Recensioni di Menade Danzante

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Milleseicentocinquanta - 19/08/23, ore 21:48
Capitolo 1: Milleseicentocinquanta
Ciao!

Sono entrata a curiosare perché la premessa era veramente, ma veramente succulenta. Quando ho visto quel primo episodio, con la danza fatta da Crowley, io ho dovuto mettere un attimo in pausa il video per le risate e per l'imbarazzo. Neanche a dirlo, il mio desiderio più grande da allora è stato vedere Aziraphale nella stessa situazione, anche dato l'enorme fastidio che l'angelo dimostra di provare al ricordo quando attacca con l'elenco delle volte in cui ha dovuto farla lui, la danza delle scuse. Come potevo ignorare la OS che avrebbe esaudito la mia richiesta? Non potevo, ed eccomi qua.
Mi hai fatto morire. Davvero, ho riso ad alta voce e credo che questa non sia una cosa da dare per scontata quando si scrive o legge comicità. Già da qui ottimo lavoro. Però voglio scendere anche un po' nel dettaglio, perché secondo me questa OS merita per più di un motivo.
Ho apprezzato molto che tu abbia deciso di far iniziare questa tradizione dal fatto specifico che racconti qui. 1650 non è un'indicazione esaustiva e la serie non si addentra in spiegazioni o accenni più particolareggiati, quindi poteva essere tutto e niente, da un avvenimento importante come questo a una sciocchezza che i libri di storia non menzionerebbero nemmeno per sbaglio (come, in fondo, è l'occasione per cui Crowley si trova a fare il balletto nella 2x01: importa soltanto a noi spettator*, già agli altri personaggi della serie risulta del tutto indifferente, tanto che non vengono nemmeno a saperlo). Mi è piaciuta la tua scelta perché da un lato hai potuto creare un terreno comune con chi è dall'altro lato dello schermo, che ha i mezzi per andare ad approfondire, se desidera, la circostanza storica di cui si parla e non deve per forza "affidarsi" solo alla fantasia dell'autrice; dall'altro, hai valorizzato la storia d'Inghilterra, che resta il Paese a cui Crowley e Aziraphale sono più affezionati sulla Terra, con focus su Londra. Mi piace l'idea che questo Stato e che questa città abbiano dati i natali a quello che per loro è diventato un vero e proprio uso. Trovo che sia un elemento capace di dare importanza alla vicenda, anche se loro la trattano più con giocosità e bonaria umiliazione.
In più, questo avvenimento storico ti ha dato l'opportunità di dipingerli perfettamente IC senza troppa introspezione (che avrebbe stonato, forse, in una storia dal tono così fresco e leggero). La lotta monarchia Vs repubblica è un'ottima rappresentazione di quella che è la differenza tra Paradiso e Inferno nella serie. Con il Paradiso andrei addirittura oltre e scomoderei la dittatura, ma per lo scopo della storia sono completamente d'accordo con te: il Paradiso è gestito in modo estremamente gerarchico, molto di più di quanto lo sia l'Inferno. Lo si vedeva già nella prima stagione, ma questa seconda ha chiaramente calcato il tratto su questi contrasti (il limite per me è stato superato del tutto al mancato processo a Gabriel). E ha perfettamente senso che Aziraphale difenda la monarchia: è quello che conosce, è tutto ciò che ha sempre vissuto e il cambiamento non fa per lui, non da un momento dall'altro, non in modo violento, soprattutto. Crowley, invece, che dalla monarchia è stato scottato, ovviamente guarda alla repubblica con favore. Non che vada a toccare lui nello specifico, perché, come gli ricorda giustamente Aziraphale, loro si occupano d'altro, gli affari umani non influenzano quelli divini il più delle volte, ma per il demone è una scusa per riuscire a vedere un'alternativa, e certo non si fa spaventare dalla forza bruta con cui Cromwell mette in atto la sua rivoluzione tutt'altro che pacifica, perché Crowley è già figlio di quella violenza, che ora vede direzionata contro nemici che gli ricordano tanto i suoi. Aziraphale non può che agire da conservatore in una situazione del genere, così come Crowley non può che agire da sovversivo, e penso che tu abbia veramente centrato il punto.
Mi ha fatto ridere tantissimo il finale, con l'angelo che va da Crowley nemmeno due ore dopo il ripristino della monarchia. Non è il discorso diretto il punto, pur essendo spassoso. E' l'indicazione temporale che mi ammazza ogni volta che la rileggo. Io me lo immagino lì a contare i minuti per 10 anni, a gufare come un matto con la consapevolezza di non poter alterare gli eventi con un miracolo, e poi in rapida successione gli muore Cromwell e il re torna sul suo legittimo trono. Un bambino felice che in due ore va a gongolare dall'amico di sempre! Di Crowley non ci dici nulla alla fine, ma da parte sua mi aspetto la totale consapevolezza che quel giorno sarebbe arrivato, un po' perché, come nessuno ha mai buttato giù il Paradiso, così anche la monarchia deve sembrargli un ostacolo ancora troppo grosso in quegli anni perché gli umani possano fare veramente rivoluzioni repubblicane, ma immagino soprattutto che si sarebbe aspettato la vendetta dell'angelo.
Un'altra cosa che mi ha uccisa è stata la questione degli animali brutti nei mosaici e negli affreschi medievali. Bellissimo. Per me è vero, punto.
Davvero ottimo lavoro! Grazie per aver pubblicato e per avermi fatto ridere. Questa seconda stagione è ancora molto devastante, si fa fatica a uscire dall'angst, ma mi hai veramente risollevata. Domani tornerò a strisciare nella tristezza della separazione, ma stasera va tutto bene!
Un bacio!

