"«Sai, vorrei ci fosse anche Kairi».
Riku gli bacia la bocca, e ride, ad occhi socchiusi. «Avresti il coraggio di chiederglielo?».
Sora sorride, furbo: «Ho fatto cose peggiori»."
-
[attenzione! presenza di: Riku/Sora, Riku/Sora/Kairi, Axel(Lea)/Sora e, per non farci mancare proprio niente, Axel/Roxas (ma solo accennato)]

«Ritroveremo la tua ispirazione. E sai che quando mi punto, devo riuscirci» concluse. Scossi la testa, stancamente.
«Non questa volta, riccio. Ti stai imbarcando in qualcosa di troppo grande per te».
«Yasmin, non ho altra scelta. Il mio tempo qui è limitato, e non so con esattezza quanto avrò a disposizione» disse, sedendosi sul tavolo, poggiando i gomiti sulle cosce e fissando il pavimento. «Se non ti sbrighi a scrivere la conclusione del libro e a rimandarmi nel mio mondo… morirò».
~
Pensai di avere le allucinazioni, di essere ancora nel più assurdo dei miei parti onirici.
E invece no.
Perché Harry Styles, il personaggio della storia che stavo scrivendo, era appena uscito fuori dal computer.
Letteralmente.
E mi fissava sorpreso dall’altra parte della stanza.
Iniziai a sentire le vertigini.

Roxas annega nel cielo sanguigno e monotono, Axel sguazza nelle fogne per nascondersi da qualcosa che non lascia vie di fuga, Naminé è già morta ma continua a sorridere. Ci sono l'Organizzazione, Sora, l'Usual Spot - e poi c'è lei. Twilight Town.
Quando vali meno dei topi sorridere è più semplice che piangere.
[(un)Happy AkuRoku Day!]

Una città morente in cui il Sole non brilla mai. Un bordello con un personale stravagante. Vite passate che s'intrecciano.
Poi c'è Demyx, che in quelle strade sporche non ha trovato ancora il suo posto.
E c'è Zexion, che invece in quei vicoli marci ci striscia troppo bene.
In un luogo in cui esistere sembra l'ironico compromesso tra la vita e la morte non può esserci spazio per la luce del giorno, ma per quella di due anime che si rincontrano forse sì.
[Zemyx - AkuRoku e RiSo accennate]
{Tanti auguri al mio amore}

E lo so che è passato più di un anno dalla tua morte, ma proprio per questo abbiamo deciso di ripubblicare il nostro estremo saluto e di ricordarti con un sorriso ancor più grande e sincero. Ci manchi, Bren. Riposa in pace.

Dio solo sa quanto hai dovuto aspettare.
Alla fine anche la tua pazienza da santa se ne è andata, e tu sei scappata. Cioè: stai per scappare. Tecnicamente sei ancora sulla banchina della stazione. Quella famosa stazione. E oggi è proprio quel giorno.
King’s cross.
Binario 9, con il 10 ben in vista.
1 settembre.
Ti ricordi, Chiara?
Non so neanche io come ho fatto a scrivere questaa song-fic. Perdonate l'allusione al binario 9 e 3/4, ma una Potterhead cronica come me è inguaribile. La canzone è Far Away dei nickelback :3

ricordate l'isola dove Ash e Misty atterrarono nella seconda stagione, a bordo del dirigibile del Team Rocket ?
e se l'isola fosse stata veramente deserta?
piccola one-shot pokeshipping, dal titolo di una delle mie canzoni preferite, spero vi piaccia!

Storia tra due UOMINI. Se siete sensibili a ciò, non leggetela.
Professore-alunno.
Professore con un senso di colpa e alunno, troppo fragile.
Buona lettura.

Damian era stato con altri uomini prima di allora, ma si trattava sempre di disperati alla ricerca di una buon’ora di sesso, forse perché in procinto di divorzio o con problemi finanziari. Ma l’uomo che gli si piantò di fronte era l’ultimo che Damian si aspettava di ricevere. Innanzitutto, per la stazza che si ritrovava era in grado benissimo di attrarre qualsiasi donna o uomo e soprattutto per la bellezza angelica che manifestava in ogni parte del corpo. Damian si domandò perché un uomo simile si fosse rivolto a lui, visto che il denaro, a giudicare dal vestiario di marca che indossava, fosse tra le sue prerogative e sicuramente le donne non gli mancavano.
«Salve» proferì finalmente il biondo, allungando una mano verso Damian che, ammutolito, lo squadrava da capo a piedi. «Il mio nome è Luke» aggiunse, prestandosi quando il ragazzo gli afferrò la mano. «Tu sei… Damian, giusto?» domandò, arcuando sensuale le sopracciglia. Damian si sentì contrarre le viscere quando lo sguardo glaciale dell’uomo percorse il suo corpo, soffermandosi sulla cerniera dei suoi pantaloni. Si costrinse ad annuire, ignorando i fremiti che lo attraversavano da capo a piedi, come scosse elettriche che innescavano in lui un’adrenalina senza precedenti.
Perché cazzo gli faceva quell’effetto?

Ash torna a Pallet Town, ma al suo ritorno una sorpresa lo coglierà impreparato, portandolo a riflettere sulle sue scelte.

«Quello che hai descritto tu prima si chiama “sognare”, e non sempre quello che desideriamo si realizza.»
Roxas annuì, soddisfatto.
«Proprio per questo è meglio aspettare e rimanere in disparte.»
«Ed è qui che ti sbagli, imbecille.» fece Riku in risposta, scuotendo la testa. «Così non fai altro che sognare, ma se vuoi davvero una cosa allora devi agire.»
Il biondo aprì la bocca, pronto a controbattere come ogni volta, ma Riku lo interruppe subito con un’alzata di mano.
«O almeno è così che dice sempre Axel, no?»
[Riku/Roxas/Axel- ]

«Sono davvero bellissime» gli disse un giorno, non riuscendo a rimanere in silenzio; l’acqua che girava tutt’intorno era sparita in una pioggerella leggera, assieme al vibrare delle corde.
«Ti ringrazio» sorrise Demyx, e Roxas si trovò a sentire caldo alle guance.
Non era come quelli che aveva visto altre volte, quel sorriso; in qualche modo era più bello, più sincero, delicato e spiazzante proprio come la bellezza della sua musica.
Probabilmente quello era il primo vero sorriso che vedeva, e gli piaceva moltissimo.

Sapevo che quell'uomo ti avrebbe sempre ostacolata. Ma non pensavo che ti avrebbe tolto con tanta crudeltà tutto ciò che desideravi. Capii in quel momento, e capisti anche tu, che era tutta una mess'in scena per toglierti di mezzo. Per impedirti di mostrare al mondo la tua anima, per tarparti le ali.
“Ti amo...” ripetesti, sottovoce, pensierosa, mentre sul tuo viso immobile scorrevano lacrime amare e ustionanti. Avrei voluto baciarle per cancellarle, ma non ce l'ho fatta.
Avrei voluto leccare quella ferita lacerante che si era aperta come un crepaccio nel tuo cuore.
Ma non mi sarebbe bastata una vita nemmeno per pensare a come fare.
E tu hai ovviato al problema prima di me.
Fan fiction terza classificata al contest Collapsing Night II edition del Collection of Starlight.

Cinquanta momenti, cinquanta prove, cinquanta pensieri, una sola coppia.

Non tutti i giorni erano festa a Sottomondo, nemmeno per i matti.
Scomposto, senza cappello, il cappellaio non aveva sempre la sua stessa venerabile figura.
Il ricordo di Alice brucia più di mille tazze di the, vero Cappellaio?