Recensioni di shilyss

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia In ogni Tempo, in tutti gli Universi - 18/03/21, ore 18:59
Capitolo 5: Cuore di tenebra rossa
Mia cara Padme <3

Intensa, bellissima e cupa, questa AU mi piace moltissimo anche per il messaggio che propone, oltre che per l’eleganza superba dello stile e tutte le altre cose belle che ti strameriti e che dovrei copiaeincollare a ogni recensione. A certe cose non si può resistere e il legame che unisce il vampiro e il licantropo, seppur contro i rispettivi clan che vengono spazzati via da questa unione che non sta né in cielo né in terra, è qualcosa che trascende persino le loro esistenze, tanto che alla fine restano solo loro, Albus e Gellert, e tutti quelli che hanno provato a fermarli, a maledirli o sono inorriditi a fronte del loro legame e non ci sono più, sono solo cadaveri o resti di cadaveri.

La fusione fisica di un amplesso che si fa quasi lotta è resa con la consueta grazia e forza. La dolcezza dell’amore e l’urgenza dell’amplesso presentano gli stessi connotati e la stessa fame/sete dei personaggi, caratterizzati alla perfezione anche per quanto concerne la scelta del “mostro” a cui aderire. Pare quasi un omaggio a Bram Stoker che Albus, elegante inglese, sia un vampiro, mentre non possiamo non pensare che lo sguardo algido di Gellert e la sua natura senz’altro più selvaggia sia tale e quale a quello di un lupo di fenririana memoria (non il Grayback, ma l’altro, quello mitologico padre di tutti loro, ovviamente).

Sono due predatori affamati, dunque, e il modo in cui li descrivi è intenso e passionale al punto giusto, tale da non negare, ma anzi esaltare, le loro nature. Se il destino si può contrastare, è interessante notare come né Albus né Gellert lo accolgano completamente a braccia aperte. Pur essendo anime gemelle (con tutti gli headcanon del caso, i TUOI headcanon riconoscibilissimi a miglia e miglia di distanza), la scoperta del loro legame ha lasciato loro per primi sgomenti. E anche l’ineluttabilità dell’amore è un tema dantesco che tu racconti con forza e convinzione. Loro si amano, le stelle e la loro gente dice no, ma come due outsider, essi lottano per la loro libertà. E dimmi tu se non è canonico questo, se questa ribellione non assomiglia alla ricerca dei Doni, loro due soli contro il mondo, speculari, come le zanne, ma facenti parte di un unico che non può essere diviso – e qui potrebbe partire una citazione a Platone che, però, per evitare che mi vieni a tirare oggetti appresso nonostante la zona rossa, ti risparmio. È stupenda, mia cara Padme, come sempre e come tutto quello che scrivi <3. Il tuo modo di renderli amanti appassionati colpisce e scalda il cuore,
con affetto,
Shilyss che per colpa tua fa clicca su acquista :P <3

P.S.
Il titolo avrebbe meritato una recensione a parte, ti dico solo questo <3
Recensione alla storia In ogni Tempo, in tutti gli Universi - 22/02/21, ore 17:46
Capitolo 4: Chiamami soltanto amore
Mia carissima padme!
Tornare nel tuo profilo è sempre una gioia immensa, specie se chiudi con un “fino alla fine del tempo” che è così importante per entrambe, che richiama l’infinito rincorrersi delle anime che si amano in questa vita e nelle altre, in uno struggente loop senza fine che tanta ispirazione porta alle nostre penne. Ma ora smetto di “scuoriciare” virtualmente e inizio la recensione vera e propria. Romeo e Giulietta è la storia d’amore tragica per eccellenza. È anche una critica sociale. Narra di una passione proibita e di due giovani che decidono di lottare uniti contro un mondo che ritiene inammissibile il loro amore – un mondo gretto che immola sull’altare di faide prive di senso i suoi due frutti più giovani e promettenti, i suoi figli, le sue speranze.

Albus e Gellert ricalcano alla perfezione il ruolo di innamorati divisi dalle circostanze, ma talmente pazzi da fregarsene e amarsi uguale perché senza quella follia che è l’amore vivere è uno squallido sopravvivere; e le struggenti frasi con cui rendi il desiderio di aversi che sempre li caratterizza dona un estremo struggimento alle tue frasi sempre così vive e vibranti. Il titolo, poi, evoca molteplici cose. Non solamente gioca con alcune delle battute più celebri del teatro – sul nome di Rome – ma è un’eco – almeno per me, dell’opera di Aciman con cui ti ho conosciuta. E già questo mi fa fare enormi, enormi voli pindarici.

L’idea dell’amore come follia che brucia le vene è un altro leitmotiv che mi fa morire a me pure e questa follia la ritroviamo in diversi momenti: apre il testo e torna verso la chiusura, ché né Albus né Gellert sono così incauti da pensare che, se scoperto, il loro amore provocherebbe altro che la loro morte. Eppure il bisogno di stare insieme e quella volontà di sfidare il sistema che caratterizza insieme li porta a dire “che ci prendano, allora, che ci mettano a morte.”

