Recensioni di Nirvana_04

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Recensione alla storia Bites of Universes ( napollya version ) - 23/01/21, ore 12:51
Capitolo 1: Robin Hood!AU
Mi vergogno immensamente, perché ho letto questa prima drabble il giorno stesso in cui è stata pubblicata e la recensisco soltanto oggi.
In realtà ho davvero poco da dire stavolta, se non ribadire che adoro questi due e tu sei bravissima nel rendere il loro rapporto. Puoi cambiare atmosfera, ambientazione, contesto, dialoghi, puoi cambiare ogni cosa, potresti perfino immergerli in un mare di niente, ma riesci comunque a rendere uguale e perfetto il loro modo di interagire. Ed è questa caratteristica che adoro di loro e delle tue storie su di loro.
Ho trovato troppo divertente Napoleon nelle vesti di Robin Hood, anche perché di questo personaggio ha parecchio anche nel canon; voglio dire, Napoleon è un ex ladro di opere d'arte, che ancora oggi si diletta a sfruttare i suoi vecchi trucchi e il suo fascino nelle sue missioni per la CIA e trarne comunque un suo beneficio, ma che dietro questa maschera da birbantello si nasconde un uomo dalla sensibilità sopraffina (e non soltanto racchiusa nelle sue mani) con un cuore puro e degli ideali... d'accordo, gli ideali sono un po' ammaccati, ma anche questa è solo una facciata. Diciamo che lui, come il nostro Robin, usa metodi alternativi per equilibrare le ingiustizie del mondo. Ecco perché vederlo nei panni di Robin Hood è semplicemente perfetto.
Illya, invece... no, scusami eh, ma io sto sputando ancora un polmone nell'immaginarmelo nei panni di Little John. Confesso, questo personaggio io lo immagino nelle sue vesti meno leggendarie, ho un'idea di lui che si avvicina di più alle rappresentazioni recenti, in cui non appare poi tanto astuto o indipendente, e vedere Illya "costretto" in questi panni mi ha fatto troppo ridere, perché - io ho le visioni, ragazza mia - mi immagino Illya sbraitare contro te - autore - e guardarti torva e stringere in pugni per resistere alla voglia di stenderti.
E un po' di questa voglia di stendere qualcuno - ops, putacaso Solo/Hood - l'ho ritrovata proprio in questa piccola drabble, ed è questo siparietto leggero comico, che mi ha fatto troppo ridere, e mi è piaciuto davvero tanto.
Sarà una deformazione della mia mente, non abituata a leggere AU che fanno indossare a un personaggio i panni di un altro in un altro universo conosciuto parecchio, ma non sono riuscita a staccarmi dall'idea di questo Illya che si sentisse a disagio in calzamaglia, che si sentisse un po' ridicolo in questa scenetta - non so se si capisce cosa intendo, ma non c'entra la storia, è proprio la mia mente che si fa film mentali su Illya.

