Le
parole che non mi hai detto
by Lady Memory
Disclaimer: è tutto
suo, nel caso ci fossero dubbi.
Ancora grazie infinite alla mia previewer Tearsofphoenix e a tutti coloro che mi hanno letto e mi leggeranno. Mi scuso per il ritardo, ma ho dovuto lottare parecchio per sistemare quei fastidiosi codici errati che continuavano a saltare fuori. Ringrazio SnapEly per avermelo detto (io ho un Mac e sul mio browser non si notavano). Ringrazio inoltre sempre SnapEly e JuliaSnape per i loro gentili commenti.
...
9 ...
Il ragazzo era
di fronte a lui adesso, vicino come non era mai
stato prima. E Severus era ormai indifeso ed esposto come non si
sarebbe mai
aspettato di essere.
Il morso del
serpente era stato feroce, un'infusione di veleno che
scorreva nel sangue come un torrente di fuoco, incendiandogli il corpo
di
dolore. Non si era aspettato riconoscenza dal mostro inumano che aveva
servito
in tutti quegli anni solo per riuscire a trovare l'occasione di
tradirlo. Ma,
se doveva morire, aveva sperato almeno in una morte da uomo, non
dimenticato in
una sudicia tana sotterranea.
Eppure, in tutto
questo, una consolazione c'era. Il ragazzo era
riuscito ad arrivare fin lì. Guidato da qualche potere
misterioso, era apparso
inaspettatamente da sotto il Mantello dell'Invisibilità, e
il buio della
caverna era sembrato illuminarsi di colpo. Severus non sarebbe morto
solo.
Il ragazzo
percepiva i pensieri di Voldemort. E chissà, forse il
ragazzo sarebbe riuscito a percepire anche quello che le labbra
tremanti di
Severus non riuscivano a dire. Immobile nel suo sangue, Severus lo
guardò,
mettendo tutta la sua disperazione in quello sguardo.
Il ragazzo
esitava. Non si fidava, ovviamente. Severus aveva
lavorato fin troppo bene contro sè stesso. Forse, un domani,
il ritratto di
Albus avrebbe spiegato tutto al ragazzo... se il domani fosse arrivato
e il
ragazzo fosse riuscito a sopravvivere. Severus sentì un moto
di rabbia. Il
ragazzo doveva sopravvivere! Anche se Albus l'aveva condannato, il
ragazzo
doveva sopravvivere per portare a termine il compito che in tutti
quegli anni
Severus aveva ritenuto suo, la sua espiazione in memoria di Lily e la
sua
vendetta contro colui che l'aveva uccisa. Il ragazzo doveva
sopravvivere perchè
era l'ultima parte di Lily che ancora viveva sulla terra. E forse,
chissà, un
giorno si sarebbero ritrovati tutti insieme...
I suoi pensieri
si fecero incoerenti. Poi, con uno sforzo
terribile, Severus ritornò nella stanza buia.
Il ragazzo era
curvo accanto a lui, adesso, e continuava a
fissarlo senza parlare. Questo... questo non era giusto. Le pupille
morenti di
Severus si sforzarono di mandare un messaggio. Il ragazzo doveva
capire. Il
ragazzo doveva sapere. Morto Severus, non avrebbe più avuto
un protettore.
Avrebbe dovuto decidere da solo. Per un'unica, ultima volta, Severus si
ribellò
al suo vero padrone e decise di rivelare ciò che Dumbledore
aveva nascosto
sotto il sigillo della segretezza. Il ragazzo doveva vivere, questo
solo
contava.
E soprattutto,
il ragazzo doveva sapere.
Severus non
poteva abbandonare il mondo senza la speranza che almeno
qualcuno conoscesse la verità. Tentò ancora di
radunare i suoi pensieri. Sì,
aveva ancora un mezzo per supplire alla sua mancanza di forze.
Affannosamente,
in un rantolo quasi inintellegibile, mormorò, "Prendi...
prendi..."
La sua mano si
aggrappò al bavero del ragazzo. In fretta, doveva
fare in fretta, finchè aveva ancora un barlume di
lucidità, finchè il dolore
non...
