Recensioni di Noyriam

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Nebbia - 12/10/19, ore 12:04
Capitolo 1: Nebbia
Dunque, tenendo conto che di solito ti trovo nelle mie poesie, ho pensato che ti piacessero e sono passata nel tuo profilo e tra le tante scritte, sono rimasta affascinata di più da GhiacciaioLa notte e questa che sto appunto recensendo. Le altre due le leggerò durante la settimana, più che altro mi hanno incuriosito per la loro introduzione. Riuscire a scrivere bene lì è un miracolo per me, sai? Devo dire che sai attirare i lettori.
Passando alla poesia, ho voluto leggerla ascoltando qualcosa più vicino alla nebbia in sé e allora ho scelto Autumnal dei Nox Arcana, non so se hai presente e mi ha aiutata parecchio. Tra tutti i versi che hai scritto, il più carino è stato questo:

"Solo un fruscio lieve
di una foglia di un albero che cade
dall’alto ramo che l’ha ospitata durante l’estate
può rompere quel silenzio fragile, ingannevole.
"

Cioè, la dolcezza e la malinconia assieme di questo pezzo, sono meravigliose. Da un lato c'è la nebbia che, cattiva e quasi vogliosa di far sì che nessuno possa riuscire mai a capire cosa possa star capitando al suo interno, sta man mano avanzando e dall'altro invece una foglia che solitaria scivola giù. E nessuno lo scoprirà, perché non la vede. C'è troppa nebbia, troppo grigio biancastro. Non so perché, ma mi ci rivedo in quella foglia. Senza motivo tra l'altro, o magari c'è e ora non riesco a tirarlo fuori. Insomma, diciamo che fra tutti i versi questo è quello che mi ha lasciata maggiormente triste e assieme attaccata alla poesia. Penso di inserirla tra le ricordate, poiché non voglio perderla. In futuro se volessi rileggere qualcosa collegato alla nebbia, almeno so dove cercare. 
Ovviamente non sto dicendo che il restante della poesia non esiste, però non so. Di più mi è piaciuto quel frammento, sul resto mi è venuto in mente più che altro quanto la nebbia sia fondamentale per chi, come per quella persona solitaria che sta camminando, ha voglia di non essere visto. Ma intendo visto con se stesso, non in modo fisico come quando senza occhiali da lontano non si vede. Cioè che non viene visto metaforicamente lasciare parti di sé in giro. Per il suo mood soffocante per colpa di alcuni pensieri storti di quel momento, spero di essere riuscita a spiegarmi. E' da un po' che non passo nelle storie a recensire qualcuno, sono un po' incostante e forse ti sembrerà una recensione priva di senso. Questo, ad ogni modo, è stato ciò che ho percepito leggendola. 

Ora come ora aspetto a leggere le altre due, voglio mantenere la bellezza di questo componimento per tutta la giornata.
Au revoir
 