Menade Danzante
Recensione alla storia La parte sbagliata - 06/10/22, ore 21:51
Capitolo 1: La parte sbagliata
Ciao!

Parto subito con il farti i complimenti per l'introduzione. Non frequento più molto la sezione, ma ho voluto dare un'occhiata perché ho pensato che il Writober avrebbe potuto rimpolpare le fila del fandom di Good Omens. Non mi aspettavo di avere davvero ragione, ma appena ho letto la tua intro ho sorriso e non ho potuto fare a meno di entrare. L'ho trovata divertente e accattivante, il biglietto da visita perfetto per attirare l'attenzione. La curiosità di scoprire come potessero essere collegati libero arbitrio e carte di caramelle doveva ormai essere soddisfatta e per questo davvero bravissim*: catturare le persone in una sola frase e spingerle a fruire del proprio contenuto è cosa non da poco, a mio avviso, ma tu ci sei riuscit* a meraviglia.
Arrivata ormai in fondo, poi, sono davvero contenta di essere passata. Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui hai narrato questo momento di vita quotidiana tra angelo e demone post Apocalisse mancata. Ho potuto respirare pienamente l'atmosfera dell'opera originale, sia libro che serie, soprattutto nell'epilogo quando tutto è finito ancor prima di cominciare e i nostri protagonisti si sono ritrovati a non avere uno scopo preciso e mille domande sul futuro, ma sono comunque insieme ad affrontare quello che verrà. Ecco, qui mi è sembrato di percepire nero su bianco proprio quel senso di incertezza per le cose che accadranno all'indomani del raggiungimento di un determinato obiettivo, incertezza che spinge le persone a riproporre una routine ormai inutile per il solo principio di fare qualcosa e non rimanere con le mani in mano. La questione delle carte di caramella mi ha divertita tantissimo: l'idea che loro due stiano andando avanti dalla mattina a buttare e raccogliere questi pezzettini di carta per annullarsi a vicenda e fare il resconto giornaliero ai capi mi ha dato molta gioia, non saprei dire se per loro o per le fazioni da cui prendono ordini, che a quanto pare hanno davvero un'idea curiosa di come portare avanti le rispettive missioni sulla Terra. Mi è piaciuto anche il modo in cui hai deciso di intervallare la discussione seria tra loro con i continui gesti relativi alle cartine di caramella: le hai rese parte integrante dell'azione e non un mero pretesto per fare colore; le hai usate per alleggerire quello che potrebbe tranquillamente diventare un dibattito sui massimi sistemi, e per me hai centrato in pieno il punto dell'opera di riferimento, cioè quel far passare messaggi forti, importanti e altissimi attraverso la commedia e il sorriso. Hai mantenuto intatto lo spirito originale e l'ho apprezzato tanto.
