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Autore: Padme86    11/07/2011    3 recensioni
Vi è sempre speranza anche nel buio più fitto.
Quando tutto sembra perduto una luce appare ad illuminare la via.
Una speranza con le sembianze di un semplice, giovane, uomo.

Sara, ragazza incinta e abbandonata dal proprio fidanzato, senza una casa.
Kei, ragazzo di buon cuore e dal passato triste che decide di accoglierla nella sua vita.
Un piccolo in arrivo che cambierà la vita di entrambi.
Nascerà l’amore o una semplice amicizia?
Solo il tempo potrà dirlo.
Mini storia di pochi capitoli nata per il piacere di scrivere ^*^
Buona lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*** The promise ***
 
Epilogo
 
Sei anni dopo
 
 
«Lily, la colazione è pronta! Sbrigati o faremo tardi!»
«Arrivo, mamma!», erano passati ormai sei anni dalla nascita della piccola Lily. Ormai era una bimba allegra e vivace, con tanta gioia di vivere. Solare e socievole, come si era augurata sua madre, conservando sempre però un velo di timidezza.
«Quella bambina mi fa sempre fare tardi, è una peste.»
«Tranquilla, ora ci penso io: Lily se non ti sbrighi papà si mangia i tuoi pancakes al cioccolato!»
«Arrivo arrivo arrivo!»
«Tu sai sempre come invogliarla a sbrigarsi, Kei.»
«Dovresti usare questo metodo anche tu, cara la mia signora Hiwatari!», i due risero, ripensando a quanto le cose erano cambiate dal loro incontro: due mesi dopo la nascita di Lily, Kei aveva chiesto a Sara di sposarlo, ma la ragazza aveva gentilmente declinato l’offerta per poter permettere al ragazzo di finire i suoi studi prima di fare il grande passo.
Accogliendo l’idea, il giovane si era impegnato fino a conquistare la tanto sudata laurea in Giurisprudenza dopo tre anni e mezzo di studio.
Sara nel frattempo aveva continuato ad occuparsi del locale, facendo contemporaneamente la mamma.
I due vivevano ancora nella stessa casa, lasciata però completamente libera da Lena: in quei sei anni anche la giovane barista aveva finalmente trovato quello che era ormai il suo fidanzato da quattro anni.
Ma la cara bionda arrivava di consueto a casa dei novelli sposi per stare più tempo possibile con la sua nipotina, di cui era irrimediabilmente innamorata.
Kei e Sara si sposarono in maniera semplice, in una piccola cappella con solo i famigliari: gli zii e le cugine.
Il giovane aveva aperto un piccolo studio ormai ben avviato e si occupava di casi importanti e di routine, la gente meno benestante lo pagava come poteva: una volta un povero imbianchino, che si era rotto la gamba sul lavoro ma la cui società non voleva pagare le spese mediche, appena si fu ripreso imbiancò due stanze della casa e la cucina per ripagare il debito con il giovane avvocato, che gli fece ottenere il totale rimborso più gli extra. Sara era fiera di avere un marito tanto generoso…
Lei nel frattempo aveva trovato lavoro come commessa part time in un negozio di vestiti, in modo da poter star dietro alla piccola Lily senza ricorrere a delle bambinaie o cose del genere. Finiva di lavorare giusto un paio d’ore prima che la piccola finisse la scuola, così aveva tutto il tempo di andarla a prendere, fare commissioni se vi era bisogno e tornare a casa.
«Questo non è un metodo, tecnicamente si chiama minaccia, mio caro marito.»
«La solita pignola, fortuna che Lily non l’ha presa da te.»
«Eccomi, eccomi! Giù le mani dai miei pancakes, papà!», Kei sorrise: ormai erano passati anni, ma ogni volta che quella piccolina lo chiamava ‘papà’ il suo cuore batteva più forte: quando compì cinque anni alla piccola fu spiegato che Kei non era il suo vero papà e quest’ultimo era andato via perché non era stato pronto per esserlo quando arrivò il momento.
