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Autore: Lost on Mars    20/03/2021    2 recensioni
È difficile per Lily avere un migliore amico che non perde mai l’occasione di azzuffarsi con suo fratello. È meno difficile aggiustare il naso di Scorpius, nonostante lui non riesca a stare fermo per dieci secondi consecutivi. È facilissimo invece risolvere i problemi altrui, così da non pensare ai propri.
Per Albus, al contrario, è estremamente facile attaccar briga con chiunque gli dia fastidio. È un po’ meno facile stare a sentire gli avvertimenti dei suoi migliori amici, che cercano di tirarlo sempre fuori dai guai – tranne Frank, che lo appoggia in tutto. È difficilissimo chiedere scusa e riconoscere di aver sbagliato, colpa del suo maledetto orgoglio.
Per entrambi, è assolutamente impossibile fare ordine tra il caos che regna sovrano nella loro testa, nella loro famiglia e nelle loro vite.

“Mi limito a guardare Lily, che gli sorride in un modo genuino, spontaneo, che non ha niente di forzato. Se devo dirla tutta, Malfoy non sembra avere più quell’aria da dio sceso in terra, né quell’atteggiamento tanto odioso che lo caratterizza. Il modo in cui la sta guardando, in cui le si rivolge, o anche il semplice tono calmo e gentile della sua voce, lo fanno sembrare tutt’altra persona.”
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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XLII - LILY

L'unica figlia femmina 

Dire che sono distrutta sarebbe riduttivo, il termine adatto forse è disintegrata. Le ultime ventiquattro ore sono state infinite e credo che su questa linea si manterrà tutto ciò che rimane della settimana di vacanza.
Il viaggio di ritorno sull’Espresso Hogwarts è stato nel suo complesso rilassante, ma allo stesso tempo stancante, perché passare quasi un’intera giornata seduta in uno scompartimento non è il massimo del comfort, considerando che mi sarò alzata in piedi due volte in tutto: una per andare in bagno e una per comprare del cibo dal carrello. Avrei anche dormito un po’, per ammazzare il tempo, se Alec non avesse parlato per tutto il viaggio. Tra pochi giorni ci saranno le nuove selezioni dei Falmouth Falcons ed è in assoluta fibrillazione. Abbiamo provato a fargli notare, dopo un po’, che era diventato fastidioso, ma in fondo gli vogliamo bene e anche se lui ha continuato, passando in maniera disparata da un argomento all’altro, abbiamo cercato di stargli dietro.
Ha già organizzato tutto, stavolta vorrebbe che ci fossimo anche noi: i suoi genitori verranno a prenderci e ce ne andremo tutti a Falmouth ad assistere. A me il Quidditch interessa poco, ma sarà una bella occasione per passare un’intera giornata tutti insieme a divertirci… o a consolare Alec, dipende da come andrà la selezione.
Nonostante siano stati quasi due giorni pieni zeppi di cose, niente di tutto quello che ho fatto è riuscito a distogliere la mia mente da un dubbio che mi affligge da qualche giorno prima che iniziassero le vacanze.
Scorpius mi ha detto di essersi innamorato di me e io non ho detto niente di niente. Sono stata zitta, muta come un pesce a guardarlo incredula e poi gli ho chiesto: “dici sul serio?”. E ho subito capito di aver fatto una stronzata. Insomma, certo che era serio, lo conosco da cinque anni, non direbbe mai una cosa così grande a sproposito, solo per giocare. Quello che mi preoccupa maggiormente, tuttavia, è il motivo del mio silenzio dopo quella domanda idiota. Quello so benissimo a cosa è dovuto: io non so davvero cosa provo per Scorpius. O meglio, so solo che la sua presenza mi fa bene, che averlo vicino mi trasmette sicurezza, tranquillità, che il calore del suo corpo attorno al mio è una delle sensazioni migliori che io abbia mai provato… ma non so se tutto questo corrisponde davvero alla definizione di amore. Più ci ragiono, più mi sembra di non trovare una risposta, al contrario, saltano fuori altre mille domande senza senso che mi distolgono dal problema principale.
Mi sono chiesta continuamente, tra ieri e oggi, se sono innamorata di Scorpius. Me lo sono chiesta a cena dai nonni, subito dopo averlo salutato alla stazione, con la promessa di rivederci per le selezioni di Alec; me lo sono chiesta mentre Hugo e Fred si sfidavano a non so cosa e mi chiedevano di fare da giudice, mentre ascoltavo passivamente Rose e Molly parlare delle occasioni lavorative al Ministero, mentre Roxanne e Louis aiutavano il nonno ad alzarsi dalla sedia, dopo cena, mentre guardavo Teddy e Victoire alle prese con il piccolo Remus che piangeva; me lo sono chiesta stamattina, appena sveglia nel mio letto, mentre facevo colazione con James, mentre la nuova ragazza di Albus si presentava a casa nostra e lui giustificava la sua presenza dicendo che dovevano studiare insieme, mentre mio padre faceva finta di crederci e li guardava divertito mentre salivano le scale.