La questione del libero arbitrio è una chicca interessantissima in questa storia. Inizialmente mi ha colpita che a sollevare il problema sia stato l'angelo, che abbiamo visto essere il più inquadrato dei due rispetto alle loro fazioni, quello che non si è mai posto tante domande, non ad alta voce, almeno, o con l'intenzione di sovvertire l'ordine costituito. Ma poi ho realizzato la cronologia degli eventi raccontati e il pericolo OOC è rientrato del tutto (scusa se ho dubitato, sono una persona malfidata ^.^"): Aziraphale ha già vissuto il cambiamento, ha già subìto - e scelto - l'evoluzione caratteriale che abbiamo potuto vedere nell'opera madre, ed è quindi pronto a mettere in dubbio quello che sa, quello che gli è stato sempre insegnato, e lo fa a partire dalle fondamenta più profonde della fede.
Ho apprezzato da morire il focus sui pensieri di Crowley, che sposta la questione dagli esseri umani alla loro specie e a come le idee di libertà e scelta possano adattarsi a loro, che sono più affini alla dimensione ontologica dell'assoluto e dell'eterno che a quella effimera e mutevole dell'umanità. Mi ha fatto bonariamente sorridere il fatto che lui si preoccupi di essere dalla parte sbagliata, qualunque essa possa essere. Torna il tema del demone che si pone in contrasto rispetto alla propria fazione e che ragiona con la propria testa cercando di fare qualcosa di buono mentre lo maschera per un'azione terribile. Credo che tu l'abbia colto e restituito molto bene, anche nella parte finale, quando si alza e dichiara di essersi stufato. Ci ho visto una sorta di diversivo, una procrastinazione per non dover pensare subito alle risposte difficili che le domande che si è posto richiederebbero, anche in fretta magari - per quanto tempo andranno avanti, Inferno e Paradiso, a controllarli così prima di colpire di nuovo? E se non saranno preparati per tempo? Sono tutte questioni da risolvere, ma per adesso possono aspettare: come Aziraphale troverà il tempo per fare il suo resoconto giornaliero dopo cena, così anche lui troverà il tempo per definire sé stesso e l'amico, il loro operato, il loro schieramento, ma non ora, e tu ce lo suggerisci di nuovo stilisticamente sfruttando la cartina di caramella che viene buttata nell'aposito cestino dei rifiuti dal demone stesso, ennesima nota divertente che strappa un sorriso finale e lascia chi legge con la speranza che andrà tutto bene, che, nonostante i due non abbiano ancora trovato una soluzione vera e propria a quello che sta accadendo e che accadrà, la troveranno, prima o poi, quando sarà il momento, e sapranno di essere dalla loro parte, giusta o sbagliata che sia, e tutto avrà senso.
Io ti ringrazio tanto per aver scritto questa storia. Sei stat* davvero eccellente nel rendere le personalità dei due protagonisti e l'atmosfera che li circonda e l'hai fatto con una gestione delle varie componenti del testo che mi ha proprio lasciata soddisfatta di aver aperto la FF e di averla letta. Davvero ottimo lavoro.
Ti faccio di nuovo tanti complimenti e ti saluto!
Un abbraccio,

Menade Danzante
Recensione alla storia time - 12/04/22, ore 14:16
Capitolo 1: time
Ciao!