Finito con le sciocchezze, ti faccio come sempre i complimenti per lo stile, e a costo di essere ripetitiva, adoro il modo in cui descrivi, in maniera pulita, nitida, adoro il modo in cui sei capace di rendere visiva e allo stesso tempo scenica una scena (scusa il gioco di parole), invidio - e non tanto benevolmente, ti taglierei le ditina - il modo in cui sai muovere i personaggi (Napoleon che fa il pavone non richiesto e che trova il modo di provocare Illya sempre e comunque, mi spiazza sempre... e poi c'è gente che è ancora confusa su chi sia da preferire tra i due, ma Napoleon è il meglio che c'è!). Del tuo stile e del modo in cui strutturi lo spazio, ciò che mi colpisce è il taglio visivo e di reazione che prediligi. Dai molto spazio alle reazioni dei personaggi, e questo va a giovare in maniera intelligente a caratterizzare carattere e interazione dei personaggi, rendendoli di fatto veri e tridimensionali.
Infine, io amo i personaggi - come se finora avessi fatto qualcosa di diverso dal sbavarli dietro. La leggerezza che Napoleon mantiene anche di fronte al pericolo, la sua ironia, la sua faccia tosta, il suo modo di stuzzicare, l'eleganza nel parlare (resa anche qui magnificamente); e ho adorato il poco spreco di sangue che fa, come a essere restio a sporcarsi i bei vestiti che indossa. E questo giocare con i nomi perché è un bugiardo cronico mi ha fatto morire da quant'è perfetto.
Illya è i suoi esercizi di autocontrollo, i suoi modi più bruschi, la sua refrattarietà, ma anche l'immenso disagio che prova davanti alle dichiarazione più o meno velate del suo Cowboy.
Complimenti anche per il lessico, che va a cucire vestiti su misura sui personaggi: per esempio "grugnito feroce" rende perfettamente il personaggio scontroso e dalla scorza fredda di Illya, così come anche il dettaglio del bastone, arma più rozza e brutale, si adatta al temperamento e al modo di essere e combattere del cucciolotto qui sopra citato.
Anche la sua parlata così secca, sbrigativa, ma perentoria e pragmatica è perfetta e completamente IC.
Ho adorato il gioco di battute tra loro, questo stuzzicare di Napoleon sul nome, e io trovo che sia canonico fino al midollo, visto quanto Illya combatte per essere degno della sua nazione, per rivendicare l'onta in cui è cresciuto, e credo che la questione del nome, nonostante sia immersa in un contesto così leggero e comico, mantenga un significato più recondito, che va a toccare il cuore più fragile del personaggio. E' un rimando che personalmente ho adorato molto, come se fosse il contraltare dell'orologio del film; il nome è il legame che ha con la sua famiglia, il suo passato, tutto ciò che per cui combatte. E c'è Napoleon che cerca di rilassare questo suo lato così cupo, andando a toccarlo proprio là dove più duole, non certo senza sensibilità, ma cercando di tirare fuori il lato più umano, come a dirgli "adesso sei al sicuro, non devi dimostrare nulla". Mi ha trasmesso un senso di complicità e protezione che mi ha sciolto, e ha reso l'atmosfera più profonda di quanto non avrebbe forse dovuto essere, ma io li amo per questo, perché in mezzo alla comicità o drammaticità questi due sanno trovarsi e avvolgersi in un abbraccio di marshmallow.
E niente, ho già detto che li amo? Bene. Allora complimenti per farti odiare così tanto, ci sei riuscita anche stavolta.
A presto!
Recensione alla storia She was their hun, not their hon - 25/10/20, ore 12:05
Capitolo 3: Her heroes
E rieccomi, facciamo finta che avessimo un appuntamento mensile e che sono in perfetto orario, eh?
Questa è forse la drabble che preferisco tra le tre, anche se scegliere è davvero arduo. Qui c'è la Gaby umana, la Gaby con le sue fragilità e i suoi punti deboli, ma c'è anche la Gaby ostinata, la Gaby orgogliosa, quella che nasconde la paura dietro ad aculei aguzzi. C'è l'aquilotto arruffato di cui abbiamo parlato nell'altra storia.

Ho adorato l'incipit, la prima frase, il modo in cui l'hai frammezzata, e sopratutto ho adorato il gioco "Dentro. Fuori. Dentro. Dentro un ascensore. Bloccato" perché ho assolutamente adorato quel cambio di riferimento del terzo "dentro" che spezza la concentrazione di Gaby sul respiro e che infido, proprio come succede quando si è nel panico, la riporta sul problema principale: l'ascensore bloccato. Hai saputo rendere quindi perfettamente l'idea di una persona claustrofobica, impanicata, quel senso di tachicardia, di incapacità razionale, quella lotta estenuante per continuare a respirare, nonostante lo sguardo e la mente tornino inesorabilmente all'oggetto della paura.
La paura di lei poi si riflette anche nel modo in cui tutto è filtrato. Per esempio quel "piangono cigolii", dove il verbo piangere richiama la sensazione di paura e malessere di Gaby. Come sempre il POV è perfetto e il lessico vi si adatta alla perfezione per poter esprimere, anche nelle sequenze descrittive, il mood del personaggio. Altrettanto mi è piaciuto come hai fatto capire che questa immobilità forza a cui si aggrappa per riacquistare lucidità è stata già preceduta da una reazione più veemente, più aggressiva, ma anche meno lucida, più istintiva, più hun.
E poi mi è piaciuto che sia la luce - all'interno di una raccolta che si basa sul prompt del blackout - a evidenziare i tratti impauriti di Gaby, oltre che, in veste più concreta, a creare l'atmosfera da "panico d'ascensore", che io, che non lo prendo mai (e non perché soffro di claustrofobia ma perché mi piace salire a piedi 20 piani) ho percepito benissimo.