La piccola, intelligente e coscienziosa, anche troppo per la sua età, rispose in questo modo:
“Papà, tu invece sei sempre stato pronto ad esserlo, vero?”
“Certo, piccola, perché dici questo?”
“Se è così allora dell’altro non mi interessa. Il mio papà sei tu e questo non cambierà mai.”
Al sentir pronunciare tali parole il giovane argenteo aveva stretto forte la sua piccola, giurando che non l’avrebbe mai lasciata sola.
Kei sorrise nel vedere la figlia mangiare con gusto la colazione preparatagli dalla madre. Era il suo ritratto: capelli biondo cenere e occhi blu profondi. Anche i lineamenti del viso erano quasi identici a quelli di Sara, così come il sorriso.
Kei si perse a contemplare la sua bambina, quando si sentì il campanello suonare: di sicuro era Lena, che avrebbe accompagnato Lily all’asilo per quella mattina.
Sara si pulì le mani e andò ad aprire, trovandosi davanti la cugina sorridente come sempre.
«Salve cugini, sono venuta a prendere la mia nipotina!»
«Zia Lena!», la piccola scese dalla sedia, andando incontro alla zia che la abbracciò stretta prendendola in braccio.
Kei scosse la testa sorridendo: Lily aveva un vero debole per Lena, probabilmente dovuto al fatto che era, oltre ad una zia, anche la sua baby sitter quando lui e Sara volevano passare qualche serata da soli.
«Allora, sei pronta per passare una bella giornata con la tua zia preferita? Ho in mente dei bei programmino.», disse Lena alla nipote che accolse l’idea con gioia: il giorno dopo Lena si era offerta di badare a Lily in modo da lasciare Kei e Sara da soli per quella sera… Forse sarebbe stata la volta buona.
Lena fece scendere Lily, in modo che andasse a prendere il suo zainetto e tutto ciò che la madre le aveva preparato per passare la notte da lei.
«Grazie mille, Lena, davvero.»
«Oh di nulla, ma voi due vedete di impegnarvi stasera!»
«Lena, puoi evitare certe incitazioni.»
«Cuginetto timido, in fondo non c’è nulla di male. Scommetto che non sei mai stato così contento come in questo periodo! Dopo tutto la parte del provarci è la più piacevole!», Kei arrossì, fissando truce la cugina, vedendola poi ridere insieme alla moglie: si divertiva sempre a provocarlo.
«Dai Lena, ti posso assicurare che si sta impegnando davvero.»
«Grazie cara, sfotti anche tu.», Sara, notando che il marito si era un po’ incupidito, fece per avvicinarsi a lui, quando videro Lily scendere le scale con il suo zainetto per la scuola e la borsa da portare da Lena.
«Sono pronta, mamma!»
«Mi raccomando, non fare arrabbiare la zia.»
«E vedi di essere ubbidiente, non mangiare troppe schifezze, chiaro?», Lily sbuffò alle raccomandazioni dei suoi genitori, baciandoli poi entrambi sulla guancia e sorridendo loro prima di uscire con la zia, che salutò i cugini con un occhiolino.
«A volte Lena non la sopporto. Si diverte sempre a provocare, come se non ci pensassi abbastanza.», Kei si sedette sul divano della sala: lui e Sara avevano ancora una mezzora prima di andare ognuno ai rispettivi posti di lavoro.
La moglie gli si avvicinò, sedendosi sulle sue ginocchia e cingendogli il collo con le braccia. Il giovane la abbracciò, stringendole i fianchi e vedendola fissarlo amorevolmente: la amava quando lo guardava in quel modo così dolce e rassicurante.
«Kei, guarda che non ci corre dietro nessuno: avere un figlio adesso o averlo ancora tra qualche anno è la stessa cosa, l’importante è farlo per amore.»
«Lo so, ma dobbiamo cogliere l’occasione quando si presenta e tra il lavoro e Lily non ne abbiamo sempre tanto.»
«Allora non perdiamone più del dovuto…», la giovane fece sdraiare il marito sul divano, mettendosi sopra di lui e cominciando a baciargli il collo sotto le risatine di Kei.
La prese in braccio e la condusse nella loro camera, dove consumarono in maniera passionale e unica il sentimento che li univa ormai da anni e che si faceva sempre più forte ogni giorno che passava.
