Recensioni di zorrorosso

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Recensione alla storia Without you - 03/12/16, ore 15:13
Capitolo 4: Capitolo quattro
---Questa recensione partecipa alla mia challenge personale di “1000 parole al giorno”. Durante la prossima settimana (8 gg) posteró una recensione (minimo mille parole) al giorno per storie scelte a caso tra i miei autori e fandom preferiti (o persone che ritengo scrivano particolarmente bene). Non é un concorso, non vinco nulla, é solo un modo per dire “grazie” a tutte quelle persone che leggo e seguo in questi cinque anni di EFP.---


Ok, perdonami quando scrivo che di Poldark ho visto solo i primi 5 minuti del primo episodio e so solo che è una serie storica, quindi per questa recensione non considererò cose come l’attinenza alla serie o quanto i tuoi personaggi siano IC o meno.


Il dialogo iniziale del primo capitolo è molto intenso, diretto e drammatico, lo intercali facilmente con informazioni su Ross e Prudie prese tutte dal punto di vista di Demelza, donna e madre tradita.
Nonostante la mia ignoranza sul tema “Poldark”, i personaggi vengono presentati in maniera breve e chiara, a tutti viene dato un ruolo da subito: descrivi la situazione di una casa in Cornovaglia con due servi, due signori, due figli, una purtroppo deceduta, un’amante, una moglie ed un cane. Nella parte finale del primo capitolo, lasci spazio ad un cambio di tono e di morale, sollevando il tema drammatico con l’introduzione personaggio di Jud.
Quello che mi è un po’ mancato in questo primo capitolo è una descrizione ambientale di (o attorno a) questa casa un po’ decentrata, magari avvolta da un silenzio nebbioso, i cespugli radi o la campagna isolata, ma che all’interno al contrario è ricca di situazioni, nella quale si svolge anche una lite piuttosto drammatica che si conclude proprio con le prime parole della tua storia.


Anche con il secondo capitolo, questo ambiente lasciato alle spalle sarebbe un po’ tornato utile per confrontare la nuova situazione di Demelza in città e i suoi sentimenti di sconforto. Qui lei si trova in una serie di difficoltà e, giustamente, la lasci sprofondare in una serie di sentimenti incerti e dolorosi.
Accompagnando la sua situazione psicologica, la metti anche in una condizione fisica difficile (poi vedremo che cosa rappresenterà, ma al momento diciamo solo che “sta male” in maniera imprecisata) e, giustamente, la risollevi d’umore una volta incontrata Caroline.
Il personaggio di Caroline è introdotto in maniera veloce e chiara, con pochissimi aggettivi, anche non conoscendo la storia, da lettrice, si comprende velocemente il suo status e le sue relazioni.
Alla fine del secondo capitolo, cerchi di riportare Demelza di una condizione migliore di quella in cui si è presentata all’inizio, ma la lasci solo “sorridere” quando durante il principio di questa situazione, lei “odia se stessa”. Quello che intendo dire è che per quanto si trovi all’inizio ad “odiare” se stessa, poi non si trova ancora in una situazione dove vorrebbe sentirsi “amata”, “utile” o “apprezzata” da qualcuno. Non c’è in un certo senso speranza per il lettore (? Ha senso quello che ho scritto? Comunque parlo di quello che ho notato da lettrice, come autrice non so se avrei saputo fare di meglio. Neanche io come autrice sono immune a queste cose :P).


Con il terzo capitolo, ritorniamo in Cornovaglia da Ross, che ha una sorta di pentimento, pensa di aver desiderato Elisabeth, ma fugge da lei. A questo punto della trama, mancano un po’ di dettagli. Non capisco se Poldark desideri Elisabeth in maniera più carnale o invece è più motivato dall’amore o dall’illusione di un amore che non avrebbe potuto ottenere. Probabilmente avrei tirato fuori i classici stereotipi di turno come “il sapore delle labbra o l’odore della pelle” e sicuramente sarei un po’ scaduta nel clichè, ma avrei cercato di avvicinare Poldark ed il lettore alla figura di Elisabeth, prima di allontarla di nuovo. Infatti, una volta soddisfatti i suoi desideri, Ross scappa di nuovo e descrivi Elisabeth come una sconosciuta per lui. Forse avrei amplificato questo sentimento con dei particolari, cose che poi spingano Ross ad andarsene ancora più in fretta (cose tipo “il letto freddo”, un “silenzio imbarazzante”, “la sua figura addormentata che non provoca nessuna reazione al suo sguardo”, ecc..).