Ho trovato altrettanto bello il gioco tra "sola" e "Solo", perché nel nome di Napoleon (il mio Napoleon, chi altri!) il significato di solitudine si perde, non ha più alcun valore, viene annullato (lui ha questi magici poteri, solo lui<3).
Comunque mi piace quanta fragilità appaia di Gaby, una fragilità che va al di là del suo attacco di panico, che tocca corde più intime, per l'appunto più fragili. La paura di restare sola, che nessuno venga a salvarla, di essere di nuovo esclusa dal mondo, di non avere nessuno.
Ed è per questo che quell'abbraccio finale, che io ho trovato di una dolcezza dolorosa, proprio sulla pelle, acquista un doppio significato (così come il titolo): non è soltanto la paura di essere rimasta bloccata che svanisce tra quelle braccia ma anche i brutti pensieri, quel buco nero che la stava divorando. Loro l'hanno salvata già da tempo dalla solitudine, e Gaby se lo ricorda proprio mentre forzano le porte per liberarla. Erano già i suoi due, incasinati, goffi eroi.

Detto questo, io la parte di quei due l'ho adorata, è troppo bella, dolce e divertente allo stesso tempo. Mentre lei è in panico, loro trovano il modo di sdrammatizzare il tutto, e secondo me, presi come sono a spintonarsi, non si sono nemmeno accorti di quanto bisognosa fosse Gaby, così che lei si è potuta permettere il lusso di risistemarsi e guardarli torvi. Ancora una volta, quei due passano per degli ingenui ai miei occhi, bambini troppo cresciuti ma che si prodigano con tutte le loro forze per salvare la "principessa". Ciò che mi piace è che nemmeno adesso che l'hanno salvata, Gaby appaia però così, una principessa in pericolo. C'è sempre quel clima di parità, quel senso di aiutarsi a vicenda, e Gaby semplicemente si riunisce a loro, al resto del suo "corpo". E Gaby prova tanta fiducia da concedersi un momento di "debolezza" in cui accetta quelle mani tese, affonda in quell'abbraccio.

Infine ho adorato come hai saputo, in poche parole, caratterizzare anche quei due (eh sì, trovano il modo di sfondare anche in mezza frase): il modo in cui Solo lascia che sia Peril a sporcarsi le mani, mentre il signor "non voglio rovinarmi la camicia inamidata" si protende in avanti per prendersi comunque i meriti. E poi c'è Illya, che perde la ragione, forse ancora più di Gaby, al pensiero che il suo aquilotto sia nei guai e come sempre sceglie la strada più dritta, più fisica. Il loro "fanno a gara per tendere" mi fa sentire la loro urgenza, la loro ansia nei suoi confronti, la loro preoccupazione, al di là dei diversi modi di esprimerla.

Spero di aver detto tutto. E' stato un vero piacere leggere questa raccolta su di lei, io la adoro, e te l'ho già detto mille volte, ed è un piacere che non è minimamente scemato alla terza o quarta lettura ;)
Complimenti.
A presto!
Recensione alla storia She was their hun, not their hon - 28/09/20, ore 19:21
Capitolo 2: Worship a goddess
Oi, impiego una vita a tornare, ma solo perché mi piace prendere la strada panoramica... (E dopo questa...)
Innanzitutto trovo il sottotitolo "legge", al di là del fatto che comunque fa sogghignare. Lei è veramente una dea, adorata da quei due fessacchiotti e da me. Trovo che il termine "worship" cada a pennello (più ship di così...ehm, ehm... continuano le battute tragiche...) per il modo in cui questi due si accostano a lei: adorazione perché non cercano di possederla, piuttosto sembra che la sfiorino appena, bramandola, pregandola di un gesto, un cenno, un movimento che la spinga a toccarli, perché loro sembrano quasi aver paura a farle del male, ma anche sembra che temano di averla tra le mani, come se tanta bellezza possa ucciderli. C'è una sensualità felina, divina, fammelo dire, sono schiavi tra le sue gambe. Proprio, me l'hai strappata u.u

Questa è la più sensuale, quella più intima ma anche la più riconoscibile Gaby. Nel film si esalta molto la sua eleganza, la sua indole seduttrice, il suo giocare ed eccitare. E' dinamite che Illya guarda sospettoso e che Napoleon sorveglia come il più prezioso dei quadri. Mi piace però che la fiducia che ha in quei due la spinga a godere al massimo di questo amplesso, quel blackout non è solo piacere, ma è anche un immenso dare tutta se stessa. C'è affinità, c'è sinergia, ci sono tre corpi che diventano veramente uno.

