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Autore: callistas    14/07/2011    22 recensioni
Per chi aspettava, eccomi tornata come promesso.
Allora, non voglio anticiparvi niente, ma voglio dirvi che questa storia è la prima cosa seria che ho scritto.
Ci sarà una gran voglia di uccidere qualcuno e incoraggiare chi è sempre rimasto nell'ombra.
Ho cercato - davvero, ci ho provato - a mantenere l'identità del personaggio originale, ma dopo un pò sono riuscita a cadere ancora nella trappola infame dell'OOC.
E' una DracoxHermione, una coppia che adoro.
Vedremo il loro rapporto evolversi grazie a qualcosa che accade a Hermione. La tematica è trita e ritrita, ma ho voluto intasare il sito anche con una mia personale visione delle cose.
Spero possa piacere.
Se sì, commentate.
Se no, commentate.
Se forse, commentate.
In ogni caso, fatemi sapere che ne pensate.
W la democrazia!
Un bacio a tutti i passanti, callistas.
Genere: Commedia, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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07 - Dubbi e incertezze Oh, bene! Sono contenta di aver visto una numerosa partecipazione.
Siamo rimasti al punto in cui Hermione decide di dire tutto ai suoi amici, perché non ritiene corretto nei loro confronti non dire loro dove fosse stata fino a quel momento.
Prima di passare al capitolo, però, è cosa buona e giusta ringraziarvi per il tempo e le belle parole spese per me:

valli80: ccccccccccccccccccccccciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooo!
Questo è il mio benvenuto per te, mia cara! ^_____^
Sono onoratissima che la storia ti piaccia e che abbia dedicato un po’ del tuo tempo a leggere le mie vecchie storie. Grazie davvero!
Senza nulla togliere agli altri scrittori, convengo con te che non è “normale” che in un capitolo Draco e Hermione si odino e l’attimo successivo si amino. Sarebbe più giusto un cambiamento graduale, un lento percorso a scoprire che ciò che si pensava dell’altro era dettato solo da pregiudizi errati e non una botta d’amore improvviso.
Sono felice che Albert ti piaccia. Sai, per le mie storie mi baso anche sui film che vedo in tv. Ci sono casi in cui si ritrova un parente perso dopo molti anni e le reazioni sono principalmente due: o lo si odia, perché non si sapeva niente di lui e non lo si vuole nella propria vita, o lo si ama, proprio perché è mancato da tanto.
E poi… siccome a Hermione ne farò passare di cotte e di crude, ho pensato che il doversi guadagnare anche l’amore del fratello fosse un tantino troppo. Almeno da questo lato l’ho sistemata.
E scoprirai anche che ci sono tanti pregiudizi in un mondo che non si sospettava minimamente. Tranquilla se non hai capito… le spiegazioni arriveranno man mano che avanzeremo insieme con la storia.
Ti mancano gli scontri tra Draco e Hermione? Ripeto: abbi pazienza.
Tutto a suo tempo.
Grazie mille per esserti fermata a recensire la storia.
Un bacio e alla prossima!
Callistas.

piccola pucci: ja! Io essere schfizzera, tu non zapefa questo, ja?!?
Comunque, scherzi a parte, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, anche se con questo che vado a postare entriamo nel vivo della storia.
Nemmeno io sopporto la signora grassa e ho voluto metter su questo siparietto per smorzare un po’ la tensione che avevo creato.
Blaise e Theo li ho caratterizzati così, ma sono in questo capitolo. Ti è mai capitato che quando qualcuno ti dice di aver subito, in questo caso, una grave perdita, tu sia andata a cercare mille ipotesi su quale fosse quella perdita, quando invece era la cosa più semplice del mondo? Beh, a me sì e l’ho voluto mettere, sempre per stemperare un po’ la tensione.
E poi improntare una storia solo sulla serietà era troppo… serio per me.
Beh, non puoi pretendere che Draco si metta a saltare sulle sedie. Dopotutto, come lui ha sempre decantato, è un Malfoy e i Malfoy hanno il controllo anche sul meteo, tra poco, figurarsi sulle proprie emozioni.
Comunque grazie per avermi ricordato come si chiamano il tipo di gemelli che sono Albert e Hermione.
Adesso goditi il capitolo, perché è quello in cui Hermione spiega tutto ai suoi amici.
Bacioni!

Lady of the Night: beh, Hermione è ancora un po’ confusa riguardo tutta questa storia. E’ felice, perché ha sempre desiderato un fratello, ma allo stesso tempo deve muoversi con i piedi di piombo, perché lei è Grifondoro e lui Serpeverde, anche se le ha dimostrato di tenerci a lei in quanto sorella, non perché Grifondoro.
Ha bisogno di tempo, tranquilla.
Vedo che la questione della casa è ancora spinosa per te e per gli altri che hanno commentato. Sono contenta di aver sollevato questo vespaio!
Adesso goditi il capitolo, perché ne vedrai delle belle!
Un bacio, callistas.

Kasumi_89: ciao stella! Ho voluto mettere un po’ d’ironia nella storia, per alleviare quel clima di angoscia che ho creato con i sentimenti e i pensieri di Hermione nei capitoli precedenti. Non volevo ridurvi a uno di quei personaggi depressi della letteratura italiana…
Morte da soffocamento? Tranquilla, ci sarà qualcosina di meglio e… vorrei dirti chi o cosa farà in modo che ci sia questa vendetta, ma arriverà.
Abbi fede.
Draco è Draco. Con tutte le volte che continua a dire che i Malfoy sono Malfoy e che hanno il controllo su tutto, mi sembrava ovvio farlo rimanere calmo esteriormente, ma dentro è un altro paio di maniche. Insomma… la mezzosangue zannuta che diventa una purosangue. Per non parlare delle implicazioni che potrebbe avere questa cosa, ci siamo capiti, no? (se poi non ci siamo capiti, vai a vedere il pairing di questa storia!!! >__<)
Spero che questo capitolo ti piaccia, mi raccomando. Ci tengo alle tue impressioni!

Kiby: sono contenta di averti fatto questa reazione. Di solito mi paragonano a un lassativo, ma non importa… c’è di peggio nella vita. HAHAHAHAHA!
Comunque sono contenta che la storia ti stia piacendo e se sei, come me, una fan di Hermione e Draco e un’acerrima nemica di Ron-Ron, beh… benvenuta nel Club!
Spero che questo capitolo sia all’altezza degli altri.
Un bacio e grazie per avermi fatto sapere cosa ne pensi!
Callistas.

