Mi pare sia stata davver ouna buona idea affidare la parte conclusiva della storia a un personaggio comprimario che permettesse di distendere il tessuto finale della storia senza scomodare una volta di più i portaognisti che godono ora il meritao riposo dopo essere stati impegnati in vari tipi di combattimenti (e non mi riferisco solo agli esseri extradimensionali venuti a fare turismo nel nostro mondo...). La ragazza che finalmente ha un momento da protagonista nell'economia generale della storia ha avuto sì un ruolo da gregario, ma da gregario di lusso, è stata anche l'osservatrice ora divertita ora sconfortata di quello che combinava il fratello sia nell'attività "professionale" che in quella sentimentale, non capacitandosi del suo talento (evidentemente innato) di riuscire a impelagarsi in situazioni assurde, la si è vista spontaneamente avere moti di simpatia e far lega con quella ragazza che aveva avuto la (s)fortuna di conoscere il fratello, mossa forse dalla solidarietà di genere o più probabilmente da una certa disistima per i modi del fratello, ha dovuto assistere ai vari tira e molla tra i due che avrebbero stancato chiunque (in questo ha dimostrato di avere una fortissima fierezza morale, in primis evitando di mandarli a quel paese, in secundis perché avendo problemi suoi non proprio trascurabili dal punto di vista sentimentale non si è chiusa nell'autocommiserazione o nella chiusura agli altri, ma ha cercato di essere d'aiuto per quanto possibile, forse per non pensare alle difficoltà di far valere le sue ragioni in un ambiente chiuso, elitario, basato su regole considerate inamovibili e tendenzialmente conservatore).
Evidentemente il momento della felicità è giunto anche per lei, pur se inatteso, imprevisto e con la testa rivolta a qualcosa di poco piacevole, con buona pace di questa versione fantasy dei senes severiores e della loro visione corporativa e legata all'epoca in cui il matrimonio era un contratto non dissimili da quelli relativi a immobili e bestiame (oltre che di chi si è trovato nella biblioteca in quel momento...).
E' solo un'ipotesi, ma sarebba bello pensare che la presenza della protagonista abbia in qualche modo "contagiato" il suo ragazzo, facendogli aprire gli occhi sull'inutilità del suo "sacrificio" per gli obblighi di stirpe e casta, e costringendolo così a una scelta radicale (spero tuttavia che non l'abbiano davvero diseredato, perché va bene il "due cuori e una capanna", ma i beni, se non danno la felicità di certo aiutano), mi piace pensare che abbia compiuto la scelta giusta, e che i suoi dopo l'iniziale e compensibile s shock si aprano a nuovi modi di vedere il mondo e all'accettazione di nuovi valori (e un nuovo diritto di famiglia), di certo al loro rampollo non dispiacerà la compagnia della ragazza e dei cognati...
In sede di epilogo vorrei rivolgere due parole sulla storia in generale, l'ho trovata molto bella sia nelle basi (non sempre è facile scrivere di fantasy ambientato in Italia) sia nello svolgimento (in questa sede posso dirlo, all'inizio avevo dei dubbi sulla fisionomia della protagonista, decisamente troppo graziosa, uno di quegli aspetti della narrativa amatoriale e non che fanno scattare l'allarme Mary- Sue, ma per fortuna nel corso della storia ho cambiato idea su di lei, sei stata molto brava a mostrare il cambiamento (e la maturazione caratteriale) sua e del protagonista, sia pure in un quadro di schermaglie pressoché continuo, sia per necessità proprie sia perché gli eventi lo imponevano.
In sintesi, non mi dispiace affatto di averla letta, hai fatto un buon lavoro, a mio onesto parere. |