È Gaby a dettare il ritmo, libera d’ondeggiare le anche, far danzare il desiderio e spingerlo sulle carni dei due uomini -> Ho adorato anche l'enorme rispetto che traspare. Sì, perché loro sono dei veri uomini, e non la prendono, non la costringono, ma anche nel mezzo del piacere la lasciano libera. Al di là della venerazione, questa frase è emblematica (ed è inutile che io ti dica che è anche la mia preferita in assoluto) perché c'è sia quel "dettare" che dà l'accezione di comando dispotico nelle mani di lei, sia quel "libera" che è emblema del rapporto equilibrato e paritario che c'è in questo trio, dove la donna non è inferiore, anzi... E poi quel "far danzare il desiderio" è sublime, impossibile da commentare come si deve. E' sensualità, è esplosione dei sensi, è vita. La danza è vita, e in questo caso piacere sommo. C'è questa lenta coreografia che si dipana nella mente del lettore attraverso i tuoi lettori, che rivela con calma questo personaggio, che sembra un po' una matrioska, ogni bambola/aspetto-di-Gaby ha mille dettagli, e si completa solo guardando l'altra bambola, in una concatenazione complessa che esprime la grande donna che è. Io la ammiro, c'è poco da fare.

Per ora mi fermo qui. Ci leggiamo al prossimo capitolo.
A presto!
Recensione alla storia She was their hun, not their hon - 31/08/20, ore 21:04
Capitolo 1: Blackout
Premessa: Questa recensione non ha senso. Mantieni la calma e posa la ciabatta, rassegnati e goditi i miei scleri.

Ciao.
Questa raccolta mi era sfuggita, in realtà prima che tu la proponessi sul gruppo stavo per dirigermi su quella più recente delle Au, di cui avevo letto la prima Robin Hood!Au, ma poi ho praticamente divorato queste tre drabble e ho visto che nessuno ha lasciato un parere e ho bestemmiato.
Nessuno può ignorare Gaby, come osano!
Ero indecisa se lasciare una recensione completa o spezzarla in tre, e dico che, visto che ci sono tre Gaby in queste drabble, io lascerò una recensione a ognuno di esse, perché ognuna di queste Gaby merita questo e altro. Comunque non posso esimermi dal commentare subito le varie accezioni che dai del blackout, accompagnandole con tre diverse sfaccettature di questo bellissimo - e poverino non compreso - personaggio. Non compreso, sì, perché per colpa di quei due sembra quasi venire relegata a semplice donna marginale, a volte quasi un terzo incomodo, altre la tipica donzella da salvare; e invece io trovo geniale il suo ruolo (che me ne ha ricordato uno di mia invenzione, scusami questo spam, ma giuro che la mia intenzione è solo enfatizzare quanto apprezzi questa cosa di lei) ovvero la manipolatrice innocente. Partiamo dal fatto che l'abilità con i motori la rende una specie di sex symbol per tutti, uomini donne e bestie. Adoro il modo sottile come si lascia guidare, mentre invece è lei a dettare la direzione sa seguire (praticamente gli prende per il culo, e nessuno se ne accorge... e nemmeno si arrabbiano, anzi secondo me li piace a quei due) adoro il fatto che si cacci nei guai con la leggerezza di un gatto (della serie "qualcosa non va? il conto non è mio") e che "costringa" gli altri a correrle dietro per poi tirarsene fuori con un "avevo la situazione sotto controllo", adoro anche la sua delicatezza, che si dimostra nell'affetto che prova a nascondere per quei due, ma è inutile, li adora e adora coccolarli.
In altre parole, è il mio mito.
Ma qui non c'è solo questo, c'è molto altro. Ci sono angoli, e ogni volta che ne svolti uno ti ritrovi davanti una Gaby che sembra fare a pezzi quella precedente, e alla fine è sempre lei e tu dici: che donna, ragazzi!

