Ho dovuto pensarci un po' prima di recensire questo capitolo, perché mi ha più o meno spezzato il cuore.
Come ho scritto nel capitolo precedente, amo Fëanor e adoro leggere storie su di lui, e penso ancora che sia un personaggio difficile da trattare come si deve, ma se nel primo c'eri riuscita bene, in questo secondo capitolo l'hai reso divinamente.
Anche io mi rattristavo molto pensando al suo destino, ma non mi sono mai soffermata a pensare che nell'ultima battaglia avrebbe dovuto distruggere i Silmarils e quindi distruggere se stesso, eppure leggendolo in questa storia mi è sembrato così naturale e così in linea con il personaggio che, appunto, mi ha spezzato il cuore.
Meraviglioso come hai descritto il rapporto padre/figlio, arrivata qui
«Finwë, invece di parlare, tocca la sua mandibola e lo fa voltare verso di lui. Negli occhi di suo padre c’è una luce di fede e sul suo sorriso un’ombra di dolore. Finwë gli bacia la fronte e, per un po’, riposano prima che cada la notte.»
mi sono commossa davvero, come se li avessi avuti davvero davanti agli occhi nel crepuscolo di Aman, e ho amato Fëanàro più che mai. Credo che ad oggi sia uno delle migliori storie su Tolkien che abbia mai letto, complimenti vivissimi.
E sì, rinnovo la richiesta a scriverne ancora, e ancora!
A presto, spero! |