Recensioni di _EverAfter_

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Recensione alla storia Il grande assedio del Music Center - 06/11/20, ore 09:05
Capitolo 1: Il grande assedio del Music Center
V CLASSIFICATO al contest "Folclore d'Italia" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP.

- Grammatica e stile: 9.7/10
Dal punto di vista grammaticale ho trovato solo due imprecisioni che preferisco segnalarti, anche se non hanno inciso granché sulla valutazione:
“Le voci del pubblico che gridava[…]” Credo che sia un errore di distrazione perché in tutte le altre volte che hai usato questo costrutto l’hai sempre reso bene, ma il che pronome esprime sempre il soggetto, che in questo caso è le voci. Per cui sarebbe più corretto dire “Le voci del pubblico che gridavano” o, se avessi voluto sottintendere il pubblico, sarebbe stato meglio “Le voci del pubblico, il quale gridava” che avrebbe espresso esplicitamente il soggetto della subordinata. Ripeto, è una sottigliezza che non ho riscontrato tutte le altre volte.
“Non appena di nuovo sul palco […]” Qui manca il predicato verbale furono, che credo tu abbia voluto sottintendere oppure che sia stato un errore di distrazione, ma sottintenderlo è inerente alla sfera puramente parlata e colloquiale; trattandosi del tempo della narrazione il verbo è sempre necessario, a meno che non vi sia uno stile ermetico o comunque poetico, non prosastico.
Per quanto riguarda lo stile non ho assolutamente nulla da segnalarti, anzi ti faccio i miei complimenti, è una storia che si lascia leggere con una semplicità disarmante. In particolar modo ho apprezzato moltissimo il tuo utilizzo della punteggiatura: sono sempre abbastanza intollerante in materia, giacché a volte riscontro un uso e un abuso di virgole, due punti, caporali ripetute diciottomila volte, puntini di sospensione – quale odio – e apici messi a caso. In questa storia, invece, tutto è al posto giusto ed è stata davvero una gioia per gli occhi, bravissima.

- Caratterizzazione dei personaggi: 10/15
Non si apprezza una vera e propria caratterizzazione dei personaggi, ma questo è in parte (in somma parte, a dire il vero) al fatto che questa è una storia a carattere narrativo, non introspettivo: ciò che si premura di fare è il racconto goliardico ed episodico d’uno stralcio di vita vissuta, per cui comprendo che questo parametro per una storia del genere sia davvero molto ostico. Sia ben chiaro, questo non significa che tu abbia non abbia caratterizzato bene i tuoi personaggi, al contrario: ognuno di essi è definito all’interno del suo modo d’operare all’interno della vicenda e hai improntato bene le loro personalità, da quella un po’ più “ansiogena” di Peter al menefreghismo di Terry, che addirittura arriva a farsi un pisolino. I personaggi hanno una buona caratterizzazione, che però non è supportata da altro se non dai fugaci attimi descrittivi durante i quali non vi sono sequenze dialogate.
Ripeto, questa non è una mancanza dello scrittore, ma semplicemente un dare priorità alla vicenda piuttosto che all’introspezione e lo comprendo, giustifico pienamente questo punteggio, che non mi rende certo delusa della storia, anzi: un episodio narrativo come questo avrebbe rischiato d’esser messo in ombra dalla pesantezza dell’introspezione, perdendo parte della sua ilarità. Difatti, l’obiettivo di questo racconto è quello di suscitare una risata in chi legge, non certo di fare una descrizione dei personaggi di cui si ha già ampiamente una panoramica.
Tengo a fare un’ulteriore precisazione – perdonami la pedanteria – che forse è doverosa soprattutto per questa storia: in quanto scrittori, a volte siamo tenuti a dover soppiantare un parametro piuttosto che un altro. Questo va fatto e si deve fare perché altrimenti si perderebbe il senso della nostra scrittura e finiremmo tutti per scrivere le stesse cose, perdendo forse anche il gusto per la semplice narrazione. Per cui, anche se mi rendo conto che il punteggio non è dei più brillanti, io sono davvero strafelice che questo racconto sia così com’è, perché per quanto mi riguarda è risultato davvero piacevole e distensivo. Brava.

