Recensioni di hope valentine

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Into the deep - 06/08/20, ore 20:22
Capitolo 4: Cuore
Credo che la genialità dello stile della Dabos stia nel fatto che abbia scritto il capitolo e i suoi passaggi principali in modo che tutto restasse assolutamente ambiguo: noi condividiamo il punto di vista di Ofelia, ma perfino per lei è difficile capire se Thorn venga realmente tentato, anche solo per un millisecondo, dall'offerta di Melchior e noi affoghiamo nella sua stessa confusione. Devo ammettere che tutte le volte che leggo quel passaggio e l'azione che si dipana fino alla risoluzione finale, resto sempre con la strana sensazione che Thorn, forse, si sia realmente soffermato anche solo per un secondo a valutare seriamente l'offerta del barone Melchior, e la stessa cosa deve essere accaduta anche a te ("Tuttavia, non poté impedire alla proposta del barone riguardo alla sua Memoria e al Dio che serviva di solleticare la sua curiosità"). Però non ho ben capito se l'entità del tuo "dubbio" fosse stata lancinante quanto il mio.
Ho sempre avuto il sospetto che non si fosse trattato solo una farsa, non del tutto. Ma proprio per una frazione di secondo deve essergli passata per il cervello l'idea che quella fosse la risoluzione a tutti i suoi dubbi e che in fondo, in quel momento, non avendo più nulla da perdere avrebbe potuto allungare la propria mano e afferrare la verità che sta cercando da anni. E' probabile che in quel momento fosse convinto di non aver mai avuto l'amore di Ofelia e, tra l'altro, aveva appena rotto il fidanzamento con lei e perso ogni speranza di realizzare i propri piani. Insomma, ho sempre pensato che, sì, stesse bluffando, ma che per un istante ci abbia pensato veramente. Tutto il contrario di quelle che succede in prigione con Dio: lì rifiuta con assoluta decisione e sicurezza la proposta che gli viene fatta di divenire Tutore, perché Ofelia è lì con lui e anche se non sa per quale motivo l'ha fatto, l'ha sposato e non si lascerà mai governare da nessuna forza esterna, nemmeno dallo stesso Dio e dalle sue proposte. Però, appunto, si tratta di una interpretazione di un momento che è stato lasciato ambiguo volutamente dalla Dabos perché ognuno gli desse la propria personale interpretazione e quando trovo queste storie scritte così, personalmente grido sempre al miracolo xD
Trovo comunque in generale molto corretta l'analisi approfondita che hai fatto nel capitolo del vero stato d'animo di Thorn, della furia che gli imperversa dentro mentre all'esterno riesce a restare di un ermetismo allucinante; avere dei capitoli dal suo punto di vista è illuminante per chi si è sempre sentito lontano da lui e ha sempre fatto fatica a comprenderne le motivazioni. Thorn è pronto a sacrificarsi per Ofelia anche se lei non sembra ricambiarlo e questa dinamica si intensificherà nel momento in cui lei, invece, ammetterà di amarlo. Ho finito con lo sviluppare la teoria che Thorn odi così tanto la violenza perché sa che, nei recessi più nascosti del proprio animo, ha una belva assetata di sangue. E trovo coerente con il suo personaggio che a causa di questo, odi sé stesso più di chiunque altro: è un uomo forte e ha sopportato di tutto, per questo ritengo che debba aver sviluppato una piccola bestia incazzata nera che non gli piace per niente ma che riesce a tenere a bada con l'estremo autocontrollo. Rabbia e violenza che grazie all'autocontrollo, appunto, incanala in un'efficienza, quando si tratta di ricercare la vendetta, assolutamente spaventosa, come quando Ofelia gli racconta delle minacce che ha ricevuto da Gustavo o dal piccolo incidente con Madre Ildegarda causato dalla nonna. Guarda come i due sono spariti dalla circolazione nel giro di un soffio solo per aver "sfiorato" Ofelia xD Figlio di queste violente passioni, non c'è che il desiderio che nel tuo capitolo Thorn ammette di provare con una forza quasi travolgente. Ho trovato molto corretta la tua analisi che ti ha portato a scrivere di come esso rimanga dopo gli strascichi e la devastazione causate dall'ira e dall'odio e di come questa passione estrema porti Thorn a pensare di volersi prendere Ofelia lì, in quel momento. Però, l'autocontrollo lo rende un essere civile e si trattiene, disperatamente, mentre lei torna ad essere padrona di sé. Ho trovato toccante come hai descritto dal punto di vista di Thorn, il momento in cui noi sappiamo che Ofelia capisce che il suo posto è accanto a lui; lui percepisce che lei ha afferrato qualcosa e teme che sia qualcosa che possa allontanarla perché il quel preciso istante, lui ancora non sa quali siano le motivazioni che spingono Ofelia (e non lo saprà con certezza per un bel pezzo xD).
