Recensioni per
Così filan le Moire
di Deliquium

Questa storia ha ottenuto 46 recensioni.
Positive : 46
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/04/15, ore 01:10
Cap. 1:

E finalmente Federica riemerge dai suoi ventordici mila impegni e torna a leggere e recensire, ahahaha.
Ero molto curiosa di iniziare anche questa tua raccolta, l'ho trovata molto originale e anche se non sono per la fazione Gold Saints (bronzini a vita) vi sono alcuni personaggi che apprezzo molto, e trovando estremamente piacevole il tuo modo di scrivere ho deciso di avvicinarmi alla lettura. :)
Il primo cavaliere, Mu, è uno dei miei preferiti e per quanto mi addolori ricordare la sua morte, trovo davvero ben fatta questa prima flashfic; egli un eremita, giusto, ma ha sempre mostrato di conoscere alla perfezione il valore dell'amicizia, della giustizia e della lealtà, ed è questo che lo rende speciale, questo che lo rende un Grande.
Un inizio con i fiocchi, leggerò senz'altro il proseguimento :)
Un bacione

Fede <3

Nuovo recensore
12/02/15, ore 23:35

Ciao :) 
Non so bene come esprimermi ma... hai tutta la mia ammirazione! Sei riuscita a dare spazio e più o meno uguale importanza a tutti i cavalieri, e in poche parole hai riassunto una gran quantità di eventi... è vero che per certe frasi ho impiegato un po' a capire i riferimenti, ma per il resto i capitoli sono proprio belli!
Lo so che non è una recensione particolarmente profonda né pensata, ma non so bene che cosa aggiungere... :P
Ancora complimenti!!

Recensore Veterano
09/02/15, ore 18:02

Certo che Shaka è proprio incomprensibile per certi versi, ed è difficile accettare che cotanta saggezza buddica abbia preferito non vedere la verità, almeno qualcuno - alla fine - è riuscito ad aprirgli gli occhi.

Il filo di Shaka ha un suo senso ed è davvero ben costruito, bellissima l'immagine finale.

Nuovo recensore
19/07/12, ore 14:32

Chi si rivede! Temevo tu ti fossi scordata di questa raccolta ;)
Sono felice che tu non l'abbia fatto, perché anche questo capitolo, come i precedenti, è bellissimo.
E mi ha fatto un po' di male. Già dalle prime righe, nel vedere Camus tanto composto nonostante stia assistendo al funerale dei suoi genitori.
Non c’era bisogno che gli spiegassero le cose, lui sapeva. Lui capiva. Era sempre stato così.
Sì, nel momento in cui vede la sua governante varcare il cancello del cimitero, lui sa, lui capisce che non la vedrà più. Probabilmente non sapeva con esattezza cosa ne sarebbe stato di lui, ma ne ha forse un vago sentore.
Così come ha il sentore, anni più tardi, che Arles non sia chi dice di essere. E di fronte ai dubbi di Milo non può che soffermarsi a rifletterci ancora sopra. Tuttavia non agisce. Sta fermo, composto come sempre, nonostante i suoi, di dubbi, assomiglino più a certezze che a inquietudini confuse.
Perfino nella morte non si lascia andare: solo i suoi ricordi turbinano come impazziti. E gli tornano in mente tante immagini, soprattutto quelle di un bambino biondo che lui stesso ha cresciuto in mezzo al ghiaccio, imparando a governarlo meglio di lui.
Una rivisitazione del personaggio stupenda. Forse la migliore, dopo quella di Milo!
Brava!

