Ciao, Acquamarine. Sappi che oggi ho pensato prima a Rita Skeeter e poi alla tua raccolta su Hunger Games. E mi sono detta di farti sapere assolutamente che ne pensassi. Anche se avrei già voluto farlo una settimana fa. Sono successe delle cose e addio lucidità.
Sappi che questa è la prima recensione in assoluto che lascio nel fandom di Hunger Games. Davvero. Quando hai pubblicato questa raccolta io stavo ancora leggendo la trilogia, e quindi ho preferito tenermi abbastanza fuori da possibili spoilers. (Inutile dirti che è stato inutile, cavolo! Mai avrei immaginato la morte di Finnick).
Nonostante i tentativi abbastanza "usciti male" della Collins di farmi, in qualche modo, pensare a Finnick come un dongiovanni grazie al suo fisico statuario, non mi ha persuasa nemmeno per un secondo dal farmi idee del genere. Affascinante, sì. Attraente, sì. Ma uno deve anche porsi domande del genere mettendo in conto che Finnick ha partecipato agli Hunger Games, ha ventiquattro anni, ha le cicatrici di ciò che è accaduto, può essere anche stato per vie traverse influenzato dai modi vivendi di Capitol City e la crudeltà serpentina di Snow. Le mie prime idee sono state queste. Perché mai avrei giudicato un personaggio dall'approccio che cerca di avere con Katniss and Co.
La zolletta resterà nella storia, però. Per sempre!
Poi è veuto fuori il vero Finnick e Annie Cresta. Dio se mi ha dato fastidio sentir dire un miliardo di volte (o pensare) da Katniss che "Finnick ama la ragazza pazza del suo distretto, Annie Cresta".
Mille volte Katniss si è ricreduta su Finnick solamente pensando che amava e avrebbe amato una ragazza pazza. Peccato che questo sia andato avanti per metà Catching Fire e poco più di Mockingjay, ma sappiamo anche tutti bene le manie di protagonismo ed egocentrismo acute da cui la nostra Katniss era afflitta al tempo. (ti avviso che non so parlare di lei solamente in toni positivi. Perché è un personaggio detestabile, e la Collins non si è curata, e ciò lo apprezzo, di farla piacere alla follia come una Mary Sue). O no?
Finnick è molto di più, e dopo le sue rivelazioni su Capitol City, lo sfruttamento della sua bellezza, del fatto che fosse attraente, sono rimasta sconvolta. Sconvolta anche dalla sua forza, del suo autocontrollo e dal suo amore per Annie. Forse esagero dicendo che Finnick non era nato per morire.
Poi, vogliamo parlare della sua morte? Peggio di quella di Wiress. ç_ç
Io comunque continuo ad amare la tua drabble: Finnick sapeva di essere finito. Il dolore era fuggito via, ma Finnick cerca in ogni caso di vivere ancora. Lo fa per Annie e i suoi figli (uno, putroppo), combatte per Panem, perché quello è uno dei dignitosi motivi per cui è un ribelle.
Finnick mi ha fatta innamorare (proprio come la tua drabble); e il fatto che sia morto con la testa decapitata è stato struggente. E non me ne esco con la solita citazione "è la vita". Perché non lo è.
Complimenti, Mari. Te li meriti in pieno. :))
Continuerò a leggerle. ^_^
Tua, Lily
|