Recensioni per
L'odore del sangue sulla neve
di Adeia Di Elferas

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/01/16, ore 14:33

Ciao :)
Sì, oggi sono riuscito a leggere anche qualcos'altro di tuo. Sai che i racconti storici mi piacciono un sacco :)
E questo... che racconto!
Ho sentito i brividi sulla mia pelle. Ho vissuto qualche attimo in compagnia della protagonista della os, stando col fiato sospeso.
Sei stata bravissima a scrivere questo piccolo scritto! Molto coinvolgente, molto forte.
Tristezza. Ora resta solo quella sensazione. Ingiustizia! Se si pensa che, purtroppo, tantissime persone hanno vissuto ciò che hai narrato, vengono i brividi.
Il genere umano, che dovrebbe provare sentimenti, in molti casi li seppellisce. Purtroppo, abbiamo avuto modo di scoprirlo più volte nella storia, e addirittura tutt'oggi.
L'odore del sangue sulla neve penso sia la descrizione sensoriale più forte e drammatica.
Hai scritto un raccontino davvero ben dettagliato e molto coinvolgente. Speriamo che non accadano mai più simili tragedie.
Grazie per aver pubblicato questo testo! Ricordare è importante, sempre.
Buon pomeriggio e a presto :)

Nuovo recensore
25/02/15, ore 20:31

Scusa il ritardo, ma ieri non ho potuto fare niente perchè sono stato male per tutto il giorno e l'ho passato praticamente a letto. Ho scelto questa storia perchè è la prima con un titolo che m'ha ispirato, oltre ad essere la seconda di due originali e quindi non conoscendo particolarmente gli altri generi che hai pubblicato mi sono cimentato in questa.

In questa frase che ti elenco di seguito, trovo che sia poco ridondante il suono che fa la E senza la d dopo, cosa che ci vorrebbe quando dopo c'è una vocale: E io devo arrivare viva alla fine della follia.
Hai messo il nome di Revolver senza la maiuscola. So di essere molto preciso, ma essendo il nome di una pistola e non un oggetto qualsiasi è bene metterlo in maiuscolo.

Mi piace molto leggere di qualcosa che riguarda non solo il passato, ma anche il nostro presente. Quello che hai scritto è davvero bello, oltre che profondo tanto da rispecchiarti in una mera realtà fatta di sangue, armi e numeri. Mi hai ricordato ciò che sta succedendo adesso, in questi momenti, e ricordato anche della mia storia che parla appunto di servigi.
Mi è piaciuto il lessico che hai usato, adatto per queste storie e sono quelli che amo particolarmente, perchè sono chiari, coincisi, precisi. E tu hai usato questa precisione in tutta la storia, rimanendo nella personalità della ragazza e facendo venir fuori nel corso della storia la sua amarezza nei confronti di quelle persone ma anche la sua forza nel continuare ad andare avanti per paura che venga rimpiazzata e uccisa.
Quindi, bello, belissimo.

iceofglass

 

Recensore Veterano
28/01/15, ore 14:42

Wow. La tua storia è forte, toccante...davvero molto bella, complimenti! Sei riuscita a rendere in modo imcredibile l'atrmosfera di un campo, la paura dei prigionieri, il loro pensiero, uno solo: sopravvivere. Sopravvivere soltanto un altro giorno, per cercare di tornare ad avere libertà, a quel sabato di festa che ormai esiste solo nei ricordi che iniziano a svanire, sovrastati dal dolore del campo e dalla fatica del lavoro. La seconda scena che descrivi entra ancora più nel merito della questione e lascia l'amaro in bocca. Mi sembra di vederla quella ragazza, stesa nella neve con una pozza di sangue sotto la testa. E questa donna, che si fa forza e la porta via, soltanto perchè lei non deve fare la sua stessa fine e si concentra sull'odore del sangue che impregna la neve... è davvero molto forte come scena, ma la trovo perfetta per descrivere quei momenti.
I miei più sentiti complimenti, a presto k_j

Recensore Master
28/01/15, ore 12:00

Ciao sono qui per lo scambio recensioni.. che dire? Uno scritto davvero potente e forte, la donna ormai è tesa solo a sopravvivere, non le importa quasi della donna morta, vuole solo far vedere che può essere ancora utile...
Era questo ciò a cui puntava Hitler. Voleva che l'uomo perdesse la coscienza, diventasse simile ad un animale, spinto solo dall'istinto di sopravvivenza.
Una vergogna. Che non dovrebbe mai venire dimenticata.
I miei più sinceri complimenti, scrivi davvero benissimo.
A presto

