Cronache di ordinaria follia

di inzaghina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo indice ***
Capitolo 2: *** Di Capiscuola, ritratti e patti da rispettare ***
Capitolo 3: *** Il peggior incubo ***
Capitolo 4: *** Una serpe dal cuore d'oro ***
Capitolo 5: *** Libera ***
Capitolo 6: *** Confessioni ***



Capitolo 1
*** Capitolo indice ***


Capitolo indice
 
 
 
 
 

1. Capitolo indice
2. Di Capiscuola, ritratti e patti da rispettare - Dominique Weasley & James Sirius Potter
3. Il peggior incubo
- Rose Weasley & il Clan Weasley-Potter
3. Una Serpe dal cuore d’oro
- Rose Weasley & Scorpius Malfoy - Fred Weasley Jr. & Bex Hayes
4. Libera
- Dominique Weasley & Chris Davies
5. Confessioni
- Fred Jr. Weasley, James Sirius Potter & Olivia Wood

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Capitolo 2
*** Di Capiscuola, ritratti e patti da rispettare ***


Mi sono iscritta già da un po’ alla challenge “Slot Machine!” indetta da Juriaka sul forum di efp il cui punto di partenza è scegliere 10 personaggi e scrivere storie seguendo dei prompt che combinano quei personaggi in maniera casuale.
I personaggi che ho scelto io sono:

1- Teddy Lupin
2- Scorpius Malfoy
3- James Sirius Potter
4- Albus Severus Potter
5- Lily Luna Potter
6- Lysander Scamander
7- Rose Granger-Weasley
8- Victoire Weasley
9- Dominique Weasley
10- Fred Weasley Jr

 
 
Il primo prompt che ho deciso di utilizzare è il numero 5: “3 scopre che 8 o 9 ha un suo ritratto nel comodino.”

 
 
Di Capiscuola, ritratti e patti da rispettare
 
 
[Hogwarts, 12 settembre 2022]
 
 
Da quando era stato nominato capitano della squadra di Quidditch al suo quinto anno, James amava prendersela comoda al termine degli allenamenti: era l’ultimo a entrare in doccia ed era sempre lui a occuparsi di riporre le scope della squadra e le palle nell’armadio tinteggiato di rosso-oro. Quella non aveva fatto eccezione e lo studente del settimo anno si stava finalmente avviando in sala comune dove avrebbe trovato ad attenderlo cugini e amici per andare a cena.
“Boccino d’oro” declamò sorridendo al ritratto della Signora Grassa, che s’affrettò a lasciarlo passare, battendo civettuola le palpebre.
“Adoro essere Caposcuola” mormorò tra sé e sé, riflettendo sulla parola d’ordine che aveva scelto non appena aveva scoperto che era uno dei compiti che gli spettava.
“… me lo dici cos’avrei fatto di male io, eh Rose?” il sussurro di sua cugina Dominique rimbombava nel corridoio in pietra che lo separava dalla sala circolare che tanto adorava — segno che doveva essersi messa nell’angolo più riservato dell’ampia sala per confidarsi con l’altra cugina, tornata da poco dagli allenamenti.
“Prima mi tocca avere quel vanitoso di James come collega e adesso mi ritrovo con un suo dannato ritratto nascosto nel comodino!”
Rose trattenne a stento una risata alla vista della solitamente posata Dominique che dava di matto. “Credevo che James fosse il tuo migliore amico” le rammentò la Cacciatrice, ricevendo un’occhiataccia da Dominique.
“Certo che è il mio migliore amico, così come lo siete anche tu e Freddie, ma questo non significa che non lo trovi un po’ troppo pieno di sé...” ribatté a denti stretti, scatenando altre risate nella ragazza dai capelli ramati.
“Non è divertente!” strillò quindi l’anglo-francese, rabbuiandosi e attirando qualche sguardo curioso.
“Ancora non capisco perché non gli hai parlato di quello stupido ritratto…” si decise quindi a rispondere Rose, strizzando con affetto il braccio della cugina.
“Sinceramente è una cosa che vorrei capire anche io…” l’interruppe James, facendosi notare solo in quel momento dalle due ragazze.
“Zia Ginny non ti ha insegnato che non si origliano le conversazioni, Jamie!” lo rimbeccò svelta la compagna di squadra, incrociando le braccia e scoccandogli uno sguardo indagatore dannatamente simile a quello di sua madre.
“Non ci dovrebbero essere segreti tra noi cugini” le rammentò il primogenito di Harry e Ginny. “E comunque sono il tuo Caposcuola, Rosie…”
“Esattamente come lo sono anch’io, James!” sibilò Dominique, assottigliando gli occhi cerulei e inchiodandolo sul posto.
Il Capitano piegò le labbra in un sorrisino impudente. “Hai finalmente deciso di ammettere che anche tu mi trovi irresistibile, Domi?”
La ragazza scosse la testa, roteando gli occhi e mulinando i lunghi capelli biondi. “Forse nei tuoi sogni più fervidi, scemo che non sei altro!”
“E allora perché hai un mio ritratto nascosto nel comodino? Cotatanta bellezza dovrebbe essere esibita in sala comune, per lo meno, se non addirittura in Sala Grande…”
La bionda gli assestò una gomitata nelle costole. “Chiaramente non è mio!” scandì poi, con ovvietà.
La bocca di James Sirius Potter si spalancò assumendo un’espressione decisamente poco intelligente da cui si riprese estremamente velocemente. “E allora di chi è?”
“Non te lo posso dire” rispose sua cugina, sedendosi con eleganza su uno dei divanetti.
“E dai, perché?”
 Dominique rimase in religioso silenzio, spingendo James a rivolgersi a Rose, che scosse subito la testa, mostrandogli i palmi delle mani. “Non tiratemi in mezzo!”
“Ma c’eri già in mezzo” le fece notare James. “Se non aveste starnazzato come due oche non vi avrei nemmeno sentito...” borbottò a mezza voce, schioccando la lingua.
“Io non starnazzo, brutto buzzurro che non sei altro!” esclamò Dominique, esibendo il suo ascendente Veela più spaventoso.
“Oh, oh! Che hai combinato, amico?” sghignazzò Fred raggiungendoli, tallonato da Hugo, Lily e Roxie.
“Voglio solo sapere perché Dom ha un mio ritratto nel comodino, ma queste due non hanno intenzione di rispondermi...” si lagnò James, scompigliandosi i capelli scuri.
“Adesso vado a prenderlo così vediamo se almeno è un bel ritratto” propose Freddie. 
“Ma se nemmeno puoi salirci in camera mia!” lo rimbeccò Dominique.
“Oh, giusto…” ribattè Fred scrollando le spalle. “Potrei sempre spedirci Roxie…”
“Nemmeno per sogno” rispose svelta la sorella, lasciandosi cadere accanto a Dominique.
“E dai, Dom… dicci perché hai un mio ritratto nel comodino” la pregò nuovamente James.
“Lo sai che non lascerà perdere e che ti assillerà finché non gli avrai risposto, vero?” le fece notare pragmaticamente Rose.
Dominique annuì stancamente.
“E allora salvaci dal supplizio che sa essere mio fratello e diglielo” le suggerì Lily.
“Così possiamo andare a cena” la spalleggiò Hugo, tentando di mascherare i borbottii del suo stomaco.
“Possibile che tu abbia sempre fame, Hughie?” sogghignò la piccola Potter.
“Sono un adolescente maschio in crescita” le rispose il cugino, scrollando le spalle.
“Possiamo tornare a noi? È risaputo che Hugo ha un buco nero al posto dello stomaco, esattamente come zio Ron…” borbottò annoiato James, tornando a fissare Dominique che stava ricambiando il suo sguardo con un’occhiata gelida.
“E va bene” sbuffò l’anglo-francese, prendendo un respiro. “L’altro giorno sono stata trovata in compagnia di una persona inaspettata da quella pettegola di Cressida Corner e, per evitare che quell’arpia andasse a spiattellare ai quattro venti gli affari miei abbiamo fatto un patto…”
“Con chi ti avrebbe beccata scusa?” indagò subito Fred.
“Quale parte di: non sono affari tuoi non ti è chiara, Freddie?” lo zittì la sorella.
“E come mai ti sei ritrovata con un mio ritratto?” chiese James, conscio che mancassero alcuni dettagli alla storia raccontata da Dominique.
“Perché quella lingua biforcuta ha promesso di tenere la bocca chiusa solamente se io in cambio ti avessi fatto fare l’autografo e una dedica scritta appositamente per lei sul ritratto che ha fatto di te osservandoti a lezione…” bofonchiò a voce sempre più bassa la Caposcuola.
“Certo che potrebbe decisamente passare in modo più costruttivo le ore di lezione” osservò caustica Lily, scatenando le risate sguaiate di Fred, Hugo, Frankie Paciock e Brandon Jordan, che avevano appena raggiunto il gruppo insieme alle sorelle minori.
“Non gli hai ancora svelato l’ultimo dettaglio, Domi” le ricordò Rose, mettendo fine al caos e attirando nuovamente l’interesse del gruppo.
L’altra scosse la testa presa dalla disperazione, prima di tornare a concentrarsi su James e proseguire: “desidera che tu incanti un tuo bacio per fare in modo che ci sia un suono di labbra che schioccano ogni qual volta leggerà quanto le hai scritto…” borbottò a mezza voce.
“Ma quella è completamente sciroccata!” sghignazzò Fred, dando di gomito a Brandon.
“Non capisco perché non l’hai semplicemente mandata a quel paese” le disse Kayla Jordan.
“Per proteggere la privacy della persona con cui ero…”
“Di cui insisti a non volerci rivelarci nulla, quindi?” insistette Fred, ottenendo una scrollata di capo in risposta.
“Capisci perché non sapevo come chiedertelo, Jamie?” Dominique tornò a rivolgersi al ragazzo, che prese posto sul bracciolo del divano dov’era seduta lei.
“Avresti dovuto dirmelo subito invece…” le rispose lui. “Perché ovviamente ho la soluzione…” aggiunse dopo una breve pausa, rivolgendole il suo miglior sorriso malandrino.
“Veramente?” il tono di Dominique era uno strano mix tra la disperazione e la speranza e James ridacchiò prima di annuire.
“Si dia il caso che abbia beccato proprio la Corner che pomiciava con Johnny MacMillan dietro agli spogliatoi di Quidditch questa sera…”
“E quindi?” domandò Hugo, soffocando uno sbadiglio.
“Cressida è fidanzata con Elias Zabini” gli rispose Alice Paciock.
Hugo le restituì uno sguardo vacuo e disinteressato. “Fa le corna a quel figo di Zabini con MacMillan?” borbottò invece Kayla, scuotendo la testa.
“E che hai fatto?” s’informò Dominique.
“Ovviamente le ho detto che il mio silenzio avrebbe avuto un prezzo e che le avrei fatto sapere cosa avrei voluto in cambio quanto prima…”
“E sprecheresti questa situazione di vantaggio per me?”
“Sei la mia migliore amica, Dom… non sarebbe affatto uno spreco” le disse dolcemente James, pizzicandole la guancia.
“Perfetto! Possiamo andare a cena ora?” chiese Hugo, appoggiato da Freddie, Brandon e Frank.
Il gruppo cominciò a dirigersi verso il ritratto della Signora Grassa, parlottando di quello che speravano ci fosse a cena.
“Te l’avevo detto che avresti dovuto semplicemente parlargli…” disse Rose, afferrando Dominique e aiutandola ad alzarsi.
“È fastidioso il modo in cui tendi ad avere ragione così spesso” si lamentò la cugina, ricevendo una linguaccia in risposta. “E poi non mi sento ancora pronta a parlare del resto…” aggiunse la bionda, alternando occhiate a Rose e James.
“Sarò un po’ vanitoso, ma so rispettare la tua privacy, Dom!” chiarì il cugino, in tono offeso.
“Hai ragione, scusami” rispose lei, arruffandogli i capelli.
“Ora che è tutto chiarito però ho una richiesta…”
“E sarebbe?” incalzò Dominique, inarcando un sopracciglio.
“Posso vedere questo capolavoro?” implorò il ragazzo, saltellando sul posto e congiungendo le mani.
“Se ci tieni tanto” ridacchiò la cugina in risposta, appellando il ritratto dalla sua camera e porgendoglielo.
James l’afferrò, scrutandolo con occhio critico ed esibendosi nella sua miglior espressione schifata. “Ma non mi somiglia per niente! Io non ho le guance così rotonde, né le sopracciglia così cespugliose e nemmeno le labbra così rosa… che cosa si fuma quella cretina, porco Salazar?!”
Dominique, Rose e Fred risero forte.
“Oltre che dirle di scordarsi di chi ha visto nei corridoi con te le suggerirò un buon oculista o uno spacciatore migliore!” borbottò tra le risate di tutto il gruppo.
 
