Recensioni per
Ci porterà via il mare
di Aika Morgan

Questa storia ha ottenuto 40 recensioni.
Positive : 40
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/03/13, ore 16:22
Cap. 1:

ciao :)
ieri ho letto questa storia, trovata casualmente tra quelle scelte. il titolo mi ha incuriosita e la descrizione mi ha spinta a continuare la lettura.
l'ho messa tra quelle da ricordare perchè mi è piaciuta molto. innanzitutto perchè scrivi bene, hai uno stile curato ma scorrevole. ho apprezzato la trama, con un lieto fine sperato ma non ovvio. hai delineato bene i due personaggi principali, salvatore e filippo, e hai descritto bene la mentalità provinciale e intollerante di un paesino del sud di fine anni '60.
trovo meritata la mensione tra le storie scelte e penso che leggerò qualcos'altro di tuo dato che il tuo modo di scrivere mi piace :)
ho apprezzato particolarmente il racconto delle stelle e degli angeli che hai riportato in parte nell'introduzione e per intero nel dialogo tra i due protagonisti, trovo che sia molto poetica e suggestiva.
rinnovo i miei complimenti e ti saluto :)
lady dreamer

Recensore Master
14/03/13, ore 15:34
Cap. 1:

eii.. stavo guardando qua e là e ho notato di sfuggita l'introduzione della storia.. e non sono riuscita a non leggerla xP.
Il fatto che la storia sia ambientata in Acitrezza mi ha incuriosito, di solito leggo le storie che sono maggiormente concentrate in Usa o America.. cambiare fa solo bene *.*
La storia è tenera e tratta l'argomento in modo delicato quindi ti lascio i miei complimenti con questa recensione.. *.*
Sei davvero brava ad esprimerti ma in certi punti credo che la situazione va descritta meglio.. ma questo è solo un mio pensiero xP
per il momento ti saluto
un bacione
Krystal

Recensore Junior
08/01/13, ore 13:30
Cap. 1:

Partendo dal fatto che sono siciliana e che quindi la cosa mi tocca abbastanza, e che inoltre ho scritto una storia simile qualche anno fa.
Questa storia mi è piaciuta. L'ho letta con piacere ed è di quei racconti che speri non finiscano mai. Mentre andavo avanti controllavo sempre quanto mancava alla fine, proprio come faccio con i libri più belli :)
Andando nello specifico: mi è piaciuta l'ambientazione che ho trovato leggermente favolosa. Questo paesino ha un nonsoché di bucolico e ancestrale, quasi, che ho trovato piacevole, nonostante forse sia un po' irreale. Insomma, pensare che quelli che hai descritto sono gli anni in cui erano bambini i miei genitori... L'unica cosa che non mi è piaciuta è stata la fuga a Roma, ma questo diciamo che è più un gusto personale. Avrei preferito che si spostassero in una grande città come Palermo o Catania, vivendo il loro amore senza rinunciare alle stelle della loro terra. Sono, purtroppo perché lo vedo sulla mia pelle, dell'opinione che un siciliano senza Sicilia si sentirà per sempre a metà.
Il padre di Salvatore è ahimé quanto di più reale possa esistere e vedendo certi individui nel 2013, penso che nel '67 non avessero minori scrupoli a farsi avanti -.-
Per il resto l'ho trovata una storia toccante, molto dolce e tenera. Ci ho rivisto una specie di eco dei film di Tornatore, come immagine visiva, non so perché, forse la descrizione del bambino che spia le spose in sottoveste e dei ragazzi abbracciati in barca. Inoltre è scritta in maniera ineccepibile e mi sembrava di sentire l'odore del mare, il sale che solletica le narici.
Complimenti :)

Recensore Junior
20/10/12, ore 04:12
Cap. 1:

Questa storia è un piccolo capolavoro. Non saprei dirti se è Acitrezza (che per me – e per molti altri, suppongo – vuol dire Malavoglia, che vuol dire Verga, che vuol dire meraviglia), se sono Filippo e Salvatore nella loro disarmante tenerezza o se è il modo incredibile in cui scrivi, ma mi hai emozionata in tutti i sensi in cui una persona può essere emozionata. La Sicilia, una terra che ho visto così poco e amato così tanto, raccontata al passato (e, forse, in parte, anche un po' al presente) da un occhio privo di qualunque giudizio anche nei confronti della mentalità chiusa di un paesino di pescatori. Ad esclusione del dovuto e sacrosanto "Non preoccuparti, se c'è qualcosa di sbagliato, non è nelle nostre teste!", s'intende. Insomma, non ho tanto altro da dire, se non: complimenti, complimenti, complimenti.

