Recensioni per
Pagine di uno spirito distrutto
di Watashiwa

Questa storia ha ottenuto 61 recensioni.
Positive : 60
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
08/05/18, ore 15:51

Ciao! Non sto seguendo un ordine preciso da quando ho iniziato a dare una spulciata a queste poesie, tuttavia spero che non ci sia nessun problema a riguardo!!
Sono della convinzione che questa poesia sia un qualcosa che voglia esprimere dei concetti dapprima molto vicini alla propria persona, emozioni di rivalsa e ricomposizione dopo un grande dolore, per poi affacciarsi alla propria quotidianità e cercare di trovare persone da rincuorare, esprimere un concetto universale e donare loro nuova fede.
Ecco, direi che per me proprio di fede si parla, non so se sia l'interpretazione canonica e generale del componimento - mi riferisco alla sua componente religiosa, per capirci - però ci sono diversi termini che mi hanno fatto avvertire la religione in sè, per la precisione nei versi (tra l'altro bellissimi):
"Speranza,sii il mio cibo, il mio specchio"; "l'Hallelujah delle rovine esili, del lottatore servizievole"; e lo stesso titolo.
Per fare un grido di liberazione penso bisogna veramente credere in qualcosa, anche per dare modo agli altri di risollevarsi, ci sono dei cardini ai quali aggrapparsi anche quando si tocca il fondo più oscuro, che permettono di superare periodacci e stare a galla, magari anche uscendo dagli abissi e toccare la terra.
Personalmente mi è piaciuto il tono in alcune parti, oscilla tra profondità, anche linguistica, e determinazione, credo che vuole infondere la luce e il messaggio di personalità nonostante il caos attorno possa aumentare e non accenna a dare tranquillità a tutti noi che viviamo.
Un bellissimo insegnamento genuino e di rivincita, che tutti noi dovremo sicuramente sentire vicino e di avvertire nella sua fortezza!!!

Recensore Master
25/04/16, ore 22:21

Eccomi pure qua, almeno mi rimetto in pari!
Inizio dicendo che io ho sempre scritto semplicemente alleluia, ma penso che questa sia la versione inglese - e poi suona bene, perciò meglio tenerla così, buona scelta.
Mi è piaciuta un po' più della precedente, forse perché ha espresso un concetto che sono riuscita a capire di più, in quanto è più lampante.
Una persona che grida Hallelujah, un grido liberatorio che sembra venga direttamente dall'anima. Non penso ci fosse aggettivo migliore per descrivere la solitudine: lancinante, come se fosse un dolore, un baratro in cui si sprofonda per nulla piacevole. Una persona sola è una persona a cui rimane poco, perciò giustamente si vuole proteggere quel poco per non rimanere senza nulla.
Ho notato comunque che qui hai cercato di fare tutto seguendo un particolare schema di rime: non dev'essere stato facile, complimenti! Tuttavia non le ho trovate rime molto immediate, perché ci ho messo un po' per accorgermi che tutta la poesia era strutturata in questo modo.
Si è soliti dire nutrire speranze, per cui è una bella idea trasformare la speranza in un pasto, perché una persona sola e affranta di cosa può nutrirsi se non della speranza che la situazione cambi?
La parte del lottatore servizievole non mi molto chiara, spero che me la spiegherai.
La fine è forse quella che mi è piaciuta di più. È facile immaginare le disgrazie e le emozioni negative come un velo che copre una persona. Poi il pensare agli altri, volendo donare questo Hallelujah, questo grido di libertà e di forza, a chi è messo peggio, è molto nobile. Ma come giustamente ai detto ciò lo merita solo chi lotta e non si arrende per far avvenire i cambiamenti.
Vi ho colto molta profondità, come al solito, ma questa aveva un'aria più liberatoria, più intensa. O forse era solo una mia impressione, sinceramente non so :)
Inutile dire che non c'è ombra di errore nemmeno qua.
Spero che mi perdonerai per la cortezza, ma non ho nient'altro da dire!
E nulla, alla prossima!
-H.H.-

Recensore Master
05/09/15, ore 21:18

Sai che ache io scrivo poesie, quindi mi ha fatto davvero piacere vedere che abbiamo questa passione comune!
Comunque, ho deciso di fare una recensione cumulativa, essendo da telefono, di tutte le poesie qui, in quet'ultimo capitolo. Questo perché purtroppo non ho il pc in questo momento, e da telefono è molto frustrante dover aspettare tutti i caricamenti del caso...