 

Nota dell’autrice:
Anche se non avrei dovuto visto tutte le storie che ho già in ballo ho finalmente iniziato a scrivere le storie di questa challenge, spinta dalla voglia di iniziare a condividere con voi lettori le mie idee riguardo alla Nuova Generazione.
Spero che la storia vi abbia fatto sorridere, perché io mi sono divertita molto a scriverla.
A presto con un nuovo prompt.

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Capitolo 3
*** Il peggior incubo ***


Il secondo prompt che ho deciso di utilizzare è il numero 13: “7 perde la memoria per un periodo di tempo limitato. Non si ricorda di nessuno, tranne di… 5!”

 
 
Il peggior incubo
 
 
[Hogwarts, 16 settembre 2022]
 
 
Ripensando a come era iniziata la giornata, James avrebbe dovuto capire subito che non sarebbe affatto andato tutto come aveva previsto. Quel mattino Fred si era svegliato con la nausea e lui stesso l’aveva accompagnato in infermeria, dopo avergli ribadito che mangiare tutte quelle Merendine Marinare la sera precedente per testarle in rapida successione non era stata affatto una buona idea.
 
“Volevo fare qualche prova per aiutare papà…” mormorò il cugino, mettendosi più comodo nel letto che l’infermiera gli aveva assegnato.
“Peccato che grazie a questa tua geniale idea, stasera mi toccherà far giocare il tuo sostituto agli allenamenti”, lo rimbrottò James, storcendo la bocca.
Le labbra di Fred si stirarono in un ghigno. “So che adori torturare quel poveretto di McLaggen… dovresti ringraziarmi.”
 
“Ringraziarti un corno, Freddie!” sbuffò James, presiedendo agli allenamenti della squadra quella sera. “McLaggen, il tuo ruolo è quello di proteggere i cacciatori della tua squadra, non di cercare di disarcionarli!” sbraitò nei confronti del compagno del settimo anno.
“Ma non è colpa mia se la Wood continua a ronzarmi intorno”, ribattè Ronan McLaggen, facendo spallucce e portando il Capitano a roteare gli occhi spazientito.
“Tu concentrati sul tenere lontani gli avversari e lascia perdere Olivia”, gli urlò, avvicinandosi.
“Come vuoi”, rispose il biondo, strizzandogli l’occhio.
James poté quindi concentrarsi nuovamente sull'allenamento: i titolari, con l’eccezione di Fred, stavano giocando contro le riserve, ma lui era l’unico Cercatore in campo, perché quello di riserva stava agendo come battitore sostitutivo.
Olivia Wood aveva appena strappato la Pluffa dalle mani di Drew Finnigan e aveva iniziato a procedere in formazione compatta insieme a Lily e Rose verso la porta difesa da Frankie Paciock, quando un bolide arrivò alla portata di Ronan che lo colpì con forza, indirizzandolo verso il lato sbagliato del campo. Rose si stava preparando a centrare l’anello alla sinistra di Frankie, quando Lily cacciò un urlo e la scopa della studentessa del sesto anno iniziò a precipitare al suolo.
“Porco Salazar, MacLaggen! Ti avevo detto di stare attento”, s’adirò James, osservando Dominique tentare di attutire la caduta di Rose.
In un attimo gli altri 12 giocatori e tutti gli spettatori sugli spalti furono intorno al corpo svenuto di Rose, le cui gambe erano in posizione innaturale.
“McLaggen, se hai ucciso mia sorella sei morto!” bofonchiò Hugo, assottigliando gli occhi.
“È solo svenuta, Hughie”, lo rassicurò Lily.
“Dobbiamo portarla in infermeria”, dichiarò Dominique, evocando una barella.
In pochi attimi Rose era stata legata al lettino a cui la Caposcuola aveva applicato un incantesimo di Levitazione.
“Voi riserve sistemate l’attrezzatura e aspettateci per il briefing in sala comune mentre noi andiamo in infermeria!” abbaiò James, seguendo cugini e titolari della squadra.
Il gruppo cominciò a radunare le scope.
“Non così in fretta, McLaggen” aggiunse il Capitano rosso-oro.
Il biondo ricambiò lo sguardo truce del suo compagno di dormitorio, sforzandosi di sorridergli. “Dimmi tutto, Capitano…”
“Tu fatti 15 giri di campo e pensa ad almeno una ragione per cui non dovrei sbatterti fuori dalla squadra di Quidditch per tentato omicidio!”
Lo scozzese non osò ribattere, osservando il gruppetto affrettarsi lungo il pendio che conduceva all’ingresso del cancello.
 