Tutto quello che muove Thorn sono la sua grande rettitudine ed il suo senso del dovere, oltre che all'amore per una donna. Insomma, è l'eroe romantico per eccellenza e una bella rivisitazione della figura dell'eroe Byroniano. Un vero capolavoro di personaggio.
Ma soprattutto quanto bello questo passaggio che hai scritto: "Lui era la legge. Lui era i numeri della contabilità del Polo, veritieri, trasparenti, logici e innegabili. Lui si faceva obbedire. Nessuno aveva mai potuto obiettare un suo verdetto e uscirne vincitore, nessuno la scampava dopo essersi opposto. Tutti obbedivano a ciò che lui non chiedeva, ordinava. Ofelia, questo lo aveva capito ancora meglio di quanto avesse compreso quanto ormai fosse perso per lei, anteponeva sempre il libero arbitrio a tutto il resto. Lui era il cervello e lei il cuore, lui era il piano e lei l’azione. Lui era l’odio e lei era l’amore. Lui la dannazione, lei la liberazione." Credo che sancisca con precisione assoluta cosa sono Ofelia e Thorn e perché sono tanto perfetti insieme. Al contempo, spiega chiaramente perché seppure Ofelia abbia garantito che rispetterà la decisione di Thorn, ha sempre evitato di aggiungere che questo non le avrebbe impedito di intervenire per conto suo nella questione ("Mai rassegnato.", sono proprio d'accordo con la tua analisi e in quella scena me la sono sempre immaginata che si fa lo spergiurino con le dita dietro la schiena xD), portandola poi a fare la lettura del libro di Faruk e all'epilogo che tutti conosciamo.
Insomma, il tuo è l'ennesimo bellissimo capitolo che mi ha riportata indietro nel tempo quando, mentre leggevo, vedevo scorrermi davanti tutti i motivi per cui ho amato tanto e tanto amo ancora questa meravigliosa saga. Quindi, grazie... di nuovo. A prestissimo!
(Recensione modificata il 06/08/2020 - 08:29 pm)
(Recensione modificata il 06/08/2020 - 08:31 pm)
Recensione alla storia Into the deep - 05/08/20, ore 21:22
Capitolo 3: Innamorarsi
Dunque, questa volta spero di riuscire ad essere breve (la brevità non mi è amica, ultimamente, quando devo recensire la tua storia, perdonami), perché ho meno cose su cui fare della filippica. In primo luogo perché il capitolo è ben scritto, ma su questo sei ormai un'assoluta garanzia; non sto più a soffermarmi nel dire quanto tu scriva bene. E' assodato. Non ci sono paragrafi in cui la lingua, durante la lettura, inceppi. Non c'è un risvolto che sia noioso, non ci sono scene descritte che siano né che abbiano un linguaggio fuori luogo; lo stile si appoggia con eleganza a quello della Dabos, come sempre, e come tuo solito sei riuscita a tirarne fuori qualcosa che sia comunque originale e tuo. I complimenti si possono solo sprecare da questo lato della barricata xD
Sul contenuto: allora, io perché sono io e ho un grave problema di completismo e perfezionismo (Thorn, levate), ho letto il capitolo dopo aver concluso "Echi in Tempesta" e non ho potuto fare a meno di avere in mente per tutto il tempo che la scena non trovava spazio da nessuna parte all'interno della timeline della storia originale. Ma, ripeto, perché io sono io e ho dei problemi con i "what if" (perchè il capitolo diventa automaticamente un "what if" a seguito della pubblicazione del quarto libro): mi uccidono dentro, non so perché xD Ma a parte questo stupido preambolo (che potevo anche fare a meno di fare, ma gna 'fo, con te devo spiattellare tutto e volevo che contestualizzassi meglio il mio prossimo commento), la scena mi è comunque piaciuta. MI E' PIACIUTA nonostante sia una "what if".