Sono giunta alla decisione che non posso più andare avanti a chiedermi che cos’è tutta questa matassa di emozioni che mi travolgono quando penso a Scorpius e ho pensato di chiedere all’unica persona che sicuramente ci è passata prima di me.
Mamma si sta riposando. Quando entro in camera, è sdraiata sul letto, con la schiena appoggiata alla testata imbottita, con un libro in una mano e una tazza di tè nero nell’altra.
Non appena si accorge di me, mi sorride e posa la tazza bianca in ceramica sul comodino.
«Mamma, posso parlarti un minuto?» le chiedo, rimanendo sotto lo stipite della porta.
«Tutti i minuti che ti servono, amore» mi risponde lei con dolcezza. Chiude anche il libro. Sentendomi già più leggera, chiudo la porta e mi fiondo sul letto al suo fianco, al posto di papà, e mi raggomitolo vicino a lei. «È successo qualcosa?»
«No, è che non… non riesco a capire una cosa, quindi volevo farti una domanda» le dico, cercando di trovare le parole adatte. So che forse non è il miglior periodo per chiederle una cosa del genere, ma ho bisogno della sua esperienza, del suo parere. «Ecco, tu come hai capito che ti eri innamorata di papà, quando eravate giovani?»
Mi sembra sorpresa, non appena finisco di parlare. Abbassa lo sguardo e mi sembra che stia sorridendo.
«Una domanda facile, eh?» scherza, tornando a guardarmi. «Perché me lo chiedi?»
«Perché… beh, ecco, devo partire dall’inizio. Non ve l’ho mai detto, ma io ho un ragazzo, adesso. E lui mi ha detto che è innamorato di me, solo che io non sono riuscita a dirgli lo stesso, perché non l’ho ancora capito se sono innamorata di lui, non so come capirlo.»
«Scorpius Malfoy innamorato di te… e chi l’avrebbe mai detto?» continua la mamma, dandomi un buffetto sulla testa.
Io mi sento avvampare e una strana ondata di calore mi avvolge tutto il viso. Immediatamente replico, sulla difensiva: «Non ho mica detto chi è!»
«Sono tua madre, Lils… vi ho visti alla festa del Ceppo, alla stazione dopo le vacanze di Natale, e soprattutto ieri» mi fa notare con tranquillità. Immagino che sia vero che non si riesce mai a nascondere niente alle mamme.
«Non devi assolutamente dirlo a papà. Diventerebbe pazzo» le dico. «Ora puoi rispondere alla mia domanda?»
La vedo farsi seria tutto d’un tratto, senza però assumere uno sguardo duro o severo, il suo volto rimane rilassato, anche se pensierosa.
«Partiamo dal presupposto che io ho sempre avuto una cotta imbarazzante per tuo padre» esordisce e a me viene un po’ da ridere, dato che conosco alla perfezione la storia di come sono finiti insieme. Quello che mi preme sapere, però, è tutt’altra cosa.
«E non starò qui a raccontarti per l’ennesima volta della Camera dei Segreti, dei tira e molla con gli altri ragazzi che non riuscivano mai davvero ad oscurare tuo padre, della partita di Quidditch e del Felix Felicis…»
«Conosco tutto abbastanza bene» scherzo, avvicinandomi sempre di più a lei. Adesso mi sono distesa accanto a lei, le mie gambe toccano le sue e ho poggiato la testa tra la sua spalla e il suo collo. Lei mi accarezza il braccio con la mano sinistra, non serve che ci guardiamo.
«Per rispondere alla tua domanda, non c’è un evento che te lo fa capire. Lo capisci e basta, ad un certo punto. Io credo di averlo capito in quella famosa estate in cui papà decise di andare a cercare gli Horcrux con gli zii. In quel periodo, avevo capito che ero disposta a lanciarmi in una missione del genere con lui, a seguirlo senza nemmeno sapere dove, senza avere la minima idea dei pericoli che avremmo vissuto, allora dovevo essere davvero innamorata persa» lo dice come se stesse raccontando una favola, con un tono di voce lento, calmo, quasi sognante. Quando siamo da sole, la mamma è sempre un po’ più dolce del solito. Non so come si comporti quando è da sola con Albus o con James, ma mi piace pensare che sia una cosa solo nostra, che lei sia così tenera e morbida solo con me, l’unica figlia femmina, l’unica con cui può condividere al completo le storie, le sensazioni e le emozioni di quando aveva la mia età.