Quando ebbero finito si ritrovarono abbracciati teneramente, come quasi tutte le volte che facevano l’amore.
«Stavolta sento di essere andato a segno!»
«Chi può dirlo!»
«Adesso però dovremmo… Oh cazzo, io sono in ritardo! Ho un appuntamento con un cliente tra dieci minuti!» Kei si alzò di corsa dal letto, sotto lo sguardo divertito della moglie: lei aveva ancora un po’ di tempo per sistemarsi e andare al lavoro, tuttalpiù avrebbe detto alla capo commessa che aveva trovato traffico portando la piccola a scuola.
Lo vide mettersi goffamente camicia e pantaloni, per poi alzarsi, mettersi la vestaglia e aiutarlo e mettere la cravatta.
“Pagherò pegno, te lo prometto.”
“Ci puoi scommettere! A stasera, piccola.”
“A stasera.”- si diedero un bacio a stampo e il giovane, afferrando la sua ventiquattrore, si fiondò fuori di casa andando al suo appuntamento.
Sara andò in bagno a rinfrescarsi, vestendosi e uscendo anche lei di casa, avviandosi verso il negozio in cui lavorava. Aveva fatto amicizia con tutte, molto commosse anche dalla sua situazione: non aveva problemi a nascondere la verità, dopo tutto non c’era nulla di cui vergognarsi.
Garland alla fine aveva esaudito il suo desiderio e non si era più fatto vivo: per Lily nemmeno esisteva ed era meglio che le cose restassero così per sempre. Suo padre era Kei e nessun’altro… Ripensò al loro discorso della scorsa mattina: non aveva detto niente per scaramanzia ma da qualche settimana si sentiva strana. Aveva attacchi di nausea e sul lavoro era svenuta diverse volte, ma lo aveva attribuito ad un male stagionale.
Finchè quel giorno la sua collega, Mary, la convinse durante la pausa di andare a comprare un test di gravidanza: togliersi il dubbio non faceva male e se fosse stato negativo nulla sarebbe cambiato, ci avrebbero riprovato.
Durante la pausa pranzo andò in farmacia, comprò il test e tornò al bar dove lei e le sue colleghe mangiavano quasi tutti i giorni. Si diresse in bagno, chiudendo a chiave e seguendo tutte le indicazioni del test.
Ci vollero novanta secondi per avere l’esito e quando comparve sul volto della giovane si formò un grande sorriso pieno di gioia…
“Sono incinta!!”- urlò alle sue colleghe una volta tornata alla sala, che si alzarono per abbracciarla e festeggiando l’evento con del dolce.
La capo commessa le diede mezza giornata libera per poter riposare e andare da Kei per dargli la bella notizia.
“Avanti, vai a far prendere un bel colpo al tuo maritino!”
“Grazie ragazze, vi adoro!”- le abbracciò ed uscì dal bar, dirigendosi verso lo studio di Kei con un taxi. Una volta arrivata salutò la segretaria e si fece dire se suo marito era in ufficio; per sua fortuna era appena tornato da un pranzo e stava lavorando su dei documenti, ma era certa di non disturbarlo.
Vide la donna, che superava la quarantina, alzarsi e andarla ad annunciare.
“Signor Hiwatari, c’è sua moglie qui.”
“Falla entrare, grazie Gretchen.”- Sara si avviò verso la porta, salutando Gretchen e avvicinandosi al marito, che scriveva su quelli che dovevano essere documenti legali.
“Ciao, Kei.”
“Ehi, come mai qui a quest’ora? È insolito.”
“Ho avuto mezza giornata libera dalla capo commessa.”
“Come mai?”
“Bhe, perché devo farti venire un colpo!”- Kei alzò gli occhi dalle scartoffie, osservando basito la moglie: che cosa voleva dire? Cominciava ad agitarsi, nonostante sua moglie non avesse abbandonato quel sorriso radioso.
“In che senso?”
“Kei… Sono incinta! Aspetto un bambino!!”- Sara si alzò, andando da lui e abbracciandolo stretto. Kei non sapeva cosa dire o cosa pensare, sapeva solo che quello era il momento più bello della sua vita!
