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Autore: DonVito009    08/01/2022    0 recensioni
Sei la creazione di Tony Stark che più si avvicina alla perfezione. La tua rinascita è avvenuta per combattere una guerra e per proteggere il mondo dai poteri instabili di Wanda Maximoff. Dopo la morte di Tony abbandoni i tuoi doveri, sparendo dalla circolazione, permettendo l'avvenimento a Westview e un attentato apparentemente causato da una presunta Vedova Nera. Capendo che il tuo aiuto è necessario inizi a percorrere la strada della redenzione.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2015, Avengers Mansion.

- Sette missioni in un mese. - La porta si spalanca all'improvviso, mostrando una Natasha Romanoff infastidita, i cui occhi si soffermano sulla tua figura seduta al tuo studio, da poco fatto ritorno dalla, a quanto pare, settimana missione, con al tuo fianco una tazza di doppio caffè e differenti prototipi di armatura ben lontani dall'essere funzionali. 

Volti la testa verso sinistra, togliendoti gli occhiali da vista per pulirli. Resti in silenzio, consapevole che dovesse dirti altro, un continuo magari, ma quei suoi occhi torvi ti lasciano intuire che il tutto finisca lì. 

- Non so cosa ci sia di sbagliato - indossi gli occhiali, afferrando la tazza di caffè per berne il rimasto ormai divenuto freddo, - sono un soldato. - Ritorni ai tuoi progetti, scritti con una calligrafia talmente illeggibile che se non fosse stata tua non avresti capito quale fosse l'inizio e quale la fine. 

I passi di Natasha si fanno più vicini, e nel momento in cui senti la sua mano prenderti la faccia e voltarti verso di lei, capisci che la tua risposta non era di suo gradimento. Le sue unghie ti penetrano nelle guance, e tu non puoi fare altro che rimanere immobile, occhi su di lei.

- Sette missioni in un mese, in solitaria. Hai ragione, sei un soldato, e come tale devi imparare a lavorare in squadra, ma questo è impossibile se aviti i tuoi compagni. -

Alzi gli occhi al cielo, percependo l'inizio di un lungo monologo alla Capitan America. Ami Steve, è un grande mentore, ma se si limitasse solo ad operare ti farebbe risparmiare i mal di testa giornalieri. 

Il suoi viso si fa più vicino, e con occhi attenti si esamina il collo, e talmente è vicina da percepire il suo respiro lento e controllato. - Ferite. Perché hai delle ferite ancora aperte? - La sua voce si fa allarmante, proprio come una madre alla scoperta della bua di suo figlio. I suoi occhi tornano puntati sui tuoi, e in quell'istante lo stomaco sparisce, lasciando spazio ad una grande voragine fastidiosa.

- Missione complicata - riesci a dire, la sua mano ancora attorno al tuo viso. Lascia la presa, toccando con gentilezza le ferite lungo il tuo collo. 

Scuote la testa, incredula - la nanotecnologia dentro di te, incaricata di bilanciare i battiti del tuo cuore, permette di curare ogni ferita in maniera rapida, - si blocca, un passo indietro, gli occhi verdi spalancati - ma questo processo perde velocità con l'aumento dei danni subiti. Cosa hai combinato in quella missione? - alza la voce, e capisci che le cose si mettono male per te.

Ti alzi in piedi, percorri la stanza incasinata solo per allontanarti da lei. Odi il fatto che sia sveglia, che le basti poco per riuscire a capire la situazione, questo perché non ti da il tempo per inventare alcuna bugia solida. 

Alzi le mani in segno di resa, - ho solo esagerato con gli attacchi diretti. -

La mezza verità può certamente andare bene, è pur sempre una verità. 

Non è convinta, sa che le nascondi dei fattori, ma non può trattarti come se ancora andassi al collage; sono passi anni da allora. Indagherà sulla tua missione, cercherà di capire come sono andate le cose, ma non riuscirà a darsi risposta, perché la causa per cui hai subito ingenti danni è ben lontana dall'essere conosciuta anche a te.

Ti senti fissato; è in piedi, mani incrociate al petto, espressione corrucciata sul viso. - A distanza di tempo, tu continui a risultare una copia di Stark, e questo è assai fastidioso. Niente missioni fino a nuovo rapporto, domani mattina allenamento di squadra obbligatorio, e se non ti presenti, o se lo fai in ritardo, te la vedrai con Steve. -

Esce sbattendo la porta, e questo ti porta a cadere sul letto, la faccia dentro il cuscino, un'odio smisurato per la bionda che ti ha fatto il culo nella scorsa missione. Forse la stanchezza ti aveva stordito troppo, eppure hai la sensazione che quel stile di combattimento che lei adoperava fosse simile a quello della Vedova Nera, solo più impregnato di incontrollata violenza.