Recensione alla storia Siamo donne - 20/07/17, ore 12:13
Capitolo 1: Siamo donne
Buongiorno, o direi quasi buon pranzo?, ad ogni modo eccomi qui a recensire la tua storia perché ho avuto una curiosità mia di capire come tu potessi mettere giù questa flashfic.
Sai, dalle tue note non ho mai pensato veramente all'8 marzo, ma non perché non bisogna festeggiarlo, o perché sono una persona insensibile, anzi più che altro perché non mi ricordavo che fosse la festa delle donne. So il suo significato, solo non ci ho mai fatto caso. Forse perché sotto sotto non ho mai pensato neanche alle tue parole e al fatto che molte volte noi veniamo sottovalutate, perché non ho mai pensato degli altri che mi vedono come una da lasciar perdere. Forse perché io ho carattere tanto quanto da far finta di non aver sentito delle offese in ambito di questo discorso, anche verso le mie amiche di solito tendo a difenderle e se la situazione non migliora, ciao ciao. Non sto dicendo che sono una di quelle che si voltano e non cercano di trovare delle soluzioni, assolutamente no, solo però non ho mai pensato a questo giorno come un giorno speciale per forza da festeggiare perché io penso che se le persone in un primo momento ci trattano come immondizia, non vale neanche la pena di stare lì ad ascoltare quello che vogliono dire. Semplicemente io vivo la mia vita normalmente, poi se capita un'offesa di questo genere, faccio ciao ciao con la manina e me ne vado via. Non mi interessa quello che lui o lei abbia da dirmi, non mi interessano le offese che usciranno dalla sua bocca, non mi interessa niente. Forse sbaglierò, non lo so, comunque sono quel tipo di persona che non entra nella lotta per forza e sbatte i piedi per cercare di far cambiare idea alle altre. Perché so che, dopo molte esperienze brutte sulla mia pelle, le parole non servono fino in fondo. Allora perché sprecare fiato per questi generi ed esseri umani e farsi venire il mal di gola? Le tue parole da un lato sono belle, sono piene di speranza verso un mondo che in molti lo calpestano e pensano che le donne siano cose e basta, non persone. O anche che siano persone a volte da lasciar perdere e sul margine della strada, purtroppo esistono anche questi tipi.
Io però non sto lì tanto a pensare a queste cose, come ho detto vivo ogni giorno e cerco più che altro di districare i demoni miei interiori, poi se becco qualche marcio, lo lascio perdere e basta. Però è vero, quello che dici, per certi versi la tua poesia è un qualcosa di realistico e brutale, dato che purtroppo non tutti la vedono come me e te e cioè che noi siamo ancora una specie di parte e non un amalgamento di persone insieme agli altri.
È una cosa molto triste da pensare, ma purtroppo è vero. Poi per la maggior parte io non mi ci rivedo in quello che hai detto, più che altro perché non credo nel principe azzurro, non sono quel tipo di persona che dice sempre sì, anzi io dico più no che sì, non vedo il buono negli altri forse per l'esperienza che ho avuto e non mi affido alle amiche per ogni piccola cosa perché ho scoperto che a volte anche loro sono le prime persone che ci mettono da parte. Forse sarò l'un per cento del resto del mondo, ma non importa. Sono qui e sono arrivata a questo punto solo con me stessa, e l'unica persona di cui mi fido ancora di più è me stessa, e mia mamma.
Perché ho imparato che chiunque a questo mondo può ferirti, anche le persone più vicino a noi. Poi è vero, sappiamo lottare vincere e vivere e abbiamo diritti, ovviamente, però io penso che per certi versi anche le donne abbiano delle loro colpe. Nel senso, non siamo tutte delle sante e facciamo degli errori, e a volte questi errori non vengono pagati come dovrebbero. Purtroppo ho avuto una parte brutale delle donne sulla mia pelle, non sto dicendo che sono tutte uguali, assolutamente no, però purtroppo io non riuscirei a vivere in un mondo o in un castello di ghiaccio o dorato, denominalo come vuoi, con sole donne perché appunto di solito noi ci affidiamo a loro quando c'è qualcosa che non quadra. Io quasi quasi mi affido alla solitudine o all'indifferenza oppure agli animali. Che a volte sanno più ascoltare di noi umani, il che questa cosa mi fa altamente ridere.

Detto questo, la tua poesia è una poesia quindi non cercare assolutamente di dire a te stessa che può non esserlo, perché ognuno scrive una poesia come gli pare e piace e tu sei riuscita a buttare giù dei pensieri che non tutti abbiamo il coraggio di dire. Quindi, per questo motivo, i miei complimenti.

Spero di non essere stata troppo onesta e schietta.
Au revoir
Recensione alla storia Libertà - 20/07/17, ore 11:32
Capitolo 1: Libertà
Ciao,
Sai, quando ho visto il titolo di questa tua poesia e si trattava di una drabble, mi sono chiesta il motivo per cui io avessi scelto proprio la tua.
Sinceramente non so come mai, ma volevo sapere che cosa potesse significare la parola libertà per un'altra persona. Dopo tutto, che cosa può essere veramente la libertà? Forse qualcosa che va in base a delle persone che ti lasciano in pace, non si intromettono nella tua vita o comunque non in modo insistente e ossessivo, ma soprattutto quando hai bisogno di stare da sola ti lasciano stare e non cercano di aiutarti quando magari tu l'aiuto non lo chiedi. Questa per me è la libertà, una cosa che purtroppo non molte persone riescono a capire. Poi leggendo i tuoi versi, mi sono ritrovata d'accordo specie per le tue parole sulla vita che è capricciosa ribelle strepitante e anche tante altre cose tra cui pericolosa problematica e sorprendente. Tanto che ogni esperienza che capita sul tuo cammino, ti fa capire ogni giorno di più quanto una persona voglia questa cavolo di libertà. Infatti se la vita è un adolescente o comunque è come un adolescente, l'adolescente vuole stare da solo la maggior parte delle volte e vuole capire che cosa siano le emozioni e sentimenti sulla propria pelle in modo solitario delle volte, o almeno io vorrei così.
Invece no, si sente in gabbia come un uccellino. Però, io pensavo che poi nella tua poesia si sarebbe proseguito con la parte precedente, del fatto che si sente in gabbia e invece? Invece niente, hai avuto una specie di calo, come se qualcosa da un'alta montagna cadesse per terra e c'è stato un tonfo e hai scritto gli ultimi due pezzi dove dici che prima o poi questa parte di adolescenza, questa parte di vita passerà e quindi la persona, in questo caso una ragazza, prenderà il volo.
Può essere di sì, ma può anche essere di no ovviamente. Sembrava che tu volessi quasi concludere la poesia, perché sei arrivata ad un punto di far capire a noi lettori che sì, è bello dire a tutti che bisogna librarsi in aria, ma che cosa succede veramente? Riuscirà o non ci riuscirà? In questo caso, ci è riuscita. Perché l'adolescenza passerà. Quindi la vita passa e lei riuscirà a librarsi in aria. Ma è davvero così, dopotutto? Una persona riesce a librarsi in aria solamente quando la vita passa? No, io non credo. Uno può anche farcela magari quando è nel pieno della propria parte ribelle e capricciosa. Questo ovviamente è il mio pensiero, tu hai scritto il tuo tramite questa poesia e ne hai i pieni diritti, però comunque su una cosa hai ragione. E cioè che è vero che la vita a volte dà le spalle alla persona che vuole cercare la libertà e l'adolescenza, cioè la vita un po' troppo problematica diventa infinita e quindi diviene una gabbia in tutto e per tutto. Certo, però non bisogna vedere le cose solo in questo modo, perché altrimenti si rischia di non vivere mai più. Da un certo punto di vista la tua poesia può essere una specie di riflessione personale, o un'esperienza che è andata a finire male, ma io credo che sia un modo per far capire a tutti che è bello vivere e capire che ci si può sentire in gabbia molto spesso, ma siamo noi a decidere le sorti della nostra esistenza. Vogliamo vivere in questo modo in gabbia tutta la vita o cercare un modo di poter uscire anche se magari non si riesce fino in fondo a trovare la strada del nostro cammino? È una bella domanda, devo dire, io non ho ancora trovato una risposta.