Abbracciò e baciò sua moglie, facendosi poi raccontare dei malori e della strana sensazione delle ultime settimane e che finalmente aveva trovato il coraggio di fare il test per togliersi ogni dubbio.
“Domani mattina andrò dal medico così vedremo se va tutto bene.”
”Ti accompagnerò, promesso. Dobbiamo dirlo a Lily!”
“Lo faremo stasera, vedrai che sarà contenta.”
“Speriamo…”
“Non essere pessimista anche adesso, stiamo finalmente per avere un bambino.”
“Lo so, scusami.”
“Vieni qui…”- Sara baciò dolcemente suo marito, pienamente ricambiata. Kei finì quel poco che restava del suo lavoro ed insieme uscirono dall’ufficio, dirigendosi a casa di Lena: una bella villetta tutta bianco immacolata dove la loro cugina viveva col suo compagno.
I due suonarono il citofono, sentendo la voce di Lena invitarli ad entrare. Aprendo la porta di ingresso videro la loro bambina andargli incontro e salutarli affettuosamente, raggiunti poi da Lena.
“Salve ragazzi, come mai qui a quest’ora?”
“Dobbiamo dare una bella notizia a Lily.”- Kei fece l’occhiolino alla cugina, indicando la pancia di Sara e la biondina capì al volo, sorridendo felice: finalmente ce l’avevano fatta.
I tre andarono in salotto, mentre Lily tra le braccia di suo padre si chiedeva che cosa dovessero dirle i suoi genitori.
“Piccola, fino adesso siamo stati solo noi tre e le cose potrebbero anche andare bene così.”
“E’ vero!”
“Ma se invece di essere i tre moschettieri, diventassimo i Fantastici Quattro ti piacerebbe?”
“Cosa volete dire?”- Kei e Sara sorrisero, vedendo la loro bambina così candida e innocente. Il giovane la prese in braccio, mettendola sulle sue ginocchia.
“Stai per avere un fratellino o una sorellina, bimba. Sei contenta?”- Lily sembrò rifletterci su per qualche minuto, per poi spostarsi su sua madre, sorridendole e mettendosi a parlare alla sua pancia.
“Ehi, devi essere femmina, perché non voglio un fratello più piccolo! Sono fastidiosi!”
Una grande risate pervase quell’ambiente famigliare e felice.
Kei e Sara baciarono la piccola, passando il resto della serata a casa di Lena, felice come non mai per i cugini.
Arrivata tarda sera decisero di tornare a casa, mettendo Lily a letto e prendendosi qualche momento per loro due, abbracciati sul divano e ascoltando musica a basso volume.
“Sono così felice…”
“Anch’io Sara, avremo un figlio nostro, non posso ancora crederci.”
“E sa qual è la cosa più bella?”
“Quale?”
“Che questa volta non devo scappare… Né cercarmi un padre dentro un bagno pubblico di un bar!”
I due risero, per poi abbandonarsi all’amore e alla passione che li univa.
Erano un famiglia e presto sarebbero stati di nuovo genitori.
Per Sara il lieto fine vi era stato, in molti sensi.
E sarebbe durato per sempre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed eccoci arrivati alla conclusione di questa storia ^-^ Ci ho messo un po’ a scriverlo perché non volevo farlo troppo lungo e monotono e spero di essere riuscita nel mio intento v.v
Come avete potuto vedere l’happy ending non poteva mancare: Kei e Sara felicemente sposati e Lily è una bambina vivace e sveglia.
E la consapevolezza di un figlio futuro rende ancora meglio l’idea, direi xD
Bhe, spero che questo epilogo sia stato di vostro gradimento e mi farete sapere le vostre opinioni^^
 
 
Ringrazio caldamente tutte le persone che mi hanno seguito fino a qui e recensito^^ Grazie di tutto il sostegno dimostratami e a chi ha recensito il secondo capitolo risponderò domani, massimo dopo, perché adesso non ce la faccio proprio =.= Sappiate che vi adoro e vi ringrazio di tutto <3
 
 
Un grazie anche a chi ha solo letto e alle persone che l’hanno messa tra preferiti e seguite^^ Grazie di tutto ^_^
 
 
 
Un bacio forte a tutti^^
 
 
La cara Pad
 
 
 
 
 
  
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