Nuovo recensore
13/10/12, ore 22:21
Cap. 1:

Con un ritardo vergognoso, riesco a scriverti il giudizio per il contest ^^''. Scusami tantissimo, Aika ^^''. 
Ma passiamo ai fatti, dai ^____^. 

Grammatica: 9,5 su 10 
Il motivo per cui non ti ho dato un dieci lo sai, ossia che, in un dialogo retto esternamente, non si può inserire il punto fermo. 
Ad esempio:
"
– Adesso la cosa importante è sapere come sta Salvatore. – decretò"
Il punto dopo "Salvatore" va tolto.
Lo so, sono una maniaca della perfezione e sono di una cattivera immane per averti tolto mezzo voto, però, in un contest, divento molto più rigida, scusami ^^''.  

Lessico: 10 su 10 
Nulla da dire qui ^^. Il lessico era adatto alla storia ^^. In particolare, mi sono piaciute le parole siciliane inserite nel testo ^^.
L'ho trovata una scelta stilistica molto appropiata ^^.
Anche le frasi un po' sgrammaticate di Salvatore e Filippo sono stata una trovata geniale, complimenti ^^. 

Uso dell'elemento notturno: 8 su 10 
Non posso dare un voto più alto perché, l'elemento notturno, non è il centro di questa storia. Diciamo che la parte in cui assume un significato maggiore è la parte finale, con le ultime frasi, in cui abbini l'idea del desiderare una relazione d'amore, alle stelle cadenti. 
Tuttavia, mi è piaciuto come hai descritto le stelle cadenti ^^. Un modo dolce e semplice per parlare del cadere di una stella; l'ho apprezzato molto, davvero ^^. 

Contenuti: 10 su 10
Personalmente, questa storia mi è piaciuta moltissimo. 
E' qualcosa di differete dal tuo solito, però l'hai sviluppata davvero bene, per cui il dieci te lo do con piacere ^^. 
Salvatore e Filippo sono dei personaggi semplici che appassionano proprio per questa loro caratteristica, e che, nel loro amore, sperano più di ogni altra cosa. 
Anche i personaggi secondari mi hanno incuriosita. Dal padre di Salvatore, tipico paesano, alla madre di Filippo, donna che accetta il figlio, e per finire Zio Totò, il "riparatore" di questa storia ^^. 
Certo, qui non hai sviluppato la psicologia presente in "Stelle Perdute", ma è anche vero che la trama, qui, è basata su altri argomenti, per cui le giudico su due piani differenti ^^. 
Anche se, in qualche modo, ho percepito un pizzico di malinconia all'inizio, in questo punto:

– Tuo padre, tesoro mio, se l'è portato via il mare.

Totale: 37,5 su 40

Grazie mille per aver partecipato, un bacione ^___^. 
(Recensione modificata il 13/10/2012 - 10:25 pm)

Recensore Junior
10/10/12, ore 23:56
Cap. 1:

Ciao :) Io sono l'ultima delle tre giudici, la più ritardataria ovviamente XD Ecco la mia valutazione:

Grammatica: 10/10
Complimenti, grammatica perfetta, nessun'imperfezione, neanche un errore di battitura, niente da dire XD
Lessico: 10/10
Ho apprezzato molto l'inserimento di termini dialettali, che hanno reso ancora più 'reale' l'atmosfera, come se il lettore si trovasse davvero catapultato in un paesino siciliano degli anni '60. Lo stile da te usato forse non è semplicissimo, ma decisamente efficace: i periodi sono ben strutturati, e il racconto si legge facilmente, tutto d'un fiato, personalmente io non vedevo l'ora di sapere come andava a finire la vicenda di Filippo e Salvatore (*çççç*), e ti dirò di più: questo racconto mi ha ricordato molto le novelle di Pirandello e Verga, per l'ambientazione e anche per i termini da te usati XD
Uso dell'elemento notturno: 7.5/10
Sicuramente molto presente, ma avrebbe dovuto rappresentare il fulcro della vicenda e così non è stato, visto che più che altro mi sembra faccia da 'sfondo', da 'cornice' insomma, alle vicende dei due ragazzi, e questa costituisce - almeno personalmente - l'unica pecca a questa storia ^^'
Contenuti: 9.5/10
Ti dirò, in origine non apprezzavo molto le storie slash, ma nell'ultimo periodo sto veramente imparando ad amarle (presto entrerò anch'io nel club 'Slash is the way' XD), e sicuramente questa storia ha contribuito a farmi piacere ancora di più le coppie slash. 
Ti faccio i miei complimenti: questo racconto è meraviglioso, mi sono innamorata di Filippo e Salvatore, credimi: è davvero un peccato sia solo una one-shot, perchè secondo me c'è ancora molto da scrivere, per esempio mi piacerebbe sapere com'è continuata la loro storia, come è andata a Roma, come si sono trovati, ecc. Ho apprezzato molto, inoltre, l'introspezione presente, e il modo in cui hai caratterizzato Filippo. Purtroppo Salvatore l'ho trovato molto meno 'spesso' come carattere, rispetto a Filippo, appunto, e avrei preferito lo descrivessi maggiormente. 
In ogni caso, non ho trovato questa storia banale, forse l'idea di base (I due ragazzi che si innamorano in un paesino dove l'omosessualità ancora non è accettata) non è originale al 100%, ma sicuramente hai saputo svilupparla bene, e sei riuscita a non renderla un cliché, anzi. Davvero, davvero bravissima :)
Totale: 37/40

Grazie per aver partecipato, e a presto <3

(Recensione modificata il 10/10/2012 - 11:59 pm)

Recensore Master
04/10/12, ore 16:20
Cap. 1:

Salvatore e Filippo <3.
Questo sarebbe il mio commento a caldo a questa Storia (la S maiuscola è intenzionale), ma siccome non credo che sia sufficiente eccomi qua ad approfondire il pensiero.
Lo Slash , lo sai meglio di me, è tremendamente di moda in questo periodo, tutti lo scrivono ma sono davvero in pochi quello che lo sanno fare. Tu sei una di quelle, riesci a trattare l’argomento sempre con la giusta dose di realtà, senza sminuirlo ma dandogli quel fondo di realtà che lascia il lettore a bocca aperta. O almeno lascia a me così, io che non avrei mai pensato di innamorarmi a tal punto di una storia Slash.
E questa storie è ancora più difficile delle altre perché si va a scontrare con una realtà ancora più chiusa della società moderna. Se oggi essere gay è un fatto che non fa più clamore non era sicuramente così negli anni sessanta, ancora più sicuramente non era così in un paesino di pescatori della Sicilia. Un paesino in cui ho ritrovato le atmosfere verghiane, il mare che si porta via la gente, le vecchie comari, la lentezza della vita.
Una ricostruzione del periodo e dell’ambiente davvero molto accurata ed attenta, l’amore fra i due ragazzi che nasce, naturale. Si naturale, senza clamore , nonostante la loro diversità. Amici da sempre, da sempre un'unica persone. Amici ma non solo. Due ragazzi che a poco a poco , diventando uomini insieme diventano amanti. È un percorso così naturale che ti viene da dire, sono due uomini sì e allora ? cosa c’è di male? Sono due ragazzi come tanti che si devono nascondere.
Due ragazzi che non possono passare inosservati in un modo che definisce il loro Amore una malattia. Filippo che cerca di guarire e proprio Salvatore che non ci aveva mai pensato prima che capisce che no ,la loro non è una malattia. Non provo neanche rabbia nei confronti del padre di Salvatore, in fondo è un uomo degli anni sessanta un lavoratore ignorante, che non capisce e in fondo non potrebbe neanche capire, come potrebbe accettarlo? Forse sarebbe chiedergli troppo, ma in fondo forse quel lasciare andare il figlio è forse un modo per espiare quello che ha fatto, un modo per lasciargli vivere la sua vita lontano dagli occhi. Lo lascia andare via, gli lascia fare un lavoro diverso dal suo, li da una libertà che in quel periodo era impensabile.
Lo zio Totò è una sorta di Deux ex Macchina, arriva ed in qualche modo riesce a risolvere la questione riesce a portare via i ragazzi , facendogli vivere la vita che ad Acitrezza non potrebbero mai avere. Li libera da un peso e gli ne crea un altro. Il peso dalla lontananza dalla loro terra il peso della nostalgia, un peso che però essendo insieme può essere superato. Può essere superato in quel ritorno dopo tanto tempo , in quel abbraccio materno ritrovato che finalmente ti va guardare le stelle senza avere più nient’altro da chiedere.