“Sembrava strano che non ci fosse stato ancora un incidente legato al dannato Quidditch”, imprecò sottovoce Madama Patil¹, iniziando a visitare Rose.
Gli sguardi corrucciati della squadra si diressero tutti verso l’infermiera, che fece un movimento brusco con la mano continuando a dedicarsi alla paziente.
“Reinnerva”, scandì, osservando il fascio di luce investire la Cacciatrice.
Rose spalancò gli occhi cerulei, ricambiando smarrita lo sguardo severo dell’infermiera.
“Come ti senti, signorina Weasley?”
“Come se fossi caduta dalla scopa”, sbottò in risposta, strizzando gli occhi per il dolore diffuso.
“Ed è proprio quello che ti è successo”, le rispose burberamente l’infermiera. “Bevi”, aggiunse, porgendole una pozione ricostituente.
Rose ingoiò il liquido, facendo una smorfia.
“Fa un gran schifo eh, Rosie?” sghignazzò James, sollevato di vederla nuovamente sveglia.
“Chi diavolo sei e perché ti permetti di chiamarmi così, scusa?” ribattè la ragazza dai capelli ramati, lanciandogli un’occhiata in tralice.
Il cugino spalancò le iridi nocciola in un’espressione confusa. “Molto divertente, Rosie! Ma come chi sono? Tuo cugino James…”
“Non mi sto divertendo affatto e non ho idea di chi tu sia”, rispose la ragazza. “Smettila di chiamarmi Rosie, è un vezzeggiativo riservato ai miei familiari…”
James strabuzzò gli occhi. “Ma io sono tuo cugino!” insistette, alternando occhiate a lei e all’infermiera, che gli fece segno di star zitto per potersi rivolgere a Rose.
“Signorina Weasley, riconosci qualcuno qui dentro?”
Rose passò in rassegna i presenti con aria frastornata, prima di aprirsi in un sorriso e indicare Lily. “Quella è mia cugina Lily Luna Potter”, dichiarò con sicurezza.
“Mia sorella”, aggiunse James infastidito.
“Zitto, signor Potter”, lo redarguì Madama Patil. “Nessun altro?” domandò ancora alla paziente.
Rose scosse la testa, chiaramente a disagio.
“Nemmeno lui?” chiese Dominique, tirando Hugo per il braccio e piazzandoglielo davanti agli occhi.
“Dovrei?” ribattè Rose.
“È tutta la vita che sento mamma ripetere quanto più diligente, come te, dovrei essere… era solo questione di tempo, prima che mi cancellassi dalla tua memoria, sorellina”, disse Hugo, facendo spallucce.
“Io non ho fratelli”, s’intestardì Rose.
“E non hai nemmeno cugini?” domandò Fred, dal letto alla sua sinistra.
“Ne ho una”, rispose lei, indicando di nuovo Lily.
“Quell’imbecille di McLaggen ha rovinato una delle nostre Cacciatrici titolari”, si lamentò disperato James, lanciando occhiate di fuoco a Fred. “La colpa è tutta tua e delle tue stupide idee, Freddie!”
“Si riprenderà, vero?” Lily interruppe il possibile battibecco, avvicinandosi al letto di Rose.
Madama Patil annuì. “Si tratta sicuramente di un’amnesia temporanea dettata dal trauma alla testa. Ora le somministrerò una dose di pozione sonnifera, calmante e domattina dovrebbe essere come nuova” li tranquillizzò.
“E sarà ancora in grado di giocare a Quidditch, vero? Tutto ciò non intaccherà le sue capacità?” chiese, in tono angosciato, James.
“Dovresti essere preoccupato del benessere di nostra cugina e non di quello della squadra, brutto idiota!” lo rimbeccò Dominique, assestandogli uno scappellotto in testa.
I presenti — Rose esclusa — liberarono una risata.
“Tornerà a solcare i cieli senza alcun problema, signor Potter”, lo rassicurò l’infermiera, sorridendo.
“Non sono tanto convinta di voler giocare con questo tizio, sinceramente…” borbottò Rose.
“In realtà non è melodrammatico come sembra in questo momento”, la rassicurò Lily, strizzandole l’occhio.
“Se lo dici tu mi fido”, rispose Rose, accettando la fialetta di pozione dall’infermiera.
“Dormi bene, Rosie”, le disse Lily, stringendole brevemente la mano.
“Sogni d’oro”, aggiunse Dominique.
“Ci proverò”, ribattè la cugina, sentendo le palpebre farsi pesanti.
“Sarò qui domattina prima che tu sia sveglia”, le promise James.
“Sinceramente questa mi sembra l’incarnazione del mio peggior incubo…” borbottò, assopendosi.
“Io McLaggen lo ammazzo!” sbuffò James. “Abbiamo perso un allenamento cruciale per la partita con Serpeverde…”
“La partita sarà tra più di un mese… rilassati!” ribattè Fred, lanciandogli una Cioccorana.
“Quando avrò finito con Ronan mi dedicherò a te e alle tue idee del cazzo, Freddie”, promise il Capitano.
“Moderi i termini, signor Potter!” lo redarguì Madama Patil. “E ora lasciate riposare i miei pazienti… via!”
“Non posso fermarmi almeno io?” domandò Lily. “In caso si svegliasse?”
“Non aprirà gli occhi per le prossime 12 ore, signorina Potter… non c’è bisogno che passi la nottata su una scomoda sedia quando può tornarsene in dormitorio.”
 
Il giorno successivo, prima delle 8, l’intero clan Weasley-Potter era assiepato davanti alla porta dell’infermeria in attesa che Rose si svegliasse.
Madama Patil, che ben sapeva quanto i cugini fossero legati tra loro, li fece entrare facendogli promettere che non avrebbero svegliato la paziente.
Pochi minuti dopo, Rose si stiracchiò e aprì gli occhi. “Che ci fate tutti qui?” domandò alla vista del clan completo — con alcuni membri ancora in pigiama.
“Volevamo assicurarci che ti fossi ripresa”, le rispose Lily.
“Ti ricordi di me?” aggiunse suo fratello, scrutandola.
“Certo! Sei il mio fratellino rompipluffe”, rispose la Cacciatrice, sorridendo. “Perché me lo chiedi?”
“Ieri non ricordavi nessuno di noi a eccezione di Lily dopo la caduta”, le spiegò Dominique.
“Di che caduta parli?”
“Di quella provocata da McLaggen”, le rispose Fred, che aveva abbandonato il proprio letto per aggiungersi al resto del gruppo.
“MacLaggen che non avrebbe nemmeno giocato se non fosse stato per te”, sibilò James.
“Scusa un attimo, ma tu chi sei?” domandò Rose, rivolgendosi al Caposcuola.
“Hai detto che ti ricordavi di tutti…” le rispose flebilmente.
“Dei miei parenti, certo…”
“Io sono tuo cugino”, le ricordò lui, sostenendo il suo sguardo e rabbuiandosi dopo che Rose gli fu scoppiata a ridere in faccia.
“Avevi ragione, Freddie! La sua faccia è stata troppo divertente!” esclamò Rose, battendo il cinque al cugino.
“Siete senza cuore! Ero preoccupatissimo” li rimbrottò il Capitano.
“Certo, preoccupatissimo per la squadra”, ridacchiò Dominique.
James li osservò torvo, rimanendo in ostinato silenzio.
“E dai, Jamie! Chi potrebbe mai dimenticarti?” lo stuzzicò Rose. “Sei pur sempre uno dei miei cugini preferiti!”
“Forse non ti farò fare 15 giri di campo al prossimo allenamento…” bofonchiò il ragazzo. “Ma tu ne farai almeno 20, Freddie!”
 