Tinotina: mi fanno già male le maniiiiiiiii… ç_________ç
Effettivamente sì. Ho detto “ecco che si è dimenticata…” stavo per piangere!!! Comunque sono contenta che ti sei ricordata di me. Ma dunque!, rispondiamo, per quanto mi sia possibile, alle tue domande.
Albert, Harry e Ginny – e in teoria anche Ron – sono persone molto importanti per Hermione. Dovrei aprirmi in un monologo di proporzioni epiche, ma non lo faccio, perché altrimenti dovrei rivelarti ciò che succederà nelle prossime puntate.
Ergo, ti tieni il dubbio.
HAHAHA!
Per quanto riguarda Ron, vedi paragrafo sopra, anche se posso dirti che effettivamente qualche problema lo darà.
Lo spirito Grifondoro di Hermione si è un attimo sopito. Con tutto questo trambusto che sta movimentando la sua vita, le occorre del tempo per capire cosa fare e come comportarsi, ma tranquilla… verrà il momento in cui Hermione tirerà fuori le – metaforiche – palle e farà vedere a tutti di che pasta è fatta!
Beh, Blaise e Theo li ho resi un po’ sciocchini, ma tranquilla che tutto tornerà al proprio posto. Draco, invece, essendo un Malfoy e quindi molto abile nel controllare – celare – le proprie emozioni, ha saputo evitare di comportarsi come una checchetta isterica.
Spero che questo capitolo ti piaccia e se vuoi avere una vaga idea di cosa succederà, ti consiglio di leggere l’introduzione di questa storia: ho scritto qualcosina che potrebbe aiutare a capire come potrebbe essere l’andamento della storia.
Un bacio, callistas.
P.S.: grazie per le tue recensioni. Mi fanno felice!
P.P.S.: col cazzo! Draco è mio!!!!!!!!!!!!!!! Io sono l’autrice e io ne detengo i pieni diritti (spero che nessuno legga questa frase sennò sono morta ç_ç)!

_araia: allora, i gemelli sono eterozigoti. Ringrazio piccola pucci che me lo ha ricordato.
È proprio vero, allora… siete tutti fissati con la storia della casa. Perché avete tutti questa fissa in mente? Forse perché sono io che sono stronza da insinuare un cambiamento?
Uhm… sì, può essere.
Anzi. Lo è.
Per quanto riguarda le amicizie di Hermione, io ci andrei con il piede di piombo, sai… certe cose magari possono cambiare le persone. Basta! Mi hai fatto dire troppo, malefica!!!
Hai sollevato tante obiezioni giuste nella tua recensione, ma purtroppo non le posso commentare senza rischiare di rivelarti particolari troppo piccanti e succosi e mi spiace: dovrai tenerti i dubbi e le curiosità fino a che arriveranno i momenti ad esse legate.
Intanto, ti do un assaggio di quello che potrebbe accadere in futuro con questo capitolo.
Spero ti piaccia!
Io parto per le ferie domani mattina e torno lunedì mattina (lunedì 25, non credere il 18 hihihi…). Sono le prime ferie decenti che faccio e me le godo tutte.
Ora ti lascio al capitolo, un bacio.
Callistas.

HJ: beh, non potevo mica metterti tutto e subito, vero? Altrimenti non riuscirei a farti penare a sufficienza!!! A parte gli scherzi, il capitolo sulla verità è questo.
Verità. Quale verità? Quella di Hermione o… aspetti!! Hihihi…
Spero che il capitolo ti piaccia e se non ti piace fattelo piacere!
Sono particolarmente stronza, non trovi?
Ma sinceramente, spero davvero che il capitolo ti piaccia, perché si iniziano a capire certe cose.
Un bacio, callistas.

Hermione59: una sequenza ricca di supposizioni esatte e curiose, brava! Mi piacciono queste recensioni, perché mi fanno capire che la storia non è solo letta, ma anche capita. Il rapporto tra Albert e Hermione è diverso di quello tra Hermione e i suoi genitori, perché con un ragazzo della propria età, di solito, è più facile parlare, non trovi?
Inoltre, come hai giustamente notato, Hermione ha bisogno del suo tempo per affrontare la cosa e capire come fare per gestirla al meglio.
La frase sugli amici è molto profonda e vera. Tranquilla che con l’avanzare della storia capirai chi sono quelli veri e chi i fasulli.
Grazie per aver recensito.
Callistas.

Andy blackshoot: beh, è normale. Uno ritrova la sorella dopo diciassette anni è logico supporre che voglia recuperare il tempo perduto in cinque minuti, ma si rende conto da solo che non è possibile. Poi secondo me c’entra anche il fatto che siano gemelli: ho sempre avuto questa percezione che questo genere di fratelli abbiano un legame più forte, non dico migliore di quello di altri tipi di fratelli, ma diverso. Qualcosa che li lega nell’anima e che fa capire all’altro che il fratello ha bisogno di qualcosa senza necessariamente esprimerlo a parole.
(Se non hai capito niente, non crucciarti: ho capito poco anch’io).
Draco, d’altronde, è un Malfoy, abituato fin dal concepimento a mantenere il controllo sulle proprie emozioni. Per me è stato ovvio descrivere così la sua reazione.
Grazie mille per tutti i tuoi complimenti: mi fanno un immenso piacere!
Ron… Ron… verrà anche il suo momento e starà a te decidere cosa pensare di lui.
Un bacio anche a te, callistas.

Black_Yumi: ciao, e benvenuta nel club! Spero che continuerai a leggere la storia, visto che inizia a farsi interessante.
Un bacio e ancora grazie!
Callistas.

Stefy494: troppo gentile, tesoro.
A me piacerebbe svelarli tutti quanti, questi misteri, ma se lo faccio, addio suspence! Albert è – platonicamente – innamorato di sua sorella e anche se vorrebbe trascorrere la maggior parte del tempo con lei, sa purtroppo che deve darle lo spazio di cui necessita. Hermione sta ancora cercando di capire se stessa, ma arriverà anche per lei il suo momento.
Grazie per le ferie, ti manderò una cartolina virtuale!
Callistas.