Muovendoci per festività cristiane, è praticamente Pasqua, ma una storia di Natale sta bene tutto l'anno, quindi eccomi qua a lasciare finalmente il mio parere a questa storia che avevo adocchiato sin dalla pubblicazione, ma che tra una questione e l'altra non mi ero ancora decisa a recensire. Rimediamo subito!
Di questa storia, mesi fa come adesso, mi ha colpito molto lo stile con cui è stata scritta. Ho trovato subito l'incedere curioso, atipico per una narrazione classica, lineare, ma coinvolgente anche proprio per la sua originalità. Non sono un'autrice che sperimenta tantissimo, ma vedere qualcosa di innovativo mi interessa sempre e questa storia non è stata da meno. Mi riferisco in particolare al modo di tratteggiare i dialoghi, che anticipano i soggetti o i verbi prima delle parole dirette per poi specificare in seguito eventuali modalità con cui le cose sono state dette. Mi hanno dato una sensazione come di positiva sospensione, qualcosa che ti obbliga a mettere in discussione quello che si legge fino alla fine della frase, quando tutti gli elementi sono stati scoperti, e magari a tornare indietro per ricalibrare tono e immagine mentale. Un esercizio stimolante e anche adatto alla notte di Natale che hai descritto qui. Sembra quasi di assistere a parole che "nevicano", che si posano piano piano sullo schermo e che chi legge segue in tutto il loro percorso per sapere dove vanno a finire. A dicembre la sensazione di certo non contrastava con il tempo atmosferico fuori dalla storia, ma adesso crea una frizione piacevole con la primavera che tutto sommato avanza e che mi fa dire che questa storia mi dà l'idea di essere una di quelle palle di vetro con la neve dentro: qualcosa che funziona in tutte le stagioni e che però ha il potere di rievocare un preciso momento, un preciso quadro di vita riconducibile solo ed esclusivamente al Natale d'inverno.
Mi hanno colpita anche le figure retoriche di suono e le similitudini ardite: "di sguardi che si incrociano per sbaglio, di passanti, andanti, fumanti di condensa, come draghi" è una frase che avrò riletto dieci volte perché è troppo musicale e perché i passanti associati ai draghi è una cosa così curiosa e bella che mi ha fatta sorridere ogni volta di sorpresa. Anche "a petto pieno, a petto in fuori, altezzoso, a dispetto del contesto" è una frase che mi è entrata nel cuore per il suono e per il gioco di parole tra petto e dispetto.
In generale, i piccoli gesti di Crowley e Aziraphale, descritti minuziosamente con frasi cadenzate dalle virgole o dai trattini, sono un arricchimento bellissimo per la prosa ma soprattutto per i personaggi. Angelo e demone sono loro, riconoscibili da subito sia nelle voci che nei movimenti. Crowley mi ha fatta ridere con la battuta piccata su Spencer Davis, ma mi ha fatto anche amareggiare con le sue considerazioni sul fatto che non sia destinato alla salvezza. Hai dato una nota malinconica al tutto che non solo non stona affatto con la narrazione, ma rende la situazione più realistica e più vicina a quello che effettivamente abbiamo visto di Crowley. E' stato bello, però, vedere Aziraphale che prova a coinvolgerlo e a fargli superare, di conseguenza, questo ostacolo, a dirgli che non è vero che non merita la salvezza. E' stato tenero e gentile e mi ha commossa un po'.
Il finale invece mi ha stretto il cuore. Crowley che è lì, in macchina, ad aspettare che Aziraphale torni, e quest'ultimo che è entrato da solo in cattedrale, sono due immagini forti di solitudine che sicuramente descrivono un Natale diverso dalla classica idea di comunità che vi si associa. Il loro stare insieme verrà dopo la messa, non durante; il loro Natale è in differita rispetto a quello di tutti gli altri fedeli e in quell'attesa si consuma per entrambi qualcosa di potenzialmente molto triste, però la prospettiva che Crowley sia lì fuori comunque alleggerisce il tutto: rimane, nonostante le differenze, nonostante i drammi, e quando Aziraphale uscirà dalla messa sarà lì e si ritroveranno un'altra volta e solo allora - di nuovo - Crowley potrà sentirsi amato da una persona che lo ama per quello che è.
Concludo questa recensione un po' delirante - però giuro che viene dal cuore - con mille complimenti. E' stato bello rileggere questa storia dopo tanto tempo e "fuori contesto" e sentirla risuonare così forte e così bene. Ti ringrazio davvero tantissimo per averla scritta e per averla condivisa con noi. Un gioiellino, davvero.
Un abbraccio,