 
¹ Ipotizzando che Madama Chips già lavorava ai tempi dei Malandrini, ho deciso di fare di Padma Patil la sua sostituta.
 
Note dell’autrice:
Mi sono divertita in particolar modo a prendere in giro James con questa nuova storiella. Credo che nell’enorme clan Weasley-Potter ci sia molto spazio per gli scherzi tra cugini e, da bravo figlio di George, Fred non poteva non sfruttare l’occasione. Come sempre spero che la storia sia stata di vostro gradimento.

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Capitolo 4
*** Una serpe dal cuore d'oro ***


Questa volta ho deciso di scrivere una storia che combinasse due diversi prompt ossia il numero 3: “7 perde una scommessa, deve invitare per finta un personaggio a vostra scelta ad un appuntamento. Imprevisto!Bonus: quella persona finirà per piacergli sul serio.” e il numero 17: “Primo incontro tra 10 e un personaggio a vostra scelta: in un negozio di dischi, entrambi afferrano nello stesso istante l’ultimo vinile di un determinato gruppo\cantante\musicista.”

 
 
Una Serpe dal cuore d’oro
 
 
[Hogwarts, 10 ottobre 2022]
 
 
Entrando in Sala Grande per la colazione, Albus Severus Potter ghignò alla vista del cospicuo numero di rubini che era stato sottratto dalla clessidra dei Grifondoro nottetempo — invece che dirigersi al tavolo di Serpeverde, raggiunse quindi la tavolata rosso-oro e prese posto di fronte a una furibonda Rose.
“Buongiorno, Rosie!”
La cugina assottigliò gli occhi cerulei, ricambiando il suo sguardo divertito e sbuffando sonoramente. “Noto che sei giunto qui di buon’ora per gongolare, Al… degno di una vera Serpe!”
“E che ti aspettavi scusa? Io t’avevo detto che lasciare carta bianca a Freddie e Brandon era un’idea stupida…”
“Nemmeno io credevo che si trattasse di un’idea saggia, Al!”
“E perché non hai dato retta all’istinto?”
“Perché è il loro ultimo anno e ci tenevano a rispettare la tradizione di organizzare una festa al mese… chi ero io per fare la guastafeste?”
“Semplicemente quella che ora sarà obbligata a chiedere a Scorpius di uscire con lei per finta al prossimo weekend a Hogsmeade”, dichiarò il cugino, piegando gli angoli della bocca in un sorriso compiaciuto.
“A volte proprio non ti sopporto, Al,” bofonchiò Rose, versandosi un’enorme tazza di caffè.
“E dai, poteva andarti peggio no? Avrei potuto obbligarti a passare del tempo con Corner…”
Le sopracciglia di Rose si sollevarono talmente tanto da sparire tra i ciuffi dei suoi capelli. “Senti, non dicevi sul serio riguardo a farmi chiedere a Scorpius di uscire, vero? Noi siamo amici e mi sembra crudele che tu voglia fargli un simile scherzo, solo perché lui ha spifferato ad Alice una sciocchezza avvenuta secoli fa…”
Albus ricambiò l’occhiata della cugina, battendo lievemente le palpebre. “Ovvio che dicevo sul serio! E non si trattava affatto di una sciocchezza.”
“Sai essere veramente crudele…”
“L’hai detto tu stessa che ho un comportamento che si conviene ad una Serpe e tu hai perso la scommessa, cuginetta!” le ricordò Al, facendo leva sul lato competitivo di Rose.
La Grifondoro sbuffò, addentando un muffin, indirizzando un’occhiataccia a un ridente Al.
“Dì un po’, fratellino, ti sei forse perso?” domandò James, prendendo posto accanto ad Albus, seguito da Fred, mentre Dominique, Lily, Roxie e Alice si sedevano ai lati di Rose.
“Ero solo venuto ad augurare il buongiorno a Rose”, sghignazzò in risposa, evitando a stento un calcio della cugina. “Quanto sei manesca, Rosie!”
“È tutta colpa tua, Freddie!” proruppe Rose, scuotendo la testa.
“E dai… è stata una festa e-pi-ca!” scandì il cugino, strizzandole l’occhio.
“Una festa che ci ha fatto perdere 120 punti”, rammentò Dominique, piccata.
“È solo ottobre… avete tutto il tempo di recuperare”, ridacchiò Fred.
Avete?” gli domandò la sorella.
“Ma certo! Quando mai ho guadagnato punti per la gloriosa Casata di Grifondoro, scusa?”
“Durante le partite di Quidditch”, gli rispose James.
“Oh, giusto… me n’ero dimenticato. Vedrete che vinceremo la Coppa a fine anno”, rassicurò quindi i cugini. “Scusaci, Al!”
“Lo vedremo”, rispose il Serpeverde alzandosi per raggiungere il proprio tavolo. “Ricordati della scommessa, Rosie,” le disse, facendole un cenno di saluto a cui lei rispose con un malcelato gestaccio.
“Se mamma sapesse che ti lasci andare a simili gesti credo che finalmente noterebbe le tue somiglianze con il lato più impulsivo papà e smetterebbe di rammentare a me che le ho ereditate tutte io”, commentò Hugo, occupando il posto lasciato libero da Albus.
“Non ti ci mettere pure tu, non è giornata!”
“Okay sorellina, non c’è bisogno di scaldarsi tanto…”
 
*
 
[Hogwarts, 26 ottobre 2022]
 
La ronda stava giungendo al termine e Rose ancora non aveva trovato il coraggio di porre la domanda che avrebbe già dovuto fargli giorni prima; sospirò sonoramente, imboccando il corridoio del settimo piano, e sbirciò Scorpius.
“Che c’è, Rose? È dall’inizio della serata che sei strana…”
“Tutto bene, sono un po’ preoccupata per la prova pratica di trasfigurazione di domani”, gli rispose, tentando di apparire disinvolta.
“Ma se nel ripasso di ieri siamo stati i migliori?”
“Beh, certo, ma… chi lo sa cosa potrebbe succedere domani?” rise nervosamente, dandosi mentalmente della stupida.
Scorpius le indirizzò un’occhiata curiosa, scegliendo di non commentare.
La Grifondoro si decise quindi a prendere un respiro, bloccandosi in mezzo al corridoio. “Scorpius, hai già impegni per sabato?”
“No, perché me lo chiedi?”
“Perché volevo sapere se ti andava di venire ai Tre manici di scopa insieme a me…” spiegò, tutto d’un fiato, tentando di mascherare l’imbarazzo che provava.
“Nei weekend a Hogsmeade Andiamo quasi sempre ai Tre manici di scopa…”
“Beh, questo lo so, ma sarebbe carino se ci andassimo da soli: io e te…” specificò quindi la ragazza, imponendosi di non arrossire.
Il biondo rimase piacevolmente sorpreso, ma dissimulò il tutto con un’espressione neutra. “Certo, perché no?”
“Allora ci vediamo davanti ai cancelli per le 10?”
“Mi sembra perfetto!”
 