L'ho letta tutta, fino all'ultimo rigo, con estremo piacere. Si tratta di una scena romantica e come tale non ha risvolti psicologici pesanti; non ci sono complicati fardelli da gestire. Sono solo Thorn e Ofelia come non ci è praticamente mai stato concesso di vederli, in un interscambio del tutto possibile tra di loro: la difficoltà ad esprimere ad alta voce i propri sentimenti dovuta alla loro estrema ed insita riservatezza è assolutamente plausibile, così come lo è il soffermarsi eccessivamente cervellotico, prima da parte di Thorn e poi da parte di Ofelia, su due particolari come il "quando" e il "perché". Trovo che questo dialogo tra questi due personaggi sia assolutamente accettabile e riesco a figurarmi con assoluta naturalezza come possa essere una conversazione che, se avessero mai avuto un po' di tempo da dedicare l'uno all'altra senza avere il peso del destino del mondo sulle spalle, avrebbero potuto tranquillamente fare. O che potranno fare, in futuro: anzi, forse in futuro sarebbe ancora più probabile dato che ne “La Memoria di Babel” i due sono ancora macchinosi l’un con l’altra, devono ancora imparare a fare le cose insieme, a dirsi sempre tutto e a diventare un “noi” evoluzione che, ovviamente, abbiamo in “Echi in Tempesta”. 
L'ansia che coglie Ofelia nell'attesa di avere notizie di Thorn, forse, l'ho trovata una lieve regressione rispetto a come la Dabos caratterizza la crescita del personaggio, ma è, chiaramente, un'interpretazione personale. Se per l'Ofelia pre "Memoria di Babel" questa ansia sarebbe stata del tutto giustificata, forse la trovo un pochino meno on character post "Memoria di Babel". Ofelia impara forzatamente cosa voglia dire vivere lontana da Thorn e non averne alcuna notizia nel momento in cui è costretta dalle Decane a starsene su Anima. Sicuramente su un primo momento lei stessa non deve aver preso la cosa con calma sfingea, anzi, deve aver avuto una reazione molto simile a quella che hai descritto tu, con la zia Roseline che ha dovuto fare un'opera di convincimento per obbligarla a starsene calma e non tentare la fuga su due piedi. Poi sarà sopraggiunto lo sconforto dato dal fatto di non avere la certezza di dove fosse sparito Thorn, dal fatto di sentirsi costantemente in trappola e sotto osservazione. Poi sarà iniziata la fase di lucido ragionamento, durante la quale ha iniziato a fare le ricerche che la portano ad ipotizzare che il marito si trovi su Babel etc. Ofelia deve aver fatto molto lavoro su di sé per arrivare ad essere la donna priva di indecisioni che decide di avventurarsi su un'Arca lontanissima da quella d'origine, per distanza e cultura, che vediamo all'inizio del terzo romanzo. Tra l'altro, l'idea che Thorn possa essere morto, non le sfiora mai la mente anzi, lo considera vivo e vegeto e assolutamente capace di aver già fatto delle indagini tutte sue che chissà dove lo hanno portato in tutto quel tempo (lui che non perde mai tempo e lei lo sa bene). Anche questo io lo presi, durante la lettura, come un sintomo di grande lavoro fatto su di sé per cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. Lo stesso atteggiamento, da parte di Ofelia, io l'ho visto anche durante tutta la sua permanenza alla Buona Famiglia: credo che quando rivede il marito per la prima volta, si trattenga dal buttarsi ai suoi piedi piangendo (per un attimo io ho temuto che l'avrebbe fatto veramente leggendo la scena per la prima volta, lol), solo perché è riuscita a fare del lavoro su sé stessa e sulla propria psicologia. E' molto lontana dalla ragazzina mezza spaurita, per quanto pervicace, che non sapeva a cosa stesse andando incontro quando ha incontrato Thorn per la prima volta sotto la pioggia battente di Anima. Poi, forse, sono io che mi faccio viaggi, ma mi piacerebbe sapere che ne pensi a tal proposito, come sempre (ah, e visto che siamo in argomento: hai mai pensato di scrivere un capitolo dal POV di Thorn, proprio sul momento in cui lui e Ofelia si rivedono a Babel? Sappiamo tutto di come si sia sentita lei, tanto che pure a noi sono venuti i dubbi, leggendo, che lui si fosse a malapena accorto che lei fosse stata lì, sul posto, A BABEL! xD. E, invece, un capitolo sui due anni che Ofelia passa confinata su Anima? Sarebbe ganzo).
Per quanto riguarda, invece, i flashback veri e propri non ho veramente molto da dire: quello di Ofelia è convincente. A tutto quello che hai già detto tu, io aggiungerei che nel momento in cui Thorn pronuncia la fatidica frase che ha fatto scattare qualcosa in Ofelia lei si rende conto che hanno in comune molto più di quello che potrebbe sembrare ad un primo colpo d’occhio: entrambi sono degli estranei in famiglia e nessuno dei due sa veramente come ci si comporta in quelle situazioni. Forse Ofelia è quella che riesce a mascherare meglio dei due, ma quello che la colpisce in quel preciso momento, oltre alla consapevolezza che Thorn è dovuto passare attraverso a molte avversità che la inteneriscono, è che sono più simili di chiunque altro su tutte le Arche: alla disperata ricerca di un luogo a cui appartenere (per questo nel capitolo degli “Scomparsi di Chiardiluna”, “Il Cuore”, Ofelia dice che ha capito che il proprio posto è accanto a Thorn, non importa dove purché sia accanto a lui ed ecco perché si fionda a Babel a cercarlo), Insomma, io ci ho visto empatia, il bisogno di stare con chi ci somiglia ed appartiene, e non solo compassione ed intenerimento. 