Laura Malfoy: 100 punti per Serpeverde! ^__^
Albert è un bel tipo. Mi sono affezionata molto a lui, forse perché l’ho creato io e l’ho plasmato come se fosse una persona vera. Ci saranno molti colpi di scena, andando avanti e uno di questi sarà proprio in questo capitolo. Dai, tra poco ti lascio leggere, tranquilla.
Comunque non ti preoccupare: Hermione è una ragazza con la testa sulle spalle e saprà giudicare da sola certi comportamenti e poi, diamole un po’ di tempo! Ha cambiato stile di vita dalla mattina alla sera e anche lei, anche se è la persona più intelligente del mondo, ha dei sentimenti, che deve analizzare.
Malfoy è il primo che ci è arrivato: è vero. Da qui si iniziano a capire già un paio di cosette… ^_^
Beh, il fatto che i suoi genitori non abbiano avvisato Albert è da imputare non a una mancanza di rispetto nei suoi confronti, ma perché Hermione ha passato l’intera estate rinchiusa in quella camera senza mai uscire (lo spiegherà lei in questo capitolo) e non le andava di vedere nessuno. Infatti, lei era convinta che si trattasse di uno scambio di persona, ma abbiamo visto che non è stato così. Quindi i Preston hanno deciso di non dire niente ad Albert fino a che le cose non si fossero mosse, in qualsiasi direzione.
Draco non è che ha paura di Albert, diciamo che lo “capisce”. Draco ha vissuto da solo per molto tempo a causa degli “impegni” del padre con il Signore Oscuro e Albert ha vissuto da “solo”, nel senso che non aveva la sorella.
Beh, Harry Potter è Harry Potter, quello che quando si tratta di affrontare Voldemort non ci pensa su due secondi, ma se si tratta di Ginny Weasley inizia a battere in ritirata.
Un comportamento onorevole…
La spiegazione di Hermione è in questo capitolo. Dico solo una cosa: attenzione.
No, non sei stata tanto lunga, ma alla questione dello smistamento, sono ancora nella fase “no comment”. ^__^
Buona lettura!

Ssaphiras: vero? Mi piace essere stronza, non so se si è capito. Massì dai… sono stata abbastanza chiara in merito.
Tu hai la brutta abitudine di fare domande alle quali non posso rispondere.
Non nell’immediato, almeno.
Ma una cosa te la posso dire: io farei molta attenzione a questo capitolo, perché si inizia a intravedere già qualcosa.
Un abbraccio anche a te e buona lettura!
Callistas.




3 AVVISI PER TUTTE:
1)    Il prossimo aggiornamento avverrà Lunedì 25 in giornata, visto che torno quel giorno dalle ferie. Sono desolata di farvi aspettare tutto questo tempo, ma sono cinque anni che non vedo tre giorni di ferie di fila, figurarci 10!
2)    Andate a rileggervi l’introduzione della storia, perché in questo capitolo troverete il riferimento a quello che ho scritto per descrivere, in questo caso, i personaggi.
3)    Sono aperte le scommesse per la casa di Hermione. Ho visto che questa questione ha suscitato parecchia curiosità e voglio proprio vedere cosa mi dite voi al riguardo.
Detto ciò, buona lettura!!!









VERITA’ NASCOSTE
DUBBI E INCERTEZZE

“… alla fine è tornata.”
“Già… ma non poteva starsene a casa? Chi le ha chiesto di tornare?”
“Come se la sua presenza fosse necessaria.”
Albert serrava sempre di più la mascella ogni volta che sentiva uno di quei commenti uscire dalla bocca delle sue compagne di casa. Draco, Theo e Blaise gli avevano riservato il posto e cercavano di tranquillizzarlo.
“Lasciale perdere.” – fece Blaise. – “Per loro non è cambiato niente. Non sanno che è tua…”
Albert lo fulminò con lo sguardo. Non era decisamente il caso di parlarne in un posto pieno d’orecchi come la Sala Grande.
“Scusa.”
Al si rilassò.
“No, hai ragione tu, ma…”
“Prendi tempo Albert.” – fece Draco. – “Non puoi pretendere che una notizia simile passi inosservata.”
“Voglio solo stare con lei. È un problema?”
“No, ma ragiona.” – fece Theo. – “Nessuno degli studenti qui dentro sa niente della cosa. Quando si verrà a sapere, perché fidati, si saprà, si scatenerà il finimondo. Sarà allora che la tua presenza sarà necessaria.”
Theo aveva ragione. Doveva pazientare ancora un pochino e poi domani sarebbe stato con lei tutto il giorno, a costo di dormire in camera sua!
Tra commenti decisamente poco graditi e schiantesimi evitati per puro miracolo, la cena ebbe fine. Albert notò un certo movimento alla tavola dei Grifondoro e vide che sua sorella si stava allontanando con i suoi amici e capì che stava andando da loro per raccontargli la verità. La vide girarsi per un fugace secondo e si sentì decisamente meglio per quella considerazione che lei gli aveva dimostrato.
Gli scaldò il cuore.
“Ma che aveva quella mezzosangue da guardare in qua?” – chiese la voce fastidiosa di Pansy Parkinson.
“Sicuramente per vedere come lei non sarà mai.” – rispose Daphne, scoppiando a ridere con la mora.
Albert si alzò di scatto da tavola, lasciando perplesse le due ragazze.
“Ehi, ma che ha Albert?” – chiese Pansy a Daphne che fece le spallucce.
“E io che ne so? Avrà la luna storta…”
Draco, Blaise e Theo lo lasciarono andare a sbollirsi. Stargli troppo con il fiato sul collo poteva rivelarsi alla fine contro producente.