«E come sai, prima che lui partisse, tuo padre ed io ci siamo lasciati… però quando l’ho visto ritornare ad Hogwarts, dopo tutti quei mesi, sembrava che non fossero passate nemmeno un paio d’ore dall’ultimo giorno passato insieme al matrimonio dello zio Bill. Tutti i giorni passati a scuola, in quel clima di terrore, di paura, ad aspettare che succedesse qualsiasi cosa, a sperare che i Mangiamorte non li prendessero… si sono annullati tutti insieme, nel momento in cui l’ho rivisto.»
«Ma non puoi fare un paragone con la mia storia, amore» riprende, dopo un breve momento di silenzio. «Fortunatamente, voi state crescendo in tempi decisamente più felici e tranquilli.»
«E allora come faccio a capirlo?» le domando, chiudendo gli occhi. So che ha ragione: Scorpius non deve intraprendere nessuna missione impossibile, io non devo aspettare il suo ritorno o aver paura dei miei stessi professori e di quello che succede nel mondo, non devo svegliarmi ogni giorno sperando di non sentire alcuna notizia terribile sul suo conto.
«Quando ami una persona, all’inizio, è una cosa bellissima e terrificante allo stesso tempo» mi risponde. «Bellissima perché ti senti invincibile, perché sai che non sarai più da sola, che ogni cosa si affronterà in due, perché quella persona riesce a infonderti serenità senza neanche dirti una parola… Terrificante perché quando ti innamori la prima volta, come tutte le cose nuove, fa paura.»
«Io ho solo paura che possa finire…» le confesso. Mi sta anche venendo un po’ da piangere e mi sento infinitamente stupida per questo; cerco di ricacciare indietro le lacrime e spero che la mamma non accorga che le sto accidentalmente bagnando la maglietta. «Perché abbiamo già più o meno litigato una volta, anche se abbiamo fatto pace.»
«Non sarà l’ultima volta, Lily» mi dice mia madre, seriamente. «L’importante è saper arrivare a dei compromessi, l’amore è un gioco di squadra, non una gara, ricordatelo sempre.»
Annuisco lievemente, anche se nella mia testa già sono pronta a chiederle dove sia andato a finire il gioco di squadra tra lei e papà nell’ultimo anno, perché a me è sembrata solo una stupida competizione, dove vinceva chi si dimostrava più arrabbiato, meno intollerante. Me ne sto zitta, mentre lei comincia ad accarezzarmi i capelli.
«Posso dirti una cosa senza che ti arrabbi?» chiedo lievemente, tenendo gli occhi chiusi e la fronte contro il suo petto.
«Certo» mi sussurra lei piano.
«Ho paura di come possono andare a finire le cose con Scorpius perché… ho paura che possa succedere la stessa cosa che è successa tra te e papà.»
Sento il suo petto che si riempie fino quasi ad esplodere, poi sento che butta fuori rumorosamente tutta l’aria. Non so se avrei dovuto dirlo, ma non riuscivo più a tenermelo dentro. Solo Scorpius lo sa, gliel’ho detto quella famosa notte nella cantina di casa sua. L’unica altra persona che merita di conoscere questa mia paura, questo stato di malessere che mi sento addosso, è proprio mia madre.
È l’unica che può aiutarmi a far scomparire tutto.
«Mi dispiace tanto, tesoro» dice piano. «Farvi soffrire era l’unica cosa che ci eravamo ripromessi di non far succedere…»
«Non si possono programmare certe cose» dico. «No?»
«No, hai ragione» sento le sue braccia stringersi ancora più forte intorno a me e io vorrei farmi così tanto piccola perché possa abbracciarmi all’infinito. Non so quanto tempo passa da questo momento in poi, ma senza neanche accorgermene, la stanchezza dell’ultimo giorno mi crolla addosso tutta insieme. Tra il torpore delle braccia di mia madre e la delicatezza delle sue carezze, mi addormento con una facilità inaudita.
E forse, credo di aver capito qualcosa dell’assurda matassa di pensieri ed emozioni che mi riempie da giorni.
 
Quando mi sveglio, la luce sul comodino della mamma è spenta, le imposte delle finestre sono state accostate, ma fuori è quasi buio e faccio fatica ad orientarmi nella semi oscurità. Ho una coperta leggera addosso che sicuramente non c’era prima. Mi sento piacevolmente riposata, sia fisicamente che mentalmente.
