Il mio animo da fangiiiiiiirl sta ancora starnazzando per l'entrata in scena di Shura.
Sappilo.
Ammetto che leggendo la prima parola del capitolo, quel Mu che tanto oooodiiiioooooo, la tentazione di dire tiremm innanz è stata forte. Poi, con la coda dell'occhio, ho visto che stava parlando a qualcun altro. E CHI fosse quel qualcun altro.
Venti gocce di coramina dopo, ti dirò che ho amato l'entrata in scena guascona e spavalda di Shura, la sua sosta ai box in pratica, per far riparare l'Armatura.
E la domanda, lecita a questo punto, è: che diamine gli è successo? Dove è andato? In quale missione l'ha mandato il Sacerdote per farlo tornare così pesto e con la corazza a tocchetti? Lo so che adesso non ha senso saperlo, perché la storia sta prendendo un'altra direzione, ma io VOGLIO saperlo. DEVO. E tu lo sai. Quindi, inventati qualcosa o la curiosità mi ucciderà e mi trasformerò in un fantasma che ti tormenterà giorno e notte.
La chiacchierata tra i due cornuti dello Zodiaco (tre se ci mettiamo anche il Toro, solo nominato, ma presente come se fosse accanto a loro due. Senza offesa, ragazzi.) mostra due approcci differenti all'essere Saint, quello calmo, pacato e riflessivo Mu, e quello irruento di Shura, che sembra quasi provare a volte il bisogno di menare le mani e perdersi nella battaglia. E dovrai anche vuotare il sacco su che cosa Shura si sia dovuto lasciare alle spalle. Tranquilla, lo faremo davanti ad un caffè. L'indirizzo ce l'hai, no?
Milo+Aiolia+zuffa.
Io devo leggere anche questa cosa. Sul serio. Sarà che la trama di base la conosco (e che tu puoi discostartene fino ad un certo punto) e che va avanti con le sue gambe, ma mi piace perdermi negli anfratti che si aprono tra una siepe e l'altra ed inoltrarmi in piccoli tasselli di vita vissuta in quel labirinto che è la vita dei Gold Saint.
Perché se è più interessante la vita vissuta da questi tizi quando si tolgono l'armatura, lo è ancora di più adesso, in quella quiete pesante che colora l'attesa, un po' tediosa, che strappa Aiolia ai suoi doveri di bravo soldatino signorsì e Milo alla pace delle sue giornate a Rodi. A proposito. La volta scorsa mi sono dimenticata di chiedertelo: ma perché un ragazzino greco dovrebbe studiare latino? Abbiamo un piccolo medievalista?
Impagabile il nervosismo di Milo mentre armeggia con la fibbia che regge il mantello. Perdendo. Amo molto come lo fai parlare, sembra vivo. Procede per monologhi, come farebbe un uomo che non riesce a fare un nodo dritto ad una cravatta. Amolo, sallo!
Miho.
Perché in questo capitolo il punto di vista appartiene a gente il cui nome inizia per M. TUTTI.
Miho, dicevo.
La trepidazione del primo amore (la prima cotta), il ritrovarselo all'uscita di scuola a sorpresa, le gomitate delle amiche e le risatine, quel tappeto d'oro e ruggine e quel gelato, di cui Seiya ricorda ancora i gusti. Una scena dolcissima. Molto da shojo-manga o romanzo Harmony, ma la realtà è ben diversa, e Miho torna subito coi piedi per terra. Secondo me, Seiya s'è buttato a indovinare e gli è andata bene, anche perché fragola e cioccolato è un accostamento standard. Avesse detto, che so?, limone e caffè o , mi avrebbe fatto più tenerezza.
Dico questo a) per i gusti in quanto tali e b) perché la povera Miho è sempre un mezzo, per Seiya, per arrivare a qualcos'altro. Tu, io, un po' tutte noi vediamo che Seiya usa questa ragazza. In modo innocente e senza malizia, ma proprio per questo fa ancora più male. Simpatizzo molto con Miho, e quel pensiero, maligno e velenoso di perdere accidentalmente il biglietto da visita che Seiya vuol dare a Mia e non a lei, l'ho percepito così umano e così possibile, così reale da farmi unire al coro. Lascialo cadere, Miho. Lascialo finire in qualche tombino, o sul fondo del cestino della carta straccia. A Seiya dirai che l'hai perso, che i bambini te l'hanno nascosto, che.
Ma Miho è una brava ragazza, la classica persona buona che nasconde quel bigliettino, e l'orgoglio, più a fondo, nelle tasche della divisa. Perché lei sa che se Seiya s'è fatto trovare all'uscita della scuola è stato perché c'era Mia, di mezzo.
Shaina è un altro bel quadretto. Shaina che spia il suo obbiettivo, che lo pedina, che prova una fitta per quel gelato mangiato assieme a quella mocciosetta, che si spaventa vedendolo cadere a terra sopraffatto da una decina di ragazzini. Che si ferma a parlare con Venere perché lei sa che la sua ossessione sta già mutando in qualcosa di altrettanto forte e potente ma che non si basa sul sangue. E Venere? Non risponde, lasciandola su quel tetto, come una gatta, ad ascoltare una melodia tristissima.