I ricordi
fluivano copiosi. Perso nel verde luminoso di quegli
occhi, Severus concentrò la sua memoria sull'unico essere
che avesse mai
contato nella sua vita. Lasciava al ragazzo il suo tesoro, un tesoro
che
apparteneva ad entrambi. Da adesso in poi, Lily sarebbe vissuta nella
mente di
suo figlio. E tuttavia, una disperazione struggente lo avvolgeva,
attirandolo
verso il buio: il ragazzo non parlava.
Il ragazzo
reagiva in silenzio, prendendo una fiala apparsa dal
nulla per riempirla di quelle ultime ombre preziose, ma il suo sguardo
era
ancora diffidente, e la sua bocca era chiusa.
Perchè
non chiedeva? Non capiva che presto sarebbe finito tutto?
Perchè non... una parola... nemmeno adesso... il freddo...
era così freddo... dove era
il...
Gli occhi si
velavano nel passaggio supremo. Il verde luminoso che
gli aveva fatto da guida fino a quel giorno sbiadiva inesorabilmente
nelle
nebbie dell'agonia. Disperato, Severus
tentò per l'ultima volta.
"Guar...da...mi",
sussurrò.
E poi parlarono
solo i suoi occhi.
Guardami.
Lascia che la mia anima si manifesti a te.
Spasmodicamente,
la sua mano
strinse ancora la stoffa del bavero, come a cercarne
il calore.
Aiutami.
Dimmi che non sto morendo invano.
Stupito per la
forza di quelle dita esangui, il ragazzo si
accigliò e concentrò il suo sguardo nell'abisso
di quelle pupille senza luce
che fissavano le sue.
Parlami...
Ti prego: almeno tu, dimmi le parole che aspettavo da
sempre.
Ma nessuna
risposta giunse a confortare il morente, e Severus
lasciò ricadere il capo, deluso, sconfitto, spaventosamente
solo. Il silenzio
non era mai stato così pauroso, nè il buio
più oscuro o la sua angoscia più
grande.
Ed ecco, una
luce parve manifestarsi, erompendo trionfante dalle
tenebre sempre più fitte.
"Benvenuto,
Severus Snape," disse una voce sconosciuta, ma piena
di tenerezza.
Avvolta in
un'aura di indescrivibile luminosità, una creatura di
incomparabile splendore lo guardava sorridendo. L'intensità
della luce che la
circondava era così vivida da risultare quasi intollerabile
per le pupille
indebolite dell'uomo che la contemplava stupito.
Il ragazzo era
scomparso, cancellato da quella luminosità
sconcertante, così come le pareti terrose che lo avevano
sovrastato fino a quel
momento. Esausto, confuso, la mente annebbiata da un dolore che non
riusciva
più a controllare, il corpo in preda a un torpore mortale,
Severus cercò di
dare forma ai suoi pensieri.
"Chi
sei?" chiesero le sue
labbra senza muoversi. La creatura sorrise il suo
ineffabile sorriso luminoso.
"Nessuno che tu
conosca," mutamente gli rispose, e Severus annuì,
perdendosi in quello sguardo raggiante.
Ma i battiti del
suo cuore stavano ormai rallentando e la sua
anima tremò, trovandosi vicina a sciogliere gli ultimi
legami col corpo.
L'orrore lo
assalì.
"Dimmi
tu le parole,"
implorò allora con le sue ultime forze, sentendo il suo
spirito
sparire in un gorgo buio.
La creatura
sconosciuta sembrò esultare di gioia immensa. Raggi
sfolgoranti avvolsero l'uomo morente e lo sollevarono in un abbraccio
di luce.
"Non aver
più paura," la voce mormorò. "Sono qui per te."
E con un ultimo
scintillante respiro, "Ti voglio bene."
"Ti
voglio bene",
ripetè la mente di Severus Snape, abbandonandosi alle
sensazioni dolcissime che lo avvolgevano, e ad una felicità
mai provata prima. "Sì.
Queste sono le parole. Le parole che nessuno mi ha detto."
"Allora
vieni con me,
Severus Snape. Ti stavamo aspettando."
La mano che stringeva il ragazzo abbandonò la presa, e il buio avvolse misericordioso la figura immobile a terra. Nel silenzio, tre piccole forme oscure lasciarono la stanza senza voltarsi indietro.
FINE