Buonasera, sono qui direttamente dal "programma recensioni" di Pagine di Vento. Non sono una fan delle storie romantiche, ma se una storia è scritta bene vado oltre il genere. Comunque ho letto fino alla fine per farmi un'idea complessiva della tua fiction.
La prima cosa che ho notato sono le descrizioni della protagonista (o di quello che fa) stilate a mo' di "lista della spesa". Mi spiego: "mi svegliai, feci colazione, scelsi i vestiti, cominciai la ginnastica, misi le cuffie, salii sull'autobus", eccetera. Con molta schiettezza, è un incipit noioso e poco innovativo; la protagonista fa un sacco di cose, quindi praticamente non ne fa nemmeno una poiché sono gesti che tutti facciamo tutte le mattine - più o meno, non è interessante rileggerle in una storia che dovrebbe in qualche modo lasciare un'impronta nel lettore.
Dopo un interminabile viaggio in pullman la nostra protagonista arriva a scuola ed ecco che incontra il solito clichéttoso personaggio di turno: belloccio, antipatico, altezzoso e circondato dagli amici a loro volta clichéttosi, antipatici ma questa volta bruttini - giusto per non farli tutti uguali.
Nel primo capitolo ci sono un mare di personaggi buttati nella storia in maniera superficiale, una gran confusione fra ragazzine che si insultano in stile "Asilo Mariuccia" (sei brutta, grassa, vestita male, eccetera) e la protagonista che spera di trovare conforto parlando di shopping - di vitale importanza - con le amiche.
Proseguendo: "A riscuotermi da quel torpore fiabesco ci pensò la mia bellissima, simpaticissima, dolcissima sore.."
Non credo che "sore" sia una parola italiana, ti consiglio di metterlo in corsivo se lo utilizzi come soprannome o dispregiativo.
La frase in stampatello maiuscolo con esubero di punti esclamativi e interrogativi è un pugno in un occhio, oltre che editorialmente scorretta.
Il dialogo con la suddetta sorella ha un non so che di già visto, più o meno nel restante 90% delle ficcyne di questa sezione.
"“ Non vorrei smorzare il tuo entusiasmo, ma a scuola gira voce che tu ed Alessandro vi siete lasciati perché tu eri un tantino….come dire….” parlò lentamente scegliendo con cura le parole da dire “….grassa per i suoi standard”", sorvolerei sulla superficialità disarmante di Amanda.
E poi gran finale, con Alessandro che mette in giro la voce in cui descrive Sofia come pudica vergine. Niente di nuovo all'orizzonte.
A "spizzichi e mozzichi" ho proseguito con la lettura: secondo capitolo, con i pensieri di Sofia in corsivo fra un paragrafo e l'altro, scelta molto fanciullesca ma del tutto lecita. Anche qui si sprecano i commenti sul nuovo belloccio clichéttoso di turno, Emanuele.
Altro paragrafo e si salta direttamente alla festa, alla quale naturalmente parteciperanno tutti i più bei ragazzi della scuola in puro stile "americano", inutile descrivere il drammatico problema della scelta dell'abito.
Un appunto sulle parole scurrili: troppe. All'inizio possono essere divertenti, dopo un po' stancano.
Si continua ancora a parlare di grasso e magro, abiti e feste, come se il mondo girasse intorno al fisico e agli eventi "social".
Ed ora sarò leggermente cattiva: un capitolo interamente basato sulla scelta di un abito è veramente troppo per le mie pretenziose membra.
Slittando velocemente al terzo capitolo, finalmente questa benedetta festa che, come nei più famosi cliché, finisce male. Malissimo. Il belloccio la umilia e poi la bacia, e lei esordisce in totale fase depressiva con la frase: "Lo sapevo! Dovevo rimanere a casa a mangiare cibi grassi e diventare un cotechino!", che quantomeno descrive ciò che questo personaggio è: piatto, superficiale, totalmente inespressivo. Interessata solo all'aspetto fisico, ad essere bella e magra, accettata a scuola e amata da tutti.
Dopo il disastro della festa si reca a scuola e neanche a dirlo, la sua squadra di pallavolo deve affrontare quella del Bianchi. L'avevo immaginato, a dirla tutta.
Immancabile la conversazione Facebook fra Mary Sue e Gary Stu a fine del quarto capitolo, enigmatica e surreale. Il resto dei capitoli comprendono una gita in biblioteca, un bacio a stampo e un sacco di tempo passato sui social network.
Nel complesso questa storia non mi ha lasciato nulla di che. Sembra il diario di una ragazzina annoiata che frequenta le scuole medie e si destreggia fra abiti da sera, feste, compagni antipatici e elucubrazioni sull'aspetto fisico; il fatto che poi tutto sia raccontato in prima persona aggrava ancora di più l'effetto "diario segreto".
I personaggi sono banali come banale è la trama, superficiali e piatti, senza un briciolo di introspezione.
Le battute "mentali" di Sofia (scritte in corsivo) vorrebbero essere tragicomiche ma sono alquanto noiose e ripetitive. I personaggi sono tipici Mary Sue e Gary Stu e la storia è un cliché.
Non metto in dubbio le tue qualità di scrittrice ma questa storia non è proprio nelle mie corde: oltre ad avere numerosi errori ortografici (che non mi sono messa a segnare per non far diventare la recensione chilometrica) è un'accozzaglia di scene già viste e riviste in altre centinaia di fiction.
Non sto dicendo che tu non abbia talento, ma hai ancora tantissima strada da fare per migliorarti. Continua a scrivere, magari per conto tuo, ed un giorno riuscirai sicuramente a pubblicare qualcosa di scorrevole, leggero e al contempo profondo. A dir la verità non hai nemmeno uno stile così brutto, è che la storia è davvero banale.
Ci ho riflettuto a lungo, ed ho deciso - nonostante sia contro i miei principi, di metterti bandierina verde per incoraggiarti e spronarti a fare meglio. All'inizio avevo optato per la bianca ma ho ragionato sul fatto dell'impegno, del resto la storia è tua e sicuramente ci hai perso tempo. Ho deciso di fare un'eccezione e darti recensione positiva come incoraggiamento, sarà la prima e l'ultima volta in cui lo farò. Per rispetto del tempo che hai perso a scrivere questa storia.
Non scoraggiarti e continua incessantemente a fare pratica, se scrivere è il tuo sogno.
Saluti e buone feste. (Recensione modificata il 18/12/2013 - 12:08 pm)
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