Recensioni per
Piccole Cose
di RizafromKeron

Questa storia ha ottenuto 44 recensioni.
Positive : 44
Neutre o critiche: 0


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mintgirl
18/06/07, ore 13:49
Cap. 11:

...ho letto che nella risposta ad un commento hai detto "taisa è il nostro re"...(sono assolutamente d'accordo)....e noi siamo le sue concubine!!!!!! spacca sto capitolo...cavolo però mi dispiace che sia già finita!!!! io ti pago se vai avanti io ti pago!!!!!!!

Recensore Master
06/06/07, ore 22:45
Cap. 11:

E' finita, però... e ora che faccio? su cosa rifletto? (così sembro ironica XD). Per me però si poteva concludere anche con il capitolo scorso, mi ero riletta la tua storia e ci avevo trovato un senso, anche se sono soddisfatta di questo epilogo, almeno è uscita fuori un po' di dolcezza. Parto però da una cosa tecnica: questo capitolo inizia con la stessa parola del primo, solo che mentre all'inizio il verbo era in forma passata, come ad indicare l'infanzia, ora è al presente. Poi considerando che si tratta di pioggia e sapendo quanto questa condizione sia importante per la storia, il tutto assume anche una valenza simbolica (in realtà non so nemmeno se sia una cosa voluta la tua). E poi è l’unico capitolo non-Psyche che è in prima persona. Avevo avuto un'illuminazione del perchè dicevi che i capitoli Psyche sono ambientati in un tempo futuro rispetto agli altri, è Riza che si trova in una specie di clinica per curare la sua nevrosi (credo), così tutta la storia sembra un specie di psicanalisi, in cui lei rievoca i momenti salienti del suo passato, dal momento in cui è iniziato tutto fino alla fine, riuscendo a liberarsi poi di tutti i suoi demoni. E così il suo interlocutore nel cap 2 potrebbe essere un dottore, uno psicologo, o addirittura Roy (anche se questa ipotesi mi sembra meno convincente). Però non ho capito una cosa, le tolgono tutte le cose che possono ferirla, anche le matite, e le fanno tenere la pistola? O forse nel cap in cui tenta il suicidio è già fuori dalla clinica… sì, ma che senso avrebbe spararsi? Cioè, se sei uscita vuol dire che sei guarita e quindi non ne sentiresti il bisogno, a meno che in realtà lei è uscita perché ne aveva la necessità, tanto più che Roy glielo avrebbe permesso in qualunque momento, e quindi lei non ha risolto un bel niente… oddio, non ho capito se mi sono risposta da sola o se mi sono incasinata ancora di più le idee ^^” spero che riuscirai a capirci qualcosa XD. Tra l'altro, rileggendo tutto, mi sono accorta di molti altri particolari di cui però non farò menzione perchè non ne ho lo spazio (ad esempio quando nel cap 5 Riza scende dal letto e dondola le gambe, proprio come aveva fatto nel cap 1, forse indica ancora qualcosa legata all'infanzia, dato che sta per "giocare" con 81). La dolcezza nell’epilogo la vedo perché in fondo sono un’inguaribile romantica (vedo l’amore anche tra due sassi XD)… secondo me dopo le esperienze che hanno condiviso, hanno entrambi bisogno l’uno dell’altro, anche solo della presenza, soprattutto Roy, mi dà l’idea che anche se lui ha una vita esterna, non riesca a staccarsi dal suo passato, e poi se va sempre a trovarla vuol dire che in qualche modo ci tiene, e anche tanto, anche se il fatto che non si sieda mai mi fa pensare due cose: o che già la considera un sottoposto, come se fosse sicuro che uscirà certamente da lì e lo seguirà, o che non vuole che il loro rapporto diventi più intimo, almeno per ora, perché non è quello di cui lei ha bisogno per adesso, tanto più che lui evita di nominare la guerra (per la sua promozione), un po’ per negarla forse, un po’ per non farle ricordare esperienze brutte. Se è davvero così lo trovo un gesto molto dolce (anche se inutile). E secondo me le racconta i suoi segreti perché lei è l’unica che può capirlo. Poi il fatto che anche un uomo come lui che ama chiacchierare si senta a disagio e la prima frase che le rivolge sia “hai un bell’aspetto”, una frase di cortesia, mi fa convincere ulteriormente della mia teoria XD. Mentre Riza forse ancora non è del tutto consapevole, ma è profondamente legata a lui, secondo me si sente al sicuro (come tempo prima aveva la protezione del Nasturzio, la “pianta amica”). Ad esempio tutti quei discorsi che fa sulla pozza d’acqua o sui segreti che le svela, mi sembrano tanto delle scuse che lei trova per spiegarsi la sua presenza, cioè, le viene sempre in mente un pensiero bello legato a lui, ma lei deve cmq smorzarlo con una spiegazione pratica e realistica, e questo si fa quando non ti vuoi avvicinare troppo a qualcuno. E addirittura si crogiola nel sentirsi pazza, ne è quasi felice se è quello il motivo che le permette di vedere Roy e di renderla unica partecipe dei suoi segreti, anche se sa di non essere pazza, tanto più che sorride quando anche lui glielo conferma, lui che l’ha veramente capita. La descrizione della clinica, quando dici che lì dentro a tutto si dà un nome, a ogni comportamento è associata una malattia, mi ha reso un po’ triste, perché in fondo è vero, per gli psicologi ogni movimento (anche il più banale) ne indica un altro, una volta che sei considerato pazzo non puoi più riscattarti, e questo non è giusto. Le ultime tre righe sono la degna conclusione alla storia, mi hanno anche strappato un sorriso e mi hanno alleggerito il cuore, perché sembra esserci una speranza, sapendo poi i fatti che sono seguiti, quelle affermazioni sono una specie di premonizioni positive. Adesso vorrei sapere bene il ruolo del magazzino però, è davvero un luogo per addestrare soldati perfetti fin da bambini? io l'ho intesa così, ma mi sembra un po' particolare (per non dire strano), quindi se c'è un significato più profondo mi piacerebbe conoscerlo. E poi su che base i bimbi vengono scelti? Nel cap 1 mi sembra che venga dato un cospicuo compenso ai genitori di Riza, ma allora basta comprarli o ci si basa su altre qualità? Forse sono domande che andrebbero lasciate un po' al caso, anche perchè non sono così rilevanti per la storia in sè, ero solo curiosa (e poi non credo neanche che risponderai dato che lo spazio sotto i capitoli è finito ^^" vabbè, cercherò di sopravvivere XD). Altro punto oscuro è nel cap 1 quando parli di Vivie e di una sorella minore, ma di chi è? e che c'entra? (magari è un punto chiave, ecco perchè non ci capivo nulla...). Certo queste domande avrei dovuto porle prima, ma poi dov'è il divertimento di stressare gli autori? XD Bè, alla fine la tua è una teoria plausibile, nell’anime Riza non si fa mai un problema ad uccidere, forse perché ha risolto la nevrosi e perché adesso è una sua scelta, mentre è Roy che si fa i drammoni, forse anche lui avrebbe dovuto farsi una vacanzetta in clinica XD (oddio, ho nominato l’anime, Riza, cara, metti giù la pistola ^^” ma quando l’hai rubata all’originale? XD). Per quanto riguarda i colori ci potrei fare un saggio sopra, la tua storia è tutta percorsa da una simbologia, ho notato ad esempio che il rosso è associato sempre a qualcosa di positivo, mentre il bianco è negativo (non ti piace?). Comunque con tutto il materiale che ci hai fornito davvero verrebbe fuori un saggio ^^" adoro le storie criptiche, dove bisogna stare a decifrare ogni parola, tanto più se ci sono più capitoli, così da poter fare anche dei confronti. Quindi ti ringrazio per avermi dato la possibilità di giocare un po' con la mia mente XD. Ammetto che all'inizio la storia non mi convinceva molto, i primi capitoli erano molto strani e mi davano anche un po' fastidio per la crudezza, ma adesso l'ho rivalutata, per fortuna, e ne apprezzo la bellezza in pieno, io lo trovo un piccolo capolavoro. Grazie per aver dipanato tutti i miei dubbi su ogni capitolo, il fatto che sei così disponibile mi ha comunque fatto dare un'altra possibilità alla storia, è stato bello poter crescere insieme alla storia capitolo per capitolo, se la leggevo tutta insieme non sarebbe stata la stessa cosa, non ci avrei ragionato così tanto sopra (anche sbagliando). Lo so che non ti ho mai fatto un commento serio, devo sempre metterci qualcosa di ridicolo in mezzo, il fatto è che non ti conosco e quindi mi vergogno a comportarmi seriamente, e poi non mi sembra nemmeno il posto adatto per un saggio XD. Non ho neanche avuto il tempo di leggere gli altri commenti o risposte, magari molte cose le hanno già dette le altre (non credo, vorrebbe dire che avrei scritto dei commenti sensati XD) e scusa se scrivo la recensione ora, ma lo studio ha la precedenza. Credo sia inutile a questo punto continuare a dirti quanto sei brava e perdermi in una miriade di complimenti, l'ho già detto in altri commenti e lo penso davvero (altrimenti che senso avrebbe?), per me tu hai un vero e proprio talento, ti consiglio di coltivarlo. Le tue storie non sono mai banali, e riguardano gli argomenti più vari senza scadere nel patetico o nel ridicolo, alcune ti strappano un sorriso, altre ti fanno proprio ridere, e altre ancora ti fanno venire un magone (tipo questa XD), ma sono tutte scritte con uno stile curatissimo fino all'ultima virgola, sono intriganti e ti tengono col fiato sospeso. Quello che sento dietro alle tue storie è la passione. Occhio sempre al tuo ego XD. In una parola: Grazie!