Hai scritto un'ottima poesia, una specie di punto di riflessione che io ho apprezzato. Lo stile è semplice, a tratti molto malinconico e dolce, quasi come se la tua poesia fosse stata scritta da un uccellino che si sente in gabbia e non è mai riuscito a volare via dal suo castello dorato. L'ho apprezzata, davvero.

Bé, buona giornata.
Au revoir
Recensione alla storia Poems from the inside - 15/04/17, ore 16:27
Capitolo 1: I
Buongiorno,
Io sono la fortunata che ha scelto quest'uovo contenente la tua storia e adesso mi ritrovo qui a recensirgliela - queste parole sono di mia invenzione, non per forza dovrai scriverle tu nelle recensioni nelle storie. :P

Passando alla tua poesia, mi viene in mente un solo aggettivo: terribilmente poetica, nella sua forma e per come tu l'abbia voluta buttare giù perché è davvero sconvolgente. Nel senso: è stato voluto - da parte tua -, utilizzare termini molto affilati per far sì che l'immagine di quello che si legge in questi versi possa subentrare dentro di noi lettori in modo intenso? Perché queste parole, queste tue righe, questi versi e questo significato nascosto, davvero, mi hanno sconvolta e lasciata un po' a bocca aperta - senso metaforico - e col sorriso sulle labbra.
Perché è molto particolare: hai descritto la poesia sia in modo concreto utilizzando appunto degli strumenti quali la tela, per non parlare poi dell'inchiostro - o almeno un tempo, questo, agli inizi. Poi ci sono i caratteri, per descrivere qualcosa e attaccare il discorso sulla persona che ora non c'è più. Poi la macchia, che cattiva non se ne va e ho pensato alla sensazione di un qualcosa che non scompare perché dispettosa e allo stesso tempo che sorride in modo innocente. Per scherzare, no, e intanto ti colpisce fin dove può ferendoti.
Poi c'è il colore rosso che appunto lo indossa lei o lui per qualcosa che è capitato e le poesie sono molto profonde e meravigliose proprio perché non si sa chi sia il soggetto che sta parlando, o pronunciando quelle parole, dunque il lettore rimane nell'ombra. Non riesce a comprendere chi sia il personaggio della poesia, dunque viene curiosità e prosegue cercando di comprendere qualsiasi cosa, ma arranca e fatica. E alla fine, magari, molla. Oppure no. Io penso che proseguirò a leggere perché davvero, il tuo stile profondo e allo stesso tempo graffiante, mi piace molto. Poi si ferma e pare far capire ai lettori di rileggere e ritornare indietro, per prepararsi a dei versi più avanti che saranno molto più devastanti, o morbidi e leggeri.
Sei un enigma, davvero. Ed è bello, piacevole.
Proseguendo, c'è la nebbia che sale ed è come se non si riesca a capire come si senta perché insomma, la nebbia può farti vedere qualcosa o comunque in modo sfocato oppure non ti fa capire un tubo. E le sensazioni con la nebbia paiono fluttuare e sparire nell'aria. Poi c'è quel nome assieme alla nebbia, il che è peggio: dove va a finire? In quale zona? Non si vede niente, il che porta alle Vertigini appunto, da aver messo la parola con la maiuscola. E infine c'è un Ultimo Sollievo, anche qua entrambe maiuscole perché vuoi far capire che sta arrivando la fine e magari la nebbia sparisce, dunque la rabbia si spegne.