Oh, però, il riferimento alla Napollya non riesci proprio a evitarloXD E dire che apri proprio con questi due... ma ti sembra il caso????
Ma sì, dai, questi tre ormai sono una cosa sola. E senza non possono vivere, mannaggia a te!
Come ho già detto, forse da qualche parte, questi due non possono fare a meno di cercare di preservare quell'angioletto (seh, certo!) di Gaby e il loro primo pensiero corre proprio a lei (ora io non ricordo: il fatto che Gaby sia claustrofobica è un tuo headcanon o è presente nel film?), tutta sola, al buio, sperduta in un... palazzo(?). Mi ha dato l'idea di essere all'interno di una casa enorme, la prima impressione è che fosse saltata la luce a casa loro proprio mentre ognuno di loro si era rilassato, ma potrebbe benissimo essere alle prese con una delle loro missioni, e il blackout li ha colti di soppiatto. In ogni caso, mi è piaciuta moltissimo la doppia valenza di quei "mostri accucciati a ogni angolo" perché va oltre l'idea dei pericolo che incorrono nella missione, ma sembra anche richiamare i propri demoni interiori, quegli angoli della loro mente e del loro passato che vengono fuori quando sono più indifesi e soli. E Napoleon pensa subito ai mostri che potrebbero circondare Gaby, e ci pensa pure Illya, lo riconosco u.u
La prima immagine comunque di questi occhi che si ritrovano al buio è bellissima, poetica e romantica, e non ha bisogno di aggiunte, perché arriva dritta all'anima passando per il cuore. Così come altrettanto bella è l'immagine di loro che divorano scale, come se fossero pronti a ingurgitare mostri e ostacoli pur di salvarla. Uomini forzuti alla carica!
Il loro modo di andarla a soccorrerla è goffo e molto rozzo, e pure diventa molto tenero se paragonato all'apparizione di Gaby, così sopra al pezzo, così indifferente al loro panico, così sprezzante della paura e degli ostacoli. Qui c'è la Gaby meccanico che trova la soluzione con la semplicità di chi "tocca sempre salvarli tutti". Adoro come li scanzona, come li ridicolizza, come li fa sentire piccoli piccoli, come fa apparire tutto semplice e naturale, e come brilla soprattutto. Sì, al buio è Gaby che brilla sempre.

E niente, per ora mi fermo qui. Se ho dimenticato qualcosa la aggiungo al prossimo step.
Bellissima drabble, complimenti (e come potrebbe essere altrimenti con questi tre!) ma tu sei davvero brava a farli brillare, sempre IC, sempre complessi e sempre perfetti.
A presto!
Recensione alla storia The perfect number - 24/08/20, ore 13:58
Capitolo 1: The perfect number
Recensione Premio per il contest "3 Drabble, solo 3 Drabble per parlarti di me (e dirsi addio)