Recensore Junior
05/06/07, ore 16:06
Cap. 11:

Okay, ora TUTTO ha un senso. Non ci lasci a mani vuote come temuto, buona cosa. La trattazione dell'amabile capitolo è preziosa, se posso definirla così. E' preziosa ogni parola per definire l'atmosfera che si ritrova nel capitolo. Nulla è insignificante, tra considerazioni, abitudini scorte da occhi sempre, quasi nervosamente, aperti. Riza conosce anche le più piccole abitudini di Roy, perché è diventato l'unica cosa che le invada con tale regolarità la visuale. E non sono dettagli lasciati al caso, per allungare il brodo, ma assolutamente necessari alla comprensione del significato che lui nasconde per lei. E' una parte di universo, quasi. Una parte importante in un piccolo universo noioso. Una stretta alla sanità mentale. E' realista, Riza. Decisamente più di ogni altro pazzo attestato. Lasciata ad un degrado che la infastidisce, ma dopotutto non la turba più di tanto. Questo farebbe impazzire una persona sana. Forse è per questo, che Riza è "pazza". Perché questo non la abbatte ulteriormente e ci fa il callo. Ma è una mia personalissima visione. Adoro speculare su quel che leggo, te l'ho già detto. E non manca l'assoluta devozione di Riza, fondamentale in tale ambito. La pazienza mai scalfita, che serba il lui la chiave delle sue certezze e, nella mia testolina ormai sufficientemente Royai da dirlo, la cosa più rassicurante che ci sia e, come ho già precisato, un appiglio per non impazzire sul serio. Sono personaggi delineati benissimo, tra occhi attenti ed un personaggio in prima persona. Si delinea a sufficienza Roy anche dal POV di Riza, per tanti motivi che ho già citato. Il che è una cosa assolutamente necessaria. Riza è diversa per degli aspetti dovuti alla diversa formazione caratteriale (portata dagli eventi), ma nonostante tutto è riconoscibile per quello che è ora. Per quello che può diventare. Non c'è zucchero, né false speranze. Solo una determinazione assoluta. E tanti frammenti che si ricompongono, lasciando comunque spiragli aperti alla mia fantasia. Dopotutto, non essendoci precisazioni a livello spazio-temporale, posso anche supporre che in seguito la viat dei due si raccordi agli eventi del manga. In modo differente, forse, ma non posso dirlo con certezza. Mi piace pensarci e mi piace avere un finale soddisfacente ma non trovo esaustivo per ripensarci. Grazie, ovviamente, dei momentini gioiosi a lambiccarmi il cervello che mi hai concesso. E, per la cronaca, non c'è bisogno di farmi pestare da nessuno, tollero già benissimo l'Uomo Inutile nei Giorni Piovosi, specie rispetto ai primi tempi. Ma oltre questo non voglio andare XD;. Uh, e riguardo il drabble, in effetti non dovresti leggerlo. E' una cosina da niente, ma in effetti una scena contenuta nel manga ^^;, finché non ti sentirai pronta e finché non avrai letto il volume 15, quindi, sei a rischio di un leggerissimo spoiler (oddio, è una scena, ma è bene avvisarti). Detto questo, con un pizzico di malinconia ti saluto e faccio ancora tanti complimenti per esserti saputa giostrare così bene una storia così...psicologicamente incasinata (la citazione nella fic, tra parentesi, se colta nel verso giusto sta davvero bene, molto bene). Non è ad tutti, eh. Alla prossima fic, dunque.

