Voglio fare la cattiva, eh. Allora, prima di tutto ti segnalo gli errori che hai fatto, ma nulla di che. Sono dovuti alla distrazione, ma sappi che sono quelle più insidiose quindi ti consiglio di stare molto attenta.
Rigirava il pezzo di carta,, come per cercare ulteriori spiegazioni.
Non c’è niente che non vada nel periodo; anzi, mi piace. Ma tra “carta” e “come” c’è una virgola in più.
Una clamorosa, stratosferica insufficienza andava così a rovinare la sua immacolata carriera del ragazzo.
Quel “sua” o quel “del ragazzo” non possono stare insieme nella stessa frase. Ti spiego perché: Entrambe hanno la stessa funzione, ovvero quella di specificare di chi sia l’immacolata carriera. Quindi, o togli “sua” o “del ragazzo”. Ti consiglio il secondo, perché si capisce che sia riferita a lui.
In più, dopo, c’è anche la ripetizione “ragazzo” e storpia un po’.
Puoi rimediare così: Il preside seduto dall’altra parte della scrivania tamburellava le dita sul bordo di questa, fissandoLO in maniera insistente.
In questo modo, la frase risulta più scorrevole quando la si legge.
[… ] durante le lezioni aveva optato per sedersi sugli spalti e guardare i suoi compagni fare allenamento.
C’è quell’”e” tra “spalti” e “guardare” che andrebbe sostituito con “a”.
Nel secondo intermezzo, quando la madre di Mylo entra nella sua stanza, ci sono due dialoghi che intercorrono sulla stessa riga. Ti consiglio di separarli, in modo che il lettore capisca che è stato l’altro a parlare. In più, è anche un modo per abbellire l’estetica del testo.
Ghignava il belloccio.
Ci vuole la virgola, dopo “ghignava”.
“Nessuno ti disturberà tesoro, ma la porta resterà aperta.”
Penso sia una svista non aver inserito la virgola prima di “tesoro”. È un complemento di vocazione, quindi è necessaria. Però, più avanti, ho notato che l’hai messa quando lo si introduce (il complemento, intendo), quindi suppongo sia, appunto, una distrazione.
“Fa che tutto questo finisca presto” si ripeteva.
Nemmeno qui nulla di sbagliato. Soltanto, dal momento che usi le virgolette per i dialoghi è utile usare qualcos’altro segno per introdurli. Tipo, il corsivo; quello più usato. Oppure le caporali («»).
Anche in “Oh, andiamo!” pensò Mylo” succede la stessa cosa.
Più indietro. Erroretto.
Invece no, ecco lo lì il fondo.
Non “ecco lo” ma “eccolo”. Tutto attaccato.
Ho smesso di fare la BossA.
Adesso, passiamo al capitolo: Se ti devo dire che NON mi è piaciuto, MENTIREI”. Non ho mai trovato una storia simile, soprattutto narrata in prima persona da un ragazzo. Amo i POV maschili! Ho sempre sognato di entrare nella testa di un uomo, per comprenderne i pensieri, le sensazioni, le emozioni. E con Mylo, tu, ci riesci molto bene. Si comprende bene la sua frustrazione quando, alla fine del capitolo, si rende conto di non poter avere una chance con Ryder perché non potrebbe reggere il confronto con suo fratello Austin - che io odio. Non mi piacciono i ragazzi così; che siano belli, è importante, ma non fondamentale. La bellezza è soggettiva, non oggettiva. E conta più il fascino che una persona esercita su di te. In più, come puoi avere un dialogo con una persona interessata soltanto di sport? Ti fai la chiacchiera e poi? La sostanza dov’è? Mylo non è brutto. Mylo è BELLO. Più bello di Austin perché non è vuoto come lui. Anzi, ha uno spiccato senso dell’umorismo ed è autoironico. Un personaggio molto reale e… se ama i videogiochi, potrei anche propormi per sostituire Ryder!
Leggo subito il prossimo!
Dear Juliet |