Non amo dare recensioni negative, ma in alcuni casi sono necessari. E questo è uno di questi casi.
Lo spunto della storia poteva essere buono, ma ci sono molte cose che lasciano a desiderare.
La principale è lo stile con cui è scritta la storia, di una banalità tremenda, che si accompagna . In pocchissime righe, meno di cinque, sei riuscita a condensare veramente troppe cose, ad esempio:
- nel capitolo 1
- nel capitolo 2, il pestaggio dei tre Saint di Pongo da Ikki e il fatto che Ikki ed Esmeralda si innamorino (la prima volta che si parlano, seriamente: WTF? Una cosa del genere è successa solo in Twilight)
- nel capitolo 3, all'inizio, non mi puoi liquidare in poco più di sei righe <b>tre cose, tre</b>. Innanzitutto, liquidi in nulla 'allenamento di Ikki, tra l'altro addestrato da Aiolia, che, a parte l'essere il Saint del Leone, non ha alcun legame con Ikki, "colpevole" di essere Leone: una cosa del genere avrebbe meritato almeno un capitolo a sé stante: va bene cambiare qualche elemento (è pur sempre una What if?, ma almeno spieghiamo le cose che hanno portato a essa, per carità!).
Poi liquidi in nulla la scoperta da parte di Esmeralda dell'essere Athena: ora, credo che nessuno pretenda pagine e pagine, capitoli e capitoli di introspezione, ma almeno un paragrafetto incentrato su quello non farebbe male (del resto, anche Kurumada ci mostrava Saori che si recava nel planetario del nonno per riflettere).
Last, but not least: che cosa ci fa Jango <u>in una scuola</u>, ma soprattutto <b>innamorato</b> di Esmeralda. Sinceramente, WTF?
Il tutto raccontato (si fa per dire) con uno stile poverissimo, troppo semplice, banale, con nessuna traccia nella scelta del lessico e senza pathos alcuno.
Se tu ti soffermassi a raccontare, ma soprattutto a mostrare, quello che sta nella tua mente e che stai cercando di far immaginare a noi non sarebbe male. Se le cose fossero scritte e spiegate un po' (tanto) megliola storia potesse essere più interessante.
Ciao!

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Onestamente, una storia scritta con un tono molto per niente adeguato, con un pessimo uso dei personaggi.

Ok, questo è il succo del discorso, se vuoi farti del male accomodati...

Iniziamo dalla prima scena: lo scontro con l'armatura-teschio. A parte la caratterizzazione data dal tuo OC, che appare più come un bimbo delle medie, che non come un nemico vecchio di secoli, devo dire che la scena manca di pathos, visto che liquidi tutto in poche righe.
Nella scena successiva, quella con parte dei gold atterrati a Tokyo, da un lato esprimi giustamente lo sgomento iniziale di Kido, ma dall'altro, lo stile continua a mancare di mordente, tanto che non si comprende perché diamine il vecchio debba prendersi cura della bimba.

Ah, a proposito della bimba: posso comprendere che non ti piaccia il personaggio di Saori (molti non notano l'evoluzione del personaggio, nel corso del fumetto), ma scrivere nelle note che l'hai scelta per il pairing con Ikki, è un autogoal stilistico (questo è quel tipo di dettaglio che il lettore dovrebbe scoprire leggendo, non per via di un capriccio dell'autore). Tra l'altro, vedo che non è neanche molto IC (per quel poco che conosciamo del personaggio originale), così come i "bronze panchinari", inutilmente usati come bulletti da quattro soldi.

Inoltre, vedo che hai fatto overdose di frecce di Cupido, per far innamorare così velocemente Ikki ed Esmeralda. Seriamente, potevi almeno inserire un time skip di un anno o due, tanto per non dare l'impressione di far correre troppo la storia

Tra l'altro, il motivo che dai per la partenza di Ikki, francamente, è poco serio e per nulla avvincente: anche se i gold avessero voluto esporsi per convincere il ragazzino, avrebbero comunque cercato di mantenere un basso profilo. Voglio dire, per quanto uno possa amare una persona, ci deve essere un motivo grave per diventare un saint, motivo che qui manca. Cavolo, potevi almeno far fare una piccola entrata in scena di una Shadow cloth, in modo da giustificare la partenza di Ikki.

Bon, la mia l'ho detta, ora sei libero di farci quel che vuoi con le mie impressioni (compreso il cestinamento...).