Dopo qualche secondo di frastornamento, mi tolgo la coperta e scendo dal letto. Apro la porta, anche il corridoio è buio, ma la luce al piano di sotto è accesa, vedo il bagliore in fondo alle scale. Inizio a scendere, ma mi blocco al quarto scalino perché sento i miei genitori parlare animatamente tra loro, le loro voci provengono dal salotto e non voglio farmi vedere. Non stanno litigando, sembra che si stiano quasi divertendo.
«Lily non deve assolutamente sapere che ti ho detto di Scorpius, mi ha fatto promettere» sta dicendo mia madre divertita.
Ecco, lo sapevo che prima o poi mio padre sarebbe venuto a sapere che sto con Scorpius, ma non credevo addirittura il giorno stesso in cui ho espressamente richiesto che non succedesse!
«Ha detto che altrimenti saresti diventato pazzo.»
«È bello sapere che mia figlia ha questa considerazione di me» borbotta papà, con una punta di ironia. «Farò finta di niente, d’accordo, ma non ho poi così tanto in contrario.»
«Ah, perché hai qualcosa in contrario?» lo rimbecca mamma. Poi un rumore delicato di qualcosa che si poggia su un tavolo, probabilmente il tavolino di fronte al divano.
«Beh, forse è ancora un po’ troppo piccola…» inizia a dire lui.
«Harry» continua ancora mia madre. «Lily ha la stessa età che avevo io quando ci siamo messi insieme. E prima di te uscivo anche con altri ragazzi.»
«Infatti Ron si lamentava sempre con me dicendo che eri troppo piccola» scherza mio padre.
«Sai, parlare con Lily, prima, mi ha ricordato di quegli anni.»
La voce di mia madre si fa seria all’improvviso, ma è la stessa serietà delicata con cui mi diceva che litigare a volte succede e che l’amore è un gioco di squadra, non una competizione. Non so cosa mi aspetto di sentir dire da mio padre, e infatti non arriva nessuna risposta, per il momento. Immagino che non stia capendo dove vuole andare a parare la mamma e stia semplicemente aspettando che lei continui.
«Mi ha chiesto quando ho capito di essermi innamorata di te» continua, con fermezza, ma anche con dolcezza.
«E tu cosa le hai detto?» chiede mio padre. Faccio quasi fatica a sentirlo, dato che ha notevolmente abbassato il tono della voce: lo fa sempre, quando si trova immerso in una conversazione seria o importante. Non c’è stata una volta, in vita mia, che l’ho visto servirsi della voce alta e degli strilli per sgridare me o i miei fratelli Ogni volta che sbagliavamo, lui ci prendeva da parte e ci parlava con questo stesso tono di voce; basso, calmo, preoccupato e severo.
«Le ho detto che l’ho capito quando hai detto che saresti partito per cercare gli Horcrux» risponde placidamente la mamma. «Perché in quel momento io ho pensato “adesso mollo tutto e vado con lui, devo farlo, devo aiutarlo, dobbiamo farlo insieme.”»
«E io ho solo rovinato tutto, come al solito» commenta di nuovo papà. Adesso però sembra che alla sua voce si sia aggiunta anche la tristezza. Che significa quel “come al solito”? Si sta riferendo a quello che è successo l’anno scorso? Al motivo per cui lui e la mamma non si sono parlati per settimane, per cui hanno litigato per mesi interi e per il quale adesso vanno da un terapeuta babbano?
«In realtà, quando mi hai confessato il motivo per cui l’avevi fatto, ho capito che anche tu eri innamorato di me» dice la mamma, che al contrario sembra voler tagliare via quella tristezza. Ho sentito il suo di una risata dolce, alla fine della sua frase. «Mi hai lasciato solo per proteggermi, perché nonostante tutto, a scuola con quei pazzi dei Carrow e con Piton sapevi che sarei stata più al sicuro che con te. Hai messo me davanti a tutto.»
«Ma io ero innamorato di te da molto prima» ribatte mio padre. Io decido di sedermi sulle scale, perché questa conversazione tra loro mi sta provocando effetti strani: da una parte sentirli parlare così è abbastanza imbarazzante, ma dall’altra devo sforzarmi di non gridare di gioia, perché… insomma, stanno andando d’accordo, si stanno parlando a cuore aperto, stanno comunicando come fanno le persone normali. E poi, sembrano anche molto dolci.
«Non l’avevi mai capito?» continua mio padre. Non sento alcuna risposta da parte della mamma, all’inizio. Forse sospira, ma ci sono dei momenti di silenzio prima che io riesca a sentire la sua voce di nuovo.