Recensore Veterano
01/10/12, ore 16:35
Cap. 1:

Aika, mi spiace di aver lasciato la tua storia per ultima, ma le ho lette in ordine di lunghezza XD! Non mi perdo in ulteriori chiacchiere e ti do subito il mio giudizio :).

Grammatica: 10 su 10
Gli errori dovuti alla fedele riproduzione della parlata regionale, ovviamente, sono stati presi in considerazione in quanto tali :) anzi, li considero un pregio che dona verosimiglianza alla storia.

Lessico: 10 su 10
Sei riuscita a tenere ben distinti i dialoghi dal forte sapore locale e la voce di un narratore in terza persona, mantenendoli entrambi funzionali al loro scopo. Anche gli elementi dialettali e strettamente legati alla cultura siciliana sono stati usati con intelligenza, senza esagerare, giusto quanto bastava per dare quel tocco di pittoresco che ha arricchito la narrazione.

Uso dell'elemento notturno: 7,5 su 10
L'elemento è presente e anche con una certa ricorrenza, ma non è particolarmente significativo, benché sia uno sfondo costante dell'amore di questi due ragazzi. Mi rendo conto che il cielo stellato possa essere ben poco altro che un setting, ma le storie di Salvatore sul cielo e sugli angeli mi sono sembrate un po' incastrate a forza nei loro discorsi :/ perciò il voto non molto alto.

Contenuti: 7 su 10
Comincio col dire la cosa più importante: questa storia dovrebbe diventare una long.
Ha tutta l'aria di un potenziale romanzo di formazione, oltre che a tematica, e in queste venti pagine la storia ci sta stretta; questa è la prima considerazione che, a caldo, mi sento di fare.
Tutta la loro prima parte, riguardante l'infanzia, si trova soffocata in quei pochi paragrafi che vengono loro dedicati, quando invece avrebbe bisogno di molto più spazio, perché si sente bisogno dei dialoghi, dei luoghi, dei personaggi, di quell'aria mitica che circonda ciascuno degli adulti rivestiti dei loro ruoli visti dagli occhi di un bambino che vive in un piccolo paese di mare in un'epoca passata. Tutto questo non è una critica - tu dovevi rientrare in un limite, e l'hai fatto come hai potuto - ma è un consiglio: questa storia potrebbe davvero evolversi e diventare qualcosa di più, ma devi dargliene la possibilità, e io credo che valga la pena di farlo.
Ho tolto tre punti per alcune questioni di gusto personale, che per altri magari potrebbero essere pregi, ma dovendo dare un giudizio lo faccio secondo il mio personale gradimento :).
Una cosa che non mi ha convinta troppo è stata questa descrizione dei luoghi e delle persone fortemente calata nel contesto siciliano e questa pretesa costante di voler descrivere il paesetto di una volta, non perché sia stato fatto male ma perché non l'ho trovata un'idea particolarmente originale.
Un'altra cosa, che non ha a che vedere con i miei gusti, ma è una critica oggettiva sulla costruzione dei personaggi, è stata la poca caratterizzazione dei due protagonisti. Mi spiego: c'è molta introspezione e ci si sofferma moltissimo sul loro dramma, o meglio, sul dramma dell'orientamento sessuale, ma su di loro come persone sappiamo pochissimo. Per contro, della loro infanzia, dei loro giochi e della loro vita quotidiana ci dici molte cose, e anzi, ho avuto l'impressione che ci fosse anche molto altro da dire, e che questa storia avesse le carte in regola per farlo. Ma più va avanti la storia, più la narrazione si concentra sui loro timori e sulle loro fughe in barca, trascurando completamente Filippo e Salvatore come personaggi: potrebbe esserci chiunque altro al posto loro in quel momento, perché tanto il focus è puntato unicamente sul fattore "amore proibito". Il che va benissimo, ma devi tenere a mente che si tratta dell'amore proibito di Filippo e Salvatore, che dev'essere diverso da tutti gli altri perché sono due persone diverse dagli altri con le loro particolarità. Insomma, rispetto alla prima parte perdono di individualità, divenendo semplicemente due declinazioni un po' meno marcate dello stereotipo di uke e seme. Ma credo che tutto ciò sia dovuto, ancora una volta, al poco spazio a disposizione, e che lasciando evolvere la storia secondo le sue esigenze anche i due ragazzi divenuti uomini prenderanno una forma autonoma e originale. A questo punto sta a te: io ti consiglio di riprendere in mano questa storia e darle l'attenzione che merita :) questa volta hai dovuto comprimerla per farla rientrare nei parametri del concorso, ma adesso puoi farne quello che vuoi. E io credo che valga la pena di farne qualcosa ;).