- Trama: 9/10
Se la caratterizzazione rappresenta un po’ il “punto debole” di questa storia, la trama è sicuramente il suo cavallo di battaglia. Tutto si svolge con una velocità e un dinamismo incredibili, tanto da stravolgere il lettore che si ritrova immerso anch’egli in mezzo alla folla di fan inferociti, compatendo in parte i poveri Chicago che vengono letteralmente presi d’assalto e obbligati ad una battuta di fuga, anch’essa ostica da realizzare. Lo stratagemma della lavanderia l’ho trovato davvero divertente ed in più di un’occasione, ritrovandomi ad immaginare la scena, mi è scappata ben più di una risata. Questo perché il racconto, che assume quasi i connotati d’una commedia degli equivoci, appare proprio con tutti gli elementi dai toni ironici e riccamente umoristici.
Uno dei suoi maggiori punti di forza è sicuramente rappresentato dalle interazioni tra i protagonisti, in particolar modo dalle figure di Peter e Terry, che sono forse quelli che prendono un po’ più piega nell’intera vicenda, giocando i ruoli del diavolo e dell’acqua santa. Anche in questo caso, ho trovato la scelta particolarmente azzeccata e godibile dal punto di vista del lettore, che ha la possibilità di apprezzare l’intreccio semplice ma riccamente intarsiato da gag e scenette buffe e divertenti. Anche la figura dei fan sfegatati è un tratto di cui tener conto: in questo testo i fan vengono visti come un’entità a sé stante, l’”antagonista” se vogliamo dei nostri poveri Chicago. E la cosa che fa più ridere è che assomiglino proprio ai cattivi, specie quando la voce femminile urla «Lo sappiamo che siete lì! Venite fuori!». Ora, sembrerà davvero una cretinata, ma c’è stato una stravolgimento totale della scena, perché di solito questa è una frase che i poliziotti dicono al criminale di turno, il che mi ha fatto davvero divertire.
Lo scioglimento finale si ha con il tipo della lavanderia, che risulta come il classico aiutante della commedia che arriva a “salvare” i nostri malcapitati, tra l’altro con una tranquillità senza precedenti proprio perché ormai si è abituato a scene simili. Insomma, questa storia, dal punto di vista della trama, è stata davvero molto ben scritta, nonostante l’intreccio non sia particolarmente complesso, ma la semplicità in questo caso ha davvero rappresentato la scelta giusta, bravissima.

- Utilizzo del pacchetto: Obbligo 8/8 + Prompt bonus 2/2
Quando ho improntato questo pacchetto ho pensato davvero a moltissimi contesti narrativi, descrittivi, introspettivi. Insomma, avevo delle aspettative che sforavano in ogni possibile ambito della scrittura. Ma ti giuro che mai, mai, avrei pensato ad uno svolgimento simile. Insomma, hai completamente superato e fatto a pezzi le mie attese, sei stata geniale sia nell’utilizzo del prompt che dell’obbligo, ma andiamo per gradi.
L’obbligo direi che è stato descritto in maniera precisissima, in quanto dovevi descrivere un assedio. E direi, senza stare troppo a girarci intorno, che in questo sei stata davvero brillante, se non di più! A parte il titolo, che ricalca perfettamente ciò che hai descritto nella storia, l’assedio del Music Center è il tema portante di tutta la vicenda, addirittura i protagonisti devono sprangare la porta per evitare d’esser travolti dall’ondata di fan, richiamando alla mente le tipiche scene alle quali si assiste nei film proprio durante un assedio, indi per cui mi ritengo più che soddisfatta.
Però, se posso esser sincera, l’utilizzo del prompt mi è piaciuto ancora di più: uno, perché era davvero difficile inserirlo all’interno di questa storia; due, perché le campane rappresentano il tempo della narrazione, scandiscono precisamente gli attimi, ogni istante dei nostri protagonisti in preda all’assedio. È come se fossero messe lì con un che d’inquietante e maestoso, sbattendo prepotenti per segnalare il passare delle ore. L’ho trovata una scelta davvero molto coraggiosa e bella, perché ripeto che, inserire questo pacchetto in chiave moderna non era per niente semplice e tu sei stata davvero grandiosa in questo. Una storia che ha pienamente rispettato – e superato aggiungerei – le aspettative del pacchetto, bravissima.

- Gradimento personale: 4/5
Io non sono una grandissima amante dei Chicago, lo ammetto. Credo sia dovuto in parte al fatto che mio padre era uno di quei fan sfegatati di cui racconti e quindi forse da piccola sono andata un po’ in rigetto delle loro canzoni. Tuttavia, questa storia mi è piaciuta tantissimo. È un racconto divertente, che non necessita di una comprensione eccelsa e di una concentrazione inossidabile. È come ritrovarsi a leggere un bel libro dai connotati comici, semplice nella lettura ma avvincente. Metti il lettore nell’attitudine di voler continuare la storia per sapere come andrà a finire, se i poveri cristi dei Chicago riusciranno a sfuggire alle grinfie dei loro fan, che in questa storia rappresentano più i carnefici che dei personaggi positivi – cosa che per una band non è così scontata.
Ho apprezzato questa storia perché è stata una ventata d’aria fresca, una novità: sono una strenua sostenitrice del dramma e della tragedia, per cui ritrovarmi a leggere qualcosa di così divertente mi ha portata a pensare che non morirebbe nessuno se mi mettessi ogni tanto a leggere racconti di questo tipo, che sono sempre in grado di farti sorridere, anche se fosse per un singolo, brevissimo istante.
Insomma, sei stata davvero bravissima, complimenti!

Totale: 42.7/50