La digressione di Thorn, beh, l'ho trovata praticamente perfetta! Penso anche io che inizialmente nemmeno lui programmasse di avere un matrimonio tradizionale (di dover toccare la moglie, bleah che schifo xD), e, sempre come te, sono sempre stata convinta che a fare innamorare Thorn sia stata l’evidente diversità di Ofelia da qualunque altra donna o da chiunque altro, più in generale. E che, come hai giustamente descritto tu, lui ne sia rimasto completamente confuso. Da lì, da quella caduta rovinosa avvenuta senza un fiato, è partito tutto. Anche qui, credo che Thorn abbia visto un po’ di sé in Ofelia (empatia e riconoscimento di un proprio simile), e da lì sono partite le domande e i dubbi, ma non sapendo gestire in modo sano quelle emozioni ne é venuto fuori un mezzo disastro intitolabile come "Lost in traslation" xD. Sicuramente inizialmente deve aver pensato comunque che lei non fosse forte abbastanza per sopravvivere al Polo (dicendoglielo in faccia... un signore, insomma xD), ma la resilienza della fidanzata, il suo acume, la sua sete di conoscenza del vero devono averlo sorpreso fino al punto da arrivare a fargli fare le dichiarazioni che fa al circo e che, giustamente, tu definisci come la cosa più vicina ad una dichiarazione d’amore che Thorn abbia mai fatto, fino a quel momento, in vita sua. Thorn che cerca di rendersi sopportabile a qualcuno è veramente una cosa fuori da ogni logica! 
E comunque alla frase, "Se non fosse stato così alto si sarebbe sentito soffocare, preda di un attacco di claustrofobia da eccessiva socialità", ho riso troppo, sappilo. Mi sono figurata un panic attack imminente, sventato solo perché Thorn è uno spilungone, dunno why ahahahaha
Non credo di avere altro da aggiungere. Come sempre, sei stata bravissima! Ci sentiamo presto! (e se ti sto scocciando con le mie recensioni fiume, ti prego dimmelo, cercherò di scrivere meno al prossimo giro. Anche se ho già intravisto l'arogmento del capitlo... aiuto).
(Recensione modificata il 05/08/2020 - 09:24 pm)
(Recensione modificata il 05/08/2020 - 10:43 pm)
Recensione alla storia Into the deep - 01/08/20, ore 17:09
Capitolo 2: Thorn
Ci sono talmente tante cose da dire su questo capitolo, data la natura del protagonista e data la quantità immensa di cose interessanti che hai scritto, che ne verrà fuori l'ennesima recensione fiume. Dovrò, però, per forza di cose, cercare di tagliare alcune criticità di cui possiamo tornare a parlare in privato, perché altrimenti questo commento non finirebbe più. Tanto per cominciare, però, credo tu abbia fatto un ottimo lavoro. Tutto quello che ci siamo dette su questo personaggio, in questo capitolo trova forma e conferma; in un giudizio generale non posso quindi dire molto altro se non che, ho trovato il capitolo ben scritto, commovente (io, come te, ho vissuto la stessa esperienza con la digressione sui dadi di Thorn... solo in seguito ho capito l'importanza profonda della scena e, come te, me ne sono commossa tantissimo), decisamente profondo e maturo. Credo ci siano solo un paio di errori di battitura ad inizio capitolo, ma se vuoi te li scrivo in pvt. Ora scendiamo nei particolari sui quali mi sento di dovermi soffermare. Per prima cosa e a conferma di quanto ti ho scritto nella recensione al capitolo precedente, ottimo lavoro con lo stile che hai adottato; la tua frase di incipit "Thorn si alzò dalla scrivania, sentendo le sue stesse ossa scricchiolare a causa della postura rigida che aveva assunto. Che assumeva sempre. Del resto, tutto gli andava piccolo.", è così giusta, così on character che mi sono ritrovata nelle scarpe di Thorn nel giro di un soffio. Ti rinnovo qundi i miei complimenti, perché davvero è stato un ottimo inizio di capitolo; una prova ulteriore delle tue capacità di scrittura che partono dallo studio e dall'emulazione dell'originale e raggiungono una loro propria fresca originalità. 