Ritorni ai progetti per un'armatura più resistente, e rimani con la testa immersa nei dati fino a tarda sera. Il dolore alla schiena ti porta ad alzarti, preferendo fare un giro in cucina per mettere a lavare la tazza sporca di caffè. Quando apri la porta ti imbatti in Wanda, che a quanto dice la sua mano bloccata a mezzaria, era intenta a bussare alla tua porta. 

Le sorridi, ma lei non ricambia. Non avete mai avuto modo di parlare in maniera profonda, quello che sai di lei risulta scritto nei fascicoli dentro il cassetto della tua scrivania.

- Hai bisogno? - lo domandi con cordialità, sperando che questo basti ad allentare quei suoi due occhi colmi di antipatia nei tuoi confronti.

Inclina la testa appena di lato, il tono forzatamente docile, - i tuoi pensieri sono talmente rumorosi da farmi venire l'emicrania. Per piacere, smettila di pensare in maniera così caotica, vai a dormire, così magari riesco a chiudere anche io occhio per qualche ora. - 

Esprimi sorpresa, mista a confusione, e talmente poco ci capisci da farle la fatidica domanda: - che colpa ne ho io, smettila di usare la tua magia e vai a dormire. -

Lei in tutta risposta alzò gli occhi al cielo, - non riesco a controllare la mia magia, altrimenti non sarei qui a chiederti di andare a dormire. -

- Non è un mio problema - le sorridi, sorpassandola per avviarti verso la cucina.

Che sia stato il tuo sorriso o la tua frase, ma qualcosa l'ha fatta irritare tanto da spingerla a usufruire della sua magia per sbatterti violentemente contro il muro della tua camera. I suoi occhi scarlatti illuminavano quel corridoio buio, l'ira le offuscava la razionalità. Si avvicinò a te, le mani avvolte di rosso.

- Ora sta diventando un tuo problema, - ad un passo da te la senti sussurrare, la mascella serrata. 

Una leggera sensazione di impotenza si appropria del tuo corpo ancora bloccato al muro. Dovevi aspettartelo, è una bomba ad orologeria; Tony ha avuto sempre ragione sul suo conto. Ti ha messo in guardia, d'altronde è grazie a lui se possiedi tutti i dati riguardanti la sua personalità e il suo potere, ma non pensavi che bastasse così poco per scatenarla. 

- Se pensi che inchiodarmi al muro possa cambiare la mia risposta finale, mi sa che sprechi tempo - mantieni il sorriso forzato.

Le sue dita toccano le tue tempie; in maniera involontaria blocchi il respiro, la tua mano che afferra il suo collo, ora la sua schiena contro il muro. La guardi negli occhi, sono tornati ad assumere un colore verde, caldo, e la consapevolezza di aver invertito le parti ti porta a capire di averti lasciato dalla prigionia. Wanda mantiene un'espressione fredda, il mento alzato, quasi fosse schifata da quella vicinanza. Il suo petto si alza e si abbassa ad un ritmo elevato, il silenzio da voi creato ti permette di sentire i suoi battiti irregolari.

- Fallo, stringi la presa, tanto comunque continuerò io ad essere il cattivo della storia. Ti ho solo chiesto un favore, ma hai preferito fregartene, consapevole di quanto disfunzionali i miei poteri possono essere. Sono a conoscenza di quante informazioni sai sul mio conto, del tuo parere riguardo me, so persino che Tony ti ha chiesto di tenermi d'occhio, ma questo non mi ha impedito di venire da te a chiederti le cose con gentilezza. I tuoi pensieri sono caotici, rumorosi, mi è impossibile starti vicino senza venirne travolta, persino nel sonno riesco a percepirli; ti chiederei comprensione, ma poi mi ricordo del tuo ego smisurato e della tua incapacità di risultare una persona empatica. - La voce si fa sempre più spezzata; sei consapevole di aver oltrepassato una linea. I suoi occhi si fanno più lucidi, lo riesci a percepire nonostante la luce assente del corridoio. Ti spinge via, la tua testa è talmente persa che cadi con la schiena per terra, la tazza rotolo via, mischiando il suo rumore ai passi pesanti di Wanda.

- Cazzo. -

   
 
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