Eccomi, maritina.
Quando mi hai detto di scegliere tra le storie di questo fandom, l'occhio è caduto stranamente su questa storia (e dico stranamente perché certi avvertimenti li evito come la pesteXD), ma c'era Napoleon alle prese non solo con Illya ma anche con Gaby, e a quanto pareva con entrambi nello stesso momento.
Dovrei scrivere una recensione seria - è un premio, e quindi dovrei impegnarmi a essere "professionale" - ma sono ancora arrabbiata per quello che hai detto su Heric, e quindi ti becchi questo sfogo è.é
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è il fatto che, sì, si sente il tuo amore per la Napollya. Preme prepotente sin dall'inizio, si fa spazio tra le dita di Illya ed esplode nel finale. Sono cattiva ma onesta, quindi dirti che comunque Gaby non risulta il terzo incomodo è praticamente dovuto.
Il titolo l'ho trovato, sin da prima di leggere la storia, perfetto nel suo richiamo immediato al numero tre e al triangolo ovviamente. Nella sua semplicità, si veste di un lato erotico ma anche ironico che, unito al POV di Napoleon, lo rende perfetto. Non so perché ma lo immagino detto dalla voce scherzosa e un po' arrogante raffinato di Solo, conferendoli un tono seducente e allo stesso tempo giocoso.
E stile e trama sono praticamente accoppiati con esso, giocano, stuzzicano, si arricchiscono di scene e metafore seducenti, altre invece più ironiche, che alleggeriscono la tensione sessuale e che fanno sentire la bellissima intesa che c'è tra questi tre, che va oltre il puro sentimento, è un amore che trascende il corpo secondo me, quel legame che si instaura solamente tra anime pure, candide, un candore che non ha paura di lasciarsi andare con naturalezza agli impulsi e al desiderio. A tutto questo si unisce poi la tua cura (ma non dovevo essere cattiva? accidenti!) per i dettagli e un'introspezione che, giocando con sguardi, sottintesi e interazioni dei personaggi, mette i brividi.
Del tuo stile mi piace la freschezza (no, non sto parlando di frutta estiva u.u) la cura che metti nei dettagli per caratterizzare i personaggi (Napoleon, scena finale, con grembiule mi ha steso, sappilo) le metafore e similitudini che usi, ma anche la cura con cui dai peso ai loro movimenti, alle loro espressioni. La storia è praticamente portava avanti attraverso queste ultime, e mi piace. Rende l'introspezione dinamica, non solo riflessiva.
Già soltanto nella frase di apertura c'è riassunto tutto questo: un paragone che è divertente, un caratterizzazione non solo di Napoleon e dei suoi gusti raffinati ma anche del suo rapporto con Illya, un contrasto di personalità tra loro che fa da base a un rapporto sempre vivace. Usi termini più particolari, raffinati, che ben si adattano al POV di Napoleon, termini che richiamano anche i suoi interessi (vedi i quadri e i pittori più sotto, ma anche la cucina).
La scenetta di Napoleon che dimostra di saper contare fino a tre è esilarante. Ho riso, mi ha emozionato e mi ha fatto palpitare il cuore, e il tutto contemporaneamente. C'è nella parte iniziale una complicità che trova spazio persino in mezzo a battute sarcastiche, punzecchiature da "bambini", comportamenti innocenti (Gaby che si alza sulla punta dei piedi mi ha trasmesso un senso di tenerezza che non posso spiegare) e che ricalca quelle tonalità di eleganza e buongusto che mi ha trasmesso il film (l'ho rivisto l'altra sera, sai? Lo hanno trasmesso in tv. Quando, facendo zapping, l'ho scorto mi ci sono fiondata).
Il massimo della passione - manco a dirloXD - lo raggiungi con questa frase, secondo me:

Ha la sensazione di poterla toccare, di sentirla colare su di sé e incollarsi a lui come una seconda pelle. -> Ho percepito... forse perché ormai mi hai traviato verso la Napollya... un leggero profumo di gelosia, quando qualche battuta più sopra Napoleon nota con quanta dolcezza Illya tratta Gaby. A questo aggiungici l'impressione qualche battuta più sotto, quando tra le mani di Illya, Gaby sembra un uccellino piccolo e fragile, e posso dire che hai caratterizzato alla perfezione non soltanto tutti e tre i personaggi ma anche le dinamiche dei loro rapporti, tra loro tre ma anche tra le diverse coppie, Napoleon/Illya, Napoleon/Gaby, Gaby/Illya.

Gaby non è indifesa né tantomeno si concede lasciando il comando agli altri, e questo mi è piaciuto vederlo in quell' "inganno" in cui le unghie di lei graffiano la schiena a Illya, ma anche quando costringe Napoleon a piegarsi alla sua altezza o dà il pizzicotto a Illya o ancora afferra la camicia di Napoleon. Lei sembra distratta, innocente, sottomessa e indifesa, ma in realtà è molto brava a manipolarli, e lo fa mentre loro litigano e si battibeccano, lo fa in silenzio, sotto i loro occhi, passando QUASI inosservata. E questo atteggiamento che porti avanti di lei mi ricorda tantissimo il suo ruolo all'interno del film. Sembra che lei lasci fare il lavoro sporco a loro, godendosi spettacolo e prendendosi il premio, prendendosi entrambi con quella sfacciataggine e quei modi un po' da "meccanico" e un po' da "santarellina innocente, io non ne so niente, mi avete trascinato voi in questo inghippo". La soddisfazione con cui si rilassa nel sonno e lascia a loro le chiacchiere del risveglio mi dà tanto l'idea non solo di uccelletto come hai detto tu, ma di gatto che fa le fusa tutto soddisfatto.