Quando Poldark torna a casa, ricorda chiaramente la sua ultima lite con Demelza, ma anche qui mancano “le figure” di contrasto. Anche se metti a fuoco Ross come primo personaggio e una carrellata di situazioni in un certo senso è comunque presente, mancano un po’ di scene fisiche, di reazioni, di sguardi. Stoviglie piovono sulla testa di Ross alla rabbia di Demelza, magari contrastate dai lunghi baci di Elisabeth. Il silenzio al frastuono, la calma alla rabbia, l’amore all’odio o il disgusto alla passione, cercherei di stressare ancora di più su questa parte riflessiva in cui si trova Ross e ricordare a lui stesso e a noi lettori come mai è scappato da entrambe.


La conclusione di questo capitolo è ben costruita e presenta poi quelle scene che mancavano, certe situazioni che presenti in questa parte sono l’esempio pratico di quello che avrei voluto leggere all’inizio, con l’immagine di Ross accanto alla spinetta chiusa e le sue riflessioni sulla casa “vuota”.


Credo che dal capitolo quarto la storia si affianchi alla trama della serie originale e si fa più rapida e scattante, con l’incontro di Dwight, personaggio attivo che ritorna sulla relazione tra Ross e Demelza. Dwight giudica le azioni di Poldark, descrive Demelza nell’ottica di chi a visto i due personaggi e la loro storia d’amore, in un certo senso spingendo Ross verso quella decisione che lui stesso ha già preso, inconsciamente, nel capitolo precedente.


Le informazioni che Dwight fornisce (più al lettore che al suo amico) sono veloci ed abbondanti, definiscono ancora meglio i personaggi. Quello che non capisco è come non ci sia esitazione, da parte sua, nel dire di aver preso la decisione di diventare medico della Marina. Scopriamo molte informazioni su Dwight stesso e sul fatto che anche lui è stato messo di fronte ad una scelta importante da Caroline, di essere stato suo amante e dalla quale adesso è separato. Sembra che questa scelta sia la conseguenza della loro storia drammatica e che, in un certo senso, Ross si riveda in Dwight e, come lui, decida di prendere l’idea di ritornare in Marina in considerazione. Però è poi Dwight stesso che lo spinge ad un ultimo sforzo, un ultimo grido di speranza, il tentativo di ritrovare Demelza.
La sua lettera, nella parte finale del capitolo, porta Poldark a confrontarsi con i sentimenti di Demelza, ritrovare il suo dolore e la sua solitudine, comprenderli in un certo senso. Qui ti fai più carico di immagini che descrivono i sentimenti dell’uomo e che stanno alla base delle sue nuove motivazioni, ha una specie di “crollo emotivo” che descrivi (benissimo) come un crollo fisico, dal quale non può fare altro che risalire.


Complimentissimi (fino a questo punto della storia). Mi è sempre piaciuto il tuo stile di scrittura “moderno” anche in ff storiche. Mi ha sempre affascinato il fatto che tu riesca ad adattare i tuoi personaggi in questioni “moderne ed antiche”, mettendo il lettore sempre a suo agio. Adoro il modo in cui gestisci i personaggi e la complessità delle situazioni. I tuoi personaggi sono “maturi” e “consapevoli” (anche se ispirati da protagonisti più semplici nelle storie originali).
In questa storia in particolare, cerchi di sistemarli in una serie di situazioni psicologicamente complesse, riesci a “buttarli giù e tirarli su” con abilità e a fornire tutte le informazioni che servono al lettore con pochissime parole (invidiaaa :P).
Punto finale molto importante: le tue storie sono sempre scorrevoli e non presentano mai errori, i capitoli hanno un chiaro inizio, uno svolgimento ed una fine. Grazie per aver postato ed aspetto altri capitoli :D
(Recensione modificata il 03/12/2016 - 10:56 pm)