*
 
[Hogsmeade, 29 ottobre 2022]
 
“Vi raggiungo tra poco al pub”, disse Fred, iniziando a incamminarsi verso il negozio di dischi che era stato aperto nella cittadina l’estate precedente.
“Sicuro, amico? Se vuoi posso accompagnarti.”
“Non preoccuparti, Jamie, farò presto!”
Una volta chiusosi la porta del negozio dietro alle spalle, Fred si diresse verso il reparto della musica vintage, alla ricerca del disco d’esordio dei Bolidi Ribelli ¹ — conditio sine qua non per rendere perfetto l’imminente party per il diciottesimo compleanno di James.
“Hey, Malcom!” salutò il giovane proprietario del negozio, un ex Tassorosso che si era diplomato quattro anni prima.
“Freddie, uno dei miei migliori clienti! Fammi sapere se posso aiutarti…”
Lo studente del settimo anno fece un cenno affermativo, prima di iniziare a rovistare tra i dischi di fine anni ’60: sperava di avere fortuna, o avrebbe dovuto provare a ordinare per posta l’introvabile disco. Nella moltitudine di copertine variopinte una sfumatura viola attirò la sua attenzione, portandolo ad afferrare il disco in questione — senza rendersi conto che qualcun altro aveva artigliato il medesimo oggetto.
“Hai sicuramente buongusto, ma non credere che ti cederò il disco senza lottare…” disse la voce con accento americano di una ragazza con lunghi capelli scuri inframmezzati da ciocche di un viola acceso.
“Lo sto cercando da mesi”, le rispose, sfoggiando il suo brevettato sguardo da cucciolo bastonato.
“Vale lo stesso per me”, ribattè lei, facendo spallucce. “E avevo sentito dire che voi inglesi foste famosi per essere particolarmente galanti…”
“Se non si trattasse di una questione di vita o di morte te lo lascerei avere, davvero, ma ho assolutamente bisogno di questo disco per la festa di compleanno che sto organizzando a mio cugino… sono disposto a tutto, quindi ti propongo un accordo: tu mi lasci acquistare il disco e io t’invito alla festa che si terrà tra tre weekend… che ne pensi?”
“Perché dovrebbe interessarmi venire a una festa di compleanno piena di gente che nemmeno conosco?” domandò la ragazza, inarcando un sopracciglio.
“Beh, perché ci sarei io… e, giustamente tu ancora non lo sai, ma organizzo le feste migliori di tutta Hogwarts”, si vantò il Battitore — evitando di ragguagliare la ragazza sul fatto che l’ultima festa fosse stata interrotta dalla Preside in persona.
“E tu saresti?”
“Oh, che maleducato, scusa! Io sono Freddie, Freddie Weasley”, si presentò, porgendole la mano.
“Piacere, Freddie, io sono Bex Hayes e continuo a non essere convinta di lasciarti acquistare questo rarissimo disco dei Bolidi Ribelli.”
“Ho un’altra proposta, assolutamente irrinunciabile,” le disse quindi, prima di prendere una pausa a effetto, “che ne pensi di lasciarmelo acquistare e, dopo la festa, ti prometto che il disco sarà tuo.”
“Si potrebbe fare”, acconsentì lei, scrutandolo con attenzione. “Come posso essere sicura che non te lo terrai?”
“Certo che sei troppo malfidente con un ragazzo appena conosciuto…” si lamentò Fred.
“Proprio per questo sono malfidente…”
“Okay, che ne pensi di venire a bere qualcosa insieme ai miei amici? Così potrai renderti conto che siamo persone affidabili e poi, non essendo di qui, è anche giusto essere ospitali, mostrandoti le bellezze di Hogsmeade…”
“E va bene… accetto, Freddie Weasley!”
Il ragazzo le strizzò l’occhio, correndo verso la cassa e pagando per il disco, per poi condurre la giovane statunitense verso il pub preferito degli studenti.
 
“Che stiamo facendo al bancone, Al?” chiese, per l’ennesima volta, James.
“Stiamo osservando l’ultimo esperimento antropologico di tuo fratello”, rispose in tono annoiato Dominique.
“E sarebbe?”
“Merlino, James, sai essere così ottuso!” si lamentò la bionda Caposcuola.
“Tutti sanno che Rose e Scorpius sono attratti l’uno dall’altra, no? Albus sta cercando di convincerli ad ammetterlo”, gli spiegò Lily.
“Perché dobbiamo fare esperimenti sulla vita sentimentale di mia sorella?” sbuffò Hugo.
“Perché mi sono stancato di sentire Scorpius trovare ogni ragione per parlare di lei… è decisamente patetico”, ribattè Albus.
“Praticamente un po’ come te quando si tratta di Alice”, gli fece notare Lily.
Albus rivolse un’occhiata omicida alla sorella.
“Rilassati, Al! Lei e gli altri sono ancora da Mielandia…”
“Effettivamente siete dannatamente pietosi entrambi quando parlate della Weasley e della Paciock”, bofonchiò Elias, facendo una smorfia.
“Tu sei ancora incazzato perché la Corner ti ha messo le corna con MacMillan…”
Elias colpì il compagno di stanza con un pugno, facendo ridere il resto dei presenti.
“Hey, ragazzi! Ma che ci facciamo ammassati al bancone?” domandò Fred, togliendosi il cappello di lana.
“Spiamo Rose e Scorpius”, rispose, sbadigliando, James.
“Non siete molto bravi a nascondervi”, osservò Bex.
“Non è necessario che ci nascondiamo visto che tanto non noterebbero nemmeno un Ippogrifo in due pezzi… ma tu chi saresti, scusa?” ribattè Dominique, occhieggiando la sconosciuta.
“Lei è Bex, ci siamo incontrati al negozio di dischi e l’ho invitata a bere qualcosa con noi…” replicò Fred.
Tutti i presenti salutarono la nuova arrivata e si presentarono, aumentando il livello di confusione all’interno del locale, che divenne ancor più caotico con l’arrivo di Roxie, Louis, Lucy, Alice, Lysander, Lorcan, Olivia, Frank e Brandon.
“Ragazzi, ma che ci fate al bancone?” li chiamò la voce di Rose.
Siamo appena arrivati”, la rassicurò Albus con un sorriso sornione.
La cugina gli restituì un’occhiataccia, mentre il gruppo numeroso prendeva posto chiassosamente al tavolo, decisamente troppo piccolo per accoglierli tutti.
 
Facendo ritorno al castello, qualche ora più tardi, Rose si ritrovò accanto ad Albus; i riflessi del sole autunnale illuminavano la figura allampanata di Scorpius, che rideva accanto a Elias e Brandon, e la Grifondoro costrinse il cugino a fermarsi.
“Ho capito cosa stavi architettando…”
“Di che parli?” le domandò il cugino, dissimulando innocenza.
“Sapevi benissimo che mi sarebbe piaciuto passare del tempo con Scorpius e hai fatto in modo che fossi costretta a farlo solo per dimostrarmelo…”
“E stai utilizzando questo tono accusatorio perché?”
“Perché non posso rovinare la nostra amicizia per qualcosa che nemmeno comprendo…”
“Non rovineresti la vostra amicizia!”
“E tu che ne sai?”
“Ci vedo”, chiosò.
“E tu quando avresti intenzione di darti una mossa con Ally?” cambiò argomento Rose.
“Per quello devo trovare il momento giusto…”
“Tu devi trovare il momento adatto, io invece devo cadere in un’imboscata?!”
“Lo sto facendo per voi!” si difese Al.
“Certo… tu e il tuo cuore d’oro!”
Albus inarcò le sopracciglia, schioccando la lingua. “Non meriti il mio aiuto…”
“Fammi ricambiare aiutandoti a creare le condizioni più adatte anche per te”, ridacchiò la Grifondoro.
“Non lo faresti!”
“Senti chi parla”, lo rimbeccò Rose, incrociando le braccia.
“L’ho fatto per il vostro bene…”
“Vedremo se sarà servito a qualcosa…”
 
Pochi passi più indietro, anche Bex bloccò Freddie. “Mi hai convinto, Fred Weasley…”
“Verrai alla festa?”
“E chi se la perderebbe? Sono troppo curiosa di scoprire se Rose e Scorpius ammetteranno quello che provano…”
Fred scoppiò a ridere. “Una sola giornata con noi e sei già stata risucchiata nel gossip di famiglia!”

 
 
 
 
¹ Gruppo musicale magico inventato da me, di cui Sirius Black e i Malandrini erano grandi fan.
 
Note dell’autrice:
Eccoci al terzo appuntamento con questa banda di scapestrati.
Devo dire che le trame che li riguardano tendono a prendere una piega tutta loro e io mi diverto un sacco a scrivere di quello che combinano in una Hogwarts finalmente serena.
Spero che anche questa storia vi sia piaciuta e ci sentiamo presto con un paio di aggiornamenti natalizi.

