[ Strateghi in erba – iniziativa a cura del gruppo Facebook The Capitol ]
Buongiorno!
Eccomi qui anche da te :3
In realtà sarei voluta passare ieri sera, ma ero mentalmente instabile e – piuttosto che lasciarti una recensione frettolosa e abbozzata – ho preferito scriverti oggi qualche riga di commento per dirti cosa ne penso della tua storia!
A tal proposito, recensisco il primo, vero capitolo poiché – se non sbaglio – il prologo lo avevo già letto in occasione di un’iniziativa di lettura fatta tempo addietro nel gruppo :3
Parto quindi con lo schemino; mi scuso fin da subito se risulterò noiosa!
Le prime tre parole che ti vengono in mente se pensi a questa storia
Dolore, vuoto, cambiamento.
Devo dire che non è stato difficile trovarle; più complicato sarà spiegare il perché le ho scelte – complicato sia per me che per te perché devi sorbirti tutte le seghe mentali che mi faccio quando leggo una storia e tento di capire la psicologia dei personaggi :3
Dolore: questa non credo sia difficile da spiegare.
Sono passati ormai tre anni dalla rivolta, Gale ha ventidue anni ed è un soldato… si potrebbe pensare che si sia rifatto una vita, ma no: Gale porta ancora le cicatrici della Rivolta, ha ancora il marchio della guerra stampato addosso e, soprattutto, non riesce a dimenticare Katniss.
Come amo ripetere, purtroppo esistono due tipi di ferite: quelle fisiche e quelle dell’anima. Ma se le prime fanno male e – se si è fortunati (lol, allegria) – passano, quelle interiori ci mettono un po’ di più. E, in effetti, il Gale della tua storia fa proprio fatica a lasciarsi indietro la sua vita passata. Ci sono tante cose che lo addolorano: la perdita della sua vecchia vita, i ricordi della guerra, il fatto che non riesce più a risollevarsi… e soprattutto Katniss, che lui non riesce a dimenticare – cosa comprensibile: non si dimentica mai la persona che si è amata per tanto tempo.
Vuoto: questa parola probabilmente stona un po’ con quella precedente; infatti, se c’è dolore non c’è vuoto. Anzi, io sono dell’opinione che il vuoto proprio non esiste, sia a livello fisico che mentale – e qui mi trovo d’accordo con Cartesio, filosofo da me abbastanza odiato. Ok, basta parlare di scuola, non voglio traumatizzarti con quello che studierai in quarta liceo.
Dunque, dicevo, durante la lettura ho avvertito proprio questo senso di vuoto, sì. Più che di vuoto… non saprei nemmeno definirlo, perché, come già ti ho scritto, secondo me non esiste. Forse, però, è la parola che ci si avvicina di più; ho avvertito una specie di… assenza, ecco tutto.
Assenza di affetti: Gale è al Distretto 2, da solo, la sua famiglia è via, così come la ragazza che ama. E quindi c’è proprio questo vuoto di amore – o meglio, lui ha ancora tutti i suoi fratelli e sua madre che gli vogliono bene e lui ne vuole a loro, ma sono lontani, e avere vicino chi si ama è un conto, ma averlo lontano è un altro.
Cambiamento: dai, credo che anche questa sarà facile da spiegare.
Gale è cambiato. Si percepisce tra le righe. Non è più quello della trilogia, il ragazzo che abbiamo imparato a conoscere nei libri della Collins; o meglio, è lui, fisicamente è lo stesso, ma caratterialmente è abbastanza cambiato: è ancora un ragazzo introverso e silenzioso, ma perseguitato dai demoni, che fa fatica a legarsi alle altre ragazze perché ogni minima cosa gli ricorda Katniss o – peggio – Peeta.
E non solo lui, ma è cambiata anche la sua vita: prima viveva al Dodici, con la sua famiglia, aveva il difficile compito di aiutare Hazelle a mandare avanti la cascina (-cit. che forse non è nemmeno così, ma dettagli, in fondo lo sanno tutti che io sono l’emblema dell’ignoranza) e non aveva una vita facile, ma perlomeno sapeva qual era il suo posto nel mondo e aveva i suoi cari e Katniss accanto. Adesso, invece, abita in un altro Distretto, con facce da lui ormai conosciute, ma che risultano comunque sconosciute e alle quali sembra non essersi affezionato molto, come hai sottolineato verso la fine, quando hai utilizzato tre puntini di sospensione prima della parola “amici”, come se Gale non fosse convinto di quel suo pensiero.
Scena preferita
Uhm… credo quella con la Paylor. Non so perché; credo mi sia piaciuto come hai dipinto i pensieri di Gale in quel frangente, o forse sono io che sono stronza e amo l’angst, quindi il ritorno dei “demoni” di questo cuccioletto è diventata la mia scena preferita.