È una sfida al sistema che è terribilmente canonica, cara padme. Albus è uno che il sistema lo forza già solo nello scegliere la carriera d’insegnante al posto di quella al ministero. Nel corso della saga di HP manipola più di una volta gli eventi, sfidando con la sua autorità avversari di varia natura. E Gellert, neanche a dirlo, sfida l’ordine costituito diventando un villain. Bellissimo è anche il loro incontro, ho talmente tante cose da dire e poco tempo per farlo degnamente che temo di accavallare concetti senza spiegarli con dovizia. Romeo e Giulietta si incontrano a un ballo, ma qui Albus e Gellert si incontrano in mezzo a una strada sudicia. E lo trovo terribilmente romantico, mi fa venire in mente Mercuzio, tutto ciò.
Con tanto tanto tanto affetto,
Shilyss
(Recensione modificata il 22/02/2021 - 05:47 pm)
Recensione alla storia In ogni Tempo, in tutti gli Universi - 13/01/21, ore 17:59
Capitolo 3: Galeotta fu l’orchidea (anzi, più d’una)
Mia cara Padme,

Ogni tanto ci vuole un po’ di leggerezza e vedere quest’Ariana come non potrà mai essere – giovane donna intelligente, che “sveglia” il geniale fratellone Albus mostrandogli la realtà che è proprio davanti ai suoi occhi, quasi fosse una novella Cupido in gonnella che apre gli occhi al fratellone così preso da tutto da non accorgersi dell’evidenza. Gellert non va al negozio di fiori per parlare con lei né perché abbia il pollice verde – concordo con Albus che abbia fatto morire tutte le povere piante, ma unicamente per quella scintilla, quel contatto che sente quando paga ciò che acquista e se domanda dello studio ad Albus non è per cortesia, ma per farsi notare.

Ma Albus non pensa minimamente a ciò, sebbene il suo corpo, prima di lui, registri la tensione – e sai quanto adori questi squisiti dettagli. Apprezzo che tu, stavolta, abbia voluto rendere meno tragica e più contemporanea la storia della famiglia Silente. Albus è sempre l’ambizioso e geniale personaggio che deve occuparsi della famiglia e, al contempo, aspira a qualcosa di grande, ma proprio il suo ruolo di fratello maggiore forse gli impedisce di vedere il corteggiamento del tatuatore.

Mi è piaciuto vedere anche Aberforth sempre tramite gli occhi di Albus: è il fratello di mezzo e quindi p in un ruolo un po’ particolare e molto sulla difensiva anche nei confronti della piccola di casa – piccola, ma, come dicevo, non per questo meno arguta, che è l’elemento scatenante della vicenda. È per il suo desiderio di tatuarsi che Albus la accompagna al negozio dall’altra parte della piazza e incontra Gellert. Sulla scelta dei ruoli, neanche a dirlo, è tutto perfetto. Albus risulterebbe perfetto in qualsivoglia mestiere, in verità, sarebbe persino un affascinante venditore di enciclopedie a domicilio, ma al teutonico Gellert si confà decisamente di più il ruolo del tatuatore. Ecco, forse la nota malinconica di questa storia è proprio Ariana e l’influsso che avrebbe potuto avere su Albus se avesse avuto modo di crescere, per quella bellissima complicità che lei sfoggia quando rivela il segreto di Pulcinella riguardante Gellert. Sperando di passare al più presto sul prossimo capitolo di questa mirabile e incantevole raccolta, con tanto affetto e sempre immensa stima per il tuo talento evidente,

Shilyss
Recensione alla storia In ogni Tempo, in tutti gli Universi - 12/01/21, ore 18:45
Capitolo 2: A un ricevimento di questa sorta
Mia cara, dolcissima padme,

avere la dedica su un capitolo tanto bello – au di uno dei libri più belli di sempre – è per me fonte di immenso piacere. E la seconda parte va benissimo così com’è, ma andiamo per gradi. L’idea che dei maghi inglesi diventino dei semplici signorotti inglesi solo di una o due generazioni avanti è calzantissima e risulta come un delizioso omaggio, così come il dialogo tra Bingley/Darcy qui rivisitato in chiave harrypotteriana e in vesti Albus/Gellert. E Gellert è geloso di Albus che balla con tutte le ragazze, che sembra corteggiare tutte le ragazze; è il più bello, è l’elemento catalizzatore della serata, è la persona da guardare e ammirare (bramare): ma chi corteggia tutte lo fa per noia e distrazione, tutte equivale a nessuna e Albus rapidamente si ritrova a tranquillizzare l’amico e amante, ma a farlo con una domanda retorica che esige una sola risposta e che racconta di un tipo di amore che è passione sfolgorante (e la gelosia sana di Gellert lo indica), ma che è anche fiducia, comprensione, affinità. Non si può amare e dubitare (la fede e la fedeltà, nell’amore, c’entrano sempre, neh?) Perché quel bredhu che è un TUO headcanon cui sono affezionatissima racconta di un legame che travalica tutto e che è così tanto viscerale e totalizzante da non consentire ipotesi.