Menade Danzante

Recensione alla storia Tu sei la mia Ancora - 05/04/22, ore 01:09
Capitolo 1: Tu sei la mia Ancora
Oddio ç.ç

Sono felicissima di vedere un cross-over tra Good Omens e OFMD! I parallelismi tra i personaggi ci sono e sono probabilmente innegabili per chiunque, quindi appena ho visto questo aggiornamento mi sono fiondata a leggere sapendo che non ne sarei rimasta delusa. Come immaginavo, non potevi farmi più felice con questa storia!
Procediamo con ordine. Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui hai iniziato questa FF, con la descrizione della cabina disastrata di Stede (ora di Ed) e con Aziraphale che si preoccupa quasi più dei libri che della salute del proprio corpo mortale. Certo, certo, le scartoffie per riavere un nuovo corpo occupano la mente dell'angelo, ma i libri! Tipico e decisamente IC: un po' come per la situazione che vediamo nella serie relativa alla prigionia nella Bastiglia, il focus di Aziraphale è sempre ben lontano dall'istinto di sopravvivenza, e per ovvie ragioni. Credo che tu abbia gestito benissimo questo particolare. Ho apprezzato davvero tanto anche l'alone di mistero che inizialmente circonda la figura di Edward. Fino a quando non hai nominato l'equivoco a cui è andato incontro Aziraphale, ho pensato che questa potesse essere una AU con Crowley nei panni di Blackbeard. Se miravi a un effetto sorpresa, con me è andato a segno!
Tutte le considerazioni che Aziraphale fa su sé stesso, sul fatto che la pirateria cominci a sembrare un problema per il Paradiso e i riferimenti a Crowley mi hanno dato l'idea di una profonda conoscenza del personaggio, che hai saputo muovere con perizia dall'inizio alla fine. Ottimo lavoro!
Passerei ora a Blackbeard in piena fase emo. Non hai fatto sconti sulla violenza e secondo me hai fatto bene. Blackbeard è una maschera, ma Ed sa portarla bene, risultando convincente - o non avrebbe mai raggiunto la fama che ha. Io non so come questo punto verrà riparato nella prossima stagione, ma dal momento che in questa come primo atto ha gettato in mare Lucius e come secondo ha tagliato il mignolo di Izzy e glielo ha fatto masticare, direi che un po' di periodo buio lo vedremo e qui ne abbiamo avuto un assaggio convincente. Ho trovato azzeccata anche la sottile ironia con cui gli hai fatto dire certe cose (tipo «Ce l'ho a morte con un tizio che ti assomiglia da morire ed è decisamente un brutto periodo.», che, al di là della crudeltà implicita, mi ha fatto ridere: ce lo vedo a dirlo). Il momento in cui prova attivamente ad uccidere Aziraphale senza riuscirci mi ha spezzato il cuore. Anche qui credo che la caratterizzazione sia stata perfetta: Ed non può uccidere Stede nemmeno attraverso un'altra persona che gli somiglia. Belli anche i riferimenti grafici al Kraken, che arricchiscono sì la prosa con immagini potenti, ma anche e soprattutto il personaggio di Blackbeard che, appunto, è tornato a definirsi come il mostro che crede di essere. Mi è piaciuto in particolare il modo in cui questi riferimenti siano "casuali": Aziraphale li elabora senza sapere nulla dei processi mentali del corsaro, ma Ed è talmente rientrato nel personaggio che odia da dare proprio l'idea di essere il Kraken e non di recitare una parte. E' tutto orchestrato benissimo e ti faccio tanti complimenti per questo.
