DELIRIO A QUATTRO MANI: "NO EXCUSES", con Sam Vega. Amo.
Amo tante - troppe - cose e
ne odio
anche di più.
Credo
nella Libertà.
Di pensare,
parlare,
scrivere,
ridere,
piangere,
sognare.
Di amare
- e sì, anche
di scopare
- chi,
come e
quando
ci pare. Ci aggiungerei anche un "dove",
ma poi si finisce sul penale...e non è il massimo della
soddisfazione, considerando che la parola poi non c'entra nulla con
quel significato di "pene", ma solo e soltanto con il suo
singolare: pena. In
quella che chiamano "realtà" - anche se poi il mio
cervellino vive pressoché l'80% del tempo sulle nuvole o
sulla Luna
- ho un nome che amo - Veronica
- e un'età che ancora digerisco - appartengo all'ultimo
barlume
degli anni '80:
ovvero classe
1989
- almeno fino a che il
numero resta basso, visto che soffro
della Sindrome di Peter
Pan
e ho il terrore atroce
di invecchiare. Ho
tre
alterego,
anche
se sospetto di un quarto ancora non ben definito. Ero agnostica,
fino a che “ho visto il volto di Dio, si chiama Brian
Kinney”,
mio unico e solo
credo, maestro di vita e uno
dei miei bellissimi papà,
insieme a Justin
Taylor. Tralasciando le
mie “gaie”
passioni, credo si possa aggiungere alla mia lunga lista di manie
il mio essere totalmente
ossessionata
dalla moda e dallo shopping
compulsivo
– vedi l'alterego “JD”
- la vita
notturna
passata tra
discoteche, discopub,
bar e feste
varie
– vedi l'alterego “Sid”
- ed il vizio
di divorare letteralmente libri,
fondere cd,
vinili
o dvd fino allo
sfinimento e saltare
da un posto all'altro,
fotografando
in ogni dove,
viaggiando
il
più possibile alla scoperta del
mondo e dell'arte in un quadro, un
affresco
– ebbene sì, entro anche
nelle chiese, nonostante il fastidioso prurito che mi colpisce
immediatamente – una
scultura,
una
città o la semplice e “awwwww”
natura che ci circonda
– vedi il
terzo alterego – il tutto condito da una buona dose d'insonnia
e schiZZofrenia
–
con due “z”, perché mi
piace di più – che comunque mi mantengono abbastanza
innocua. In
caso di pericolo
comunque, basta
un'immagine dei miei
due
papà
e cado in brodo di giuggiole.
Concludo e smetto
di rompervi le palle, con una frase del superbo Kurt
Cobain
– ovviamente
riadattata XD – che recita: “Se
sei un sessista,
razzista,
omofobo o fondamentalmente un coglione,
non
leggere le mie storie.
Non m'importa se ti piaccio,
io
ti odio.”
23/01/2015 - COMUNICAZIONE DI SERVIZIO:
Ne è passato di tempo dall'ultima volta ma, ebbene sì, non sembra, ma sono davvero ancora viva.
Lo so che manco da un bel po' e che ho milioni di messaggi e recensioni a cui rispondere. So anche che c'è ancora qualcuno che sta aspettando un nuovo capitolo di Blowing Bubbles ma, come ho annunciato su FB tempo fa, al momento non sono proprio in grado di scriverla. In parte perché vorrei ricorreggere e rivedere alcune cose e in parte che perché, al momento, mi resta molto più facile scrivere di altro.
Questo "altro" è un progetto a quattro mani a cui tengo in particolar modo, che non pubblicherò su questo account ma su un altro, fatto appositamente per questa occasione.
Ovviamente posterò qui il link (http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2992648&i=1) a chiunque possa essere interessato, ma ci tengo davvero tanto a scusarmi per l'attesa. Purtroppo non posso scrivere qualcosa che al momento non riesco a "sentire". Ne uscirebbe qualcosa che non piace a me, ma soprattutto credo che non piacerebbe neanche a voi. Non sono in grado di dargli l'attenzione che merita, al momento; non sono in grado di fare le correzioni che vorrei e scrivere come vorrei.
Perciò niente; niente da dire a parte l'ennesimo "scusa" e che, se avrete ancora voglia di leggere altro della sottoscritta, potete cliccare sul link che posterò a breve qui sotto.
"No Excuses" è qualcosa di molto più mio. Spero potrà piacervi, se avrete voglia di dargli un occasione.
Grazie ancora di tutto, soprattutto per la pazienza.
Un bacione,
Veronica.
Nata sognatrice.
Psicologicamente
instabile, con le tendenze acide di un limone
e la soda caustica. Mordo
se qualcuno tocca la mia libertà.
Divisa precisamente a metà tra idealismo e
cinismo...presento anche
sintomi gravi di lunatismo,
lunaticismo,
lunaticesimo...lunat...come
cazzo si scrive?
Tendo
a mal sopportare gli imbecilli, i
fanatici religiosi
- che poi,
praticamente, appartengono alla stessa categoria dei primi, con la
sola differenza che hanno un amichetto immaginario e si ammazzano o
ammazzano per lui. Bravi
cretini, aggiungo io. - e gli
omofobi...perciò,
se appartenete ad
una qualunque di queste categorie, consiglio caldamente di cliccare
sulla bellissima "x" bianca su sfondo rosso in alto a
destra, e di andare
velocemente e
molto elegantemente
a 'fanculo.
Generalmente adoro
la mia vita, salvo qualche momento in cui manderei tutto a
farsi un giretto in quel posto dove, almeno una volta nella vita,
vengono spediti tutti quanti...e me ne scapperei su Marte, o su un
qualsiasi altro pianeta vicino e privo di vita intelligente e non,
con cui dover discutere.
Il primo:
autolesionista, alcolizzato
e psicotico
di nome “Sid”
- che prende spunto dal padre e Dio
del punk e
dello scatafascio:
Sid
Vicious -
che se ne esce
d'improvviso e per conto proprio nel momento in cui sente odore
d'alcool, a prescindere da dove mi trovi e da che ora sia - il che
significa che fare colazione con un bicchiere di Martini e le Macine
del Mulino Bianco è tutto perfettamente nella norma
– un secondo:
vanitoso,
megalomane
e infantile
di nome “James
Dean”
- “JD”
per gli amici – che rifacendosi all'intramontabile - e strafica
– star Hollywoodiana, blatera di voler morire giovane e
restare
bello per sempre, nei secoli dei secoli, amen;
e il terzo:
“Andy
Allen”
soprannominato anche “Woody
Warhol” - da
quei due geni
che sono Andy
Warhol e Woody
Allen -
instancabile sognatore,
con “lampi di genio ed altrettanti tuoni
d'imbecillità”,
produttore continuo di idee – per lo più malsane,
ma questo non
diciamoglielo – con una spessa e vitale vena artistica, senza
la quale non potrei vivere,
e
fondamentalmente forse l'unica parte utile di me medesima.
Inutile dire che
sono una “Queer
as
Folk
addicted”,
ma di quelle pesantemente malate, che sente ognuno
di quei
personaggi – anche quello scartavetramento
di palle melodrammatico
che risponde al nome di
Michael Novotny – come parte della propria
famiglia e li
crede realmente esistenti – e
non
provate a dire il contrario – e
felicemente
favolosi in qualche angolo del mondo.
A tal proposito,
credo profondamente nell'Harson,
o Gandy
che dir si voglia – o come
cazzo vogliate chiamare
la coppia formata da Gale
Harold & Randy
Harrison – per cui sbavo indegnamente e sbrodolo
cose senza
senso.