Totale: 34,5 su 40

Recensore Master
03/09/12, ore 12:47
Cap. 1:

Ciao, Aika.

Avevo letto questa storia appena pubblicata, ma purtroppo ero in vacanza al mare e non ho avuto la possibilità di recensirla subito. Ma finalmente ho un po’ di tempo, così vedo di rimediare ora :)

Devo dire che la descrizione di una Sicilia degli anni sessanta fa pensare che in cinquant’anni le cose non è che siano cambiate molto. La mentalità della gente è ancora a quei livelli in alcuni luoghi, anche se forse ora come ora l’omosessualità non viene più considerata una semplice “malattia” senza cure (anche se ogni tanto sembra che sia ancora così per alcuni). Mi piace molto la descrizione di un mondo che, nonostante siamo già nel dopoguerra, vive ancora di pesca, agricoltura e lavori manuali. Credo che in quel periodo, nelle grandi città, già si fossero sviluppate riguardo tecnologie e simili, invece ad Acitrezza tutto era rimasto immutato, ed anche le ideologie.

Salvatore e Filippo sono nati, forse, nel posto sbagliato, eppure se non avessero vissuto quella vita, probabilmente non si sarebbero mai conosciuti così bene, né innamorati. La lunghezza di questa storia è irrilevante se consideriamo che hai narrato tutta la loro vita, fino al raggiungimento dell’avverarsi dei loro sogni, con un cammino irto di difficoltà che però hanno superato insieme.

Ad un certo punto, mentre leggevo, ho pensato che forse l’omosessualità nelle storie slash è una malattia, anche se non inteso nel senso sbagliato del termine. Molto spesso in queste storie c’è un ragazzo che si innamora di un altro ragazzo e, in qualche modo, lo “contagia” e si mettono insieme. Ora, so benissimo che non è vero, ma forse molte volte (soprattutto nelle storie scritte, e non nella vita reale) qualcuno si scopre omosessuale quando si trova davanti uno di loro (però lo è già, non è che lo diventa di punto in bianco). Forse è questo fatto che ha fatto pensare in passato che fosse una malattia, perché in fondo le storie scritte celano un lato realistico.

Comunque, tornando alla tua storia, sono contenta che sia finita bene, che siano riusciti, grazie a una bugia di zio Totò, a trasferirsi in una città come Roma, riprendendo a studiare e realizzando i sogni che avevano sin da bambini. E finalmente possono vivere la loro relazione con più libertà, senza paura delle voci che in un paesino piccolo come Acitrezza si diffondono troppo in fretta, ricamandoci sopra anche fatti non veri.

Il tuo tocco si vede comunque, anche se c’è il lieto fine, perché l’ansia provata fino al trasferimento è il tuo marchio di fabbrica XD Inoltre si vede che conosci bene quelle zone, probabilmente per gente che abita al nord sarebbe stato difficile caratterizzare così bene persone e luoghi della Sicilia.

Ti lascio l’elenco degli errori che ho trovato, sperando che ti faccia piacere:
- gli angeli erano costretti a fare penitenza e ad esaudire il desiderio di chi per sbaglio le avesse sorpresi a cadere <-- si parla degli angeli, quindi ci va “li” e non “le”
- Iniziava a puntare loro un accenno di barba <-- forse è “spuntare”?
- San Lorenzo era passato da solo due giorni <-- non è più giusto mettere “soli”?
- In un paesino come Acitrezza le dicerie non ci mettevano un nulla per diffondersi. <-- o si toglie il “non” o si mette un “che” prima di “un nulla”, perché credo che così sia errata la frase.
- “No, chi glielo dovrebbe dire, scusa?” <-- L’ho messo tra virgolette perché è un discorso diretto, quindi potrebbe anche starci l’errore grammaticale che ti dico. Non è giusto “chi glielo avrebbe detto”? Cioè, parlano di una predica già avvenuta :/
- ma non sapeva a cui rivolgersi <-- forse era “chi” e non “cui”
- se avrebbe mai più voluto vederlo <-- ammetto di non esserne sicura, ma forse ci andava “avesse”, siccome anche dopo usi il congiuntivo
- “Torni a trovarmi domani?” gli chiede <-- “chiese”, è tutto al passato :)
- “Lo farò per mio nipote e, anche se me lo permetterai, anche per tuo figlio” <-- credo ci sia un anche di troppo
- entrò a far parte di una squadra di calcio professionale <-- non è professionista?