I quattro camminavano silenziosi, diretti verso la loro Sala Comune. Hermione era molto nervosa e capitanava quel gruppo, più che altro per non dar loro modo di vedere la sua faccia cadaverica e il sudore che le imperlava la fronte.
Harry e Ginny capirono subito che qualcosa non andava e la lasciarono andare avanti di qualche passo. Ron, invece, non capiva il motivo di tutto quel silenzio.
“Ragazzi ma che avete? Sembra che vi sia morto il cane.” – pensò di scatenare delle risate, ma ottenne solo sguardi di rimprovero da sua sorella e dal suo migliore amico.
Hermione invece stava cercando di controllarsi. Era nervosa.
Come avrebbe iniziato il discorso? L’avrebbe presa larga o sarebbe andata subito al dunque? In qualsiasi modo lo avesse iniziato, sarebbe stata molto dura.
“Caput Draconis.” – disse Hermione, dando la parola d’ordine alla Signora Grassa.
Il quadro si spostò e rivelò l’ingresso della Sala Comune di Grifondoro. Anche in quell’occasione, nessuno aprì la bocca se non per salutare, giusto con un flebile “ciao” i pochi presenti che subito dopo cena si erano fiondati nel loro ritrovo.
“Perché non parlate?” – chiese Ron.
Ginny si girò di scatto e lo prese per il cravattino.
“Taci!” – sibilò lei a denti stretti.
Ron guardò Harry, come in cerca di aiuto, ma non trovò niente, se non solidarietà con la sorella. Si staccò malamente, stufo di essere trattato come una pezza da piedi e non sapere cosa stesse succedendo.
Hermione continuava a camminare imperterrita verso la sua camera di Caposcuola, sentendo l’ora della verità farsi sempre più vicina e sempre più pesante.
Aprì la porta e li fece accomodare. Ogni incantesimo d’insonorizzazione fu applicato alla stanza, affinché nemmeno i sospiri uscissero da lì.
Doveva essere qualcosa di veramente importante se Hermione si sigillava dentro una stanza in quel modo, pensò Harry, sedendosi sul letto della sua amica. Per prendere tempo, la ragazza si tolse il mantello e le scarpe, poggiandoli con ordine nel loro apposito spazio.
“Hermione, che succede?” – chiese Ron.
Ginny prese la prima cosa che le capitò per le mani e la scagliò contro il fratello, che si riparò con le braccia, colto alla sprovvista. Fortuna volle che fossero solo un pacchetto di fazzoletti, ma la rabbia per il gesto lo portò a sfogarsi.
“Ma si può sapere che cazzo avete tutti e due?” – sbottò Ron, facendo sussultare Hermione.
“Ma non sei capace di stare zitto un attimo?” – urlò Ginny. – “Sempre a dover dire la tua, sempre a parlare! Sta zitto, no?”
Hermione si era accoccolata sul suo letto, appoggiandosi con la schiena contro la testiera e avvicinando le gambe al viso. Harry li lasciò sfogare e andò dalla sua amica.
“Ehi…” – fece lui.
“Ehi…” – rispose lei, con un debole sorriso.
“Hermione cosa c’è?”
La ragazza guardò gli altri due che se ne stavano dicendo di tutte i colori e Harry si girò.
“Adesso basta!” – urlò il ragazzo.
I due smisero all’istante, ma continuarono a guardarsi in cagnesco.
“Dovreste vergognarvi! Hermione deve dirci qualcosa e non mi sembra il caso di mettersi a litigare per delle sciocchezze!”
Sia Ginny che Ron abbassarono lo sguardo, mortificati.
“Scusa Hermione.” – fece lei.
“Sì, scusaci.” – fece Ron.
Andarono a sedersi anche loro sul suo letto e aspettarono che iniziasse il suo racconto.
“Prenditi il tempo che ti serve.” – le disse Harry, seduto accanto a lei e con un braccio attorno alle sue spalle.
Hermione vi appoggiò contro la testa, che pesava come un macigno.
“E’… difficile da dire. Non so neanche da dove iniziare.”
“Parti da dove vuoi.” – le disse Ginny. – “Parti da dove ti trovi meglio tu.” – disse, per farle capire che loro l’avrebbero ascoltata in silenzio.
“Quest’estate…” – iniziò lei, ma si bloccò. Voleva dirlo, ma non voleva dirlo. – “… mi è stata detta una cosa sulla mia famiglia.” – iniziò lei.
“Tranquilla…” – fece Harry, percependo il suo tremore. Le accarezzò i capelli per cercare di tranquillizzarla.
“Io…”
Ginny si fece più vicina e le accarezzò il ginocchio. Anche Ron la imitò.
“Cosa?” – chiese Harry con voce bassa.
“I Granger…”
I tre si stupirono per come li aveva chiamati.
“… non sono i miei veri genitori.”
Harry smise di accarezzarle i capelli e lo sentì pietrificarsi sotto di sé, Ginny la guardava chiedendosi il perché una simile barzelletta e Ron la guardava come se fosse appena scappata dal reparto psichiatrico del San Mungo.
Harry fu il primo a riprendersi. Diede uno scossone alla spalla dove stava appoggiata lei e rise.
“Dio santo… stavo per crederci. Perché non fai l’attrice Hermione?” – chiese il moro, coinvolgendo anche gli altri due nelle risa.
Hermione si sollevò, delusa, dalla spalla di Harry e si chiuse a riccio in se stessa. Li lasciò liberi di commentare quella “battuta” e poi li guardò seriamente in faccia, facendoli smettere all’istante.
“Hermione, dai… smettila di scherzare!” – fece Ginny, con il sorriso sulle labbra.
Ma Hermione non accennava a sorridere, anzi. Diventava via via più seria, tanto che Harry e i due fratelli dovettero per forza di cose smettere.
“Hermione?” – la chiamò Ron. – “Tu… tu stavi scherzando prima, vero?”
Hermione lo guardò seria. Avesse potuto, lo avrebbe scaraventato giù dalla finestra.
“Cazzo!” – fece Harry, portandosi davanti a lei, per guardarla in faccia. – “Ma… come non sono i tuoi veri genitori? Chi sono? Parla!”
“Harry, calmati!” – fece Ginny, notando la faccia dell’amica. – “Hermione, scusaci… è che…” – non sapeva nemmeno lei come finire la frase. – “Vuoi spiegarci meglio?”
Hermione aveva valutato, per la frazione di un secondo, di non raccontare loro più niente, ma poi così com’era venuto, quel pensiero se ne andò.
Annuì.
“Vi avevo detto che quest’estate andavo dai miei, no?”
I tre annuirono.
“E non ci sei andata?” – chiese Ron, beccandosi un’occhiataccia da Harry.
“No, no… ci sono andata e… e tutto sembrava normale.” – lo disse con un sorriso triste. – “Verso la fine di Giugno qualcuno bussò alla porta. Ero a casa con…” – con chi? Come doveva chiamarla in loro presenza? – “Con Jean…” – notò i loro sguardi stupiti. – “… Scott invece non c’era.”
Preferirono non interromperla.
“Quando le chiesi chi era alla porta non mi rispose, così andai a vedere e mi trovo in casa due sconosciuti.”
“Oddio!…” – mormorò Ginny, spaventata.
“Ho… c’è stato uno scontro magico tra me e l’uomo, ma era più abile di me e mi ha battuta.”
Nessuno commentò quel fatto.
“Ho notato subito che Jean e quell’uomo si davano, o meglio… l’uomo dava una certa confidenza a Jean, come se la conoscesse, mentre lei invece negava tutto.” – si fermò per prendere fiato.
Ginny fece apparire un bicchiere d’acqua e lo porse alla ragazza, che ne prese un sorso.
“Qualche minuto più tardi è entrata una squadra di Auror.”
I tre sbarrarono gli occhi.
“Portarono via Jean, mentre io… non so… credo di essere svenuta.” – fece Hermione perplessa. In effetti, quella era la prima volta che ci pensava sul serio. Doveva essere svenuta, altrimenti non si sarebbe spiegata come poteva trovarsi l’attimo prima in casa sua e l’attimo dopo a Preston Manor. – “E mi sono svegliata in una casa diversa. Una villa.”
“Ah…” – fece Ron, sgomento.
“Non sono mai uscita da quella camera, lo giuro. Ci sono rimasta per tutta l’estate, quasi.”
I tre non faticarono a crederle.
“All’inizio credevo che si fosse trattato di uno scambio di persona e che una volta risolto tutto sarei tornata a casa mia.”
“Invece?” – chiese Ginny, che non era riuscita a trattenersi.
“Invece, l’uomo che si era presentato a casa mia mi ha portata ad Azkaban.”
“COSA?!?” – urlarono i tre, saltando quasi sul letto.
Hermione infossò la testa nelle spalle.
“Ma… come ha potuto portarti lì!” – urlò indignata Ginny. – “Perché?”
“Mi ha condotta alla cella di Jean.”
La stanza ripiombò nel silenzio.
“E le ha dato il Veritaserum.”
Ginny sentì gli occhi pizzicarle.
“Oddio… che… che ha detto?”
“In poche parole…” – fece Hermione, sfinita. – “… che non ero sua figlia e che appena nata mi aveva rapita dalla nursery dove stavo con mio fratello.”
“Ma, scusa…” – fece Harry. – “… dove lavorava tua…” – un’occhiata fulminante di Hermione fece cambiare rotta a Harry. – “… Jean?”
“Al San Mungo, come infermiera.”
“Ohssantodio!” – esclamò Ginny, la cui ambizione, una volta finiti gli studi, era quello di diventare una Medimaga.
“Non poteva avere figli e così ha preso la prima nata femmina di quel giorno, cioè io.” – fece Hermione, chinando il capo di lato.
Il silenzio che cadde nella stanza equivalse a mille parole. Harry, Ginny e Ron continuavano a scambiarsi fuggevoli occhiate tra di loro, mentre Hermione continuava a tenere lo sguardo basso, come se avesse commesso chissà quale crimine. Stringeva forte le gambe al petto, come se in quel momento fossero l’unico appiglio per non sprofondare ancora più in basso.
Fu Ron, per la prima, unica, rara volta in vita sua che fece un commento intelligente.
“Ma… scusa un attimo.” – l’attenzione venne catalizzata su di lui.
Ginny era sicura che se ne sarebbe uscito con la cazzata del secolo.
“Prima hai detto che eri nella nursery con tuo fratello.”
Ginny spalancò gli occhi e li ripuntò di nuovo su Hermione, che annuì stancamente.
“Sì, ho un fratello.”
“E chi è?” – chiese Ron.
Hermione guardò per un attimo Harry, che spalancò gli occhi l’attimo successivo e fece un salto all’indietro per la sorpresa.
“Non… non dirmi che è lui!”
Hermione lo guardò e annuì.
“No! Nonononononono! Dimmi di no!” – la pregò lui.
“Harry di chi parli?” – chiese Ginny, che non stava capendo più nulla.
“Sì, è lui Harry.” – rispose Hermione.