Recensore Veterano
05/06/07, ore 15:59
Cap. 11:

No, il tempo non è tiranno, è uno stronzo! Non solo perchè non mi ha mai dato il tempo di leggere i capitoli di questa ff, ma anche perchè mi stà risucchiando le forze e perchè non potendo leggere non posso lasciarti una recensione. E se ti avessi recensito mi avresti risposto con dei papiri, già tu e Onda mi fate paura, che sicuramente mi avrebbero fatto crepare dal ridere (Ehi! Non è un'insulto alla tua intelligenza!) e non ho neanche avuto il tempo di leggere le tue risposte agli altri. Ora però FINALMENTE ce lo fatta a legger questi 11 capitoli! E che dire? Ehm...O_o? Scusa, il mio unico neurone stava dormendo.. è una ff splendida, nella struttura, nella sintassi, nell'intreccio temporale e nell'introspezione psicologica oltre che nella dettagliata descrizione di armi e fiori (anche io adoro questo connubio, nonostante in questo momento mi sia fissata sui vari tipi di rosa) Ho adorato, tra gli altri, il capitolo in cui lei si ficca una pistola in bocca, quello in cui descrivi i fiori (soprattutto velenosi, che adoro!.. Ok, il conte Kaine mi ha plasmato XD) e quelli con Roy, è magistrale il modo in cui hai fatto affezionare l'uno all'altra e la fine è "giusta". D'altronde bisogna andarci piano con i pazzi.. mahahahahahahahah...

Nuovo recensore
04/06/07, ore 15:27
Cap. 11:

Bwaaaaaaaaa!!!!E' finita!!!*sobuz*MI è piaciuta davvero tantissimo!!Toh, una lacrimuccia...ed ecco l'amica dalla lacrimuccia...questa ff è bellissima!!Ho imposto di leggerla anche a molte mie amiche che non avevano mai visto fma (ok ok non c'entra niente)Bella bella bella!!^^Mi dispiace solo di non avertela commentata sempre...^///^°

Recensore Junior
04/06/07, ore 15:21
Cap. 11:

Ho deciso che non puoi finire questa fic. ù_ù Sì,l’ho egoisticamente deciso in un impeto da crisi di astinenza così in piena regola che mi potrei commuovere, e sto straparlando senza senso, anche se, in verità, non parlo, scrivo. E la cosa non suona affatto come un’attenuante. Ma sono dettagli. Ne sentirò la mancanza, terribilmente. Hai creato una trama, un’atmosfera, una storia così intensa, disarmante, comunicativa, che vedere la parola fine apposta da qualche parte è terribile. Era diventato il mio piacevole appuntamento fisso, o quasi. C’è un intreccio che mescola fredda indifferenza, dolorosa partecipazione, crudeltà su diversi piani e tanta introspezione, tutto perfettamente dosato, tutto capace di dare tanto a chi legge, siano sensazioni, siano spunti per innumerevoli riflessioni. L’ho adorata, profondamente. Ne ho adorato l’originalità nella costruzione, nel dar vita ad una vicenda intera senza snaturare nessuno, ma riuscendo a gestire favolosamente sia la situazione da te costruita, sia i personaggi. E, allo stesso modo, ho amato questo capitolo conclusivo. A questo punto, mi sono convinta con ragguardevole sicurezza che Riza sia rinchiusa in un manicomio, o casa di cura, che dir si voglia. In effetti, le stanze dei manicomi sono famose per essere di un bianco ossessivo (e non è che mi è balzato alle mente per via della pubblicità delle patatine o quello che erano, nooo!). Questo mi porta a pensare a psyche IV, che probabilmente si riferiva al voler uscire non da qual si voglia altro posto, ma da qui. E il mio pensiero comprende il braccialetto: è così amaramente beffardo ritrovarsi, in mezzo a tutto quel bianco, l’unica di fonte di colore nella forma di un bracciale carminio come i simili che le ricordano proprio quella parte di passato. In effetti, mi trovo ancora a ribadirlo, sa di condanna e di maledizione, quasi che l’unico pensiero che potrebbe farla estraniare di lì, la porterebbe comunque a ripensare all’altro luogo dove è stata rinchiusa, nella sua vita. E’ una di quelle finezze che ora, comprese appieno, rendono il tutto ancora più geniale e piacevole. Per Riza mi spiace immensamente: in un modo o nell’altro, finiscono sempre per relegarla in un mondo chiuso e lontano dalla realtà che la circonda. Anche questo è crudele. Inoltre, (ho iniziato l’allegra riunione di tutti quanti i pezzi, ormai!) dato che tu hai detto che tutte quante le drabble si ambientano a seguito delle flash fic, ora anche pysche II assumerebbe un senso più limpido: sarebbe normale, relegata nella sua stanza, volerla privare di ogni oggetto volto a far del male a sé stessa, non ritenendola mentalmente stabile. E, per quanto riguarda psyche I, l’idea che il suo interlocutore possa essere Roy ora mi aggrada particolarmente, ma questa è una supposizione più azzardata di altre, lo ammetto. Ritornando con più attenzione su questo capitolo, non c’è qualcosa che non mi sia piaciuto, al contrario. Già l’immagine di Roy che si presenta lì completamente fradicio, deciso a non usare l’ombrello, mi ha particolarmente colpita. Intenerita sì, ma anche rattristata. Perché, alla fine, dietro tutto questo saper parlare, dote che sicuramente non gli manca, dietro all’aria scanzonata, c’è in effetti una persona sola. E Riza, tra il distaccato ed il sarcastico, non manca di notarlo. Una persona che non ha niente di meglio di fare che andare a trovarla, guarda caso in un giorno in cui non si sente così utile, perché comunque ci tiene, perché forse non ha nessun altro, esattamente come lei. C’è qualcosa di vulnerabile, anche se dovrebbe essere quello più forte, in quella situazione, c’è sempre qualcosa dietro; a sottolineare questa cosa ho trovato stesse particolarmente bene anche la questione della scusa, del fatto che, questa volta, si chiami Elizabeth, che sia lei. Perché, alla fine, tutto questo va a sfociare nella considerazione conclusiva, nel fatto che lei sta attendendo il momento nel quale quell’uomo avrà veramente bisogno di lei, per decidere di andarsene. E’ così scontato dichiarare il mio amore a questa frase conclusiva? Scelta perfetta. Perché, in effetti, lui ha davvero bisogno di lei, mi trasmette quella sensazione qui, me la trasmette nella storia originale. Ed è disarmante, perché ora Riza è pronta a dedicare ciò che resta della sua esistenza non per eliminare le persone come se fosse un gioco, ma al servizio di esse, seguendo un uomo e le sue idee, quando lo reputerà il momento adatto. E’ un cambiamento che è avvenuto, ed è così terribilmente Royai tutto questo fatto da sciogliermi il cuore. Anche il semplice fatto che lui non la ritenga pazza, che glielo ripeta, l’ho amato. Perché Roy ha quella capacità di soffermarsi a scrutare le persone, non guardarle soltanto, un qualcosa che a volte sfocia in una buona fede eccessiva nel suo prossimo, che io adoro di lui. E l’ho notata anche qui. Ho amato immensamente l’ultimo paragrafo, il fatto che lui le ribadisca la possibilità di tirarla fuori da lì quando vuole, anche se per fare questo si è dovuto lavorare un po’ di persone. Perché alla fine anche questo è da lui, mandare a quel paese determinate apparenze e conservarne altre per qualcosa che alla fine non si può affatto biasimare. E adoro anche questo, di lui. Cioè -basta!- io adoro quell’uomo, punto. Il volerla portare fuori da lì, poi, è qualcosa che mi sarei assolutamente aspettata da quella stessa persona che regalava giochini malfatti ai bimbi, prima di ucciderli. E non è una questione del tenerla vicina perché lei conosce i suoi segreti. Perché, davvero, sarebbe una cosa naturale da pensare, ma qui semplicemente non funziona. Perché in quel passaggio in cui lei pensa che, oltre ad un possibile affetto nei suoi confronti, quell’individuo ha probabilmente solo lei per sfogarsi, aggiunge anche il fatto che, in fondo, la sua presenza chiacchierona è fondamentale anche per lei, per non lasciarla a sé stessa, a scomparire, lentamente, a perdersi (anche se, lo ammetto, quel “labbra che sanno di pioggia” mi ha proiettato mentalmente l’immagine di un bacio –era troppo evocativa, eh- ed io sono un’inguaribile, scalpitante fangirl che non ne disdegnerebbe l’idea, chiedo venia XD). E’ un bisogno reciproco che ho semplicemente adorato. Aggiungo, inoltre, la considerazione sulla perfezione, sul fatto della divisa ricollegato al Roy di Ishbar e poi a quel luogo, dove un comportamento apparentemente normale può assumere ben altri risvolti. Ma non solo: Riza nota anche l’elemento del rapporto superiore-subordinato, e questa capacità di afferrare i particolari e intuire lati di una persona da determinati aspetti, siano anche esigui, è qualcosa che io ho sempre ricollegato a Riza con naturalezza, al suo spirito di osservazione ed elaborazione di ciò che scorge. Mi è piaciuto trovarlo qui. Avrei un bilione di ulteriori considerazioni da fare su Roy e Riza, rapportate alla tua storia, ma sfocerei in qualcosa di tremebondo denominato “Spoiler” e quindi :X. E, oddio, tu hai nominato il Sommo Pride XD, anche qui mi tappo la bocca con veemenza perché di sicuro mi scapperebbero troppi indizi sulle sua identità, io amo Pride (non anime!Pride, sia chiaro ù_ù)! XD E quindi questo è il tanto temuto (?) commiato. Io non so più che dirti. Adoro il tuo stile, ho adorato il modo in cui hai gestito e scritto ogni singolo capitolo, il modo crudo, il modo evocativo, il modo più poetico, il modo sempre, sempre curato che ho trovato nella lettura. E’ una storia splendida che mi ha lasciato tanto, sicuramente una di quelle che più mi resteranno impresse con l’andar del tempo. Ti faccio davvero i miei più grandi, infiniti e sentiti complimenti, che ti meriti tutti, dal primo all’ultimo. E al grido di “Perche Taisa è il nostro re!” (che, chissà perché, mi fa sovvenire un certo “Perché Weasley è il nostro re!”, coincidenze? XD), al quale mi associo entusiasticamente (per Mao, non so che farci, ho provato a farla rinsavire, ma è stato vano ù_ù), mi congedo definitivamente – ma definitivamente solo da questa storia! Bravissima, che è riduttivo. <3