L'affermazione che fai: "Nessuno, nemmeno sua zia, era degno della sua stima."... qualcuno potrebbe non trovarsi d'accordo con te, ma io condivido in pieno la tua opinione. Non credo venga mai specificato dalla Dabos che Thorn abbia una scarsa stima dell'intelligenza della zia, ma credo che sia piuttosto evidente: le vuole bene, tantissimo come se ne vorrebbe ad una madre, ma rispetta ben poche delle sue scelte e decisioni. Ultima di una lunga serie, quella di avere un figlio da Faruk (ma dietro a questo si nasconde anche altro, ci sarebbe da aprire una discussione a parte solo su questo dettaglio che, però, sei riuscita splendidamente ad inserire con un semplice piccolo accenno). E' un particolare che mi ha sempre lasciato basita e che, in una certa misura, spiega il distacco - pur non privo di affetto - con cui Thorn tratta sempre Berenilde: se il ragazzo, fin dalla tenera età, ma devo dire che dopo un dettaglio rivelato nel quarto volume sono sempre più confusa sulla linea temporale e le dinamiche entro le quali si è svolta tale parentesi di vita, è stato affidato alle cure della zia come sia stato possibile che quest'ultima abbia sempre soprasseduto sulle torture a cui il nipote veniva continuamente sottoposto. Non solo i cugini lo utilizzavano a 'mo di tira graffi (e io credo, ma è un opinione personale, che lo abbiano sempre fatto anche nei loro giochi di bambini perché Freya e Godefroy sono sempre stati educati a trattare Thorn come un essere inferiore rispetto a loro), ma persino la di loro madre si scagliava con il proprio potere contro la mente del giovane (facendogli subire ciò a cui viene sottoposta persino Ofelia da parte della stessa capricciosa Berenilde durante i suoi primi mesi di permanenza al Polo, e qui torniamo al discoro che Ofelia ha dovuto subire tutto quello che ha subito Thorn per arrivare a capirlo nel profondo etc.). Che per amor di quieto vivere e pur di mantenere una posizione a corte, Berenilde abbia sempre soprasseduto? Che la natura stessa di bastardo di Thorn, le abbia impedito addirittura legalmente - basti pensare all'episodio che lo stesso Archibald racconta ad Ofelia per spiegarle i motivi per i quali Thorn lo detesta così tanto - di portare avanti qualsiasi tipo di rimostranza nei confronti dei membri della suo stesso clan? Insomma, l'apparente mancanza di reazioni da parte di Berenilde deve aver segnato Thorn che ha sempre visto questa donna battersi fino a rischiare la vita pur di vendicarsi della morte dei propri figli naturali vederla, invece, far passare sotto silenzio le torture che ha subito lui. Devo dire, inoltre, che all'interno del tuo racconto la dicotomia tra Thorn e Archibald viene spesso rimarcata, e per ovvie ragioni che non starò qui ad elencare, ma io ho colto quello che tu hai colto (sono criptica, ma devo se voglio evitare di fare un papiro), e sono felice di ritrovarmi con la tua lettura del loro complicato rapporto. Mi è piaciuto, quindi, che all'interno del tuo capitolo ci siano sempre dei rimandi su come i pensieri di Thorn spesso vadano su Archibald con disprezzo, ma come se fossero delle gocce che nel corso degli anni scavano e consumano sempre un po' di più l'autostima del nostro protagonista: c'è un episodio in particolare nel quarto volume che getta ombre ancora più grandi sul rapporto che esiste tra questi due uomini, ma non se posso parlane senza farti spoiler. Fammi sapere.
Davvero bello il paragrafo sull'episodio dell'avvelenamento, credo che troverebbe tranquillamente spazio tra le pagine scritte dalla stessa autrice. Mi ha quasi impressionato leggere estesamente di un tale grave espisodio che viene solamente accennato in "Fidanzati dell'Inverno", e che permea l'esistenza di Thorn di così tanta solitudine, sofferenza ed amarezza, che mi ha spaccato il cuore in due leggerne così dettagliamente all'interno della tua storia. Un passaggio veramente bello, necessario e toccante (perfettamente toccante, aggiungerei, proprio come avrebbe dovuto essere se l'avesse scritto la Dabos). 