Sapevo che sarebbe stata dura.
Non ci ho provato nemmeno per un secondo a negare questa verità, ma di certo i miei amici non mi hanno reso le cose più facili, come invece avevo sperato. Non speravo nemmeno che mi facessero le congratulazioni, ma forse un po’ più di sensibilità me la sarei aspettata.
Non mi hanno chiesto come sono stata quando l’ho scoperto, cos’ho provato, cosa hanno fatto o detto i miei veri genitori, anche se non ancora sanno chi sono. A parte Harry.
Lui ha sempre avuto quel sesto senso così affinato, che gli faceva captare i pericoli a distanza di chilometri. Perfino se si fosse trovato in un altro continente, avrebbe percepito un pericolo per sé.
Forse le mie aspettative erano troppo alte.
Ron però mi ha stupito con quell’uscita. Non pensavo che mi avesse ascoltato attentamente, cogliendo quel particolare che sia a Ginny sia a Harry è sfuggito.
Mi guardano come se fossi Cerbero e mi da sinceramente fastidio. Che cosa pensano? Che solo perché non mi metto a urlare e piangere non sia stata dura per me? Ho pianto così tanto da svuotarmi e se mi sforzo non ci riesco. Credono che sia stato facile per me accettare il fatto di provenire da una famiglia di purosangue? Di avere un fratello che è stato smistato nella casa a noi da sempre nemica? Come spiegare loro il tumulto di emozioni contrastanti che mi hanno presa dal momento in cui ho messo piede a Preston Manor?

“Ma di chi parlate?” – fece Ron, riportando Hermione con i piedi per terra.
“Preston, di Albert Preston, quello che io e Ginny abbiamo trovato insieme a Hermione.”
“Preston? Quei Preston?” – fece Ron, sgomento, guardando l’amica. – “Tu… tu sei figlia di Myra ed Elthon Preston?” – fece Ron, mettendosi in ginocchio.
“Sì.” – soffiò Hermione.
“Chi sono?” – chiese Harry, guardando Ron. Lui non era ancora avvezzo alle composizioni familiari del mondo magico.
“Schiatterai d’invidia quando lo verrai a sapere!” – fu il commento inappropriato di Ron, che fece arrossire Hermione d’indignazione. – “Myra Preston è una nota stilista di abiti da sposa.”
Lo sdegno della ragazza passò momentaneamente in secondo piano, per lasciare posto a una genuina perplessità. Non lo sapeva… non sapeva del lavoro di Myra. Credeva che come ogni nobildonna purosangue preferisse rimanere a casa o se doveva uscire lo facesse solo per fare shopping.
Quante cose che ancora non sapeva della sua famiglia…
“Mentre Elthon… e qui reggiti Bambino Sopravvissuto… è il Capo degli Auror!”
Harry per poco non cadde dal letto. Auror? Il padre di Hermione era un Auror? E non uno qualunque? Guardò di scatto Hermione, che lo fissava stranita. Non credeva possibile una cosa del genere!
Ginny invece guardava i due, decisa a mandare una lettera a sua madre, dove le avrebbe chiesto chi dei due era stato adottato, mentre iniziava ad avere seri dubbi sul suo amore per Harry. E lo sguardo si posò su Hermione.
Dire che era spaventata era dire niente. E poi non le sembrava veramente il caso di fare commenti così idioti sulla situazione, con Hermione in quello stato.
“Ok. Adesso basta.” – fece Ginny, scendendo dal letto e dirigendosi verso la porta.
Harry e Ron la guardarono straniti, mentre Hermione era sempre più spaventata.
“Fuori di qui. Immediatamente.”
“Ehi, perché?” – chiese Ron.
L’occhiata che gli rivolse Ginny fu sufficiente per farlo stare zitto…
… per due secondi.
“Perché mi guardi così? Che abbiamo fatto?”
Anche Ginny Weasley si rese conto di riuscire a raggiungere la stessa tonalità di Ron quando arrossiva. Solo in tempi minori.
“FUORI DI QUI!” – urlò, facendo tremare le fondamenta.
“Ma…” – tentò Harry, confuso stavolta quanto l’amico.
“HO DETTO FUORI! IGNORANTI CHE NON SIETE ALTRO!” – li prese per i gomiti e li sbatté letteralmente fuori dalla porta. – “Siete i due trogloditi più idioti che abbia mai conosciuto! Non fatevi più vedere fino a domani sera!” – detto ciò, gli sbatté la porta sul muso.
Vi si appoggiò, allibita da tanta indelicatezza e vide Hermione, con gli occhi lucidi e più grandi del solito. Andò da lei e l’abbracciò.
“Mi dispiace, Hermione… mi dispiace tanto! Come stai?”
Non rispose.
Ma pianse.