Recensore Junior
01/06/07, ore 21:23

Qualcosina del genere dovevo immaginarmelo, riguardo all'introduzione, non è difficile e mi meraviglio non mi sia venuto in mente prima. E' perfettamente adeguato, alla luce dei fatti X3. Questo capitolo è un altro di un impatto fortissimo: è metallico e raggelante. Realistico, meccanico nel pensiero dapprima leggero di Riza e poi pesante. Ci ripensa, pensa che dopotutto non avrebbe potuto davvero farlo. Pensa che "non si è mai considerata davvero pazza". Fino ad ora. Questo è il limite che ha raggiunto, ma al tempo stesso sembra passare inosservato per la comunque sempre precaria condizione psicologica in cui è Riza. Suona "casuale" e per questo incredibilmente folle. Comunica precarietà gelida dritto al cuore, si sente con chiarezza quel metallo in bocca ed è terribile. Qui in senso positivo, ovviamente. Sconvolgente ed aspro sul punto di vista comunicativo, coinvolge anche in qualcosa di così crudo. Ti senti lì e ti senti il cuore fermo. Inquietante e davvero ben fatto, coinvolgente come pochissime altre cose. Brava, sul serio. Altre parole sarebbero sprecate. Un vero peccato che il prossimo capitolo sia l'ultimo, ma se in principio non era nemmeno previsto mi posso accontentare, dopotutto. Dunque, a lunedì.