La prima poesia l'ho sentita molto mia, dato che anche io ho sperimentato la sensazione di sentirmi a casa e protetta. Non so se è un'esperienza simile che ti ha portato a scrivere queste righe, ma questa poesia mi ha richiamato il sentirmi diciamo tradita da alcuni membri della mia famiglia, che mi hanno voltato le spalle. 

Della seconda non mi è piaciuta l'impaginazione, ma per il resto molto bella. Di una crudezza disarmante. Hai scelto volutamente suoni duri, con doppie che riecheggiano, e termini come "becera", volutamente dispregiativi e dai toni molto forti. Danno una sensazione di rabbia e potenza leggendoli. Sì, scelta davvero musicale. Credo che il suono sia la componente principale di una poesia. Azzeccato al 100%.

"Calore" sembra quasi una poesia di transizione. Seppur non si vede ancora la luce dalla disperazione, sento che si iniziano a porre delle domande. Ancora c'è molta disillusione e rassegnazione. Ma l'ho vita come un risollevamento di condizione. 

La quarta poesia, quella del deserto di desolazione, sembra ributtare via anche quel minuscolo sprazzo di "e se..."... eppure quel "io sono vivo" ancora mi illude che ci sia speranza. O forse sono io che non mi arrendo.
Quel "mente" sottolineato alla fine mi lascia molte incertezze...

Paradossalmente, poi, è Edera quella che mi ha più straziato. Ho sentito come se anche i miei ricordi felici potessero, un giorno, non essere più abbastanza per poter andare avanti, ma, tutt'altro, essere fonte di ancora più dolore, nella fredda consapevolzza che non torneranno mai. Perlomeno è questo quello che questa poesia mi ha trasmesso.

Ecco poi un'altra poesia che sento molto mia. Ci vedo il moi rapporto conflittuale con i miei, soprattutto con mia madre, che ormai mi vede come un peso, soprattutto per via della mia patologia. Una spesa inutile e una delusione Il rinfaccio continuamente di quei due anni universitari perduti perché stavo male, e quegli esami non dati perché ero in ospedale... E nonostante ciò, avere la certezza che qualcunque cosa si faccia, una volta "deluso" qualcuno di così importante per noi, si sarà sempre dalla parte del mediocre. Rielevarsi sarà impossibile.

E poi ecco la ripresa, con "Gonfio di luce" la tua raccolta mi reinvigorisce, e mi premia dell'agonia delle altre poesie con una che scalda il cuore, e nonostante i brutti ricordi che sono venuti in mente, sorrido. 
(Non pensare che perché ho detto che mi son venuti in mente brutti ricordi allora le tue poesie non mi piacciano! Tutt'altro! Quando un testo richiama così tante emozioni, direttamente o indirettamente, e chiama proprio i miei ricordi, e non semplice empatia per un personaggio, allora quello, secondo me, è il successo dello scrittore.

Questo crescendo verso la luce si compie finalmente con la poesia successiva, e continua la salita in questa altalena di emoione, e mi fa sperare con si ricada di nuovo. Se c'è del tuo in questi testi, allora lo spero due volte. Perché vuol dire che è stata scritta in un periodo migliore, e che, in effetti, i sentimenti positivi sono durati, e non spazzati via di nuovo in un alito di vento!

Per ora sono arrivata fino a qui, a recensire, perlomeno. Perché le ho già lette tutte.
Voglio tenermi i commenti sullo stile e cose più tecniche per dopo, lasciandoti intanto un parere sentimentale, per farti capire che lo scopo principale, ovvero suscitare emozioni, l'hai raggiunto. Mi spiace solo che non avere il pc ora non mi permetta di recensire ogni poesia come merita da sola. 
Ma se avrò altro da aggiungere, ripasserò a recensire le singole. Intanto, domani, recensirò, nell'ultima poesia, quelle mancanti. Dandoti un parere più completo, pur sapendo che le mie recensioni non saranno al'altezza delle tue. Ma sono sincere, e spero che l'apprezzerai!

Complimenti vivissimi!
(Recensione modificata il 05/09/2015 - 09:19 pm)