiasmo di vivere, mi siano state sottratte in quel giorno maledetto. Quello in cui ho perso mio padre ed i miei fratelli. Le lacrime cercarono di riaffiorare dai suoi occhi, ma lei le vinse con determinazione e forza d'animo.  Tonks la fissava,  bevendo ogni sua parola, intensamente.

- Quando mia madre ha perso la testa... ed io sono diventata "la madre" per lei... Sai a volte penso che quel giorno i Dissennatori mi abbiano "baciata" lo stesso, sebbene non lo abbiano materialmente fatto...

Tonks chiuse gli occhi affranta e allungò la mano, stringendola con vigore sulla sua spalla esile e minuta. - Oh, no ti prego, Gin... Non dire così! Tu sei ancora padrona della tua vita... e con questa operazione lo dimostrerai!

 - Lo pensi davvero? - Sussurrò la rossa,  speranzosa.

- Certo che sì! Allora, intanto cominciamo con la trasformazione. E' molto improbabile che Malfoy ti riconosca... ma sai,  meglio non rischiare!

Ginny sorrise, ma quando vide Tonks armeggiare con la bacchetta al suo indirizzo, la paura s'impossessò nuovamente  di lei. - Ehi, un momento... aspetta! Cosa intendi farmi?

Tonks si fermò a mezz'aria con la bacchetta stretta fortemente sulla mano destra. - Ma come… Non l'avevamo già deciso?

- Ho... ho dei ripensamenti sul colore dei capelli, ecco...-  Sussurrò timidamente Ginny, temendo una qualche strana reazione da parte della sua amica.

- Oh,... beh, e come li vorresti?

- Neri! Lisci e lunghi... fino alla vita.

- Umh... bene! E così sia, ma non te li cambierò due volte, Ginny Weasley! Non cercare di farmi perdere tempo!

Ginny sorrise all'ironia della strega, e in un gesto dettato più dall'istinto, che dalla pura necessità, chiuse gli occhi tendendo ogni più piccola fibra del suo corpo nell'attesa dell'incantesimo. Tonks pronunciò alcune parole, e mentre Ginny aspettava… un po' scioccamente pensò a quale molla era scattata nella sua testa, per volersi vedere "nera".

Forse aveva rammentato che il primo amore di Harry era stato una ragazzina dai lunghi e lisci capelli neri, e gli occhi un po' a mandorla...

- Ecco fatto! - Pronunciò con solennità Tonks, guardandola soddisfatta.

Ginny afferrò una lunga ciocca dei capelli, passandosela fra le dita tremanti.  Dunque era iniziato... Il suo incarico aveva prodotto il primo cambiamento... I capelli erano lisci, setosi e morbidi, squisitamente neri, intensi e con sfumature che sconfinavano nel blu cupo.  - Bellissimi...- Esclamò.  - Posso guardarmi in uno specchio? - Domandò nervosamente.

- Non ancora,  voglio cambiarti anche il taglio degli occhi, e magari il colore!

Alzando una mano con decisione, la ragazza fece sussultare Tonks. - NO! - Dichiarò con fermezza inaudita. – No! Se vuoi,  fammi un taglio leggermente a mandorla ma il colore deve restare il mio!

- Va... bene! - Replicò un po' intimorita la strega. - Se ci tieni tanto...   Altri secondi passarono, mentre Tonks perpetrava la sua magia.  Ginny si sentiva sempre più esposta ad una travolgente curiosità. Voleva disperatamente sapere che cosa era diventata!

Come era cambiato il suo volto, con quei tocchi sapienti e magici...

- Perfetto! - Sentenziò soddisfatta Tonks, porgendo a Ginny uno specchio circolare che le era magicamente comparso in mano.

Ginny lo afferrò di scatto, osservando la sua immagine riflessa.

Era un'altra persona...

I capelli cambiavano profondamente il suo aspetto, e gli occhi leggermente a mandorla, uniti agli zigomi alti ed affilati che già possedeva, le donavano una naturale eleganza ed una bellezza esplosiva.

Solo un particolare non era ancora azzeccato...  Sbirciando oltre lo specchio, incrociò lo sguardo un po' da ebete di Tonks che attendeva pazientemente il suo verdetto.

- Ehi, Tonks... Mi faresti un'altra cosa?

- Che altro vuoi, ragazzina?

- Le lentiggini. Che ne dici... me le fai sparire?

Tonks sorrise, chinandosi ad abbracciarla e Ginny rispose con slancio ed affetto. Aveva più paura che mai,  in quel momento, ma ne era finalmente sicura e consapevole: avrebbe superato anche quello scoglio.