Mia e Saori sono le ultime due che passerò ai raggi X.
Inizio, però, con una piccola parentesi su Jabu. Perché? Perché attacca Mia? Avrei capito se al suo posto ci fosse stato Seiya, ma Mia? Ok, lei parteggia sempre per Seiya, è una ribbbbelle mentre lui no, ma così Jabu esce veramente appiattito e bidimensionale. Avrei preferito un altro approccio. Se Jabu l'avesse trattata con freddezza, con sufficienza, magari guardandola dall'alto in basso e facendo fremere le mani di Mia dalla voglia di assestargli schiaffoni a due a due fino a quando non sarebbero diventati dispari, allora sì. Era nel personaggio, ché all'inizio Jabu è insopportabilmente lecchino. Ma così? Così si ha l'impressione che questa scenetta serva a far vedere quanto sia fiQua Mia, rispetto a Jabu. A farla emergere, in positivo, ridicolizzando un tizio che è già ridicolo di suo. Non rende giustizia a Mia, dico davvero
La scena al porto, invece, è molto più bella, perché dal confronto che Mia fa tra Tokyo e Atene (che non è certo il villaggio di pescatori sull'isoletta dalle case di calce e le persiane azzurro acceso, ma una sorta di formicaio caotico), emerge lei, la sua sensibilità, quello che le piace, quello su cui indugia, le sue paure e le sue preoccupazioni. E tutto questo senza pronunciare una sola, singola battuta. Ci mostri Mia. la rendi viva, molto più che quando conta i colpi di Jabu (gliene lancia solo diciassette?! La media è di ottantacinque al secondo, come blatera Seiya a più riprese, e lui ne lancia solo diciassette?).
Athena entra in scena. E viene avanti, come se fosse un'altra personalità di Saori. Che dorme rannicchiata sul fondo della sua coscienza e riemerge al grido di "No.", quando ce n'è bisogno.
Athena si mostra a Mia. In tutto il suo divino fulgore, regalando una strizza niente male alla poveretta. Piove sempre sul bagnato, visto che l'Athena per cui lei ha deciso di dare la vita è proprio quella sorellastra che tanto detesta. Sì, gli dei sono capricciosi. Molto capricciosi.
La scena è molto dolce e alcuni nodi vengono al pettine, ma ho alcuni dubbi, il primo dei quali è: se Saori ha fatto quella coreografia di Cosmo, annichilendo la povera Mia (che accetta su due piedi che lei sia Athena senza nemmeno ribellarsi, senza nemmeno dire "Ma anche no!" e fuggire via, senza che sia combattuta, insomma), come è possibile che il pastore tedesco Jabu non si accorga anche lui di una cosa del genere? E perché non irrompe nello studio gridando "Milady, vi salverò, io!!"? Possibile che Jabu e gli altri già sappiano?
Il secondo dubbio è legato a Mitsumasa Kido (sempre con la M. L'hai fatto apposta?): capisco che lui abbia giocato d'anticipo e deciso di scegliere qualcuno che portasse avanti il nome dei Kido dopo la sua dipartita (con cento figli tra cui scegliere. Ok, sono illegittimi. Ma allora perché non ti sei sposato, Genio del Male?!), ma perché ha pescato nel mare magno degli orfani e non ha adottato qualche rampollo di una qualche ricca famiglia? E perché la lascia partire? Confesso di aver pensato:"Mitsuma', sei scemo o cosa?". Perché sai, se Mia fosse stata un'orfana tra i cento che in qualche modo avesse recato danno a Saori o si fosse infilata di nascosto tra i ragazzini in partenza, allora ok. Ma così sembra che questi ragazzini abbiano più potere sulle loro vite di quanto sia in realtà. Perché il lato tragico delle vite di Seiya, Shiryu e Hyoga (non faccio l'appello o non ne esco viva) non sono tanto gli allenamenti, quanto il fatto che siano stati dei bambini soldato. Che degli adulti li abbiano mandati alla guerra come se li avessero spediti a Rimini per la colonia estiva.
Non contesto il fatto che Kido possa o non possa aver fatto una data scelta. Saint Seiya ha più incongruenze di quanti capelli io ho in testa, ma mi ha lasciato perplessa questa rivelazione. Davvero perplessa.
Ciò non toglie nulla alla bellezza del capitolo, alle descrizioni, agli spaccati che dai della vita dei personaggi e a come li fai muovere e respirare nella trama del racconto. Ma se posso permettermi di darti un consiglio, alleggerisci Mia.
P.S.: a parte i né senza accenti, mi ha fatto sorridere l'idea del Giappone come un "Paese in perenne corsa verso la modernità". Il Giappone. Sì, questo è stato vero. Nel 1868. Ma se il Giappone è in corsa verso la modernità, in Grecia, verso cosa starebbero correndo? Il Giappone è la modernità, fatta di quell'isolamento che descrivi quando dici che il massimo di interazione umana che ti può capitare a Tokyo è che per strada qualcuno ti chieda se hai da accendere (scusandosi pure, se è educato). Credo sarebbe meglio parlare di futuro, no? (Recensione modificata il 20/01/2014 - 01:30 pm) |