"Mi chiedevo solo cosa si provasse ad averti esclusivamente per me una sola notte, ed ora guardami. La mia vita sta andando a pezzi. E tu sei come le sigarette, la nicotina: non riesco più a smettere. Non ci riesco proprio, Frank"

Scossi la testa con nervosismo. Aveva uno sguardo così penetrante. Non poteva essere Gerard Way, lui era morto. Era morto ieri sera, davanti a me, davanti ai miei occhi, avevo assistito ai suoi ultimi secondi di vita. Mi sentii stringere il petto. Che sensazione orribile.
«Volevo chiederti se è libero accanto a te» disse con tranquillità, come se non avesse capito che ero terribilmente a disagio. [...]
Non sapevo nemmeno che faccia avesse Gerard Way, poteva essere chiunque. Forse il ragazzo della macchina era un soggetto, quello della panchina era un altro, e Gerard Way non era nessuno. Sì, non era nessuno. Dovetti ripetermelo diciassette volte per convincermi. Gerard Way non era nessuno. Non l’avevo mai visto. Stavo bene. Non ero pazzo.

Era il suo ultimo anno, l’ultima occasione di svagarsi prima dell’esame, voleva divertirsi, bere e magari rimorchiare qualcuno o qualcuna, anche se nell’ultimo periodo era interessato di più ai ragazzi. Il professor Way era nuovo quanto giovane, aveva non più di venticinque anni, e per la sfortuna di Frank insegnava matematica, la materia che più odiava al mondo. Era bello quanto stronzo. Aveva i capelli nero corvino, un pelle bianca e pallida come il latte e degli occhi verdi e profondi. Quella di Frank non era una cotta, ma più un apprezzamento per quella bellezza sprecata.
OS.

Frank non conosce il suo vero cognome, conosce solo il cognome della famiglia che l'ha adottato. Ha due fratelli che in realtà non sono nemmeno suoi lontani parenti ed è follemente innamorato di uno dei due.
Credete che la sua esistenza sia complicata? Avete perfettamente ragione.
/dal prologo/
« Sai una cosa, Frank? » aveva cominciato a dire il piccolo Way avvicinandosi; « A me piacerebbe che tu venissi a casa con noi. »
Sorrido semplicemente, quel piccoletto mi piace sempre di più. [...] Sono passati dieci minuti e io sono ancora fuori dalla porta di legno scuro fredda della dottoressa, ancora appoggiato di schiena e ancora affannato, non ho corso eppure il mio cuore batte a mille.
E chi l’avrebbe mai detto? Sono stato adottato!

Ciao a tutti. Questa è la mia prima fanfiction a più capitoli...si parla di una ragazza italiana che da piccola ha conosciuto Chester Bennington con cui ha stretto una grande amicizia. I due si rincontreranno solo dopo molti anni e la ragazza passerà una lunga estate insieme ai componenti della band. Introdurro' varie tematiche come la droga e la violenza di cui Chester ne fu vittima e andando avanti aggiungerò una storia a triangolo. Aggiungero' le varie avvertenze man mano con i vari aggiornamenti. Non sono molto brava a riassumere tutte le idee che ho perché vorrei dire tutto ma ho solo 200 parole e quindi spero leggerete almeno il primo capitolo che fa da prologo. Detto questo vi aspetto in molti a recensire. Accetto di buon grado consigli e critiche perché so che grazie a queste potrò migliorare. Buona lettura e un grande ciao a tutti.
P.S. Le sfere temporali non sono giuste. Ho preceduto di qualche anno il successo dei Linkin Park.

'- Hai finito il liceo , perchè non te ne vai dal Jersey? Non è un posto per te questo. Non lo è mai stato-. Mi dice mentre mi accarezza dolcemente la guancia -Sei una persona così sensibile Frank , farai sicuramente successo. Ma vattene da qui , prima che sia troppo tardi anche per te-.'