Alla prossima.

Baci.
SNeppy.

Recensore Master
30/08/12, ore 10:28
Cap. 1:

E come avevo promesso alla fine l'ho letta ^^
Allora devo dire che sono rimasta sorpresa perché qui ho trovato un'Aika autrice diversa, diversa da quella che leggo di solito. Per me a causa dell'ambientazione: si vede sono luoghi che conosci, un linguaggio in cui ti muovi bene e una realtà a te vicina, non in quanto persona (nel senso che so ti trovi nella stessa situazione dei due protagonisti) ma intendo proprio tutto l'ambiente e la realtà sociale, inevitabilmente più chiusa perché stiamo parlando di molti anni fa, quando doveva essere ancora più difficile affrontare la propria omosessualità. Una realtà che hai dipinto bene, genuina e semplice, quasi mi è parso di sentire l'odore salino del mare **
Torno da un viaggio bellissimo nel sud Italia e anche se era una regione diversa, non so, leggendo questa storia mi è parso di riassaporare gli odori e i sapori che ho lasciato. Mi hai fatto ancora più venir voglia di visitare la Sicilia! Mi manca e deve essere bellissima **
Cosa posso dire della storia? E' semplice e bella, è genuina come i suoi personaggi, è dolce e intensa, un po' struggente, ma non angst. Mi è piaciuta questa cosa, devo dire: il clima che le hai dato non così sofferente, nonostante hai affrontato un tema molto delicato, e il linguaggio che hai usato, scorrevolissimo, intercalato da questi dialoghi sgrammaticati e da frasi che calzano a pennello. Il tutto si adatta poi a quest'amore giovane che non ha bisogno di grandi discorsi. Salvatore e Filippo sono toccanti e veri, ti commuovono, ma ti fanno anche sorridere in alcuni passaggi, come zio Totò ^^ Ho apprezzato l'ironia che sei riuscita a mettere.
Per descrivere l'intera shot mi viene in mente l'aggettivo semplice, ma non da intenderlo come semplicistico, tutt'altro: è semplice e bella, mi ripeto, nella sua semplicità svela tante profondità.
Sono contenta che l'hai scritta e che ho potuto leggerla, soprattutto adesso che leggo così poco (per un motivo o per un altro). Ti auguro in bocca al lupo per il concorso: si parla di stelle oh *_* sei nel tuo elemento!
ti mando un grosso bacio, sperando un giorno di potertelo dare dal vivo, così da conoscere te e la tua meravigliosa Sicilia *incrocia dita*
la tua primuletta un po' lentuccia <3

Nuovo recensore
24/08/12, ore 13:56
Cap. 1:

Come ti ho già detto, ho adorato questa storia.
L'ambientazione è costruita benissimo; la trovo molto fedele, sia dal punto di vista del tempo che da quello dello spazio. È vero che la conosci bene, però sei stata anche molto brava a renderla sulla pagina, ecco. Le tue scelte stilistiche e linguistiche, poi, rendono tutto ancora più realistico, e la riproduzione di modi di dire ed espressioni tipicamente siciliane si associa molto bene ora alla semplicità paesana dei personaggi, ora alla purezza del sentimento tra Filippo e Salvatore, ora alle ridicole credenze superstiziose degli ottusi paesani (*insulta*). 
I due protagonisti, poi, li ho adorati. Li hai caratterizzati molto bene; ognuno ha la sua personalità, le sue insicurezze, i suoi sogni ♥ ma non li adoro solo per questo. Li adoro proprio per le caratteristiche che hai scelto. Adoro il fatto che Salvatore si tenga dentro le sue insicurezze e racconti storie a Filippo per rassicurarlo :) in questo mi somiglia un po', pff. L'apice dei feelings comunque l'ho raggiunto nella scena in cui Filippo strofina il naso sul collo di Salvatore ♥. Che poi anche i nomi sono azzeccatissimi. Mi piace la storia del loro rapporto, mi piace il modo in cui l'hai raccontata tu, gli episodi che hai scelto per farlo. Tanto aww. Soprattutto per il finale. Il lieto fine di questa storia mi piace perché non è inverosimilmente lieto, né smielato. Cioè, è lieto con un leggero fondo di amarezza, diciamo - come accade nella vita reale, ecco.
Poi: non te l'ho mai detto, ma il fatto che nelle tue originali torni spesso questo leitmotiv delle stelle lo trovo proprio adorabile.
Basta, tanto amore ♥ finisce subito tra le preferite.

