[Contesto:
“La
ragazza drago- I gemelli di Kuma”, epilogo, quando tutti
partono per tornare in
Italia.]
Essere
Draconiani fa proprio schifo, ft Fabio
Capitolo
III- Aveva fatto la scelta giusta, ma forse Sofia non aveva tutti i
torti
Sul volo di
ritorno, Fabio non aveva fatto altro che fissare nel vuoto fuori
dal finestrino. Sotto di lui, il paesaggio era spettacolare, la Manica
che
sembrava salutarlo con le sue onde spumeggianti, eppure non riusciva a
godersi
un tale spettacolo della natura.
La sua mente era
diventata come una sorta di registratore, ed un dito testardo
ed imperterrito sembrava premere sul tasto rewind e poi quello del play
in continuazione,
rimandando indietro e riprendendo da capo tutto il discorso che lui e
Sofia
avevano intavolato all’alba, all’insaputa di tutti
gli ospiti della guest house
dei MacAllister.
Le parole aspre
della rossa lo avevano marchiato a fuoco dentro. E, per
quanto si stesse ripetendo che aveva fatto la scelta giusta, che
lasciarla e
prendere le distanze da lei serviva a proteggerla, in realtà
Sofia non aveva
tutti i torti del definirlo un codardo. Stava scappando, ed odiava
ammetterlo
persino a se stesso, però era vero: aveva paura dei suoi
sentimenti per la
custode dello spirito di Thuban, ed aveva paura di scoprire il Fabio
che
sarebbe potuto diventare.
Un Fabio
probabilmente migliore di quello che era, ma vivente della paura
di perdere ciò che aveva.
La sua stessa
voce pareva risuonargli nelle orecchie, soprattutto quando
arrivò alla sua confessione. Nel momento in cui Sofia lo
aveva arpionato al
polso, chiedendogli della fine che avrebbe fatto quel
“noi” che avevano
inaspettatamente costruito, il solo tocco delle loro pelli lo aveva
inebriato
tanto da non capire più dove fosse la terra o il cielo.
Eppure, la sua risposta
dolceamara era fiorita sulle labbra con una tale facilità e
spontaneità da
averlo lasciato senza fiato, una volta terminato.
Vuoi che te lo
dica? Non è da Georg, da Karl o da Lidja
che me ne vado. È da te. Non ci posso stare con te, non ci
voglio stare, perché
mi sei già troppo cara.
Ed era vero.
Cazzo se era vero.
Sofia aveva un
peso maggiore nella sua vita, rispetto ai suoi compagni di
avventura. E, per quanto lui non volesse accettarlo, volesse negarlo,
il suo
cuore sembrava pensarla diversamente. Si era fatto sentire, quando, per
colpa
sua e del tradimento di Nida, Sofia stava per morire. Gli batteva
furioso,
mentre si gettava sulla bionda, perché quel muscolo
involontario e stupido avrebbe
dato tutto per lei, per Sofia.
E vederla
rischiare il tutto per tutto per lui, per saperlo al sicuro, era
stata l’esperienza più brutta della sua vita.
A tale frase,
che aveva detto anche alla ragazza quella mattina, mentre
tutti dormivano, Fabio scosse la testa.
Aveva fatto la
sua scelta, e tale sarebbe rimasta.
Non si sarebbe
mai più permesso di essere debole. La persona che
più
aveva amato era morta, e sarebbe stata sia la prima che
l’ultima.
Almeno,
così credeva.