Il momento dell'interazione Crowley/Aziraphale mi ha fatto morire. Mi ha ritrasportata in un episodio della serie per quanto ho trovato entrambi IC nel linguaggio, nei gesti e nel contesto. Anche Crowley è centratissimo sia nella sua preoccupazione perché quell'idiota del suo amico si è messo nei guai, sia nella curiosità che dimostra nel voler sapere sempre di più. La conversazione scorre fluida e senza intoppi, veloce quando deve esserlo e più lenta quando le tempistiche lo richiedono. E' anche costellata di riferimenti che non riguardano le azioni di Blackbeard, ma le loro interazioni passate, e questo ha dato un tocco di realismo in più collocando angelo e demone in un tempo più lungo di quello di questa storia. L'ho trovata come una buona argomentazione a favore della tesi che Crowley sia l'ancora di Aziraphale, ecco, perciò ottimo lavoro. Anche qui ti cito due frasi che mi hanno fatto ridere di gusto: 1) «Se la faceva con Bonnet?» (Non quanto avremmo voluto, Crowley); 2) «Siamo due imbecilli» (qui ho riso perché è vera: il riassunto di una serie, se non addirittura di tutte e due!).
Dal punto di vista stilistico per questa parte della narrazione ti dico che ho apprezzato molto la gestione a specchio dei momenti in cui Aziraphale e Crowley pensano che Stede e Blackbeard siano loro e non due persone diverse. Mi piacciono sempre questi giochi di stile, quindi per me è un punto in più!
L'ultima parte mi ha spezzato di nuovo il cuore, ma mi ha dato anche un po' di speranza per OFMD2. Si è rovesciata la situazione: se prima era Stede quello con i rimpianti e con le cose in sospeso, adesso abbiamo Ed che rimpiange il suo passato e quello che sarebbe potuto accadere se Stede l'avesse seguito quella notte. Stede dovrà lavorare molto, temo, per riconquistare la fiducia di Ed, ma forse sarà proprio la sua esperienza a guidarlo e, perché no, un cambio di metafora: se dal faro si passasse all'ancora già avremmo un minimo di concretezza in più! In questo frangente specifico, comunque, ho apprezzato i consigli spassionati che Ed dà ad Aziraphale. Ho trovato anche poetico il fatto che in questa circostanza il "peso" di dover tenere insieme la relazione cada sul personaggio che nell'altra serie ha invece piantato in asso Edward senza una spiegazione.
Che altro dire? Concludo questa recensione rinnovandoti tutti i miei migliori complimenti e ringraziandoti per averci dato questo bellissimo cross-over tra due serie meravigliose trattate egregiamente e senza sbavature! Davvero, grazie di cuore!
Un abbraccio,