Recensore Master
18/07/12, ore 14:56

Quella sensazione un po' di trepidazione e un po' d'angoscia che ti sale all'improvviso, immotivata.
L'ho sentita subito, appena ho visto l'aggiornamento:  da quando ho cominciato a leggerli volta per volta tutti i capitoli della tua raccolta hanno avuto tale effetto su di me, ma questo in modo particolare, perché sapevo che era il turno di Camus.
Aurèlien è un nome altezzoso ( come il suo corrispondente in italiano ): perfetto per Camus. Perfetta anche l'ambientazione, nella sua compostezza
Come se il bambino, al contrario dei genitori ( il fatto che la madre gli abbia fatto confezionare un vestito in una delle vie più chic di Parigi a soli cinque anni l'ho trovato un po' frivolo ), avesse in sé quella naturale eleganza che non necessita di alcun " imbellettamento " superfluo per farsi notare.
Effettivamente, benché ormai ci abbia fatto l'abitudine, che una persona si chiami con un cognome non è molto logico: dunque ho apprezzato il tuo tentativo di dare un senso alla faccenda.
Io credo che Camus più che non vederla o non accettarla, la verità sul pontefice e su Atena, non l'abbia considerata importante: basti pensare al suo atteggiamento durante la battaglia all'Undicesimo tempio, così diverso rispetto a quello dei compagni ( diverso specialmente da quello di gente come Milo ).
Non una parola su Atena, non un segno di cedimento dato dal dubbio. Solo volontà di vincere su quell'allievo amato ed odiato al tempo stesso.
Chissà se Aquarius se lo sarebbe mai immaginato, che quel bambino così fragile e simile ad un angelo un giorno si sarebbe dimostrato tanto forte da abbatterlo.
Lui, il suo maestro, che credeva magari di conoscerlo meglio di chiunque altro, è invece quello che meno ha capito Hyoga di Cignus.
La consapevolezza di aver passato anni con una persona senza tuttavia conoscerla arriva solo alla fine, insieme alla morte.
E questa frase " Diglielo, Aurèlien Camus, perché nella morte ogni cosa diventa definitiva, come il ghiaccio lassù in Siberia che esiste da sempre, per sempre " è bellissima.
Splendido tutto, comunque. Lo dico sinceramente.

Recensore Master
18/07/12, ore 13:17

Complimenti, sei riuscita a farmi apprezzare Camus e per me è un vero evento, considerato che l'ho sempre visto come piuttosto inutile (se escludiamo lo scontro con Hyoga) durante tutta la storia classica. Altra nota di merito è l'aver mantenuto molto canonico, nella seconda parte, il rapporto con Milo. Finalmente i due riescono ad essere trattati come due parigrado e non come innamorati. La serietà che pervade tutto il capitolo, mi ha fatto davvero piacere.
La terza parte è molto enfatica, se me lo concedi. A volte un po' ripetitiva nel continuare a citare il nome per intero di Camus, ma sono sicura che quella è stata una scelta stilistica. E' comunque scorrevole e piacevole alla lettura ed appunto, con questa terza parte si arriva allo scontro mortale, l'unico vero momento di gloria per il personaggio.

Recensore Master
15/02/12, ore 00:13

A me in genere Shura non piace, non so nemmeno il perchè: troppo stoico, forse.
Ma tu me l'hai fatto apprezzare, nonostante tutto: grazie al tuo modo di decrivere, di cogliere il dettaglio mi è sembrato di vivere con lui le tre tappe.
Ho visto il calesse avanzare sotto il cocente sole di Spagna, che passando alza ondate di polvere, e gli occhi del piccolo Capricorn spalancarsi alle parole della madre,come se realmente ne stesse capendo il significato.
Ho visto Aiolos con in braccio la bambina, lo stupore e lo sgomento sul viso di Shura nel ritrovarselo davanti, lo stesso amico che alla sera andava a trovare al tempio sottostante il suo, ora divenuto un nemico da eliminare.
E infine, l'ho visto attendere impaziente sulla soglia della Decima Casa, ansioso di lavare l'onta subita e di scacciare una volta per tutte lo spettro di Sagitter, e poi brillare in alto, assieme a quel Drago che è stato il suo assassino e il suo salvatore insieme.
Complimenti vivissimi.