Un piccolo gioiellino è, inoltre, il paragrafo dedicato al precedente intendente e al complicato rapporto che Thorn instaura con lui; anche se in "Fidanzati dell'Inverno" si accenni solo al loro rapporto conflittuale, mi è piaciuto molto come, invece, tu gli abbia dato maggior respiro e profondità specificando come fosse più altalenante, sempre in bilico tra l'odio e l'apprezzamento da parte di entrambi gli uomini. Ho trovato molto toccante come descrivi i tentativi di Thorn di ricercare nel proprio mentore lavorativo anche un mentore di vita, perché nessuno gli aveva mai insegnato nulla né della vita né delle cose da uomini. E' stato molto bello leggere di come, seppur passivamente, il vecchio intendente abbia insegnato a Thorn molte più cose sulla vita e sull'amore di quanto abbia mai fatto persino Berenilde; credo che sia assolutamente plausibile all'interno della trama originaria. Ho trovato più che calzante che si concludesse con l'amarezza del rimpianto (ancora più rimarcato che nella storia originaria), e con il rifiuto di Thorn per la propria immagine allo specchio: un particolare non da poco e piazzato lì in modo geniale, dato che sappiamo che grazie ad Ofelia diventerà lui stesso un Attraversaspecchi. Per quanto la Dabos non scenda nei dettagli (non può, è una digressione che Ofelia subisce casualmente dal tocco dei dadi nella tasca del cappotto), è evidente che ci lasci capire che qualcosa è andato storto e che la cosa abbia lasciato l'ennesimo solco nell'animo di Thorn e tu sei stata perfetta nell'eviscerarlo con cura, attenzione e amore estremo per il personaggio protagonista. E' anche il paragrafo che contiene la seguente frase (originale eppure così on point con la trama e lo stile originario della storia): "Non gli interessava granché come appariva, si disgustava da solo, ma rendersi presentabile trasmetteva un messaggio. Un messaggio che Godefroy, Freya e tutti dovevano percepire: niente lo avrebbe abbattuto. Non gli interessavano i giudizi altrui.", che ho apprezzato molto e trovo spieghi efficacemente la dovizia di attenzione che Thorn mette sempre nel proprio aspetto. Un qualcosa che la Dabos non ci ha mai spiegato, ma a cui si può dare quest'interpretazione: o almeno, un'interpretazione delle intenzioni iniziali di Thorn perché poi, credo, che tutto in lui abbia assunto le proporzioni della disfuzione cronica e quasi clinica, ma anche questo è un argomento di cui, se vuoi, possiamo parlare estesamente in separata sede sennò non finisco più. Posso solo dire che si tratta di un argomento molto delicato a cui la Dabos ha evidentemente dedicato molta attenzione e studio: Thorn presenta moltissimi dei sintomi raggruppati nelle classificazioni ufficiali del disturbo ossessivo-compulsivo del comportamento, ed ha il perfetto bagaglio emotivo perché questi sintomi possano essere spiegati. La Dabos inserisce tantissimi gesti cronici che Thorn compie, in modo piuttosto organico con il racconto e quindi questo li rende difficili da riconoscere e confondibili come semplici tic nervosi; non fraintendere, lo sono, ma nascono da una patologia piuttosto seria derivante dall'ansia scaturita a seguito di eventi molto traumatici. I segnali ci sono tutti, la Dabos non ci dice mai il nome delle cose che scrive, eppure è tutto nero su bianco e ormai io ho iniziato ad interpretare la sua scrittura in questo modo. Molti di questi sintomi sono stati perfettamente inseriti all'interno del tuo capitolo - meno uno che, mannaggia a te, se non leggi "Echi in Tempesta" non posso dirti senza farti spoiler xD - ma, non ho chiaro se lo hai fatto con coscienza di questo dettaglio oppure se hai riprodotto alcuni dei comportamenti di Thorn interpretandoli come tic nervosi che servono a nascondere semplicemtente le emozioni. Non sembra una differenza importante, eppure lo è nell'interpretazione generale del personaggio perché fa molta differenza. Ho bisogno di sapere tu cosa ne pensi a riguardo!
Per il resto che te devo dì... è la solita figata di capitolo, come ti ho scritto all'inzio della recensione, e ho veramente poche se non nessuna critica da fare... ho solo un gran bisogno di sapere tu che ne pensi su, tipo, tutto! Quindi spero di leggerti presto e appena posso, proseguo con la lettura e le recensioni (che spero si accorcino un po', sennò auguri).