Niente poteva più fermarla ormai.

La sua missione era iniziata!

 

 

***

 

 

 

Piton varcò la soglia del suo studio stanco e contrariato.

Aveva perso un mucchio di tempo in discorsi e dettagli assolutamente secondari.  Paciock, l'aveva assillato con domande superflue, Mundungus con richieste assurde, e per finire miss perfezione Granger aveva sollevato un mucchio di obiezioni  - tutte assolutamente fondate - su alcuni dettagli della missione. Il tutto gli  era servito a procurargli un gran bel mal di testa, e un'ora persa in banalità...

Entrò nella stanza con passo nervoso e subito comprese che c'era stato qualcuno...

Non poteva sbagliarsi,  non si sbagliava mai.

Sollevando un sopraciglio perplesso, fissò lo sguardo penetrante sulla pila di grossi volumi accatastati ordinatamente sulla sua scrivania.Non erano sistemati nella solita maniera, nel modo in cui lui stesso li aveva accuratamente disposti.

Qualcuno ci aveva messo mano, senza il suo permesso...

Non che fosse poi così grave… od impegnativo, non aveva di certo bisogno di usare la bacchetta per sistemare pochi libri, ma la cosa lo aveva ugualmente alterato e mentre s’accomodava  con lentezza sulla poltrona morbida,  mugugnò poche parole sollevando con noncuranza la mano sottile ed affusolata.  Ma qualcosa all'ultimo istante lo distrasse, togliendogli la concentrazione e facendogli morire le parole sulle labbra... prima ancora che lui potesse finire di pronunciarle. Per l'ennesima volta, in quella giornata, i grossi tomi, antichi e rilegati, toccarono terra con un gran baccano... sollevando una piccola ed inconsistente nuvoletta di polvere.

- Mi scusi, professore. Non era mia intenzione spaventarla...

La voce armoniosa e profonda della ragazza si propagò nella stanza, mentre la sua figura, esile e longilinea si muoveva, scostandosi dalla colonna leggermente in penombra, che fino a quel momento l'aveva celata alla sua vista.

Si fermò dinanzi a lui... Gli occhi dall'espressione calma e serena,  fissi nei suoi.

Lì per lì Piton pensò di essersi bevuto il cervello. Non ricordava di aver dato appuntamento a nessun membro dell'Ordine, né tanto meno,  ad una ragazza... sconosciuta!

 

 

Se non a ... a....

Ma no! Non poteva essere lei!

La giovane, immobile davanti alla sua scrivania, sembrava molto alta... più alta della Weasley, ma ovviamente le magie di Tonks avevano scaturito  il loro effetto...

Piton la scrutò cercando di assorbire ogni più piccolo dettaglio, ogni più insignificante particolare...

A delineare la dolcezza del viso  vi erano lunghi capelli, lisci, morbidi e setosi, così scuri  da confondersi con il mantello stesso che lei portava con disinvoltura sulle spalle esili e squadrate.  La pelle diafana e perfetta, brillava candida, quasi fosse illuminata dall'interno... Un candore perlaceo e pallido che gli conferiva una delicatezza ultraterrena.  Le labbra dalla linea morbida,  rosse e piene, erano  atteggiate in un sorriso sornione, dolce... un miscuglio sublime di ingenuità e malizia. E gli occhi...  Gli occhi erano il punto focale... Erano la concentrazione della sua bellezza disarmante...

Avevano un taglio squisitamente obliquo, dolce e sinuoso, evidenziato da ciglia lunghissime  e sopracciglia arcuate, perfettamente disegnate, oltre che dallo splendido colore delle iridi... Due  turchesi  che brillavano simili a stelle del firmamento...

Gli ultimi dubbi del mago caddero come veli da una statua che veniva svelata, per la prima volta, ad occhi profani e morbosi.

Erano gli occhi di lei... quelli.

Indubbiamente,  inconfutabilmente Weasley...  Gli occhi di Virginia.

Distolse lo sguardo confuso ed irritato più con se stesso, che con la ragazza che si era così inopportunamente rivelata alla sua attenzione.  Impacciato e maldestro, come mai gli era capitato,  farfugliò confusamente la formula magica che riportò i libri di Pozioni sul suo tavolo in modo disordinato;  ma non aveva tempo da perdere in certe inezie...

Doveva impartire le ultime, necessarie direttive alla sua allieva e si trovava nella posizione peggiore in cui farlo...