Ho rivalutato sette anni di amicizia in un secondo.
Come potevano essere felici che fossi una Preston? Certo… ho ritrovato la mia vera famiglia, con metodi più che discutibili, ma non mi sembrava veramente il caso di essere felici, solo perché Elthon è il Capo degli Auror! Sembrava che Harry volesse chiedermi di sposarlo da un minuto all’altro!
E Ginny… Ginny mi ha veramente spaventata. Non l’ho mai vista così arrabbiata come in questo momento. Avevo quasi paura che ce l’avesse con me. Non aveva mai urlato contro Harry, anzi… aveva iniziato a parlargli senza balbettare solo al suo sesto anno e ora… ora gli urla dietro.
Quella ragazza non finirà mai di stupirmi.
Ma mai mi dimenticherò di come mi sia venuta incontro e mi abbia chiesto quella cosa, che io speravo provenisse anche da quei due idioti là fuori, che si staranno ancora chiedendo cosa possono aver fatto di male da meritare un simile trattamento.
E non posso fare a meno di capire che le lacrime non finiranno mai, non le mie, per lo meno. Stretta a Ginny, mi sento bene e mi sento a casa.

Ginny passò l’intera ora successiva ad accarezzare i capelli a Hermione. Se la stringeva addosso più forte quando i singhiozzi aumentavano, allentava la presa quando sembravano diminuire. Versò qualche lacrima anche lei.
Per quello che aveva passato, per come doveva essersi sentita, per le bugie in cui era vissuta fino a quell’estate.
Per l’avere due amici stupidi come Harry Potter e suo fratello, di cui si vergognava tantissimo.
Si allontanò da lei quel tanto che bastava per guardarla in faccia. Era tutta rossa.
“Come ti senti?”
“Male!” – rispose lei, piangendo. In quel momento non aveva voglia di fare la forte, di fare la parte di quella che si piega e non si spezza, perché si era verificato l’esatto opposto. – “Nes-nessuno capisce! Nessuno! Tu-tutti si aspettano che-che io…”
Ginny, furente, le prese il viso tra le mani e se lo portò a pochi centimetri dal volto.
“TU farai esattamente quello che TU vuoi fare! Gli altri si attaccano! Adesso gli altri aspetteranno e se proveranno solo a farti fare qualcosa che non ti va, giuro su Merlino, Morgana, Dio, Gesù, Budda, Allah o chi cazzo vuoi che non vedrà un altro sole, mi sono spiegata?”
Hermione si ritrovò ad annuire, inconsciamente.
“Adesso aspettami qui.”
“Dove vai?”
“A prepararti un bagno tesoro, perché ne hai veramente bisogno. Torno subito.”

La vidi sparire dietro la porta del bagno, ma la sentivo ancora vicina a me.
Le sue parole mi hanno fatto molto piacere e mi hanno dato un po’ di quella tranquillità che mi serviva per affrontare meglio la nottata.
Dei tre, è stata l’unica a dirmi quello che volevo sentirmi dire. Forse il fatto di essere l’unica figlia femmina in un branco di maschi, le è stato utile per sviluppare quel sesto senso femminile che aiuta a captare ogni minimo cambiamento in un’altra persona.

Ginny tornò cinque minuti più tardi e invitò Hermione a seguirla. La riccia si avvicinò alla sponda del letto e quando mise le gambe a terra rischiò di cadere. Aveva le gambe anchilosate, ma si riprese dopo qualche istante. Andò verso Ginny, che l’aiutò a spogliarsi per fare il bagno. Mise i vestiti sporchi nella cesta e aiutò Hermione a entrare nella vasca.
“Vieni qui, che ti lavo i capelli.”
Hermione si avvicinò all’amica e si lasciò coccolare. Ginny le lavò la testa, massaggiandola delicatamente e poi le lavò la schiena. In quel momento aveva bisogno di attenzioni e di certo lei non gliele avrebbe negate. Mise molta attenzione in quello che faceva, perché voleva che Hermione si sentisse bene, dopo tutto quello che aveva passato.
Uscirono dal bagno circa dopo mezz’ora e Hermione si sentì decisamente meglio. Non l’avrebbe mai detto, ma Ginny aveva due mani speciali. Anche lì, l’aiuto a prepararsi per la notte, mentre faceva apparire un pigiama per sé.
“Cosa fai?”
Ginny si ritrovò a guardare Hermione su una gamba sola, stile gru, mentre l’altra era piegata per infilarla nel pantalone del pigiama.
“Eh?” – chiese lei.
Hermione sorrise, divertita.
“Che fai?”
“Mi sto mettendo il pigiama.” – fece Ginny, infilando entrambe le gambe del pantalone. – “Dormo con te stanotte.”
“Non è…”
“Sì, lo è.” – fece Ginny, dirigendosi verso il letto. – “Hai bisogno di compagnia.” – fece, infilandosi sotto le coperte. – “Nox.” – mormorò la rossa, mentre calava il buio nella stanza.
Hermione si sdraiò, sentendo la stanchezza farsi avanti inesorabile. Filtrava un debole raggio di luna che andava a colpire i loro volti. Si stavano guardando in faccia.
“E poi il tuo letto è più comodo del mio.” – fece la rossa.
L’ultima cosa che sentì Ginny prima di addormentarsi – sembrava di no, ma pure lei era stanca per quelle rivelazioni così importanti – fu il classico sbuffo di chi stava sorridendo alla battuta.
E sorrise pure lei.









Sabato.
Nessuna lezione.
Sinonimo di feste e bagordi collettivi.
Quel mattino, Hermione si svegliò verso le nove. Si sentiva bene e riposata, e un certo scroscio provenire dal suo bagno. Stropicciò gli occhi e si stiracchiò, sentendo distintamente ogni muscolo stendersi al suo gesto. Cinque minuti più tardi, uscì Ginny con un accappatoio rosso-oro addosso.
“Buon giorno.” – fece la rossa, mentre tamponava i capelli con un asciugamano. – “Come hai dormito?”
Hermione si mise a sedere, ancora assonnata.
“Bene, grazie.”
“Coraggio, infilati in doccia che poi scendiamo a fare colazione.”
Hermione obbedì, anche perché aveva sperimentato – ringraziando Merlino non sulla sua pelle – che Molly quando si arrabbiava era nulla in confronto alla figlia.
Con il trattamento speciale della sera prima, Hermione fece presto a lavarsi. Ebbe la sensazione che tutta la sporcizia accumulata in quei tre mesi e mezzo fosse scesa dallo scarico la sera precedente.
Fu quando si stava infilando le scarpe, che le venne un mezzo colpo.
“Che c’è?” – chiese Ginny, girandosi preoccupata, mentre spazzolava i capelli. L’aveva vista allo specchio diventare bianca come un cencio.
“Non… non è che Harry e Ron andranno in giro a dirlo, vero?”
Ginny alzò un sopracciglio.
“Spero bene per loro che non ci provino nemmeno.”
Ma non le bastava.
“Sì, ma… e se lo avessero fatto? E se quando metterò piede in Sala Grande tutti mi chiederanno spiegazioni?”
Ginny andò da lei e le mise le mani sulle spalle.
“Hermione calmati. Vedrai che non avranno detto niente. Sta tranquilla.”
Ma non lo era.