Nuovo recensore
12/02/12, ore 15:39

Shura... l'uomo dalla fede incrollabile e dai mille sensi di colpa.
Fra tutti i Gold è quello che, nonostante tutto, io vedo più devoto.
A modo suo, certo, visto che fino all'ultimo non riconosce la retta via... ma se ci pensiamo è l'unico che combatte perchè ci crede davvero, e non per interesse o altro.
Sua madre c'era andata vicina, molto vicina con questa frase: " Sarai un santo. El mejor santo di tutto il mondo".
Peccato per quel piccolo particolare, che corrisponde al nome di Aiolos.
Anche io, come te, ho sempre immaginato che Shura fosse uno dei più grandi, insieme a Sagitter e Gemini.
Ironia della sorte, proprio questi tre, che avrebbero dovuto essere i più legati fra loro, saranno invece i responsabili di tutta la vicenda: Saga il carnefice, Aiolos il martire e Shura lo strumento.
Ci vorrà Shiryu, perchè Capricorn si renda conto delle sue colpe e le espii: ma, almeno lui, nella morte troverà la serenità.
Brava, come sempre :)

Nuovo recensore
03/02/12, ore 22:10

Pure stavolta ti devo fare i miei complimenti: hai reso uno dei Mr perfezione della serie molto più umano di come in genere si tende a dipingerlo.
C'è un non so che di rancoroso, nella prima parte, come se Aiolos si sentisse escluso, solo nella sua superiorità.. solitudine che poi verrà acuita dal fatto di essere il primo servitore di Atena, insieme a Saga.
Anche se forse, pensandoci, il periodo descritto in Lachesi è stato quello meno doloroso e meno solitario della sua vita: da una parte Gemini, dall'altra il piccolo Aiolia e gli altri bambini d'oro e a vegliare su tutti loro il Gran Sacerdote.
Perchè poi, quando lo coglie la morte, Aiolos si ritrova più abbandonato che mai, fatta eccezione per Atena bambina: spirare con la certezza che per te non verrà spesa una sola parola di compianto, se non per denigrarti, deve essere qualcosa di molto triste.
Bella e triste anche questa, si si!

Recensore Master
02/02/12, ore 20:59

Aiolos, il Santo con la S maiuscola.
Il cavaliere che, pur non comparendo che nei ricordi, gioca uno dei ruoli portanti dell'intera vicenda.
A me personalmente, la sua storia mette una tristezza infinita.
Perchè è una storia di tanto onore, ma anche di tante condanne ingiuste.
E tu l'hai resa benissimo, sin dall'inizio: seppur ancora molto giovane, ha dovuto sostenere sulle spalle il peso di un Santuario da ricostruire, di file di cavalieri da reclutare, di fanciulli d'oro da iniziare.
Lui, Saga e il Gran Sacerdote.
E è stato proprio Saga, colui con cui ha condiviso tutto a voltargli le spalle alla fine, e nel modo più doloroso possibile.
Agghiacciante il riferimento a Shura: " il bambino aveva colpito con la precisione di un assassino veterano".
Un bambino che è stato usato per uccidere, magari senza che lui se ne rendesse conto: un deus ex machina. Nient'altro.
Ma Atena ha avuto fiducia in Sagitter, sempre. E alla fine, questa fiducia lo ripagherà ampiamente.. però, in mezzo, quanto dolore.
Bella, come le altre del resto! :)

Recensore Veterano
26/01/12, ore 21:25

Le ho appena lette tutte e otto, e meriterebbero tutte una propria recensione. Però ho deciso di recensire la storia di Milo perchè è la più bella, senza ombra di dubbio. La descrizione che ne hai fatto tu è perfetta, è Milo in tutto e per tutto. Non so come descriverlo ma sei riuscita a trasmettermi una sensazione bellissima. Grazie e continua cosi :)
Lily.