Quel cambiamento l'aveva colto impreparato, spiazzato...  L'aveva scosso oltre ogni immaginazione. E sì che da giorni che ne discuteva con quella "piattola" di Tonks... ma non pensava certo di trovarsi davanti quella trasformazione... Quel sottile rimescolarsi di bellezza pura e sex-appeal, di candore ingenuo e spiazzante e malizia seducente ed accattivante.

Con un brusco gesto della mano ordinò alla ragazza, rimasta nel frattempo immobile e confusa a fissarlo, di sedersi.  Lei ubbidì all'istante, e accomodandosi sulla poltroncina di cintz rosso accavallò le gambe  snelle,  in maniera elegante...   costringendo Piton nel difficile sforzo di non di non fissare le sue caviglie sinuose e sottili, la linea morbida dei polpacci minuti, la perfezione delle ginocchia delicate.

- Molto bene, Weasley... Vedo che ti sei finalmente accordata con Tonks, circa le modifiche al tuo aspetto.

L'ombra di un fugace sorriso, sfiorò le labbra della ragazza. - Sì, come le sembro professore? - Chiese senza  implicita malizia, ma per il puro gusto di saperlo...

La domanda aleggiò per alcuni secondi nell'aria, come se l'uomo fosse all'improvviso senza parole o argomentazioni. Il silenzio si stava facendo pesante, ma Piton recuperò in fretta una parvenza di controllo. - Non è argomento pertinente, quel che penso del tuo aspetto fisico,  Weasley! - Sibilò, alzando una mano come a suggellare la fine del discorso.

- Piuttosto – continuò - Mi preoccupa molto il fatto che tu debba "entrare in scena" con tre settimane d'anticipo sui tempi previsti! -  Quindi, con fare nervoso si passò velocemente  la mano sulla fronte liscia e candida, imperlata da poche gocce di sudore.

La giovane parve incupirsi per quella risposta brusca, ma nel consueto modo impulsivo ribatté immediatamente.   - Ma io mi sento pronta, professore! Perché si preoccupata tanto?

- Spetta a me, dire se sei pronta o no! E devo purtroppo ammettere,  che forse non lo sei... completamente!

Ginny si morse il labbro inferiore nervosamente, cercando di dominare l'istinto ribelle che le bruciava dentro.

- Allora posso almeno sapere perché si è dovuto precipitare così le cose? Il mio "ingresso" non era forse previsto per la festa di Halloween?

Per tutta risposta, Piton si sollevò leggermente sulla sedia e puntellandosi con i gomiti sulla scrivania lucida e perfetta, assunse l'aria indispettita e falsamente distesa che Ginny ben conosceva...  Quando sfoderava quel piglio irriverente, le sembrava il classico insegnate pronto  a fare la ramanzina all'alunno un po' "indisciplinato"...o “picchiatello”.

- Weasley... se si poteva far diversamente, l'avremmo già fatto, non credi? Da  fonti più che attendibili sappiamo che  Voldemort sta accelerando i tempi per il suo  ritorno qui, in Inghilterra... E noi dobbiamo controbattere alla sue mosse, immediatamente.

- Cielo! – Sbottò lei esasperata. - Vorrei proprio sapere perché queste "benedette fonti" come ti ostini a chiamarle ... non ci dicono direttamente dove si trovi Voldermort!

Piton scosse la testa con veemenza, prendendo a tamburellare in modo nervoso, con le dita  sottili e perfette, la superficie della scrivania. - Ti ho detto mille volte, Virginia,  di chiamarmi professore qui dentro e di non darmi del tu!

- Ma non stiamo facendo lezione, professore! Sto discutendo di come metterò a repentaglio la mia pellaccia...

- Già... e se ci tieni, a salvarla e tornare incolume da questa missione,  sarebbe il caso di fare qualche esercizio mentale, e ripassare qualche dettaglio della tua preparazione!. - Concluse in modo asciutto,  spiazzando completamente l'attonita interlocutrice.

Ginny si mosse un po' a disagio sulla sua poltroncina, torturandosi le mani... Quella “vecchia” volpe di Piton, aveva trovato ancora una volta il modo di incastrarla, e di eludere le sue "giuste" domande....   Fosse stato per lei, avrebbe usato quelle   "famose fonti"   in altra maniera, sarebbe andata più diretta al nocciolo della questione, avrebbe cercato Voldemort con tutti i mezzi a disposizione, con tutte le forze,  e lo avrebbe fatto fuori, senza pietà...  Mentre non si spiegava perché i “vertici dell'Ordine”, sembravano sempre voler procedere con cautela, con tatto e diplomazia e non parevano affatto intenzionati ad uccidere l'Oscuro, quasi che la sua morte avesse potuto poi... provocare un contraccolpo inspiegabile nel mondo stesso della Magia...