In camera sua, invece, Albert Preston stava cercando qualcosa di carino da indossare. Avrebbe passato la giornata con sua sorella e voleva essere perfetto.
Ma sembrava che ogni abito presente nel suo armadio non fosse adatto per un’occasione simile, o eccessivamente elegante o eccessivamente sportivo. Quando Draco uscì dal bagno e si trovò la camera in quelle condizioni, si chiese se nei venti minuti che era stato assente per la doccia fosse passato un troll di Montagna, accompagnato da un uragano.
“Albert?”
Il ragazzo emerse dall’armadio, con aria interrogativa.
“Cosa?”
“Cos’è questo casino?”
Il ragazzo si guardò intorno e sembrò accorgersi solo in quel momento del macello che regnava in quella stanza. Sgranò gli occhi, ma con un incantesimo rimise tutto a posto.
Draco notò che era agitato.
“Che succede?”
“Oggi passerò un po’ di tempo con Hermione.” – spiegò Albert, pronunciando con innata naturalezza quel nome che, invece, fece correre un brivido lungo la purissima spina dorsale del biondo Serpeverde.
Si chiese se mai, un giorno, sarebbe arrivato anche lui ad avere una tale confidenza…
“E tu hai rivoltato la stanza da cima a fondo per…?” – lasciò in sospeso la frase, affinché la finisse lui. Stentava a credere che Albert potesse essersi ridotto in quello stato, anche se forse era comprensibile. Draco stesso non avrebbe saputo dire come avrebbe reagito se si fosse trovato nei panni dell’amico.
“Perché non ho un cazzo da mettermi!” – urlò frustrato, mentre Draco corrucciava un sopracciglio. – “Porca puttana! Non ho niente che vada bene!”
“Albert… non devi mica andare a nozze…” – disse il biondo, cercando di farlo ragionare.
Il ragazzo, invece, si girò con uno sguardo di fuoco.
“E’ importante per me.” – disse, solamente.
“Albert, prima di sapere che era lei, quella ragazza era la Granger.”
Albert si girò stile “esorcista”.
“Non.nominare.quel.nome.” – fece lui, a denti stretti.
Draco si stizzì non poco. Negare la realtà dei fatti non avrebbe aiutato nessuno.
“Incazzati quanto vuoi, ma è la verità. Lei era la Granger e una mezzosangue.”
Albert non replicò. Per quanto la cosa gli desse un fastidio indescrivibile, non poteva non dare ragione a Draco.
“E non mi è mai sembrato di vederla andare in giro con abiti particolarmente eleganti. E sinceramente non credo che inizierà a cambiare proprio adesso.”
“Perché?” – chiese lui. – “Che c’è di male nel vestirsi bene?”
Draco annuì, concorde.
“Niente, ma stiamo parlando della Granger. Quella che ha dato il via al C.R.E.P.A.. Chi credi che confezioni gli abiti che indossiamo?”
“E tutto questo per dirmi cosa?”
“Che non devi rivoltare la camera come un calzino per cercare cosa metterti.”
Albert sospirò. La faceva facile lui che non…
“Ad ogni modo…”
Albert si vide arrivare in faccia una felpa bianca con il cappuccio. Sgranò gli occhi e li puntò sul biondo.
“E sia chiaro…” – lo minacciò l’altro. – “Che se ci trovo sopra una macchia, te la faccio lavare a mano.”
Albert gli sorrise, riconoscente, mentre Draco tornò in bagno per vestirsi.