Recensore Junior
24/08/12, ore 00:38
Cap. 1:

Appena ho letto il titolo non ho potuto far a meno di leggere tutto ^_____^ Anche se l'ho spezzata in due volte perchè è abbastanza lunga.
Devo dire che mi è piaciuta ogni cosa, ogni aspetto di questo racconto. Lo stile e il ritmo della narrazione su ogni cosa.
Ti sembra che qualcuno ti stia raccontando una storia vera, un qualcosa che gli hanno raccontato a sua volta, con tono calmo, amabile, con quel sapore *paesano* anche nel narratore. L'ho amato. Penso sia la cosa più bella che tu abbia scritto e mi sembra quasi di dirtelo ogni volta, perchè da un capitolo all'altro, da una one-shot all'altra mi pare di notare dei salti incredibili.
"Ci porterà via il mare" mi ha fatto uno strano effetto, forse perchè mi sembrava potesse essere la storia perfetta per Controluce e ora che il progetto si è chiuso completamente gli ha dato una nota amara.
"Ci porterà via il mare" è una storia vera, che puoi toccare, capire, con la quale prendi immediatamente familiarità. Si muove sui contorni di un dramma, però in equilibrio. Tutto potrebbe rovinarsi da un momento all'altro, invece non cede, continua a rimanere una favola.
E' facile immaginare tutte le comare siciliane nella stanza di Donna Carmela, o Salvatore e Filippo abbracciati in Santuzza. E tremi quando arriva il padre di Salvatore a picchiarli ma poi tutto ritrova l'equilibrio, ancora. La scoperta della *malattia* all'inizio ti destabilizza poi diventa ancora più reale, man mano che se ne parla.
Ci sono i dialoghi che sono piccole perle, puoi sentirli, non sono per niente artificiosi né campati in aria, sono *scorretti* al punto giusto e teneri quanto basta. Sono Belli.
Ho adorato Zio Totò... certo un prequel con lui in piena occupazione non mi dispierebbe ^____________^ ♥♥♥♥♥ Il discorso Zio Totò- Don Alfio è perfetto, davvero.

L'uso delle stelle e il modo in cui riesci sempre a farle quadrare in una storia mi ha fatto impazzire ^_________^
Continua così tesoro ^________^ ♥♥♥ ♥♥
Un abbraccio forte,
Kaite