Recensore Master
01/06/07, ore 17:41

Inizio con il titolo (quello inglese, che Psyche è greco l'ho capito, wow, ecco a che sono serviti 5 anni di studio XD): è molto significativo (prima di leggere ho pensato: oddio, adesso che si è inventata? non avrà cambiato di nuovo tutto? XD), e in effetti come ultimo capitolo ci azzecca molto. Perchè tutta la storia è incentrata su un'idea, quella che Riza è un soldato perfetto, che uccide senza rimorsi (come nel capitolo dove uccide il numero-non-mi-ricordo nel magazzino, dove c'è una sorta di beatitudine dopo l'evento), una macchina da guerra che non può uscire dal suo percorso, eppure in questa conclusione arriva con una naturalezza disarmante, all'improvviso, l'idea della morte, del suicidio, come se fosse l'alternativa più giusta, la normale conclusione dei fatti. Ed è per questo che è un fallimento (oddio, se ho tradotto male la mia teoria va a farsi friggere XD), non importa quanto sia stata educata in modo perfetto, quanto sia stata la migliore, la sua vita è un fallimento, tutta la storia è vista così (la trama intendo, non la tua ff XD). Eppure lei non sembra turbata più di tanto, almeno all'inizio. Mi piace credere che sia stato qualcosa o qualcuno a insinuarle nella mente l'ipotesi che la vita fosse altro che morte e distruzione. E che l'incontro con il Maggiore sia stato fondamentale per la sua svolta. E parlando di questo, nei capitoli precedenti era il contrario, Riza era il punto fermo da seguire, l'esempio del soldato perfettamente addestrato ad uccidere, mentre Roy (sì, è un po' "Eddiano", con i drammoni psicologici, ma ci piace lo stesso XD) era quello più "debole", che dimostra pietà e che non è sicuro di resistere, tra i due è quello che rischia la nevrosi. Adesso invece sembra che la "normalità" di Roy la abbia contagiata, che le sia stato aperto un mondo nuovo e nuove prospettive, concludendo un processo iniziato tempo fa, prima con l'incontro con Roy (l'unico a cui era permesso di stare con lei mentre "giocava" con i barattoli) e poi con il dubbio del capitolo precedente, in cui anche se lei è sempre sicura del suo lavoro, c'è qualcosa di lui che la infastidisce, che le si insinua dentro, come se non riuscisse a capire certi comportamenti, ma che in cuor suo sentisse essere giusti. E alla fine la nevrosi sembra averla anche lei, perchè in fondo quando ti trovi in un mondo di dolore, morte e sofferenza non importa quanto tu sia forte, ne rimani comunque schiacciato (a meno che non sei un pazzo assassino che si diverte a uccidere come Kimblee XD). La parte in cui Riza si accorge che non è la stessa cosa tra pensare di sparare e passare all'azione, mi ha fatto riflettere sul fatto che per la prima volta è lei che si trova dall'altra parte del grilletto, e forse è anche la prima volta che si pone quel problema, e che ha paura di sparare, ed è in quel momento che capisce come possano essersi sentite tutte le sue vittime nell'istante prima dello sparo. E tutto questo in un attimo, anche se sembra che il tempo si sia dilatato. Tornando al titolo, la parola "failure" in teoria ha una accezione negativa, è qualcosa che non si è riusciti a portare a termine (ci starebbe bene sul fascicolo di Riza del magazzino, se mai i capi ne avessero uno XD), indica appunto che lei si è come risvegliata dallo stato in cui era abituata a vivere, che le sembrava però giusto e in cui aveva trovato il suo equilibrio. Ma in questo capitolo Riza ha un'idea sua, non qualcosa di imposto e di ordinato da altri, forse è la prima volta che esegue un'azione dettata dalla sua "psyche", anche se si tratta di uccidersi, quindi per me la parola ha anche un significato positivo, perchè si è liberata del mondo che la sovrastava. E ci vedo anche il lieto fine, oltre al fatto che ormai è libera di essere se stessa, ha scelto di non morire, forse per paura, ma comunque si è posta dei dubbi che l'hanno finalmente resa umana. Il fatto poi che non si considera pazza forse è l'epilogo della vicenda, insomma, forse ha risolto anche la nevrosi (o è pazza davvero e tenta di negarlo? i pazzi vanno assecondati XD). Sembra essere tornata "normale" come quando era piccola, anche se le esperienze che ha vissuto l'hanno certamente fortificata e cambiata, ma che l'hanno resa quella che conosciamo (sempre se la storia non è AU, ahhhh, bastaaaa!!! e nell'ultimo capitolo la vediamo davvero a raccoglier margherite per campi XD), quindi volendo c'è qualcosa di positivo in tutto questo. Ma sai che alla fine ho pensato che forse non c'è niente di AU? (e basta con 'sta storia XD), tranne il magazzino che rimane un mistero, insomma, ci ho visto una storia abbastanza lineare, molto introspettiva, ma può andare benissimo (magari l'Arakawa prende spunto da te e la mette nel manga XD). Sì sì, puoi togliere la scritta AU nelle avvertenze (come se decidessi io XD), forse Riza alla fine rimane la stessa che conosciamo (dico forse perchè non ho letto l'ultimo), e il suo carattere è più che spiegato, è fredda e controllata, ma mantiene un velo di dolcezza, perchè ha capito veramente cosa vuol dire vivere (ma io di sicuro non ho capito la tua ff XD). Avevo capito che questo capitolo era più lungo, ma non potevi tradire la tua natura di... boh, non so se esiste un termine per chi scrive benissimo le drabbles (drabblista è orrendo XD), vabbè hai capito il concetto. A quanto pare ero l'unica idiota che non si era accorta che avevi cambiato l'introduzione... ma a pensarci bene non ricordo nemmeno che c'era scritto prima ^^" (meno male che mi vantavo di essere attenta ai particolari, cioè, i particolari sì, ma le cose scritte a caratteri cubitali stampati in faccia no XD). Ci penserò su, sulla frase nuova! Ok, in questi giorni che ci separano dal tuo epilogo (ci farai venire un infarto -_-), mi rileggo per benino la tua storia, così magari mi faccio un'idea più sensata, di cosa poi non lo so, perchè mi sembra già abbastanza conclusa così. Dato che non vuoi offese, ma nemmeno complimenti (deciditi :P) faccio a modo mio: non è normale che una ff mi prenda così tanto, di solito non mi faccio film assurdi su cose del genere, neanche fosse un libro o un film... quindi ti vanno davvero tutti i mei complimenti, sei riuscita a darmi delle emozioni intense e vere, ti ringrazio dal profondo del cuore, mi è piaciuto star qui a sproloquiare sulle mie interpretazioni, dando libero sfogo alle valanghe di idee che avevo e cercando di ragionare su ogni parola (non far scoppiare il tuo ego però XD). Al prossimo capitolo! Questo sì che è un temone, mi verrà la tendinite alle mani, ma quando ce vò, ce vò XD

