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Autore: ladyvonmark    18/01/2010    13 recensioni
"Siamo andati tutti a scuola -almeno, si spera-. Anche i personaggi
famosi. Anche loro hanno dei compagni di liceo ai quali si sono legati.
Compagni estranei al mondo di Hollywood.
Cecilia Ariani ha 31 anni, č per metā inglese e
per metā italiana. E vive in America -una ragazza
international, insomma-. Ha frequentato il liceo in Inghilterra e,
guarda caso, č finita nella stessa classe di un ragazzo di
nome Orlando Bloom. Chissā chi č questo tizio,
direte voi -notare vena ironica-. Sempre pių per caso, i due
sono molto amici. E Cecilia inizia a conoscere qualche amico di
Orlando..."
Prima fanfiction che pubblico -dedicata alla mia androgina Dod XD-.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gzn Epilogo
Ovvero quando Cecilia ha finalmente trovato pace. Si spera.






Non eravamo mai stati amici.
E non lo fummo mai.
Dopo un mese dalla nostra riappacificazione, al terzo caffè insieme, candidamente lui mi confessò che provava forse qualcosa per me. Al di là di quella che era stata l'attrazione iniziale.
Ero scoppiata a ridere come una stupida, non riuscivo a fermarmi. Lui mi aveva guardata male, offeso.
"Che c'è da ridere?".
"Scusa... è che... forse provi qualcosa per me? E me lo dici in quel modo? E poi, scusami, ma non sei la persona più credibile del mondo riguardo questa cosa, sai?".
Eppure avevo finito per credergli.
Dopo qualche settimana ero stata felice di avergli creduto. Ero al settimo cielo. Certo, ci stavamo andando piano. Era stata la prima cosa che avevo messo in chiaro quando avevamo deciso di provarci.
Avrei, avremmo fatto tutto con calma, gradualmente, senza fretta. Non era necessario accelerare i tempi.

"Ti ho detto... No. Ascoltami! Ho detto di no, Johnny. Non voglio che... no, senti...".
Si parlava appunto di andare con calma, eh.
"Se tu mi ascoltassi... Non è che non voglio! Senti, io voglio conoscerli, davvero. Veramente. Sto facendo di tutto per impedirmi di dirti di sì -che frase contorta- ma non posso conoscere i tuoi figli adesso. Vi siete separati da poco... e non voglio, non voglio essere la stronza-rovina-famiglie e... lo so che non lo sono, certo che lo so... Johnny, lo so! Ma, credimi, ci sono passata! Sarebbe inevitabile. Aspettiamo ancora un po'... sai che io voglio vederli... e sono io quella che sta facendo la responsabile, tra noi due... sono sicura che sei un padre stupendo...".
"Sono sicura che sei un padre stupendo!".
C'era l'eco in quella stanza. E quella stramaledetta e udibilissima eco aveva un nome. Anzi, due: Christine ed Helèna. Due mie care amiche. Che si divertivano con poco.
"Zitte, cretine!", ringhiai.
"Ooooh, Johnny!", mi fecero il verso di nuovo, sbattendo le ciglia come due idiote.
"Ci sono Christine ed Helèna, eh?", lo sentii chiedere divertito.
"Purtroppo".
"Sì", intervenne Helèna, "lo sappiamo che state sempre a tubare, piccioncini!".
Afferrai un cuscino e glielo tirai.
"Scusale", dissi al telefono, "non posso mandarle a quel paese, altrimenti mi sfrattano".
"Ah, grazie!".
"Bell'amica, stronza!".
"Be'", rispose lui, "se ti sfrattano non è che io abbia grandi problemi di spazio a casa".
Mi morsi le labbra per non urlargli contro. Odiavo quando faceva così. Sapeva benissimo che era meglio per tutti e due andare piano, l'aveva ammesso, l'aveva sostenuto. Ma mi provocava e io dovevo concentrarmi per non mandare a quel paese lui e le sue stupide insinuazioni.
"Lo so che mi odi".
"Almeno te lo dici da solo", sospirai un po' più rilassata.

A discapito delle mie preoccupazioni, andammo davvero piano.
E funzionò.
I problemi c'erano, certo. Ma la coppia perfetta non esiste, non posso pretendere niente del genere. Da me, poi?
Ognuno aveva i suoi limiti e lo dimostrammo chiaramente. Rimettere la mia vita a posto richiedeva più di qualche telefonata e qualche seduta dal mio adorato psicologo.
Il lavoro di Johnny non era propriamente un vantaggio, nella nostra situazione. Cercammo di non dar peso a questa cosa.
Alla fine mi presentò i suoi figli, qualche tempo dopo la nostra discussione: ero semplicemente terrorizzata e andò meglio di quanto osassi sperare. Ma avevo ragione, perchè lui era davvero un padre fantastico.
La mia vita era ancora incasinata, come la mia testa, e a volte avevo la sensazione che non sarebbe mai cambiato nulla. Ma tiravo avanti, in un modo o nell'altro, con la testa di una donna più o meno matura.
Forse può sembrare banale, come epilogo.
Non mi facevo più terra bruciata intorno. Qualunque cosa fosse successa, alla fine, sapevo di non essere sola.
Ed era l'unica cosa che m'importava.