Recensore Veterano
22/08/12, ore 18:39
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
"Ci porterà via il mare" è una storia che comincia ad essere bella dal titolo. Ho letto l'intera storia in un tempo record, mangiandomi parole e frasi intere solo per la voglia di sapere di più, di più, di più.
E' bella sotto tutti i punti di vista, è reale, è viva. Non è solo bella come potrebbe esserlo una storia slash, è bella in maniera molto più profonda. A volte, molto spesso purtroppo, lo slash viene considerato un po' come una semplice storia, come un film; credo che troppo spesso ci si dimentichi quanto siano reali le storie slash. Si parla di amore, si parla di problemi e di sentimenti, bisogna ricordarsi che lo slash non è un fenomeno, ma un modo per riportare all'interno di una storia qualcosa che nella nostra società è stato visto in mille modi diversi.
Per questo, nonostante io sia solita non recensire, mi prendo la briga di segnalarla alle scelte. Penso che abbia già avuto una buona, ottima, visibilità, ma vorrei che ne avesse di più. Vorrei che tutti potessero ritrovarla con facilità, sia lettori nuovi che qualcuno che l'ha già letta. Perché "Ci porterà via il mare" è una delle storie più toccanti che io abbia mai letto.
Non si parla solo di Filippo e Salvatore, due ragazzi che potrebbero essere noi, i nostri compagni di banco, i nostri vicini di casa, ma si parla anche di un ambiente descritto alla perfezione, in maniera quasi toccante. Io sono nata in Sicilia, ma abito al nord da tempo infinito. Leggendo questa storia mi sono ricordata ogni singolo dettaglio dei paesini siciliani che, seppur più sviluppati mentalmente che in questa storia (ovviamente per il passaggio degli anni) conservano quest'aria così... bella. Non parlo dei pregiudizi, delle dicerie e delle accuse, ma parlo delle serate in piazza, dei lavori umili, della fatica sulla schiena. Parlo delle sere sulla spiaggia e dell'infilarsi in barche che non ci appartengono a Ferragosto, di quelle che rimangono arenate sulla spiaggia tutte le sere e che la mattina sono ancora lì, quelle che hanno visto un sacco di storie notturne ed ospitato un sacco di gente furtiva ad orari improbabili della notte. Leggere questa storia è stato un po' come tornare in Sicilia per le vacanze estive e salutare nonni che vedi una volta all'anno.
Forse è per questo che mi ha toccato così profondamente, possibile, ma non c'è nemmeno una virgola che reputerei sbagliata. I dialoghi a volte sgrammaticati di proposito fanno parte di un quadro bellissimo e lo rendono perfetto. I termini in siciliano, i nomi, i vestiti... tutto, semplicemente.
E mi dilungherei ancora sull'ambientazione, se non avessi anche da dire un paio di cose sui personaggi, che sono bellissimi nella loro unicità. Sono belli perché sono ragazzi qualunque che si ritrovano con qualcosa che gli sembra strano, sono belli perché molto spesso si tende ad impegnarsi per ottenere personaggi che nessuno mai si aspetterebbe, dimenticandosi che spesso la cosa migliore e più bella da leggere parla di persone come noi e non persone che non potremmo mai incontrare per strada. Insomma, conosco amici che, se messi dentro questo contesto, avrebbero fatto proprio come Filippo e Salvatore.
Si parla dell'affetto che una madre può dare a un figlio, quello che - nonostante tutto, supera ogni cosa. Semplicemente, è tutto perfetto.
Ho amato questa storia in tutto e vorrei davvero che finisse tra le storie scelte perché è una delle più belle che abbia mai letto sul sito.

Recensore Master
21/08/12, ore 16:02
Cap. 1:

Aika ci ho messo una vita ma alla fine sono riuscita a leggere questa OS.
Ho pianto, ma non perché fosse triste ma per la commozione, soprattutto verso la fine quando Filippo piangeva fra le braccia di sua madre come fosse un bambino.
E’ veramente una storia molto dolce, mi è piaciuta tantissimo, mentre leggevo immaginavo questo piccolo paese della Sicilia, il mare e un tempo diverso, dove la mentalità forse è parecchio arretrata e l’amicizia di questi due ragazzi che pian piano cresce, si trasforma per diventare qualcosa di più.
No starò qui a sproloquiare, è troppo bella e dolce per rovinarla con un commento delirante, ma sappi che l’ho veramente amata, devi tirare fuori più storie così.
Sei veramente bravissima, un bacione.

-Erika

Recensore Junior
20/08/12, ore 15:06
Cap. 1:

Ciao! Ho visto di sfuggita l'introduzione nel gruppo e non ho potuto fare a meno di pensare "questa la devo leggere".
Io sono catanese, ma conosco bene Acitrezza, è la meta delle serate estive di  tutti i catanesi. Mi è piaciuto che tu l'abbia utlizzata come ambientazione e che abbia nominato i faraglioni (di cui ho una foto notturna bellissima, è una delle mie preferite). Non so se tu sia di Acitrezza o di Catania, comunque hai trattato bene il contesto sociale e culturale del  paese a quel tempo. Certo è che negli anni 60' l'omosessualità era considerata in tutta Italia come una "malattia"; per questo sono un po' scettica nel credere che a Roma fosse diverso. Siamo d'accordo che, essendo la capitale, loro potevano vivere "nell'anonimato" (nei paesini è inevitabile che tutti conoscano tutti), ma se si fosse venuto a sapere, secondo me, sarebbero stati vittime delle malelingue in ugual modo. La storia è molto tenera e tratta l'argomento in modo delicato, perciò ti faccio i miei complimenti.  Sei stata credibile, anche se io avrei utilizzato più termini dialettali; non lo nascondo, io amo il nostro dialetto.  E' bellissimo il paragone tra zio Totò e il mare,  così come l'affermazione sulle stelle: a Roma non brillavano come ad Acitrezza. Bella, una delle poche storie che è riuscita a lasciarmi qualcosa di intenso: finirà tra le mie preferite.
Ancora complimenti!
Labyrinthum
(Recensione modificata il 20/08/2012 - 03:08 pm)
(Recensione modificata il 20/08/2012 - 03:36 pm)