Lungo il corridoio che avrebbe portato Hermione e Ginny in Sala Grande, le due trovarono molti studenti, soprattutto Grifondoro, che guardavano la riccia e commentavano il suo passaggio.
“Lo sanno già!” – sussurrò terrorizzata Hermione a Ginny.
La rossa non credeva possibile che Harry e Ron avessero detto una cosa del genere in giro senza prima consultarsi con la diretta interessata.
L’unica cosa che Ginny non sapeva, visto che a lei dei pettegolezzi non interessava granché, era che quei bisbigli non erano dovuti al fatto che Harry e Ron avessero detto qualcosa di troppo, bensì al fatto che solo il giorno prima Hermione era stata vista in compagnia di un Serpeverde e quindi era ovvio che ci stessero ricamando sopra.
I brusii non finivano mai e Hermione si ritrovò a camminare a testa bassa, colma di una vergogna inspiegabile, per una che non aveva fatto niente, anzi. Che si era vista smembrare la sua vita come carne da macello.
“Cammina a testa alta.” – le disse Ginny.
Ma Hermione non ci riusciva. Quelle voci non la smettevano mai di parlare, di commentare, di ghignare, di ridere. Davano fastidio perfino a Ginny. Hermione, a un tratto si fermò, e tornò indietro, facendo aumentare così le voci. La rossa si fermò di botto e tornò indietro quasi correndo. La fermò dietro un angolo dove, fortunatamente, non c’era nessuno.
“Dove stai andando?” – chiese sgomenta la rossa.
“Me ne torno in camera mia!” – sbottò lei.
Ginny la guardò con gli occhi spalancati.
“Ma scherzi?”
“No!” – ansimava, quasi avesse l’asma. – “Li hai sentiti? Continuano a parlare! Lo sanno già!”
Ginny si sporse verso il corridoio, notando come gli studenti stessero guardando dalla loro parte, in cerca di pettegolezzi.
“Non fare la sciocca, Hermione. Non puoi sapere di cosa stanno parlando!”
“E invece sì! Sanno di me e di Albert! Oddio! Non volevo che si sapesse così!”
Ginny non sapeva cosa dire.
“Hermione non…” – ma si bloccò. Cosa poteva dire? – “D’accordo.”
“Cosa?” – chiese immediatamente la riccia, guardandola con gli occhi spalancati dal terrore.
“Adesso vado a chiedere cos’hanno di così interessante da parlare.” – stava per uscire, quando Hermione la tirò per il mantello, rischiando di soffocarla.
“Ma sei matta? Non peggiorare la situazione!”
Ginny se la levò di dosso con malagrazia e uscì, dirigendosi verso una coppia qualsiasi che, vedendola arrivare, si mise a parlare di tutt’altro. Hermione seguì la scena con il cuore in gola.
“Non fate le furbe.” – disse la rossa.
Le due si zittirono e cercarono di salvare il salvabile.
“Di cosa parli Weasley?”
“Posso sapere di cosa stavate parlando prima, mentre stavamo passando?”
“Di niente, Weasley. Di abiti.”
“Pendal, non giocare con me. Sai che so lanciare delle fatture Orcovolanti molto efficaci.”
Fu sufficiente per far morire di paura la ragazzina del terzo anno.
“De-della Granger… che stava con il Serpeverde.”
“E poi?”
“E poi basta! Te lo giuro!”
Ginny, non soddisfatta, estrasse la bacchetta dalla tasca del mantello e la studiò, come se cercasse una macchia invisibile.
“Mmmm… non sono mica tanto convinta, sai?”
La ragazzina arretrò fino a toccare il muro con le spalle. Stessa sorte per l’altra.
“Te lo giuriamo Weasley!” – fece l’altra ragazzina. – “Parlavamo di come la Granger stesse stringendo amicizia con i Serpeverde! Giuro!”
La Pendal confermò le sue parole. E lesse la verità nei loro occhi. Rinfoderò la bacchetta e sorrise.
“Visto? Non era poi così difficile, no?” – tornò da Hermione, che la stava aspettando in ansia.
“Allora? Che hanno detto? Lo sanno già? Ci hanno già ricamato sopra?”
“No, non sanno niente.”
Tutto il terrore di Hermione svanì all’istante.
“Cosa? Come no? Parlavano di me, ne sono sicura!”
“Sì, parlavano di te, ma non nel senso che intendevi tu. Sanno solo di averti vista con Albert Preston, non che sei sua sorella.”
Hermione si sentì immensamente sciocca.
“A-ah… scusa, Gin.”
“Hermione, devi stare tranquilla. Questa storia non puoi tenerla nascosta per molto tempo.”
“Fino alla fine dell’anno?” – chiese lei, speranzosa.
Ginny arricciò le labbra in un sorrisetto divertito.
“Non credo. In ogni caso, non sarai sola. Coraggio, adesso andiamo. Sbaglio o devi vederti con qualcuno oggi?”
Hermione arrossì e sorrise impercettibilmente.
“Servono energie. Dai, andiamo in Sala Grande.”
Come lì nel corridoio, anche in Sala Grande la maggior parte degli studenti guardavano Hermione e Albert, chiedendosi che razza di rapporto ci fosse tra loro. La riccia, per il momento ancora in una botte di ferro, camminava tranquillamente, evitando accuratamente di guardare la tavola verde-argento. Harry e Ron erano seduti ai propri posti e quando videro Hermione in compagnia di Ginny si misero quasi sull’attenti.
“Hermione…” – fecero i due in coro.
“Come… come stai?” – chiese Harry.
La riccia lo guardò e alzò le spalle.
“Abbastanza bene.” – fece, sedendosi.
Ginny, accanto a lei, squadrava con aria omicida i due, pronta a scannarli vivi se avessero detto una parola di troppo.
“Senti…” – iniziò Harry. – “… volevamo chiederti scusa per ieri sera.”
Ginny diminuì la presa sul bicchiere e si rilassò. Forse avevano capito di aver esagerato ieri sera e…
“Se abbiamo detto o fatto qualcosa che ti ha ferita, ci dispiace.” – fece Ron, sperando di essersela cavata con poco.
Ginny sentì un’ondata di malessere pervaderle lo stomaco, come se fosse stata sbattuta al largo da un’onda anomala. Li guardò, chiedendosi veramente chi fossero quei due.
Hermione, invece, non aprì bocca. La sentì amara, nonostante la dolcezza del succo di zucca appena ingerito. Il labbro le tremò impercettibilmente e lo nascose, chinando il capo per raccogliere un’inesistente briciola dal suo piatto.
Ron volle sdrammatizzare la situazione.
“Ehi, perché oggi non andiamo a Hogsmeade a fare un giro?” – propose il rosso.
Hermione si morse la lingua. Cosa doveva fare? Rispondergli male o lasciar perdere?
“Hermione oggi ha da fare, ma se volete ci possiamo andare noi.” – fece la rossa, che aveva in mente un’arringa niente male da propinare a quelle due teste di legno.
“Ah… cosa devi fare, Hermione?”
La riccia stava per sbattere il bicchiere sul tavolo, ma l’intervento della Divina Provvidenza l’aiutò a non frantumarlo.
“Signorina Granger?” – la chiamò la sua direttrice.
Harry e Ron stavano per dirle che Hermione non faceva più Granger di cognome, ma un’occhiataccia di Ginny li rimise al loro posto.
“Sì?” – rispose lei, automaticamente. L’attimo successivo chiuse gli occhi, maledicendosi per quell’errore.
Ginny lo notò e le prese la mano.
“Può seguirmi nell’ufficio del preside?”
Hermione annuì. Lasciò la mano dell’amica e seguì la sua docente di Trasfigurazione.
“Continuate pure la vostra colazione, signori.” – fece la donna, mettendo una mano sulla schiena di Hermione.
Ginny si girò, e riprese da dove aveva interrotto.
“Che vorrà da lei Silente?” – chiese Harry, mentre seguiva con lo sguardo Hermione fino a che scomparve dietro il grande portone.

Anche Albert, dalla sua tavolata, aveva seguito con enorme interesse la scena. Dove stava portando sua sorella?




Minerva McGranitt camminava spedita verso l’ufficio del preside, mentre Hermione le andava dietro con lo sguardo basso.
“Come ti senti, Hermione?”
La ragazza alzò lo sguardo, sorpresa. Raramente i professori chiamavano gli studenti per nome.
“Bene.” – rispose lei, automaticamente. Non sapeva che tutto il corpo docente era stato messo a conoscenza dell’accaduto.
“Stai tranquilla, Hermione. Albus ci ha detto tutto.”
La ragazza iniziò a palesare un forte senso di disagio.
“Non ti preoccupare, cara. Al momento nessun altro sa di questa storia. Coraggio, vieni.”
Hermione sentì gli occhi diventare lucidi. Aveva una brutta sensazione al riguardo. Silente sapeva, i professori sapevano, i suoi amici sapevano… quanto tempo sarebbe occorso perché tutti lo venissero a sapere?
Voglio sparire, pensò Hermione, mentre la McGranitt pronunciò la parola d’ordine per entrare nell’ufficio del preside.









Note di me:
devo commentare, per caso?
-.-
Dunque… come vi sembrano Harry e Ron?
E il mio Dracucciolo?
E Ginny?
E la McGranitt?
Cosa vorrà da lei, Silente?
Preparatevi, perché nel prossimo capitolo vedremo un Severus Piton diverso, un Piton che ha delle motivazioni molto serie per avercela con Hermione.
Se penso che vi lascio con il fiato sospeso per 11 giorni… beh!, sono contenta!
HAHAHAHAHA!
Alla prossima, allora…
Pensateci…
  
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