Hope

(Recensione modificata il 01/08/2020 - 06:44 pm)
Recensione alla storia Into the deep - 25/07/20, ore 20:02
Capitolo 1: Pelle
Ho sempre pensato che Christelle avesse deciso di tagliare la scena finale de "La Memoria di Babel", e riassumerla in pochissime, oniriche, righe per una questione di target della saga o per eccessivo perbenismo (qualcosa che mi ha ricordato, con un certo fastidio, Stephenie Meyer). Certe cose sono ancora considerate non adatte per una certa fetta di pubblico a cui, con ogni probabilità, la saga dell'Attraversaspecchi cerca di rivolgersi. Ho anche sempre pensato che ci fosse sempre stato qualcosa di sbagliato nella targettizzazione della saga che hanno voluto farne le case editrici; alcune tematiche sono così complesse che non credo che un pubblico non adatto a leggere una scena d'amore non censurata sia anche poi in grado di comprenderle fino in fondo. Non ho mai creduto che ci fosse bisogno di descrivere la scena con chissà quali oscenità o turpiloqui, penso che sia sempre stato possibile farlo con grande delicatezza ed eleganza. Per cui ti ringrazio fin da ora di aver tentato, con successo aggiungerei, di aver posto rimedio alla cosa inserendo un tassello che risultava essere laconicamente mancante nel grande puzzle generale. Però, attenzione, perché sto per farti una recensione che è un flusso infinito di coscienza! Per cui se non vuoi morire di noia, fermati qui e ora anche se mi farebbe molto piacere che leggessi la mia analisi (sono settimane che cerco disperatamente qualcuno con cui confrontarmi xD). Sono veramente pochi i passaggi ben scritti su cui non mi soffermerei per farne un'analisi (ho letto il capitolo un paio di volte, la prima emozionandomi tanto, la seconda cavillando su ogni fantastica cosa che avevi scritto, su ogni dettaglio splendidamente inserito), ma ne ho dovuto fare una selezione per questo procederò diversamente da come recensisco di solito, analizzando i passaggi che mi sono piaciuti di più e spiegando il perché (uff, noia, te l'avevo detto!). Per cominciare non posso che essere più che d'accordo con questo splendido passaggio: "Thorn aveva un clan tutto suo, e quei segni ne dimostravano l’appartenenza. Ofelia, anche se in misura minore, gli teneva compagnia, tra le artigliate di Freya, le cadute da bambina, i vetri dei compagni precorritori e le percosse subite nei panni di Mime. Erano un gruppo a parte, loro due. E si appartenevano.", perché anche io ho sempre pensato che le prove, psicologiche e fisiche, attraverso le quali Ofelia è passata nel corso soprattutto dei primi tre volumi, siano servite ad avvicinarla a Thorn, soprattutto umanamente. Se inizialmente lei ne apprezza la correttezza (poiché credo che impari quasi subito a leggere tra le righe delle sue azioni essendo anche lei una "freak", una incompresa), la rettitudine e la grande onestà intellettuale che lo contraddistinguono è solo a mano a mano che lo conosce e viene a conoscenza di quanta violenza fisica e psicologica abbia subito da parte di chi, invece, avrebbe dovuto volergli bene che inizia ad amarlo sul serio. Passare attraverso le stesse prove che ha passato lui, fanno avvicinare Ofelia - lei che per professione deve essere tanto empatica - e levano del tutto quella patina di incomprensione che, inizialmente, poteva farle mal interpretare alcuni dei comportamenti di Thorn. Inoltre, il tuo indugiare sulla pelle di lui, sui suoi sfregi, credo che sia un passaggio importante che a molti lettori è mancato (a me, sigh!), per empatizzare con il personaggio e comprenderlo nel profondo. Ho ascoltato/letto molte lamentele in alcune recensioni su come è stato descritto il personaggio di Thorn, fin da "Fidanzati dell'Inverno" e ho sempre pensato che fosse dovuto alla scrittura della Dabos: una scrittura che amo e che trovo estremamente evocativa, ma che ti obbliga a ragionare e fare congetture per conto tuo. Ti invita a "mettere insieme i puntini" quasi del tutto in autonomia. Non siamo più abituati ad una scrittura che non sia una mera lista della spesa che ci spiattelli tutto nero su bianco, compresi i sentimenti e le azioni che muovono i protagonisti non solo i grandi "spiegoni" a proposito delle trame, e dunque ce ne lamentiamo, così come facciamo di tutto ciò che non capiamo bene.
Hai fatto un ottimo lavoro nel cercare di riprodurre il tono di scrittura della Dabos, come in questo passaggio: "Curvo com’era, sembrava uno strano contorsionista, un mobiletto ripiegato su se stesso." Mi è davvero servito per farmi ripiombare, dai piedi fino alla cima della testa, nel mondo da lei descritto.