Siamo giunti al termine.
Ebbene sì. Dopo dodici capitoli.
Sembra ieri che ho cominciato, pubblicando il prologo/primo capitolo. Era il quindici marzo dello scorso anno. Ed eccomi qui, con l'epilogo.
So che per voi non c'è nient'altro che la tenerezza per me, che vivo questo momento. Ma io invece sento una gran nostalgia nella pancia, già da adesso.
Per me questa storia è importante. Lo è stata, molto. E me ne rendo conto solo ora.
Mi è stato imposto dall'Androgina di pubblicarla, lei era convinta che sarebbe piaciuta. Be', se state leggendo queste parole, un po' siete d'accordo con lei. Ebbene ho pubblicato, con il terrore. Quando ho letto le prime recensioni... wow. La prima, dopo l'Androgina, è stata quella di Sarè. Ricordo bene che per quanto ero felice saltellavo e ho sbattuto la testa contro la scrivania. Ho letto delle cose magnifiche. Meravigliose. Per la mia autostima, poi...
Sono convinta che chiudere questa storia mi faccia bene. Certo, è un pezzo che si chiude, comunque è un dolore. Ma mi farà bene. è giusto. Come dice uno Zio di mia conoscenza: "nulla è eterno".
Nemmeno la morte, continua lui, ma non c'azzecca niente.
Ogni cosa ha un suo tempo. Quindi  è ora di chiudere questa storia. Chissà che la mia mente bacata non partorisca qualcos'altro.

I ringraziamenti, sì, ecco.

Grazie a ogni persona che ha letto. Davvero. Se sono riuscita a farla sorridere, bene, sono soddisfatta.

Grazie a ogni persona che ha inserito questa storia tra i preferiti o tra le seguite. Vedere aumentare quei numerini sul desktop è un onore.

E grazie a tutti quelli che hanno avuto voglia di recensire, hanno speso del tempo a farmi sapere cosa pensassero della mia storia. Io non ho mai voglia di recensire, so che è un po' una palla, almeno per me lo è. Perciò grazie.

Grazie ai fedelissimi, tipo Thiliol, Summerbest, Rebecca Lupin -e il suo meraviglioso nickname!- ed Elvi 92. Grazie veramente.

A Yunie992, che si preoccupava di scrivere recensioni non lunghe o non importanti. Sai, quando leggi che una persona si emoziona, ride, s'incazza per quello che hai scritto... be', non t'importa più di niente. Sei solo felice. Perciò...

A KeLsey, che è giunta tra noi -ma come scrivo?- solo ultimamente, ma che già adoro! Ecco qui la frase che aspettavi, so di aver messo un po' troppa suspence nell'ultimo capitolo. Ma l'epilogo risolve tutto, no? E comunque volevo fare una Cecilia esteticamente normale, carina ma normale. Poi ha preso il sopravvento la mia vena megalomane. E comunque è uguale a noi per tutto il resto, soprattutto per le figuracce.
Grazie di tutto, davvero.

A Emmawh, che è sparita. Non so più dov'èèèè... lei che, giuro, con le sue recensioni si è fatta adorare da me. Veramente. Me la son persa. Darling, se ci sei batti un colpo. <3

Alla vera Ce, che è impossibilitata a rispondere o non so cosa. A lei che è stata una tra le prime a rispondere e io saltellavo di gioia, perchè per me era un onore ricevere la sua recensione. T'adoro.

A Sarè/SaraH, che già sapeva tutto. Ormai i processi creativi sono comunitari, eh? Ma meglio così. Un po' ringrazio questa storia che ci ha fatto stringere. Non lo so, sai, ormai ti voglio così bene che non so più che dirti. E adoro le chiacchierate pomeridiane, con annesso scambio-foto sullo Zio. Grazie per esserci, Sarè.

A mia sorella. La mia pseudo-sorella. Ringraziate lei, senza il suo intervento non avrei mai avuto la pazienza di scrivere l'epilogo e i capitoli precedenti. Già, mi ha obbligata deliberatamente.
Grazie, Chris. Perchè esisti. E mi sei vicina. Tu ed Eyre. E non avrei mai sperato di ricevere un dono bello quanto la vostra amicizia.

All'Androgina. A lei che mi ha obbligata a pubblicare. A lei che ha dato il via a questa storia. A lei che è... boh. E' un pezzo di me. Non è incredibile? Eppure è un pezzo del mio essere. E nonostante non ci vediamo, ci sentiamo raramente, io ti sento sempre nell'anima.
A te, che dedico questa storia, dalla prima all'ultima parola.


Alla prossima.
Federic
a.
  
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