Recensore Junior
01/06/07, ore 17:40

A questo punto qualcosa del genere me lo aspettavo, ma non qualcosa di così radicale: inutile dire che più mi sorprendi, più adoro la storia in proporzione. Mah, in verità adoro la storia senza un criterio preciso, salvo il fatto che mi prende terribilmente, che mi sono innamorata del tuo stile e che sforno ipotesi su ipotesi di ipotesi. Credo sia abbastanza, no? XD Venendo al capitolo, in questo partirei dal concetto di gioco: il semplice fatto che lei lo menzioni così mi ha colpita tanto. Perché non è più ‘gioco’ in quanto stile di vita, ma gioco in quanto qualcosa che, ora, assume il significato di azione presa quasi alla leggera. Perché non è una cosa semplice, tentare di togliersi la vita, non è qualcosa di immediato, di automatico, qualcosa di spaventosamente abitudinario come lo aveva sempre visto in passato. Non funziona così, quando lo si applica su se stessi. E potrebbe essere una considerazione ordinaria e quasi banale, estrapolata dalla storia, ma non ci si può scordare che ogni cosa naturale per chiunque altro, per lei è sempre stata o ignorata, o vista da una luce radicalmente diversa, al limite dell’impensabile. E’ assolutamente d’impatto, anche perché lei afferma di aver ‘scoperto’ quel qualcosa di diverso, quella sensazione nuova che le ha impedito di premere il grilletto. Ho adorato questa visione dell’entrare letteralmente in un campo nuovo, del provare qualcosa di fino ad ora estraneo, questa sensazione di paura che lei non esprime a chiare lettere, non può. In fin dei conti, sembra decisamente che lei non ne abbia proprio mai provata, prima d’allora. Prima era eccitazione, ora è realizzare che c’è ancora troppo, che le dita improvvisamente sanno tremare sul grilletto, invece di ostentare la consueta sicurezza. Il tutto si sfoga nella constatazione di quanto ci sia ancora da fare, quando ti dai una scadenza, di quante cose ancora non conosci, prima di agire in una determinata maniera che non ha ritorno. E’ la prova che lei non è diventata del tutto una macchina, che è ancora una persona, umana, una persona che, come tutti, è troppo attaccata alla vita, seppur a livello inconscio, e che non può togliersela in questo modo. E sarebbe lo spunto perfetto, con lungimiranza, per riflettere sul fatto di toglierla agli altri. Ora che lo ha provato su di sé, non è una cosa che può completamente rimuovere dai suoi ricordi e a me pare un punto di svolta grandissimo, perché sradicare questa visuale insensibile verso il prossimo è levarle una base ancora solidissima del mondo che le hanno costruito attorno, nonché obiettivo e missione alla quale finora ha dedicato la sua esistenza, senza troppe domande. C’è sempre terribilmente tanto in così poche parole che non si può non rimanere lì incantati. La stessa apparizione, qualsiasi cosa le sia venuta in mente o abbia eventualmente sognato, deve essere qualcosa legato al suo subconscio, ma qualcosa di così estremamente forte da sovrastare totalmente la sua calcolata razionalità, sempre così padrona di lei fino ad allora, al punto da desiderar ferire lei stessa, quasi si annidi una sorta di embrionale rimorso, sotto tutta la freddezza ( tra l’altro questo ‘failure’ del titolo per me ci calza a pennello, mi ricorda il ‘system failure’ dei computer o delle macchine in genere, e se prendiamo la visione di Riza cyborg privo di emozioni, di sicuro questa sua reazione è un fallimento). A proposito, il concetto di seccatura del precedente capitolo, nella sua interezza, è stato…potrei quasi definirlo la ciliegina sulla torta, per la completezza che ha fornito a tutta la vicenda, vedendolo anche da questo punto vista, senza contare il raccordo stilistico nel porlo più volte in fine di frase, che era già chiaro: sono, poi, perfettamente d’accordo sul fatto che quando una persona presti una simile attenzione ad un determinato fatto, anche e, a volte, soprattutto tramite lamentele, quella cosa la deve aver toccata in maniera particolare, che se ne renda pienamente conto o meno. Ribadisco, focalizzandomi anche su ciò, il disagio di Riza mi affascina ancora di più, ed è quasi un presagio, o forse meglio indizio, per questo drabble. Approfitto ancora dell’argomento capitolo precedente, per dichiarare il mio completo amore alla trovata del ‘uccidimi se non riesco più ad andare avanti’. Assoluto, totale, spassionato amore per quella parte! ** Ritornando, invece, al capitolo presente, la frase finale, per quanto possa essere strano, è una di quelle che mi ha dato più da pensare. Perché, nella mia mente, ha seguito tutto un percorso: da una parte può essere riferita alla reazione inequivocabilmente insolita ed improvvisa avuta da lei. Per una persona che scopre per la prima volta un sentimento simile e si vede agire in tal modo, è una considerazione quanto meno comprensibile; in secondo luogo, avrebbe un suo perchè anche per il fatto che Riza abbia poi deciso di andare in giro disarmata; sia una precauzione per evitare di avere un’altra reazione simile o una diffidenza improvvisa nelle armi, è un altro di quei particolari che mi ha colpita profondamente, perché nutro seri dubbi sul fatto che Riza se ne sia mai andata in giro completamente priva di difese. E tutto questo, assieme, mi conferisce l’idea di una confusione mentale adeguata per farla dubitare di sé stessa; non posso che adorare, quindi, tutto questo lento crescendo che la ha portata qui, il poterla scorgere turbata, ora, qualcosa di sconvolgente solo a pensarci, durante i primi capitoli della storia. Diciamo che poi ti ho perdonata pienamente perché sì, in effetti trovarsi davanti il Taisa è sempre una gran bella sorpresa. XD E sulle menzogne, adoro troppo la fic per inventarmi qualcosa, se non trovate per nuovi complimenti che, ormai, non mi sovvengono proprio più. Dici che ti ho fatto troppi complimenti? Nah. Aspetto l’epilogo con estrema impazienza – farò la brava fino a lunedì, quindi- perché sono sinceramente curiosa di vedere cosa ti sarai inventata e risolti un bel po’ di quesiti ancora presenti. E io sono felicissima di sapere che le mie recensioni ti fanno piacere, ma mai quanto il mio nel leggere questa storia! Come al solito, sono a corto di complimenti, li ho già esauriti tutti. Ancora una volta, hai dimostrato quanto sei brava a gestire la storia e lo stile, impeccabili. Non so più davvero cosa dire, ma sono certa che la fine non mi deluderà assolutamente. Grazie della storia. <3

01/06/07, ore 10:49

by mintgirl: wooooow!!! che sballosissimo sballo! mi gasa questa fic anche perchè all'inizio non ci capivo niente ma ora si! spero non sia finita!!! XD compliments per la ficcy ma anche per il nick! è bellissimo!!!

Recensore Master
31/05/07, ore 17:47

Il tuo stile mi piace troppo, perché possa deludermi. Sarei pazza se non sapessi riconoscere un'ottima produzione, e non nel caso contrario! Bello anche questo cap. L'ho bevuto parola per parola. Soprattutto in quel frangente in cui parli dell'abisso tra avere in bocca una canna e quello di sparare. Chi, come me, ha perso gente in questo modo, è costretta a riflettere sul 'quell'abisso'. E su che cosa faccia la differenza sul saltarci dentro o no. Sono cmq curiosa di vedere il finale, anche se, ovviamente, mi spiace che stia volgendo al termine.