In generale, ho apprezzato la parte in cui lui ha tutti questi piccoli flashback che gli riportano alla mente la sua vita di prima, ma anche la Rivolta, la paura e l’odio.
Frase che ti ha colpito maggiormente
No, Gale ne era certo, non ce l’avrebbe fatta ancora una volta nel 12. Eppure, lo sapeva per esperienza, il dolore era meglio del vuoto assoluto. Gli permetteva pur sempre di provare qualcosa.
Questa credo sia la mia frase preferita!
L’ho trovata molto vera, ecco. Credo anche io che provare dolore sia comunque meglio di provare il nulla – infatti molte persone con problemi si infliggono sofferenze fisiche per ricordarsi di essere vivi… okay, ora la smetto di tirare in ballo cose angst xD
No, a parte gli scherzi – quello che ti ho scritto su è vero, però u_u – quando l’ho letta non ho potuto fare a meno di pensare che Gale voglia vivere questo dolore solo per ricordarsi di essere vivo.
Masochista, il fanciullo. *lo patta*
Però è una frase che mi ha colpito perché è molto realistica – ti dicevo, appunto, che molti ambiscono a provare dolore proprio per non sentirsi del tutto vuoti.
Personaggio che ti è piaciuto di più
Beh… non c’è molta scelta! xD
Direi proprio il buon Gale! (Anche se avrei potuto citare la Paylor; gran donna u_u)
Dunque, Gale mi è piaciuto; indubbiamente non è proprio il Gale del libro perché siamo in un contesto post!Rivolta – questa cosa si nota maggiormente nella prima parte, quando parla con Artemis… lì l’ho trovato molto diverso… crudele, quasi, come se volesse mollarla solo perché ha gli occhi azzurri e immaginare, in questo modo, di fare male a Peeta (?)
Per il resto, però, l’ho trovato abbastanza umano: ha diverse cose del Gale di prima – come già ti dicevo – ossia l’introversione caratteristica del lui del libro, però, appunto, è ancora sconvolto dalla guerra e si comporta di conseguenza, chiudendosi ancora di più in se stesso, facendo fatica a trovare una ragazza che gli piaccia davvero perché è ancora preso da Katniss – come se quella falsa panda se lo meritasse, poi -.- *la picchia* Sì, io sarei per l’Everthorne, ma a volte ucciderei Pandiss per il modo in cui ha fatto soffrire questo povero cucciolo - *gli fa cioppi cioppi* - e anche quella povera anima di Peeta che la deve sopportare per tutta la vita. Poverino. Accenderò un cero per lui. #prayforpeeta
Cazzate a parte, ti dicevo che Gale l’ho trovato abbastanza lui e anche abbastanza in linea con il contesto.
Varie ed eventuali
Mi spiace se qui sarò veloce, ma devo correre dalla Nonna e in caso tu non sappia chi è… è La Nonna, quella più cattiva del mondo (ma a cui io voglio tanto bene ♥) e che usa il battipanni per picchiare Gale u.u
Dunque, sì, eviterò di essere molto prolissa.
Allora, parto dalle cose semplici (?). L’impaginazione mi piace abbastanza, magari ti consiglierei di giustificare il testo così da renderlo un po’ più uniforme :3 Di solito, con i font abbastanza grandi come nella tua storia mi piace vedere il testo bello compatto (?), ma questo ovviamente è un consiglio spassionato; per il resto, l’impaginazione mi piace, non è troppo complicata e secondo me quelle semplici sono le migliori. Ah, anche il banner è carino! Mi piace tanto la scritta che hai usato *O*
Poi, la storia scorre via piuttosto bene; non mi sembra di aver trovato errori di battitura o orrori grammaticali, quindi sotto questo punto di vista hai fatto un ottimo lavoro :3
Per quanto riguarda lo stile, l’ho apprezzato; non è troppo complicato o azzardato, è abbastanza semplice e hai descritto bene soprattutto i pensieri di Gale.
Tra dieci minuti devo scappare, quindi la recensione finisce qui!
È stata una lettura piuttosto piacevole e il capitolo mi è piaciuto! :D
Adoro il nome che hai dato all’amico di Gale, comunque; devi sapere che io e i nomi che iniziano con Nic/Nik/Nico/Niko andiamo a nozze, li adoro, sia in altre lingue che in italiano.
Ah, e il titolo mi garba, il tedesco è la mia materia preferita – forse anche la mia lingua preferita in assoluto – e sono assolutamente innamorata della Germania (*coff* e dei tedeschi, sto rivalutando i biondi *coff*) per cui pollice in su! Anche io ho un paio di storie con dei titoli in tedesco; è una lingua ingiustamente bistrattata, solo perché è difficile. (Che poi, a livello di pronuncia è più difficile l’inglese, ma dettagli) #prayforgerman
Niente, dopo quest’ultima cazzata ti saluto!
Alla prossima!
Alaska. ~ |