Di Illya sono presenti tutte e due le facce: quella tenera, da comunista che stride sotto le bacchettate di Gaby, che si ammorbidisce per suo volere; e quella violenta che risveglia Solo, quella rude, sarcastica, orgogliosa e forse anche un po' "conservatrice". Napoleon tira fuori il suo lato più fragile, più indifeso, nonostante sia con Gaby che lui mostra tutta la sua delicatezza e premura. Napoleon che lo definisce "principessa" è stato un altro momento che ho semplicemente adorato. E questo anche per come hai gestito il ritmo delle battute brevi, il susseguirsi di dialogo e reazione calzante, eppure disteso.
La parte più bella di lui è quando cerca di trattenere la risata (e a renderla tanto bella è il POV di Napoleon, sia chiaro, lui che riesce a descrivere quella risata particolare attraverso pennellate di elegante ironia... Napoleon rende bello Illya).

Mentre quella più bella di Napoleon è sicuramente quando tenta di aggiustarsi i capelli di gatto randagio. E prima di parlare di lui mi riaggancio a questo per dire che trovo perfetto i due paragoni - Gaby, aquilotto e Napoleon, gatto randagio - mi hai fatto immaginare Gaby piccola ma già fiera e destinata a volare, a controllare tutto dall'alto, mentre ho immaginato un Napoleon/gatto nero che soffia e si lecca la faccia per lucidare il pelo per poi correre in qualche vicolo a sgraffignare qualcosa, perché a Napoleon non piace mostrare la sua debolezza, il suo bisogno di dare affetto, il mostrarsi veramente legato a qualcosa, preferisce mostrarsi superiore, esibire il suo lato di canaglia.
Napoleon è protagonista indiscusso, lui è il cucciolo di questa storia, lui è quello con il buongusto, le maniere da "intenditore", lui è quello che sa cucinare, è quello che sa come pungere, lui è vincente, è fantastico, è fondamentale per gli altri due. (HAI CAPITO????)
Mi piace la gentilezza e l'apprezzamento che mostra per Gaby, sia mentre la spoglia, sia quando la guarda tra le braccia di Illya... e sembra quasi impossibile, ma per la prima volta Napoleon Solo si sente a disagio ad ammirare un capolavoro di siffatta seduzione.
Mi è piaciuta la premura che mostra verso Illya, poi, quel suo intenerirsi davanti ai suoi modi bruschi, che devono ancora essere dosati. Napoleon c'è nel suo modo pungente in cui si tira fuori dall'imbarazzo, nel modo in cui guarda e si intenerisce e s'ingelosisce di Gaby tra le braccia di Illya, ma anche nell'affetto che le dimostra. Napoleon c'è nella sua arroganza di credersi il primo svegliarsi, c'è nei pensieri, nel modo in cui parla (come sempre adoro la tua cura per i dialoghi... sono loro, senza dubbio, dovrebbero ingaggiarsi per preparare il copione del sequel) e quell' "articola, per gli americani che non parlano comunista" è esattamente lui quando fa quell'aria da superiore insegnante snob con Illya. Napoleon, infine, c'è nel modo in cui ride davanti al pericolo, in cui lo blocca, passa dall'ironico al sentimentale con la naturalezza di chi sa essere questo e altro. Lui è la perfezione.

Concludo dicendoti che ho apprezzato la raffinatezza con cui hai raccontato i tre momenti, in cui l'erotismo si è mischiato al candore del loro rapporto così aperto, con equilibri che si snodano su più livelli, le descrizioni sono raffinate, perfette, l'introspezione è il tuo cavallo di battaglia, e questi tre nelle tue mani brillano come tre dive. La terza persona e il tempo presente, poi, sono semplicemente sublimi, si adattano alla freschezza del tuo stile concorrendo a esaltarlo.
Ormai non lo abbandono più questo treno, questi tre sono angeli che non hanno paura di sporcarsi. Bellissimi.
A presto!