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Capitolo 5
*** Libera ***


Eccomi di ritorno con il quinto prompt di questa challenge; stavolta ho deciso di utilizzare è il numero 11: “Pioggia, fulmini e saette! 9 non ha un ombrello, fuori impervia il diluvio universale, un personaggio a vostra scelta lo ospita a casa.
Prompt!Bonus: cioccolata calda”
 
 
Libera

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[Hogsmeade, 16 novembre 2022]
 
 
Chiudendosi la porta della cartoleria alle proprie spalle, Dominique si maledisse per la scarsa attenzione che dedicava alle previsioni del tempo. Quel mercoledì pomeriggio aveva ottenuto un permesso speciale per andare a ritirare il regalo di compleanno di James, finalmente arrivato al negozio di musica, ma non aveva dato retta a Rose quando le aveva ricordato che erano previsti temporali ed era uscita senza un ombrello — né l’impermeabile. Ovviamente avrebbe potuto smaterializzarsi vicina ai cancelli di Hogwarts e, una volta lì, trasformare un oggetto qualunque in un ombrello per poi asciugarsi una volta in sala comune… il punto era che si stava godendo quel paio d’ore di libertà: ore in cui non era la Caposcuola Weasley, la cugina maggiore a Hogwarts e la studentessa che cercava di emulare i risultati ottenuti dalla sorella maggiore a dalla cugina Molly. Era semplicemente Dominique.
Avrebbe tanto voluto andare a rifugiarsi ai Tre manici di scopa, bersi una deliziosa Burrobirra che potesse riscaldarla, prima di affrontare la pioggia che sicuramente l’avrebbe bagnata fino al midollo attraversando il parco. Il locale era decisamente troppo distante dall’emporio di Scrivenshaft e, probabilmente, era meglio che si decidesse a raggiungere i cancelli e far ritorno al castello.
Fu questione di un attimo, mentre recuperava la bacchetta di tasca, i suoi occhi cristallini vennero calamitati da un movimento nel lato opposto della via — più precisamente davanti all’ufficio postale.
“Dominique?” chiamò una voce che ben conosceva. “Che ci fai qui?” aggiunse, raggiungendola in un paio di falcate.
“Ho avuto un permesso per ritirare il regalo di compleanno di James e poi sono venuta a fare acquisti; ora sto solo rimandando il momento in cui farò una doccia colossale…” si decise a rispondere, scrutando il volto bagnato dalla pioggia di Christopher Davies¹.
“Perché non vieni da me? Abito proprio qui sopra…” le propose Chris, indicando la porta accanto e sorridendole, mettendo in evidenza le fossette.
“Non so se sia una buona idea. Non avrei dovuto perdere tempo e così finirò col far tardi e…” Chris interruppe le sue proteste, posandole l’indice sulle labbra. “Sarà il nostro segreto”, la rassicurò, afferrando la sua mano nella propria e trascinandola prima nell’androne dell’edificio accanto e poi al secondo piano, dove si trovava il minuscolo appartamento che utilizzava quando si trovava a Hogsmeade.
“Sono sicuro che la McGranitt non se la prenderà quando le dirai che hai aspettato che spiovesse per fare ritorno a scuola… sei da sempre una delle sue preferite, Nicky,” dichiarò, strizzandole l’occhio e utilizzando il nomignolo che era riservato solo alle persone a cui la ragazza era più legata. 
“Sai che non mi piace quando mi chiami così, Chris!”
“Lo faccio solamente per vedere il fuoco ardere nei suoi occhi, Nicky,” ribattè con un ghigno sfrontato, sfidandola.
“Sei davvero impossibile!”
“Ed è per questo che mi trovi irresistibile…”
“Se lo dici tu”, borbottò, incrociando le braccia e sollevando un sopracciglio.
“Me lo dicono i baci rubati nell’ufficio in disuso accanto a quello di Vitious”, la rimbeccò, riportandola al loro ultimo incontro avvenuto all’inizio di ottobre, annullando la distanza che li separava, puntando le sue iridi ardenti in quelle della studentessa.
“Tu sei un aiuto insegnante, Chris…”
“Ma non il tuo”, le ricordò testardamente il ragazzo.
“Sei anche quello che ha distrutto Molly”, aggiunse quindi Dominique.
“Forse ricordo male, ma è stata tua cugina ad avermi mollato poco prima di prendere il diploma, per concentrarsi sul suo futuro”, replicò Chris, tracciando il contorno della mandibola di Dominique.
“Per mio zio Percy sarai sempre quello che ha spezzato il cuore della sua bambina…”
“Me ne frego di quello che pensa tuo zio”, mormorò l’aspirante insegnante di Incantesimi. “L’unica cosa che mi interessa ora è toglierti questi vestiti bagnati per evitare che tu ti possa ammalare. Hogwarts ha bisogno della sua Caposcuola…”
“Pensa ai tuoi vestiti, che sono decisamente più fradici dei miei”, ribattè la ragazza, perdendosi a osservare le gocce di pioggia intrappolate tra le punte dei capelli scuri di Chris.
“Dimenticavo che vuoi sempre avere l’ultima parola!” bofonchiò il ragazzo, ricambiando divertito lo sguardo di sfida negli occhi cerulei di Dominique. 
“Non penso di poter continuare così, Chris,” ammise la Grifondoro.
Così, come?” le domandò lui allarmato.
“Mentendo, nascondendoci a tutti…”
“Dovremo resistere solo fino a quando avrò finito il tirocinio”, le sussurrò il ragazzo, sfiorandole il lobo dell’orecchio destro.
“Le vacanze di Pasqua mi sembrano così lontane!”
“Prima che tu te ne renda conto arriveranno quelle di Natale durante le quali riusciremo a vederci e poi tornerai a scuola e dovrai concentrarti per gli esami e Pasqua non ti sembrerà poi così lontana”, la tranquillizzò Chris. “Anzi, credo proprio che alla fine del mio tirocinio non avrai molto tempo da dedicarmi”, concluse, osservandola imbronciato.
“Mhm, avrò pur diritto a una distrazione... non credi?” domandò, impertinente.
“Credo che sia assolutamente fondamentale che tu la abbia”, acconsentì lui, prima di posare le labbra su quelle della ragazza, reclamandole per un bacio atteso per troppe settimane. Dominique artigliò il maglione di Chris, accoccolandosi nel suo abbraccio umido e sorridendo contro la sua bocca, prima di mordicchiare il suo labbro inferiore e approfondire il bacio tanto agognato.


Dopo svariati piacevolissimi minuti, sdraiati pelle contro pelle davanti al camino acceso, coperti da un plaid blu-bronzo che emanava lo stesso profumo rassicurante di Chris, Dominique sfiorò nuovamente le labbra del ragazzo. “Non mi basti mai”, confessò con un piccolo sorriso.
“Vale lo stesso per me”, rispose lui, strizzandole l’occhio.
“Ora però temo di dovermene andare...” sussurrò intristita, rendendosi conto che il cielo grigio era stato finalmente squarciato da qualche timido raggio lunare.
“Non prima di una tazza della mia famosissima cioccolata calda con i marshmallows!”
“Non credo di avere tempo, Chris.”
“Hai già passato più di un’ora in mia compagnia, che differenza vuoi che faccia un’altra manciata di minuti?” le chiese lui, alzandosi e indossando dei caldi pantaloni della tuta per dirigersi in cucina.
“Oh beh, non riuscirò mai a perdere più punti di Freddie, in effetti,” mormorò tra sé e sé, afferrando una camicia appoggiata sul divano e drappeggiandosela attorno al corpo.
Nel minuscolo ambiente comunicante con il salotto si stava già diffondendo aroma di cioccolato e Dominique decise che, sì, sarebbe valsa la pena tenere il segreto un altro po'... Christopher Davies le faceva battere il cuore come nessuno mai aveva fatto prima di lui. Poco importava quello che avrebbe detto Molly, o il fatto che il padre del ragazzo avesse accompagnato sua madre al Ballo del Ceppo... Per la prima volta in tutta la vita, Dominique aveva trovato un ragazzo che condivideva il suo amore per la lettura, per la musica e per la visione e vecchi film babbani, un ragazzo che non stava con lei solo perché era la più appariscente, o la più popolare, ma perché la trovava divertente e amava bisticciare con lei solo per riuscire a farla sorridere dopo. Prese la tazza fumante e bevve avidamente il liquido caldo, stringendo poi il recipiente tra le mani e ricambiando lo sguardo divertito di Chris. 
“Che c’è?” si decise a chiedergli.
Lui le sfiorò il labbro superiore con un bacio. “Avevi un po’ di cioccolata, proprio lì...”
La risata argentina di Dominique risuonò tra le pareti dipinte di azzurro. “Penso che accumulerò qualche altro minuto di ritardo”, gli confesso quindi, posando la cioccolata e accoccolandosi nell’abbraccio di Chris. 
 