Lei lo sapeva, lo sospettava da sempre.

Piton e gli altri “membri anziani”  nascondevano qualcosa… a tutti loro… Forse lo stesso Silente, diceva molto meno di quanto in realtà sapesse...  Una volta, Neville si era lasciato scappare di aver udito, accidentalmente un discorso fra l'anziano Preside di Hogwarts e Lupin... Parlavano di una strana profezia, di qualcosa che indissolubilmente legava l'Oscuro a...qualcuno, qualcuno di altrettanto fondamentale.   Ovviamente il giovane aveva perso la parte sostanziale del discorso...e lei di quel giorno ormai lontano ricordava solo quelle poche parole… e la rabbia di Harry, che ascoltando perplesso le loro supposizioni, li aveva ammoniti severamente a non raccontare a nessuno quella strana faccenda...

- Virginia Weasley, mi stai ascoltando? - La voce cupa e irritata di Piton l'aveva fatta ritornare bruscamente alla realtà.

Il severo mago si era alzato dalla poltrona, ed ora torreggiava su di lei, con tutta la prestanza del suo fisico imponente.

Ginny sollevò il viso, incrociando quelle iridi scure, implacabili e fisse nelle sue.

- Mi stava dicendo... professore...

Piton gli porse di scatto una piccola tessera di plastica, lucida e cangiante. Sembrava un invito ad una qualche manifestazione, o mostra privata...

- Tieni, è l'invito per il party che Lucius Malfoy indirà per “l’apertura della caccia”, presso il suo Maniero,  domani sera,  8 ottobre... Abbiamo dovuto modificarla, visto che era stata preparata per la grande festa di Halloween... Ma come ti ho già spiegato, avevamo urgenza di introdurti nella tana del Serpente.

Ginny afferrò il piccolo oggetto, rigirandoselo fra le mani, incuriosita. La paura l'assalì improvvisa... E se quell'innocuo pezzo di plastica, non fosse stato "incantato" alla perfezione...poteva essere un bel problema per lei!

- E ...se non dovesse funzionare,  signore? - Si ritrovò a chiedere con la voce che le usciva appena dalle labbra esangui.

- Non succederà, Weasley! - Tagliò corto il mago, voltandosi con rabbia ad afferrare altre carte dalla sua ampia scrivania.

- Tieni, questi sono i tuoi documenti magici. Come concordato assumerai l'identità di Alisha Blackwood, la nipote di una maga, lontana parente della moglie di Lucius. Non ti preoccupare, lui non si è mai curato più di tanto della parentela di Narcissa... Ma se dovesse fare indagini, troverà tutte fonti attendibili ed inconfutabili.

Come sempre Ginny notò che il nominare Lucius o sua moglie Narcissa, provocava in Piton una sorta di reazione avversa, quasi che quei nomi, per il semplice fatto di sfiorare le sue labbra, le insozzassero ...

- Bene, signore. - Replicò compita e attenta. Poi una domanda… prese forma nella sua mente e senza che lei potesse dominarsi,  la rivolse a Piton. - Ma che si sa... della moglie di quella serpe? Si vociferava che fosse stata presa da "pazzia" e che lui l'avesse rinchiusa in una torre del castello…

Piton alzò uno sguardo di ghiaccio puro, sul viso pallido della giovane. - Non dire fesserie, Weasley! Sono solo pettegolezzi che, di certo, ti avrà raccontato quella saputella della  Granger!

Ginny arrossì, increspando la fronte in un atteggiamento duro - No, signore! Le notizie che...

- Basta così! Narcissa Malfoy è scomparsa il giorno dell'azione contro il Ministero. Da allora non si sono avute più notizie di lei... Ma visto che tu andrai in quel famoso castello... chissà, magari farai luce anche su quest'aspetto della storia!

Ancora una volta la giovane dovette convenire che Piton sapeva bene come metterla a tacere, e stringendo i pugni per la rabbia, distolse lo sguardo dal viso dell'uomo, non replicando in nessuna maniera.

A sua volta, Piton non ricevendo nessuna  obiezione,  si ritenne autorizzato a continuare in tutta tranquillità - Molto bene, Weasley, appurati questi dettagli, passerei ad un'ultima prova di abilità nell'Occlumanzia... e Legilimanzia,  sei pronta?

Sforzandosi di non mandarlo al diavolo, Ginny riuscì finanche a sorridergli amabilmente - Certo, signore...

 

 

 

 

Fine capitolo

 

   
 
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