Nuovo recensore
25/01/12, ore 00:12

Quoto _camus_: un Milo assolutamente perfetto.
Sin dalla parte iniziale: un pianto istintivo. Secondo me, è questo uno degli aggettivi che meglio configura il carattere di Scorpio.
Anche il fatto che dubiti del Gran Sacerdote, benchè ne segua i voleri, è all'inizio più fattore di istinto che di vera convinzione: sarà Hyoga, dopo le quindici cuspidi e altrettanti rifiuti, a dissipare ogni sua incertezza.
Ma la vita di Aquarius è stato un prezzo così salato da pagare...
Atropo è la parte che mi è piaciuta di più: un' esistenza che sa di terminare troppo presto, ma che, nonostante sia stata breve, ha conosciuto onore, gloria, affetti.
"E, infine, sulle labbra fioriscono addii gloriosi e dichiarazioni d’onore.": questa frase lascia un non so che di amaro e, e... boh, momento di dislessia, non trovo le parole adatte. Comunque, un qualcosa di emozionante.
Complimenti!

Recensore Master
24/01/12, ore 15:27

Ho letto tutti i pezzi di questa raccolta, senza però recensirne alcuno, e per questo mi scuso perchè merita davvero, sia per l'idea originale, sia per la forma e lo stile con cui la stai sviluppando.
Gli altri sono belli, ma questo capitolo secondo me è il migliore, fin'ora: sarà che sono imparziale, visto che Milo è al secondo posto nel podio delle mie preferenze.
Hai raffigurato un Milo caldo, proprio come lo immagino io: un Milo dorato come il sole di Grecia, blu come il mare e rosso come la sua cuspide.
E non solo caldo, ma anche, come dire.. glorioso.
Glorioso nei suoi dubbi durante la scalata dei cavalieri di Bronzo, e allo stesso modo glorioso nella sua risoluzione dinanzi alla fine.
Quel rimando alla morte di Camus poi.. bhè, non c'è allusione di alcun legame di tipo sentimentale tra i due, ma io, da brava amante della coppia Scorpio-Acquario ce l'ho visto comunque :)
Ciò che amo dello Scorpione, più di tutto, è l'attaccamento alla vita "terrena" che in molti altri suoi compagni manca, e che qui ho riscontrato nella penultima frase: " tra le mani stringi i resti dei tuoi ricordi lontani, dei tuoi amici e fratelli".
Ti faccio i miei migliori complimenti dunque, per il modo pressochè perfetto con cui hai descritto questo personaggio: ora, aspetto il mio favorito, che altri non è che Camus ( scontato che fosse lui, visto il mio nick :D)

Recensore Veterano
19/01/12, ore 15:30

Bellissima. Non ho parole.
Io amo Shaka alla follia, quindi forse sono di parte, ma davvero sono stupita da questo capitolo. Piacevolmente stupita. L'ultima parte, quella relativa ad Atropo, è fantastica; anche le altre due sono belle, ma l'ultima è proprio incredibile. Da appassionata quale sono di India e di religione non posso non apprezzare.
Molto d'effetto, ma allo stesso tempo scorrevole, il tuo stile. Bello.
In questo momento non mi vengono altre parole in mente, mannaggia.

Ciao,
Gea Kristh

Recensore Veterano
19/01/12, ore 14:30
Cap. 1:

Ma che splendida idea quella di questa fanfic! Davvero originale, e ha un non so che di poetico che trovo quantomeno calzante. Forse avrei lasciato il titolo in lingua originale, perché suona molto bene, ma anche così non è per nulla male.
Mu è il mio secondo cavaliere preferito, in assoluto. Lo adoro, davvero, e questo capitolo mi ha quasi commossa. Molto d'effetto la parte sulla sua nascita, ed è da apprezzare soprattutto la non-banalità nella scelta delle sequenze da raccontare - fa eccezione, ovviamente, la scena della morte di fronte al muro del pianto... ma quella è obbligata, non conta.

In definitiva mi è proprio piaciuto, complimenti!
Ciao,
Gea Kristh