Valutazione valida per il contest "Quando le dirai..." del forum di EFP
Grammatica e ortografia: 13/15
Può sembrare strano, ma l’appunto principale si trova proprio alla prima parola, in quel “Constantin”, è vero che tale nome deriva dal latino “Constantinus”, ma tale nome è arrivato in Russia grazie alla diffusione del cristianesimo di tipo ortodosso proveniente dalla grecofona Bisanzio (ed in greco il segno della c gutturale viene reso con la k, uso che è stato reso con un segno simile nell’alfabeto cirillico, quindi il nome doveva essere reso come “Konstantin”), per il resto non mi pare vi sia molto da segnalare, o almeno non l’ho notato o non si è fatto notare..
Stile: 14/15
L’ho trovato molto bello, sia nelle parti narrative che in quelle dialogate, non ho nulla da eccepire, anche il lessico usato mi sembra buono e usato con proprietà.
Originalità: 8/10
Molto bella questa rivisitazione del tema del matrimonio combinato (del tipo “non ti preoccupare l’amore verrà dopo"), anche se il tema della ragazza bella, ribelle e anticonformista è stato trattato più volte, tutto sommato l'ho trovato simpaticamente reso.
Gradimento personale: 5/10
Mi è dispiaciuto davvero dare questa insufficienza, ma il problema (non vorrei sembrare eccessivamente pedante) è l’ambientazione della storia: dovremmo essere in Russia, però la scelta dei nomi non mi è sembrata molto felice: Margareth avrebbe dovuto essere Margarita, Elisabeth dovrebbe essere Elizaveta; ma il nome che più vedo fuori posto è Kevin, non credo che nella Russia dell’epoca poteva essere diffuso un nome che ha origine gaelica, specialmente se da quello che penso si tratta di persone di bassa estrazione sociale o comunque poco edotti nell’onomastica non locale, insomma, decisamente più probabili per uno come lui nomi come Anatolij, Evfemij o Gennadij; inoltre i cosacchi erano contadini liberi che “pagavano” la loro libertà con un servizio militare permanente (ed avevano propri reparti sotto la guida di comandanti chiamati atamani), difficile che facessero parte del seguito di una gentildonna (al massimo avrebbero potuto esserci dei contadini, o meglio dei servi della gleba, dato che la storia si svolge molto prima del 1861, anno dell’ukase imperiale che ne sancì la liberazione), ci sarebbe poi il caso del “conte della Virginia” (se s’intende lo stato degli USA, non credo là valgano i titoli nobiliari, inoltre il cognome scelto per il personaggio sa più di area ispanica che anglosassone; ma come ho detto potrebbe essere che in questo caso stia prendendo una cantonata), ho visto la pagina relativa a questa storia e viene indicata come storica, ma secondo me in tal caso era meglio essere più realistici, al posto di Virginia (che fa appunto pensare a qualcosa di conosciuto e che è difficile associare a titoli nobiliari) sarebbe stato meglio cambiare il predicato, in altre parole, se si fosse trattato del conte di Ripafratta, sarebbe stata a mio parere una scelta migliore (diciamo che mi sarei affidato più volentieri al principio di mescolare storia e invenzione).
Non voglio sembrarti pignolo, ma secondo me questi sono aspetti da non sottovalutare.
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
Mi sembrano tutti caratterizzati abbastanza bene: la ragazza forte, decisa e impulsiva che forse non sa cosa vuole, ma certamente sa cosa non vuole; il povero padre di famiglia costretto ad far maneggi per maritare la sua cara figliola ribelle (e che vuole atteggiarsi a pater familias ma sembra che nel profondo tema le presenze muliebri che si ritrova in casa; infine la madre costretta a trovare un ubi consistam per permettere alla famigliola di tirare avanti.
Attinenza al tema: 3/5
Per esserci c’è, ed è stato trattato abbastanza bene, peccato per i dubbi che ho espresso nella sezione “gradimento personale”, altrimenti la valutazione sarebbe stata decisamente più alta.
Totale: 51/60 |