Non potevo più aspettare e, con i cavoletti di bruxelles nel piatto (il martedì e il giovedì è una tragedia, mi tocca mangiare prestissimo perché poi vado in palestra e se non facessi così mangerei oltre le 11 e poi non dormo... Ok, stendiamo un velo pietoso! xD) mi sono messa a leggere questo capitolo che dire stupendo è poco.
Devi smetterla di farmi piacere Kaname! xD No, vabbè, scherzo, anzi. E' da un po' che l'ho cominciato ad apprezzare e queste tue storie mi aiutano sempre di più. Con questo non voglio dire che preferisco lui a Zero, perché per me Zero rimarrà sempre Zero, ma di certo non lo detesto più come un po' di tempo fa.
Penso che una storia così io, ora come ora, non riuscirei a scriverla: tu sei mamma, e solo un genitore può far parlare un padre in questo modo. Ma anche figlia, ovvimente, quindi riuesci a metterti perfettamente dalla parte loro, forse anche grazie al tuo lavoro con i ragazzi. Ed è toccante, da morire. La paura e il non sapere come rapportarsi a questi figli e la paura stessa dei figli al non saper come comunicare con il genitore (Himeka)... beh. Meraviglioso. Il tuo stile, poi, lo rende ancora più vivo. Avevo davanti agli occhi la scena: Hanabusa, Kaname, Ichiru e Himeka, era tutti davanti a me. Mi sono commossa (cavoletti di bruxelles testimoni).
“Sai, Aidoh, io la sentivo...Himeka, voglio dire. La sentivo. In quella bara di ghiaccio io non ero completamente addormentato, ero semi cosciente e sentivo quello che capitava intorno a me. Ho sentito tutti voi, e ho sempre sentito lei. Solo che, una volta svegliato, credevo fosse solo frutto della mia immaginazione...”
Dovrei citare ognif rase del capitolo ma questa è quella che mi piace di più. Non so, forse perché spero che anche mia mamma mi senta parlare con quando vado a trovarla, che sia un po' come questo Kaname che hai dipinto tu... ok, basta sennò mi metto a piangere.
Grazie mille per questa piccola perla, Mary, grazie come sempre.
Un abbraccio,
Marty <3 |