Era lì, in piedi, avvolto nell'accappatoio e con i capelli corvini che gocciolavano sul pavimento. La sue pelle era bianca e le guance arrossate a causa dell'acqua bollente della doccia dalla quale era appena uscito. Non aveva l'espressione che Frank si aspettava. Non sembrava furibondo e non si intravedeva quell'ombra minacciosa negli occhi verdi venati d'oro che lo faceva sentire piccolo e insignificante. Non aveva lo sguardo triste nè deluso. Il chitarrista aveva passato tutta la notte fuori, e Gerard odiava non sapere dove fosse, soprattutto dopo le ultime scappatelle che si era concesso con le fan che si buttavano senza vergogna tra le sue braccia. Era certo che avrebbe dovuto affrontare un'altra sfuriata e che sarebbe stato costretto a scavare nella propria memoria per spiegare cos'era successo la sera prima. Invece Gee stava lì, più bello che mai, illuminato dalla luce del mattino che, filtrata dalla stoffa leggera delle tende, creava un gioco di colori che si proiettavano sul suo viso pallido. Lo guardava con un’espressione amorevole, e con quel sorriso immenso.

La storia è ambientata a Poway, California, nel 1991. La sedicenne Josie, citata dai Blink in una loro canzone, è appena tornata in città pronta per un nuovo inizio e per il liceo, dove conoscerà successivamente Mark e Tom, amici da sempre.
Ho cercato di rendere la ff quanto più reale possibile (origini dei Blink, canzoni per data e altri avvenimenti). Tratta anche tematiche piuttosto delicate che fanno parte dell'adolescenza sia dei protagonisti che in generale.
Per il resto è la mia prima ff (siate davvero clementi) e spero vi piaccia!

-Ci rivedremo, Cappello di Paglia.-
-E’ una minaccia?- rispose Rufy.
Roger parve rifletterci su. –E’ una promessa.- e scomparve lungo le scale.
Il Capitano sorrise.
Eppure,pensò osservandolo, gli ricordava qualcuno.

[...]-Ciao, Dante.-
Devils never cry.
La cornice gli cadde di mano e quel poco vetro rimasto finì di rompersi.
Mentre guardava quegli occhi azzurri così simili ai suoi, il mondo gli crollò addosso.
Devil can cry. [...]
Dal prologo

Le bastarono dieci minuti per vestirsi ma, in una Londra col traffico in tilt e la pioggia che rendeva l’asfalto una tavolozza umida di colori, le ci vollero quindici minuti prima che un taxi si fermasse di fronte alla sua mano alzata. Quando l’auto si fu allontanata di qualche isolato, lei era già in ritardo di una decina di minuti buoni e constatò che se avesse aspettato che il taxi raggiungesse il caffè, avrebbe fatto prima a rimandare l’appuntamento al giorno seguente.
Sarebbe stato meglio.
***
Liberamente e spudoratamente cucita addosso a uno dei Led Zeppelin, la storia che leggerete è un adattamento di un romanzo del '94, Lunch di Karen Moline. Pregando con tutto il cuore di riuscire a farne un "remake" più personale, vi lascio alla storia di una pittrice che un giorno, per un ritardo non voluto ad un appuntamento, s'imbattè nel Dirigibile.

"-Io…Io so che forse non è la domanda più adatta in un simile momento ma….che nome intende dare al bambino?- Malfoy continuò a sfiorare delicatamente la guancia di suo figlio, estraniandosi del resto del mondo.
Il Medimago e l’infermiera non osavano proferir parola. Nella sala era sceso un silenzio imbarazzante.
-Eltanin-
-Come, mi scusi?- Due gemme grigie brillarono nel buio.
-Ho detto Eltanin. Eltanin Phoenix Malfoy."
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In fase di revisione. Potrebbero esserci alcuni cambiamenti sostanziali. Fino al termine della revisione, la storia sarà sospesa.
Mi scuso per l'infinita attesa.

...prendete Dominc che si innamora di una ragazza piena di segreti, aggiungete degli spettacoli Burlesque qua e le e un sottofondo di musica Swing... ed otterrete questa mia nuova FF!!!