Salve salve, Lennypu.
Allor, devo ammettere d'aver cercato in lungo ed in largo una storia che fosse a corto di recensioni ma -atch- ne sono tutte munite. Buon per te, Lenny my dear, te le merite tutte /i'm so happy 4 u.
Tornando al discorso principale, non ricordo quante recensioni ti spettano. Anyway, avevo già letto tutte le tue Maigoldo/Albafica, quindi ho preso la prima che mi è capitata-- anche perché -se non sbaglio- una di queste belle fic su TLC devo averla già recensita. Well, passiamo subito alla recensione, va, senza che mi perda ulteriormente in sproloqui innecessari.
Io adoro le storie corte; come ben sai, sono troppo pesaculo per leggerne una che non venga classificata come flashfic (motivo per il quale sarseggiano anche le mie os); per di più, sono pienamente convinta che bastino poche -pochissime- parole per descrivere la maggior parte degli avvenimenti, specialmente il fluff. Non so, sarà che sono molto pesaculo (ah-ah), ma penso che la flash o la drabble siano le storie più soddisfacenti da leggere.
Glass. Devo ammettere che la scelta del titolo mi risulta leggeremente incomprensibile: "glass", che in inglese sta per specchio; sembra quasi tu lo abbia voluto usare come prompt, ma in realtà lo specchio non è il protagonista della storia, non quanto i capelli di Piscis. Allora perché Glass? Esso è di certo un elemento importante per la storia ("Ho visto tutto allo specchio, idiota"). Eppure non capisco perché scegliere proprio questo termine come titolo. Comprendo la grande difficoltà che puoi esserci quando arriva quel fatidico momento (io stessa fatico alquanto quando debbo sceglier titoli). O forse volevi intendere "bicchiere"? Non lo vedo possibile, però- atch. Comunque, il titolo è un qualcosa che non riusciurò mai a capire: ogni titolo è una storia, un qualcosa che l'autore sceglie a seconda ti ciò che vuole comunicare e non ci è sempre data la possibilità di comprendere.
Il fluff è un bellissimo genere, lo ammetto. Ti dà la possibilità di morire con sorrisi stupidi e gridolini contenti per la felicità non tua, non di un tuo amico/conoscente, ma di personaggi fittizzi- le fangirl, quali strani esseri. La Manigoldo/Albafica, per di più, è un gran bel pair, specialmente perché Manigoldo ed Albafica sono dei gran bei personaggi. Ci sono rimasta molto male alla loro morte (dio, non credo sia questo uno spoiler, considerando che muoiono praticamente subito nel manga, ma non si sa mai-- poi perché uno dovrebbe leggere storie di personaggi che non conosce? Dai, su, non lamentatevi che non è uno spoiler -?-): avrei preferito maggiore spazio per loro, come per molti altri cavalieri che ci vengono presentati in modo alquanto dettagliato (con Manigoldo ricordo perfettamente la sua storia da giovane tama-- delinquente) e che vengono, poi, brutalmente fatti fuori da qualche sgherro di Ade. Nella tua storia, hai presentato un Albafica diverso da quello che mi sarei immaginata io: "« Non mi piace- NO, Manigoldo, non OSARE. »": in questo caso, non so bene come inerpretare il maiuscolo; anyway, se esso indica un tono alto nella voce del Piscis, ecco, non lo vedrei capace di una cosa simile. Il mio Albafica -od almeno, l'idea che ho io di lui- è incapace di alzare la voce, così come di muoversi o comportarsi in una maniera che non sia estremamente elegante; è ben diverso da Afrodithe, suo successore come Saint d'Oro dei Pesci, il quale vedo perfettamente nel ruolo di reginetta d'un liceo americano: viziato e sfruttatore (sì, ok, mi sta antipatico Afrodithe). La brevità di questo scritto ci impedisce di vedere un Manigoldo più sviluppato e forse è meglio così- la cosa sarebbe potuta risultare noiosa. Una lettura attenta, comunque, rivela una descrizione implicita di Manigoldo, testardo cavaliere del Cancro. "Lunghi capelli color cielo, che nessuno si permetteva di toccare tranne… quel troglodita ": credo di aver semplicemente amato questa frase, specialmente per "quel troglodita" a fine frase.
Ripeto, il fluff è una gran bella cosa. Specialmente per quanto riguarda le frasi finalii: "Peccato che la treccia se la sia tenuta fino a quando non si è sciolta di sua spontanea volontà."; sono le solite frasi che ti fanno capire quanto il fluff sia radicato nell'intera fic. Do, solitamente, una grande importanza a frasi simili: non so, danno un certo effetto a tutta la storia che -senza di esse- perderebbe molto. Mi sorge qualche dubbio di grammatica, ma lascio perdere per una motivazione abbastanza importante: il terrore di fare una figuraccia: nel periodo estivo non sono più in grado di pensare decentemente a quella che è la grammatica italiana (sorry) e riflettere sull'uso di quel che non è un qualcosa che sono in grado di fare a quest'ora, dopo un test di francese- basta, basta.
So, detto questo, mi dileguo. Non so quanto produttiva possa essere questa recensione (zero, ahah), mais era mio dovere lasciarla. Alla prossima, yep-!
betacchi. |