Menade Danzante

Recensione alla storia Looking through your eyes - 28/02/22, ore 18:24
Capitolo 1: Looking through your eyes
Bennina ç.ç

Io non lo so se questa è una songfic o no, ma davvero non mi interessa: è una OS bellissima che, anche se non lo sapevo, non vedevo l'ora di leggere.
Mi piace tantissimo la gestione speculare dei racconti. Trovo che sia sempre un grande espediente per poter analizzare una coppia - di amici, di amanti, di familiari, di colleghi, e via dicendo - e per poter affrontare il rapporto che ne esce fuori da due punti di vista diversi, ma ugualmente validi. Questa OS non è stata da meno: Crowley e Aziraphale sono due personaggi diversi che meritano entrambi di essere esplorati perché forniscono ognuno un'interpretazione differente dalla loro storia, che però trova un punto d'incontro nel legame che si va consolidando nei millenni e che supera le asperità dei caratteri, fino a oltreppasare del tutto le fazioni e le ideologie da cui angelo e demone prendono le mosse.
Iniziare subito con Crowley che riflette sugli occhi di Aziraphale - sul guardare attraverso il suo sguardo - mi ha dato immediatamente delle emozioni forti. Ho sempre percepito la questione "occhi" faticosa per Crowley, che nasconde i suoi, come a voler celare al mondo la sua condizione di angelo caduto, di cui non va fiero nonostante il rifiuto della propaganda del Paradiso. Vederlo cercare risposte con gli occhi di Aziraphale ha confermato questa mia visione e allo stesso tempo ha nobilitato la presenza dell'angelo come qualcosa di davvero essenziale per il demone. Di solito si tende a vedere Crowley come colui che porta Aziraphale a cambiare prospettiva e ad adottare un punto di vista differente da quello originario, più critico, ma non ci si deve dimenticare dell'impulsività con cui spesso e volentieri Aziraphale agisce e che necessariamente deve portare Crowley a mettere in discussione quello che sa non solo sull'amico nello specifico, ma anche sul mondo in generale: se Aziraphale è capace di un'azione come quella di donare la propria spada ad Adamo ed Eva in barba a qualsiasi punizione, allora qualcosa di diverso è possibile e venire dal Paradiso non basta per essere assimilati a una qualche categoria morale. Aziraphale riscrive le convinzioni di Crowley senza nemmeno rendersene conto e allo stesso modo diventa indispensabile per il demone, che si sente perso, privo di sogni quando lui non c'è.
Aziraphale non dà certo spazio a riflessioni meno devastanti. Innanzitutto, mi ha fatto piacere trovare come frase introduttiva al suo paragrafo un accenno al suo linguaggio d'amore: trascorrere del tempo di qualità con la persona che ama. Ogni cosa, dalla più insignificante alla più importante, è più bella per lui se condivisa con Crowley. Fatta da solo può sì dargli gioia, ma non è la stessa cosa, e per me questo è stato davvero significativo: trovo che tu abbia colto benissimo e con poche parole un aspetto caratterizzante del personaggio e ce lo hai restituito con molta naturalezza. Con altrettanta fluidità lo hai unito ad un altro punto importante per lo sviluppo dell'angelo: sul muro dell'Eden si mostra compassionevole come la sua schiera non riesce ad essere perché scorge in Crowley qualcosa che non gli quadra, che glielo fa associare agli animali più teneri e non a quelli più insidiosi di cui pure ha la forma. E per quanto Aziraphale cerchi di negarlo a sé stesso ancor prima che agli altri, Crowley diventa via via sempre più importante per lui, tanto quanto vale il contrario, anche se nessuno dei due ne è veramente consapevole. Tutti e due hanno l'impressione di aver ricevuto tantissimo dall'altra persona, senza però aver dato niente in cambio, cosa che non è vera ma che comunque impedisce loro di prendere coscienza della situazione e di agire prima dei momenti tragici che seguono e, in generale, della fine della serie a cui fai accenno. "Crowley gli ha fatto a sua insaputa comprendere la differenza che c’è tra vivere ed esistere, e Aziraphale ora non saprebbe tornare indietro, nemmeno volendolo.". Mi sono venuti gli occhi lucidi. ç.ç
Ripercorrere il momento dell'incendio della libreria mi ha fatto malino, devo dire, soprattutto nei termini del paragone con una seconda caduta che sembra - che è -  più asfissiante della prima. Così come è asfissiante per Aziraphale il pensiero di non rivedere mai più Crowley - che riprende anche la minaccia di fronte ai cavalieri dell'apocalisse, "or I'll never talk to you again". Però finalmente il momento passa e loro sono insieme, a farsi le loro promesse a parole (più o meno, ovviamente, perché restano pur sempre degli scemi con problemi di comunicazione, ma ci accontentiamo), con i gesti, con i fatti; a dichiararsi a vicenda di essere l'uno il mondo dell'altro. Ed è bellissimo, semplice e straordinario allo stesso tempo.
Dal punto di vista stilistico, ho apprezzato le frasi ripetute nei primi paragrafi per dare quel senso di storia a specchio di cui dicevo prima. Danno un ritmo e sottolineano somilgianze e differenze in modo incisivo e ricordando sempre a chi legge di essere di fronte a due facce della stessa medaglia, che meriterebbero proprio di superare le difficoltà e stare insieme - come effettivamente accade, per fortuna. Per il resto, la OS scorre liscia, senza intoppi e con molta cura. Un piacere da leggere! E da ascoltare: non sentivo "Piccola anima" da molto ed è stato bello ritrovarla, anche disseminata nella storia!
Concludo ringraziandoti per aver scritto questa storia e per averla condivisa. E' stata una bellissima sorpresa trovarla e leggerla è stato ancora più bello.
Un abbraccio!

Menade Danzante