 
¹Figlio di Roger Davies.
 
Note dell’autrice:
Era ormai giunto il momento di svelare chi fosse il misterioso accompagnatore nei corridoi di Dominique e non poteva trattarsi di un semplice studente, perché sennò Cressida non avrebbe avuto ragione di ricattarla. Spero che l’idea vi piaccia e ci sentiamo presto con la prossima storia. 

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Capitolo 6
*** Confessioni ***


Eccomi di ritorno con il sesto prompt di questa challenge: dedicato al diciottesimo compleanno di James. La scelta è ricaduta sul numero 42: “4 non riesce a dormire e sveglia 10 nel cuore della notte. 10 resta ad ascoltare i deliri di 4, partecipando attivamente al discorso, facendo anche battute di poco gusto.” Trattandosi del compleanno di James, ho utilizzato il mio Bonus cambiatraccia sostituendo il personaggio 4(Albus) con il 3(James).

 
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Confessioni
 
 
 
[Hogwarts, 17 novembre 2022 h 23:45]
 
 
Compiere gli anni di venerdì rendeva decisamente molto più allettante una giornata già di per sé degna di nota; il venerdì infatti iniziava con un’ora buca, seguita da due ore di Difesa contro le Arti Oscure e un pomeriggio dedicato a Trasfigurazione e Antiche Rune, materia in cui, da sempre, eccelleva senza far fatica.
Compiere i diciotto anni di venerdì aumentava in James la convinzione che quella sarebbe stata una giornata memorabile — a patto che fosse riuscito a smetterla di rigirarsi nel letto come se ci fosse stato un branco di Avvincini alle sue calcagna. Il Caposcuola sbuffò, scalciando indietro le coperte e raggiungendo il letto di Fred, lasciandovisi cadere sopra pesantemente. “Freddie!”
“Mpf… non voglio svegliarmi, mamma…”
James strabuzzò gli occhi, assestando una gomitata al cugino. “Svegliati, Freddie!”
“Che succede? Dove siamo? Perché mi hai picchiato e, soprattutto, che ora è?”
“Abbassa la voce o sveglierai gli altri”, sussurrò James di rimando.
“Questo mi riporta alla domanda precedente: che ora è?”
“Quasi mezzanotte, il che significa che è quasi il mio compleanno…”
“Se mi hai svegliato per farti fare gli auguri giuro che ti affogo nel Lago Nero, Jamie!”
James scosse la testa, spingendo il cugino per infilarsi sotto le coperte con lui.
“Allora che c’è?”
“Non riuscivo a dormire…”
“Potevi leggerti un libro!”
Il ragazzo roteò gli occhi, sollevando le sopracciglia. “Ho bisogno di parlarti di una cosa…”
Freddie soffocò uno sbadiglio, puntellandosi poi sul gomito e voltandosi verso l’altro. “Spara!”
“Non è così semplice…”
“Allora parliamone domattina”, gli propose Freddie, sbadigliando nuovamente.
“Non posso aspettare così tanto…”
Fred emise un grugnito esasperato, che spinse James a tappargli la bocca. “Sto per compiere diciotto anni, Freddie…”
“Questo lo sapevo già!”
James cercò invano le parole giuste, se non riusciva a spiegare ciò che provava nemmeno a Fred si trovava in guai seri. “Non penso di poter continuare così…”
Così come?”
“A fingere che vada tutto bene…”
“Infatti non va tutto bene, sei un cretino che mi sta privando del sonno per parlare del nulla più totale.”
Il Cercatore sbuffò. “Sei insensibile, Freddie!”
“Se volevi la sensibilità avresti dovuto fare questo discorso con Domi, o Rose, o Lucy, magari anche con Albus, o Louis…”
“Ma tu sei il mio migliore amico, devo poterti confessare quello che mi tengo dentro.”
“E allora confessa”, lo esortò l’altro, cominciando a preoccuparsi.
“Ti sei mai innamorato?”
“Questo che c’entra ora?”
“Non si risponde a una domanda con un’altra domanda, Fred…”
Il Battitore si tirò una manata in fronte. “E va bene… non mi sono mai innamorato, perché lo chiedi?”
“Perché è un po’ di tempo ormai che mi interrogo su determinati sentimenti che mi ritrovo a provare e… non so cosa fare.”
“Forse dovresti dormirci su”, propose Fred, schivando un pugno del cugino.
“Gran bell’amico che sei!”
“Va bene, va bene… scusa! Non capisco proprio quale sia il problema, comunque… io sono dell’idea che se provi qualcosa devi dirlo, non ha senso tenerti tutto dentro.”
“La fa un po’ facile, tu!”
“Dimmi cosa ci sarebbe di difficile a dire a una persona quello che provi, io non ci trovo nulla di complesso.”
“E se non ricambiasse ciò che provi?”
“Oh beh, persa una ne troveresti altre cento… sai quante ragazze non attendono che un tuo segno per provare a sedurti? Amico, io al tuo posto mi sarei dato da fare già da un po’… batti il ferro finché è caldo, che te ne frega di una ragazza sola se ne puoi avere a decine? Prima che te ne renda conto non avremo più diciotto anni, è il nostro ultimo anno e dovremmo divertirci di brutto, oltre che ubriacarci più spesso.”
“Quanto sei scemo, Fred! Cosa otterrei dal farmi un sacco di ragazze diverse, se quella che mi piace nemmeno mi considera?”
“Beh, intanto otterresti un bel po’ di sesso e questo ti renderebbe meno nervoso e farebbe diminuire le tue difficoltà a prender sonno…”
“Porco Salazar, Fred! Sembra quasi che il tuo cervello risieda nelle mutande…”
“Sei tu che vuoi fare discorsi sentimentali nel cuore della notte…”
“Quando sei esagerato, è passata la mezzanotte da qualche minuto… non farne una tragedia!”
“Oh… buon compleanno, Jamie! Sei un coglione e mi svegli nel cuore della notte per un cazzo, ma ti voglio bene.”
James soffocò una risatina, ricevendo l’abbraccio del cugino. “Ti voglio bene anch’io.”
“Non dire ovvietà, James Sirius Potter…”
I due scoppiarono di nuovo a ridere, correndo il rischio di svegliare i compagni di stanza.
“Comunque credo che dovresti farti un bel regalo di compleanno e confessare a Olivia quello che provi per lei…”
“Chi ti ha detto che parlavo di Olivia?”
“Per favore, Jamie! Ti conosco da quando sei nato… quello che provi per lei è evidente, quindi tira fuori le palle e diglielo! Io non la passo un’altra notte in bianco a sentire le tue stronzate…”
“Sei proprio un deficiente, Fred!”
“Forse, ma se non ti dai una mossa qualcun altro ci proverà con lei. È un bel bocconcino e ha un culo strepitoso…”
“Non parlare del suo fondoschiena!”
“Ne parla mezza torre di Grifondoro…” gli fece notare Fred.
“Noi maschi sappiamo essere così volgari.”
“È colpa degli ormoni, Jamie…” lo rassicurò il cugino. “Ora dormi, sogna il culo sodo della ragazza per cui sbavi.”
“Coglione!” l’apostrofò James, tornando nel suo letto.
 