Recensore Junior
29/05/07, ore 22:28
Cap. 9:

Sono in totale ad assoluta adorazione del capitolo (percui posso anche passar sopra al tranello di Armstrong XD, anche perché ora mi definirei gongolante, quindi). Credo che trascorrerò ancora un po’ di tempo a fissare il vuoto e lasciar proliferare le mie proiezioni mentali più squisitamente fantasiose, poi passerò al commento concreto. Questo è uno dei capitoli che mi ha lasciato uno strascico emozionale più grande e vistoso, per la tipologia di sfruttamento delle emozioni. Qui c’è qualcosa di terribilmente forte che si dipana in tutto l’arco delle azioni di Roy: per la prima volta è un’emozione aperta di una persona che è stata abituata ad un mondo diametralmente opposto a quello di Riza. E’ la rivalsa di sentimenti. Mi ha toccata, tanto davvero, e credo che gran parte di questo vada tutto quanto attribuito alla tua capacità di gestione della storia. Perché no, probabilmente la scena mi avrebbe emozionata ugualmente, ma non allo stesso modo di vedermela posta in un contesto così unico. Da una parte c’è Riza e quel suo insistente concetto di seccatura, invariabile rispetto agli eventi: stoica ed immobile, costantemente lucida, non si fa impressionare da nessuno. In un situazione drammatica, lei rimane perfettamente razionale; davanti a una vita che sta per essere strappata, lei nota l’imprudente concederle le spalle di Roy. Questa è ancora la Riza del magazzino, la Riza dei meccanismi del ‘gioco’, per la quale dare le spalle è uno sbaglio che può essere l’ultimo: è la stessa che soltanto il rischio di venire scoperti riesce a distrarre dal suo fastidio per quella perdita di tempo, animandola, però solo come fugace pensiero. Eppure questa Riza si ferma a pensare a quell’orsacchiotto. Seppur indirettamente, è come se si immedesimasse in quella bambina, con quella sua considerazione sul rifiuto che riporta automaticamente indietro a Papo e ciò che non ha più importanza. Non è l’orsacchiotto in sé, ma ciò che rappresenta. Anche una bambina smarrita in un crudo mondo di guerra, come è stata costretta lei, ha dovuto rinunciare all’infanzia. Ne comprende gli atteggiamenti; non che le importi, comunque. La bambina è parte lavoro ed è sempre parte della ‘seccatura’. E’ lontano dalla pietà o dalla pena, ma è un altro particolare che per me contribuisce ad arricchirla. Qui mi sembra davvero che Riza, più o meno consciamente, si renda conto che c’è in effetti qualcosa che ha perso. E’ una piccola immedesimazione, sarà un’inezia in tante sensazioni, ma, almeno personalmente, riesce a dar speranza. Dall’altra parte, poi, c’è Roy. Ed ho amato tutta la scena che lo vede protagonista per quanto sia riuscita a trasmettermi e con quanta intensità. Non riesco davvero a spiegartelo, vorrei fare di meglio perché mi ha lasciato veramente troppo. Ma non so davvero come poterlo esplicitare, non tutto. Io la definirei in primo luogo crudele, di una crudeltà più lacerante di una scena violenta eventuale che avessi voluto inserire. E’ semplicemente crudele vedere la premura che Roy mette nel cercare di far morire quei bambini in qualche modo rassicurati, crudele il modo in cui dissimula una serenità che non può avere; è crudele come l’orsacchiotto venga fuori orribile, anche questo. C’è un pezzetto che mi ha davvero annodato la gola “Non importava quanto fortemente ci provasse. Quanto allargasse loro le braccia premendo giochini tra le dita.I bambini nascosti nelle case bruciavano sempre con le mani vuote.”. Questa parte non concede speranze: è il colpo di grazia. Perché i bambini non si fidano, hanno già capito. E’ così crudele perché lui non riesce a fare nulla. Non riesce a calmarli, non riesce a renderli un momento felici prima di morire. E’ tutto vano, alla fine, non importa quanta buona volontà ha messo nel farlo o quanto questo lo logori ogni volta. E’ crudele anche il semplice fatto che lui continui a ritentare, sempre, anche grazie a questo profondo contrasto tra l’azione e le intenzioni. Il punto è che non si tratta di omicidi a sangue freddo, né di qualcosa di sbrigativo per togliersi il pensiero. E’crudele scontrarsi con il fatto che una persona capace di un gesto che denota tanta sensibilità sia in un campo di battaglia a sterminar persone, persino bambini. Tutto questo la rende ancora più forte, nella sua descrizione, senza dimenticarci della presenza di Riza, apparente antitesi a questo Maggiore di cui osserva le azioni. E questa diversità è qualcos’altro che adoro. Come il fatto che Riza sia lì, sia anche solo il fatto di seguire gli ordini alla lettera, e qui a me sembrerebbe che consistano nel coprigli le spalle mentre lui si occupa della bambina. Resta il fatto che c’è, che lo ha visto. E non so, è una realtà così diversa dal suo vecchio mondo, ma anche dalla guerra che imperversa attorno a lei, ed è probabilmente una delle prime volte in cui vede qualcuno agire così, un qualcosa che sarebbe comunque inusuale anche su un campo di battaglia. E’ qualcosa di nuovo da imparare o, per lo meno, considerare. Amo questo Roy e questo suo modo di fare, trovo che gli si addica, lo trovo sinceramente plausibile e lo adoro in questo preciso contesto. Senza contare che è già più semplice entrare in empatia con i personaggi che si apprezzano di più, tu stai muovendo due dei miei preferiti in una maniera da trattenere il fiato, che posso fare se non adorarti per come riesci a gestirli? Curiosità: ma questo fatto del bianco centra con dei fogli, in qualche modo -tutta colpa della nuova introduzione-? Oppure potrebbe essere il gesso del gessetto degli alchimisti, ritornava il fatto del bianco anche qui, in più rimaneva anche sulla manica di Roy, largo alle speculazioni folli XD! No, lo so che hai :X, ma ormai la storia dei colori mi ossessiona. O meglio, mi sto creando qualsiasi tipo di ipotesi per sviluppi futuri, ormai viaggio seguita da un’orda di punti interrogativi che si accende ad intermittenza sopra la mia testa. Insomma, deliri a parte, io adoro essere così presa da qualcosa da non poter evitare di chiedermi cosa succederà ed iniziare a fare supposizioni! E, ovviamente, devo adorare particolarmente quel qualcosa per pormi tante domande, ma adoro essere così coinvolta da una vicenda! Ancora una cosa -e puoi chiamarmi la fissata delle descrizioni-, ma non posso non complimentarmi ancora ed ancora per quanto siano sempre così ben svolte, non troppo lunghe, precise ed evocative. Davvero, sono un piacere assoluto da leggere (ah, non centra niente con il commento in sé, ma “Lawless”-L è così antitetico al personaggio che mi si è etichettato in testa in questo modo, ormai, lo dovevo dire XD). Questa volta non ti lascio con i complimenti. No, questa volta li voglio sottintendere, dato il capitolo, non finirei più di fartene. Stavolta ti dico grazie. Grazie per le emozioni. :)

Nuovo recensore
29/05/07, ore 20:57
Cap. 9:

E' Bellissima!!Sei geniale, le tue fic sono sempre dei capolavori!!Questa la leggo ogni giorno!Complimentoni!!