Dato che hai scelto di ambientare la storia nel 1813, giocoforza qualsiasi effusione tra i due amanti deve avvenire di nascosto, in un guardaroba, lontano da occhi indiscreti – anche se sono abbastanza convinta del fatto che anche nel 2021 ne avrebbero avuto bisogno, non foss’altro che per non imbrigliare la passione o regalare spettacoli troppo focosi. Torno seria <3. Questa storia è Regency: l’Illuminismo sta dando i suoi frutti in ogni ambito e si apre un secolo di esplorazioni e di scoperte. Il periodo della vita umana noto come “adolescenza” inizia a essere concepito; la morale è rigidissima, gli incontri codificati, i destini segnati. I due gentiluomini conversano in maniera brillante e arguta – esattamente come ci si aspetterebbe da loro – e sfogano la loro passione (dilagante ed esistente, è anche il periodo del Romanticismo) nel buio, da soli. Ecco perché questa dicotomia tra una primissima parte fatta d’osservazione, una seconda che è un dialogo brillante e una terza che è gelosia e passione lasciata intuire mi è piaciuta così tanto. Un’ultima menzione va al bel Gellert che si rifiuta di danzare (con i corollari e i riferimenti, come il bollare Ariana come troppo giovane, che approvo). Concludo dicendo quello che dico sempre quando termino di leggere le tue storie: è bellissima. I sentimenti arrivano come un’onda che quasi cappotta un drakkar. La frase finale strappa un ansito perché il duello verbale così caro ai gentiluomini inglesi dell’Ottocento lascia spazio a qualcosa di viscerale e di annichilente – l’amore che brucia sulla pelle. Come sempre, stupenda e preziosa.
Con affetto,
Shilyss
Recensione alla storia In ogni Tempo, in tutti gli Universi - 03/01/21, ore 17:01
Capitolo 1: Insieme?
Cara la mia Padme ♥!
Fuori fa freddo e io ho alternato la lettura di questo splendido capitolo (anzi, rilettura) a Byatt, un’autrice che ho scoperto sotto tuo consiglio e che ormai amo. E c’è, fuori, questo clima da brughiera tenebrosa che si accorda benissimo con loro, descritti magnificamente, come sempre. Il canone degli hunger games si fonde alla perfezione, semplicemente alla perfezione, con quello del Torneo Tre Maghi anche per quanto concerne la possibilità di morire (penso a Cedric) che entrambe le competizioni offrono. Il dettaglio di Albus che si offre al posto del meno potente fratello e spera di tornare dalla sorellina che ha bisogno di lui è perfetto, così come la descrizione di Gellert a partire dalle sue movenze lupesche, che si adattano sia alle origini teutoniche del ragazzo che al suo futuro ruolo di villain. Stupendo e ricollegato al canone che vi sia, tra i due giovani rivali, un riconoscimento della loro supremazia e superiorità rispetto agli altri concorrenti, meno geniali. Questo anticipa il dettaglio della loro unione mentale, prima che fisica, che poi è un elemento, quello del loro scegliersi tra molti, che tu rendi sempre con efficacia e senza mai banalizzarlo. È un archetipo della letteratura che i due avversari provino stima l’uno per l’altro. Poi magari il mondo li divide o finirà per dividerli, come succede con Albus e Gellert, ma all’inizio c’è, accanto alla passione fisica che descrivi altrove con maestria, una connessione mentale, un guardarsi e trovarsi in mezzo al grigiore dell’esistenza, un piano di grandezza comune, anche, almeno all’inizio e almeno per quanto concerne la ricerca dei Doni della Morte.

Vederli lottare e aiutarsi a sopravvivere è quindi doppiamente bello, anche perché, grazie ai dettagli accuratamente selezionati che scegli di mostrarci, abbiamo un quadro completo delle imprese compiute da questi eredi di Katniss costretti a difendersi gli uni dagli altri e a fare squadra, consapevoli che ne rimarrà soltanto uno – a meno di non fare lo stesso trucco della protagonista degli Hunger Games, appunto. Un’ultima cosa, prima di lasciarti: anzitutto, che mi maledico per essere rimasta così indietro con questa preziosa e bellissima raccolta e poi che il punto di vista di Albus ha un qualcosa di cerebrale e logico/analitico che mi è piaciuto moltissimo: è un ripercorrere lucido degli ultimi eventi prima che Gellert tenda quelle mani sporche di blu (sempre il blu che torna), è un omaggiare uno dei personaggi più intelligenti della letteratura degli ultimi anni, è un dimostrare come tu sappia cogliere ogni aspetto non solo della coppia Albus/Gellert che scrivi così magnificamente bene, ma anche di lui, di Silente che qui è un ragazzo ambizioso, coraggioso e intelligente e un giorno sarà – o in un altro universo, sarà – il grande mago che tutti conosciamo così bene.
Un abbraccio forte, mia cara Padme: buon 2021, con tanta stima e tanto, tanto affetto,
Shilyss