Perché è stato bello leggerla? Perché da un lato vedevo il colore rosso - davvero, sono seria -, così come i caratteri sulla tela e lei o lui che ripensava ai bei tempi, e un po' sfacciatelli e incoscienti e dall'altro vedevo quel soggetto traballare per le sue sensazioni nebulose.
La parte più bella, a parer mio, è stata quando scrivi:

''Incido in me
gli stessi segni
che l'infame macchia copre."


Sai perché? A parte il fatto che l'ho letta una miriade di volte perché non capivo come mai non avessi messo una virgola per separare un significato dall'altro, ma poi ho compreso che tu volessi intendere che era la macchia, o meglio quella infame macchia, a desiderare di coprire quegli stessi segni, che lei o lui stava incidendo al suo interno. E diamocelo pure, mia cara autrice, è una frase un po' diabolica e infida, dal doppio e capovolto significato ed è per questo che m'è piaciuta.

Non ho nient'altro da aggiungere su quanto tu mi abbia fatto provare, se non che la tua poesia va dritta nelle seguite e ricordate perché vorrei proseguire nella lettura e, perché no, recensirti in questo modo proprio come adesso. Perché anch'io scrivo poesie e perché questo mondo è meraviglioso e vario.

Sullo stile, ripeto che è davvero profondo, diabolico, cattivo quasi e voglioso di far insospettire il lettore di quello che sta leggendo, come se da un lato stesse ridendo di me, e dall'altro avesse voglia di capire se capisco. Scusa le doppie ripetizioni. Meraviglioso davvero. Poi, per quanto riguarda lo stile della tua poesia, dunque della parte grafica del capitolo - una cosa che io amo tantissimo -, è pulito. Nel senso: hai messo un'immagine proprio come se il ritmo della tua poesia dovesse risultare calmo e allo stesso istante torbido come il mare, l'oceano perché le acque non sempre stanno ferme, giusto. E di sera, poi, tutto può essere miracoloso e misterioso. Poi hai messo il divisorio gif per separare il tuo nickname dal titolo della poesia e anche questo non è da tutti, difatti ho apprezzato molto.

Ripeto ancora: complimenti, e scusa se questo ti è sembrato un papiro noioso, ma volevo partire dalla tua storia perché davvero... E' meravigliosa.
Au revoir

Ps. Mi stavo quasi dimenticando, che oca che sono!, di augurarti una Buona Pasqua e spero che tu possa passarla molto bene. 
Recensione alla storia Scream of soul - 19/02/17, ore 20:22
Capitolo 1: Scream of soul
Ciao.
Sai, quando pensavo di dover farti il banner non so a cosa realmente stavo immaginando, ma di certo non una ragazza sull'altalena perché era troppo fuori binario. Poi però più rileggevo la tua poesia, e più mi veniva in mente una persona che se ne stava ferma con la testa in giù o comunque dallo sguardo perso nel nulla a guardare e sperare in un aiuto silenzioso, che partiva da dentro di lei in modo tale da non farsi sentire. Appunto perché lei vorrebbe, ma non vorrebbe. Si domanda Perché gli altri non capiscono quanto io abbia bisogno di aiuto? e nessuno riesce ad arrivarci, ma molto spesso le persone sono come lei: hanno bisogno delle mani, mani a cui appoggiarsi, mani a cui attaccarsi e dunque non l'aiutano, proprio perché son nei suoi stessi panni. Delle volte cerchiamo conforto in altre persone, e quelle stesse hanno bisogno comunque di un risvolto nella loro vita, dunque ho pensato ad un occhio capace di leggere nell'anima di tutti. Inclusa lei. 
E intanto, mano a mano che la tua poesia vola sempre più verso il baratro, lei soffoca e piange e strepita per cercare aiuto e uscire dal suo giro di nero, ma più prova e più fallisce ed è per questo che quell'occhio rimane sempre lì aperto a fissare l'immobilità. E il silenzio. 

Il tuo stile, lo ammetto, mi ha fatto un po' paura perché ho sentito qualcosa di profondo e talmente vivido che persino la poesia sembrava avermi chiesto dell'aiuto per migliorare lo stato della ragazza. E io, impotente e solamente una lettrice, non potevo fare altro che restarmene impalata a lasciare che i versi della poesia scendessero per finire. Non so se intendi cosa voglio dire, ma comunque per dirti che è stato meraviglioso leggerla e imprimere ogni sua parola. Sei molto brava a far sì che le persone debbano comprendere il suo significato, e non è da tutti questo.

Non ho altro da dire, se non che spero di poterne leggere delle altre in futuro. Di questo stampo.
Au revoir