Recensore Master
29/05/07, ore 18:21
Cap. 9:

Questa storia è assurda, ti devo criticare tutto, non ho fiducia in te! Va bene così? ora puoi concludere la storia in santa pace senza ansie da prestazione? XD ovviamente scherzo :P Io per ora ci rinuncio a capire se è AU o no, mi metto l'anima in pace, e in fondo non mi importa più niente... pazienza! XD mi hai fatto anche dimenticare perchè ti avevo detto quelle cose XD. Ti darò il tormento alla fine (e per precauzione preparo i mocassini XD). Mi odierai anche più di ora che sono il tuo incubo :P. Immaginavo che nell'ultimo capitolo non davi una spiegazione chiara, ma promettimi che se dopo un mese che ci rifletto ancora non la capisco mi darai la soluzione!!! E non ti faccio più domande, tanto tu :X! Quindi adesso ti leggi le mie elucubrazioni mentali XD. Innanzitutto il titolo riprende il primo capitolo, e vabbè, ma il rapporto con il pupazzo è diametralmente opposto, la bimba di questo capitolo non lo vuole e se ne allontana atterrita, anche se le era stato offerto (anzi, creato) con gentilezza. L'atmosfera non è cupa come le altre volte, ma ti paralizza comunque, sembra un paesaggio fantasma, senza vegetazione o animali (solo le simpatiche zanzare...), è rimasto solo lo scheletro di una città, il clima è afoso (sembra una città fantasma tipo far west XD), ma di un caldo che dà fastidio, a dare maggior risalto è il colore giallo, non più il rosso, ma uno che dà ancora più calore (sono di parte, io odio il giallo!). Ma anche la storia è raggelante... mi sono venuti i brividi alla fine! Soprattutto nel notare le divergenze di opinioni tra i due: per Riza (che è sempre immobile) è una perdita di tempo, o almeno così mi sembra, dato che si ripete la parole "seccatura" alla fine di ogni paragrafo (per darne risalto immagino), mentre Roy (che è l'unico a muoversi) mi sembra che cerca di non perdere quel poco di umano che gli è rimasto, anche se la sua pietà si è sempre dimostrata inutile. La scena è tutta incentrata sul suo movimento, tutto attorno è assente. Poi mi sembra che punti più volte l'attenzione sul fatto che Riza lo vede di spalle o disarmato, come se già da allora la vita di Roy dipendesse da lei, e forse ancora non l'ha ucciso perchè, oltre ad essere un compagno, è l'unico ad essersi avvicinato a lei (il maggiore è lui!!! l'ho deciso io XD) e ad avere quell'umanità che lei non ha mai conosciuto (sono romantica XD). Il finale poi che riprende le righe iniziale è stato il tocco di classe, sembra tutto come all'inizio, come se non fosse successo niente, ma noi conosciamo l'episodio avvenuto nella casa, sappiamo che non è tutto immobile, sappiamo a chi appartiene il fumo nero e il grasso bruciato... Mi ha lasciato addosso un senso di sconforto che non ti immagini! Ci sono molte belle figure retoriche di cui non parlo perchè non la finirei più, dico solo che questo capitolo è un piccolo capolavoro, davvero, partorisci più spesso XD non hai niente da invidiare a scrittori "veri" (ah, no, non devo farti complimenti, è vero XD). E' concepito, organizzato e descritto benissimo, ma tu non eri quella che odiava le descrizioni? qua è tutta una descrizione XD. Ok, mi sono stancata di scriverti i saggi, quindi per favore fai dei capitoli più brutti! XD

Recensore Junior
29/05/07, ore 16:51
Cap. 1:

Il capitolo 8 è qualcosa di totalmente ridondante nella testa; funzionalissimo l'uso dei colori, opprimente quanto sapiente. Il bracciale rosso è qualcosa che "non basta più", sembra; Riza vuole una libertà che non ha mai chiesto, desidera per la prima volta uscire da quel mondo. Suona soffocata in una maniera tutta nuova, in questo contesto. Questo capitoletto farà seriamente concorrenza al quarto, nella mia personalissima classifica; gli darò un secondo posto, donando il terzo al seguente. Ottima quanto immediata immersione nel contesto, la parte iniziale de "L'orsetto";le tue descrizioni essenziali riescono a non stonare né annoiare mai, lasciatelo dire da un'altra persona che, personalmente, tende a trovarle noiose. La tensione annoiata di Riza è palpabile, nella sua ripetitività. Mi ha molto colpito il vano tentativo di Roy di offrire un giocattolo soddisfacente alla bambina; una parte di lui che si aggrappa disperatamente all'umanità che deve essere soppressa in guerra. Dopotutto, ha un inguaribile, non troppo celato, cuore tenero. La bambina è ben contrapposta alla prima Riza che abbiamo visto; realista, attaccata alla vita prima che ad un bene materiale e priva di false speranze, che Riza aveva usato riporre nel suo orsacchiotto come questa bambina non osa più fare. Roy non può fare più di quanto abbia fatto; con tutte quelle giovani vite alle spalle, è naturale bruciarne un'altra e non inatteso, ma ha un impatto fortissimo comunque. Riza è sempre lì, in questa sottile gara di sopravvivenza; la ciclica ripetizione sulla nevrosi da guerra, pare una implicita sfida per vedere chi cederà per primo al crollo psicologico, tra i due. Comunica tante cose, pur senza godere di particolare incisività, e ne lascia altre. Mi fa pensare molto, come tutti i miei preferiti della fic. E divertire, dunque. Noto solo ora il cambiamento di riassunto della fic; rende benissimo l'atmosfera evocativa ed è tangibile in quanto a sensazioni per l'ottimo uso lessicale. Un'atmosfera grigio chiaro tinta di scuro, pare. Scusami inoltre per lo spoiler indiretto; le tue fic sono scritte con tanta cognizione di causa da sembrar scritte da chi ha una certa cognizione degli eventi fino in fondo ^^;, mi sono fatta ingannare. Al prossimo capitolo, dunque, ed ancora tanti complimenti!

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