 
[Hogwarts, 18 novembre 2022 h 8:20]
 
 
“Buon compleanno, James!” Dominique fu la prima ad artigliarlo per stringerlo a sé in sala comune, seguita dalla sua sorellina e da Rose; James si ritrovò presto circondato dal resto dei cugini, dai compagni di squadra e della maggior parte degli studenti Grifondoro.
“Tanti auguri, Capitano,” gli disse Olivia, posandogli un bacio sulla guancia.
“Grazie, Liv! Verrai alla festa di stasera, vero?”
“Non me la perderei per nessuna ragione al mondo…” lo rassicurò la mora, strizzandogli l’occhio, prima d’infilarsi nel buco del ritratto con alcune compagne.
“Decisamente patetico, amico,” lo prese in giro Fred, trattenendo a stento una risata.
“Ne riparleremo quando ti troverai nei miei panni…”
“Non trattenere il respiro aspettando che accada!”
 
[Hogwarts, 18 novembre 2022 h 21:50]
 
 
Freddie aveva dato il meglio di sé per la festa: alla fine aveva optato per organizzarla nella Stamberga Strillante, anche se raggiungerla era più complicato rispetto a trovarsi tutti nella Stanza delle Necessità; l’ambiente era stato illuminato da lucine e festoni incantati di ogni genere, oltre all’ultima versione dei fuochi d’artificio dei Tiri Vispi, progettati per essere utilizzati all’interno.
“Devo dire che questa è una delle feste più pazzesche a cui io abbia partecipato in vita mia”, confessò Bex, apparendo alle spalle di Freddie.
“Che t’avevo detto, Miss Hayes?” gongolò in risposta il Battitore, porgendole un bicchierino contenente Whiskey Incendiario e facendolo tintinnare contro il proprio in un brindisi.
“A Ilvermony non eravamo soliti organizzare feste così…”
“Credevo che nel Nuovo Mondo sapeste divertirvi…”
La ragazza gli fece una linguaccia. “A differenza tua io non faccio parte dell’élite magica statunitense…”
“Se è per questo nemmeno io faccio parte di nessuna élite magica statunitense”, ghignò il ragazzo.
“Hai capito benissimo che intendo!” lo rimbeccò, colpendolo con una lieve spallata.
“Non mi sento parte di nessuna élite, credimi…”
La ragazza sollevò lo sguardo, incrociando i suoi occhi scuri e annuendo, ingoiando poi il whiskey tutto d’un fiato.
“Grazie ancora per l’invito…”
“Grazie a te per avermi concesso l’utilizzo di questo disco fottutamente meraviglioso!”
Lei gli strizzò l’occhio. “Ne è valsa la pena…”
 
James era circondato da una serie di persone per cui nutriva scarso interesse, con un drink stretto tra le dita e lo sguardo impegnato a scrutare i presenti alla ricerca di Olivia Wood.
“Un altro brindisi col festeggiato!” propose una Tassorosso del sesto anno, che indossava un provocante vestitino dorato.
James si lasciò convincere e sorrise, prima di sgusciare fuori dal gruppo che lo circondava, dopo aver individuato le teste ramate di sua sorella e di sua cugina Rose — intente a fissarlo divertite.
“Potevate venire a salvarmi!”
“Sarebbe stato troppo semplice…”
“Siete crudeli!”
“Forse…” Lily fece spallucce. “Ti diverti?” domandò poi.
“Si divertirebbe di più se solo sapesse dove si trova Olivia…” ridacchiò Rose.
Gli occhi nocciola di James saettarono verso il viso di sua cugina, che ricambiava furba il suo sguardo.
“Non sei simpatica, Rosie…”
“Non lo sarei nemmeno se ti facessi notare che la tua bella è laggiù, di fianco al bancone?”
James si voltò, seguendo l’indicazione di Rose e trovandosi a fissare Liv, che parlottava insieme a Dominique e Roxanne. “Ti adoro!” esclamò, baciando la guancia di Rose e allontanandosi dalle due.
“Tuo fratello sa essere così drammatico…”
“Dimmi qualcosa di nuovo!” rise Lily, roteando gli occhi.
 
“Ecco il festeggiato!” lo salutò Dominique, sollevando la sua Acquaviola.
“Alla salute!”
James fece tintinnare il proprio bicchiere con le tre ragazze, che bevvero un sorso dai loro bicchieri.
“Era da un po’ che vi cercavo”, confessò il Caposcuola, lanciando un’occhiata eloquente alle due cugine.
“Siamo sempre state qui”, ribatté Roxanne, prima che Dominique le desse una lieve gomitata e le indicasse un punto nella folla. “Credo che Rose e Lily ci stiano chiamando…”
“Hai ragione! A dopo, ragazzi…”
James strizzò loro l’occhio, per poi dedicare tutta la sua attenzione alla ragazza che si trovava al suo fianco. “Ti diverti?”
“Molto, anche se quello che conta è sapere se tu stai passando una bella serata…”
“Oh sì, è davvero il massimo!”
“Mi fa piacere…” Olivia abbassò gli occhi, temendo di arrossire sotto lo sguardo del compagno di squadra.
“Adoro questa canzone!” s’esaltò James, quando uno dei suoi pezzi preferiti cominciò a diffondersi nella stanza gremita.
“Piace molto anche a me…”
“Potremmo ballare”, propose il ragazzo, tentando d’ignorare il lieve tremore che s’era insinuato nella sua voce.
“Nessuno lo sta facendo…”
“Ma io sono il festeggiato, questo significa che posso prendere l’iniziativa, non credi?”
Olivia sollevò le iridi scure, incrociando quelle di James e perdendosi in quel suo sguardo colmo di speranza che ricambiava la sua occhiata.
“Oppure, se preferisci, potremmo spostarci in un luogo più tranquillo, dove potremmo parlare un po’, da soli…”
“Mi piacerebbe molto…”
“Quale delle due opzioni?” domandò James, abbandonando il bicchiere sul bancone e avvicinandosi a Olivia per non perdere nemmeno una sillaba di quanto doveva dirgli.
“Una qualsiasi”, ammise, sostenendo il suo sguardo stupito.
“Penso che preferirei andare in un posto un po’ più tranquillo…”
“E perderti il resto della tua festa?”
“M’interessa molto di più passare del tempo con te…” confessò, afferrando la sua mano e conducendola in una delle stanze al piano superiore. In quel luogo buio, accoccolati su un davanzale affacciato sulla superficie immobile del Lago Nero, i due ragazzi misero finalmente a nudo le proprie sensazioni, ammettendo quanto s’erano resi conto di provare negli ultimi tempi.
“Pensavo d’impazzire durante ogni singolo allenamento… perdendomi a guardarti giocare, invece che ricercare il Boccino…”
“E io dovevo impormi ogni volta di non cercarti con lo sguardo, perché sennò non sarei nemmeno riuscita a rimanere a cavallo della scopa…”
“Che coppia, eh?”
“Non pensavo di essere il tuo tipo, James,” ammise infine la ragazza.
“E io non credevo di poter avere una possibilità con una come te, Liv.”
“Mi piacerebbe che ce la dessimo…”
“Piacerebbe anche a me”, concluse lui, sfiorando le sue labbra in un timido bacio che risvegliò uno stormo di farfalle nel suo stomaco.
Liv s’abbandonò al suo abbraccio, trovando conforto nel suo profumo di pulito e nelle labbra morbide che sapevano di whiskey e cioccolato.
“Buon compleanno, James.”
“Grazie, Liv,” le sussurrò, prima di reclamare nuovamente la sua bocca per un bacio — le labbra di lei si modellarono contro quelle di James, affamate di assaporare la sua bocca e ansiose d’approfondire quel bacio a lungo desiderato, la schiena di James cozzò contro la parete fredda, mentre i loro corpi si fondevano l’uno contro l’altro e i battiti dei loro cuori acceleravano a ritmo di una danza che avevano appena iniziato a ballare.

 

Nota dell’autrice:
Che ve n’è parso del compleanno di James? Io lo immagino un po’ a metà tra un geek e uno sportivo, è anche molto romantico e un po’ pasticcione, le donne della sua famiglia poi sanno sempre cosa gli passa per la mente... spero che sia credibile che più o meno tutti i cugini siano al corrente delle varie cotte che gli altri hanno, vivendo a stretto contatto credo che sia piuttosto plausibile.
E che ne dite di Olivia?
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento e che il piccolo esperimento creativo sia decente, vi trovate raffigurati James, Fred e Olivia.

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