Comunque pure io ho sempre interpretato Thorn come un uomo d'azione, qualcuno che fa e dice poco: per cui mi sono ritrovata decisamente nei passaggi in cui sottolinei che lui agiva senza chiedere il permesso! Ho pensato che fosse decisamente on character e ti ho mentalmente ringraziato per essere stata così tanto fedele ai modi di comportarsi di Thorn anche se temo che tanta minuzia derivi da diverse riletture dei libri (cosa che io ho fatto e se per caso ci ho preso, hai veramente tutta la mia comprensione e stima xD). Tra le altre cose, ci sono un paio di passaggi in cui dimostri quanto a fondo hai interiorizzato la storia ed i personaggi come quando scrivi che ad Ofelia piace che lui sia così grande rispetto a lei, o come quando affermi che tutto ciò che Thorn desidera è che lei pensi solo a lui, che appartenga solo a lui, da aver anticipato ciò che la stessa autrice scriverà poi in "Echi in Tempesta! Davvero chapeau!
E poi, mamma mia, l'immagine di Thorn che si irrigidisce "ossa, muscoli e tendini" al "Ti amo." di Ofelia, comunque, mi ha letteralmente fatto esplodere la faccia! Credo che se la Dabos avesse descritto la scena nel dettaglio come hai fatto tu, avrebbe probabilmente scelto di inserire la stessa immagine da qualche parte xD E poi, grazie, grazie, grazie infinite per aver evidenziato a parole che Ofelia e Thorn siano compatibili dicendo: "E Ofelia ringraziò che i loro ruoli fossero proprio quelli, ognuno con il proprio compito, a completarsi a vicenda. Lui arrivava sempre dove lei non era in grado.". Anche qui, ho ascoltato/letto tante critiche sulla coppia solo perché paiono essere due persone diversissime; è tutto vero, sembrano assolutamente incapaci di incastrarsi ed adattarsi l'uno all'altra, ma ecco che non è veramente così e mi ha veramente fatto piacere che qualcun altro, oltre a me, ci abbia visto nel loro rapporto quello che ci ho visto io. 
Infine nel tuo racconto ho potuto fare ancora una volta il parallelismo che feci la prima volta che lessi il finale de "La Memoria di Babel"; pensai distintamente a quanta distanza c'era tra la scena alla stazione congelata che vediamo ne i "Fidanzati dell'Inverno" dove Ofelia dichiara apertamente che mai avrebbe condiviso il letto con Thorn e mai gli avrebbe dato figli e il finale del terzo libro, in cui è letteralmente lei a fare il primo passo dopo che il marito riporta a galla l'argomento. Credo che tu sia riuscita a dispiegare correttamente una matassa che la Dabos ci ha lasciato appositamente aggrovigliata, perché noi fan potessimo metterci al lavoro sopra con fanfiction e fan art e sbrogliarla. Credo che ci siano solo pochissime e piccolissime sbavature nei dettagli a riguardo dell'ambientazione, ma sono perdonabili e comprensibili perché ti sei voluta concentrare particolarmente su Thorn e Ofelia; se comunque ti ci vuoi confrontare sopra, possiamo parlarne in pvt così puoi anche tranquillamente smentirmi xD E comunque passa tutto in secondo piano quando poi scrivi cose come: "A poco a poco i loro respiri spezzati divennero l’unico suono che erano in grado di percepire, il tocco delle loro mani l’unica cosa di cui fossero consapevoli. Sarebbero potute crollare le Arche e non se ne sarebbero accorti.", riprendendo e reinterpretando perfettamente le stesse poche, ma efficaci, parole che la Dabos usa per descriverci il momento. 
A prescindere da tutto questo, comunque, devo dire che davvero sei riuscita a rendere meravigliosamente il primo incontro di corpi di due persone che si amano e si desiderano intensamente, senza giudicarsi a vicenda ed accettandosi pienamente in ogni loro sfumatura, difetto, pregio, dettaglio bello o brutto che sia - alla fine di un lungo percorso che li ha cambiati, ma che li ha anche portati a capirsi fino in fondo. Peut 
être, "un peu plus que celamême"E' stato un racconto magico dalla prima all'ultima frase, di un'eleganza assoluta persino nella descrizione dei momenti più intimi e complessi da rendere, senza mai scadere nello scontato o nel volgarmente inutile. Insomma, io mi sono emozionata tanto e questo mi ha permesso di tornare tra le pieghe di una storia che ho amato e che amo tutt'ora, visceralmente... come non mi capitava da un po'! Per cui, detto questo e dopo questa recensione infinita che mi sentivo in assoluto dovere di farti, vado avanti con la lettura dei capitoli. Ho già iniziato a leggere quello che hai scritto a seguire e piano piano farò una recensione per ogni capitolo (sì, sarai autorizzata a dire "che palle" xD), perché avrei trovato qualcosa da commentare, tipo, ovunque. E' un bene, credo, sai? :) A presto!
(Recensione modificata il 25/07/2020 - 08:06 pm)