«Il punto è, Harry… io mi rifiuto di credere che la me sedicenne, pronta a lasciare tutto e tutti per seguirti chissà dove, non esista più. Io credo che ci sia ancora, da qualche parte, e voglio più di ogni altra cosa al mondo tornare ad essere come lei» gli dice. «Io e te insieme siamo sopravvissuti a Voldemort, siamo riusciti a ricostruire tutto, tu mi hai aiutato a superare la morte di mio fratello… come abbiamo fatto a permettere che una cosa così… stupida, in confronto, arrivasse quasi a distruggerci?»
«Non lo so, Ginny» sospira mio padre. «Ma so che è stata colpa mia e che non c’è un momento in cui non mi penta di aver lasciato accadere una cosa del genere. Non so come tu abbia fatto a sopportare di vedermi ogni giorno, a non affatturarmi, a non cacciarmi di casa. Ho sempre creduto di dover essere io, quello forte. Per te, per Ron ed Hermione, per i nostri figli… ma in realtà sei tu quella più forte, tra di noi. Sei ancora la Ginny Weasley sedicenne di cui mi sono innamorato. Lo sarai sempre.»
Smettono di parlare. Il mio primo istinto è quello di andare da Albus e dirgli tutto quello che ho appena sentito, però sono curiosa di sapere se hanno altro da dirsi. Tuttavia, quando sento il rumore di uno schiocco e poi un tonfo e infine mamma che ride, non credo di voler continuare ad origliare quello che succede sul divano e risalgo in silenzio le scale. Accendo la luce del corridoio, filo dritta verso la camera di Albus: non si sente niente, Zoe sarà andata via mentre dormivo.
Non mi importa. Spingo la maniglia, ma è bloccata. Non mi importa neanche del fatto che teoricamente non dovrei fare incantesimi fuori dalla scuola, tanto sono in una casa piena di maghi maggiorenni: nessuno verrà mai a sapere niente. Corro in camera mia a recuperare la bacchetta e torno di fronte alla porta chiusa a chiave.
«Alhomora» sussurro, carica d’eccitazione, e finalmente abbasso la maniglia argentata.
Quello che succede dopo è molto confuso e imbarazzante: la prima cosa che vedo è la schiena nuda di mio fratello, le coperte del suo letto gli coprono a malapena il sedere; il secondo senso che arriva al mio cervello è l’udito, sono scappata dal rumore dei baci tra i miei genitori per ritrovarmi in una stanza piena dello stesso rumore, ma anche di respiri pesanti e affannati. Da ultimo, non riesco ad impedire alla bocca di parlare.
«Merlino, scusate, non volevo!» esclamo. Albus si gira, ha i capelli sparati da tutte le parti, è rosso in viso e ha un’espressione indecifrabile: non ho mai avuto paura che mi ammazzasse come in questo momento.
Non dice niente, si allunga sul comodino a prendere la bacchetta, involontariamente intravedo Zoe stesa sul letto, sotto di lui. Il momento dopo, la porta quasi mi sbatte in faccia e io rimango imperterrita in mezzo al corridoio.
Credo proprio che mi toccherà aspettare James.

Ciao a tutti! 
Perdonatemi di nuovo il ritardo, ma è sempre più difficile trovare il tempo per scrivere, purtroppo. :(
Da una settimana la mia regione è in zona rossa, però, quindi, a parte la tristezza ho meno impegni del solito e sono riuscita a dedicarmi un po' a questa storia, che ormai va avanti da un po' e prometto di non abbandonarla mai, nonostante i ritardi e quant'altro. Scrivere questo capitolo è stato come immergersi in un mix di emozioni diverse, proprio come la nostra Lily: mi sono divertita, mi sono intenerita e un po', lo ammetto, rileggendo e per controllare eventuali errori e rifusi mi sono anche commossa ahahahah. Però non abbandonerò mai la vena comica e ironica che caratterizza Caos sin dal suo primo capitolo, come potete vedere dal finale :'D
Il prossimo capitolo sarà di nuovo su Lily! Proprio come quando ne scrissi due dal pov di Scorpius, ho altri fatti da narrare attraverso i suoi occhi e un capitolo solo non mi bastava, e non volevo metterci un "capitolo-ponte" nel mezzo. Quando arriverà non lo so, spero non in mega ritardo come questo. Nel frattempo, volevo ringraziarie chiunque abbia aperto questa storia: il primo capitolo è arrivato quasi a 2500 visualizzazioni e so che qualcuno c'è anche dopo 42 capitoli, anche se non vi fate sentire, birbanti! xD Spero in ogni caso di non avervi deluso e che questo capitolo vi sia piaciuto come è piaciuto a me! ♥
Un bacione,
Mars
 
   
 
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