Sono davvero felice che questa storia ti abbia aiutato a venire fuori dal blocco dello scrittore... perché meritava di essere pubblicata, ecco - e lo dico con sicurezza pur avendo letto solo il primo capitolo. C'è, come sempre, il tuo stile, così curato, e poi si intuisce la cura che hai dato all'ambientazione. Inoltre, già dal primo capitolo dai un'ampissima panoramica dei vari personaggi, introducendoli con più o meno completezza ma promettendo comunque un cast variegato e complesso.
Non sono un'esperta di storia dell'arte né di storia, per cui non ho idea se tu abbia o meno fatto qualche gaffe, certo la scena di Feliciano nella galleria è estremamente realistica, se non altro per l'intenso sentimento di oppressione che fa provare chi legge. Non scherzo se dico che sono stata male con lui ed è venuto il magone pure a me, quando osserva il quadro che poi lo fa fuggire a gambe levate da quel luogo.
Il senso di ansia, presente fin dai primi paragrafi - e ti attanaglia già da quando si capisce dov'è finito Romano, per non parlare della storia della bicicletta - si scioglie solo con la comparsa di Feliks, cosa di cui ti ringrazio perché è bellissimo (meravigliosa la battuta finale, anche se ci sarebbe, per la verità, poco da ridere, ma...).
E' terribile, perché l'atmosfera contrasta drammaticamente (e fin d'ora! Non oso pensare che cosa succederà nei prossimi capitoli... devo essere pronta al peggio?) con quell'amorevole germoglio che è Feliciano, che sembra davvero troppo fragile per resistere ad una tale pressione.
Quanto a Ludwig, a me non è affatto dispiaciuto il modo in cui lo hai introdotto - lo hai fatto con una certa cautela e lentezza che non stonano affatto, ma che, anzi, si addicono all'importanza del personaggio. Sinceramente credo proprio che tu lo renda bene, quindi lasciati andare!
E niente, attendo il prossimo capitolo... sì, con una certa preoccupazione per cosa succederà più in là, anche, ma soprattutto con tanta voglia di sapere che cosa succederà in birreria durante la serata. |