-Grido nel silenzio-

Recensore Junior
27/01/15, ore 21:54

Non ho parole B. Davvero... Mi sembra di essere tornata a Mauthausen. I nostri compagni che battono i denti e affondano nella neve alta, nella tormenta. Posso vedere questa ragazza nascondersi dietro una delle baracche e poi al campo di lavoro, dove c'è la statua commemorativa. Sembra tutto così plausibile, così possibile! Noi battevamo i denti dal freddo eppure eravamo super vestiti, immagino la ragazza e mi vengono i brividi per lei.
E l'inizio... di la verità il mio regalo di natale è servito per cercare le ricette dei dolci da inserire?? (ok farnetico)
Niente B. non ho davvero parole. Solo brava!
Arj

Recensore Veterano
27/01/15, ore 18:18

In questa giornata mi sembrava giusto leggere una OS sulla Shoah. E... sono senza parole. Cosa si può dire d'altro? Cosa si può aggiungere a questa atrocità? Questa giovane donna costretta a negare la propria umanità per sopravvivere... Mi si è gelato il sangue nelle vene e ... E niente, non ci sono parole per descrivere tali atrocità. È un tema molto delicato, infatti io non ho scritto nulla del genere perché penso di non esserne ancora all'altezza. Faccio fatica ad immedesimarmi quando creo un personaggio del sesso opposto al mio, figuriamoci immaginare una storia con protagonista una donna o un uomo che ha vissuto queste brutalità. Complimenti per la maturità e la delicatezza con cui hai trattato questo argomento.

Recensore Master
27/01/15, ore 17:42

Ciao:) Una storia triste, dolorosa dire. Vedere la protagonista lottare con così tanta forza, e allo stesso tempo illudersi in un certo senso. Usare quel metodo per sembrare meno pallida, fa quasi male a leggerlo, perché ti immagini una persona magra, che non mangia da chissà quanti giorni, non si lava, trema per il freddo, e vuole avere le guance rosee perché la sua vita potrebbe dipendere da quel dettaglio insignificante. Ma leggere queste righe, come anche in altre testimonianze, si capisce come le persone facessero di tutto per sopravvivere, qualsiasi cosa, perché in fondo l'istinto di sopravvivenza è più forte. E al di là di quello per molti c'era la voglia di vivere per poter dire al mondo quello che hanno vissuto, per non darla vinta ai nazisti, e nelle tue righe si capisce benissimo questo, sei riuscita a trasmettere sia la tristezza, il dolore della protagonista, che la sua forza. Complimenti.

Recensore Veterano
27/01/15, ore 11:48

Ciao!
Complimenti per questo tuo scritto,è stato veramente commovente leggerlo.
Hai usato delle parole delicate, che hanno fatto apparire la storia quasi come un sogno, come il ricordo della protagonista all'inizio, delle celebrazioni del Sabato e delle feste principali, dei dolci della nonna, di una vita incredibilmente lontana per lei che non ha fatto nulla, che non è responsabile di niente, eppure ogni giorno deve sopravvivere.
Veramente complimenti.
rossella0806

Recensore Master
27/01/15, ore 11:43

Ciao!
Non so davvero cosa scrivere e mi sento quasi stupida nel tentare di recensire una storia così ben scritta e così tristemente vera.
Per un istante, io sono stata quella ragazza e sono riuscita a sentire la neve, il freddo, l'odore del sangue e lo sparo della pistola. Ho visto la chiazza di sangue allargarsi sotto il cadavere della ragazza e ho sentito il peso del suo corpo sotto le mani. "Sono indispensabile" ho pensato insieme alla protagonista.
E sai qual è la cosa che fa paura? Che questa, ad Auschwitz o in qualsiasi altro lager, era "ordinaria amministrazione".
Mancano i sentimenti e non è una critica, perchè è ciò che rende vero questo racconto. Ci sono i ricordi e gli odori, ma non le emozioni: in fondo, come si può provare ancora qualcosa?
Non bisogna dimenticare, ma soprattutto bisogna "ficcarsi in mente" che atrocità del genere possono accadere - stanno accadendo - di nuovo. A che serve ricordare se non s'impara? A che serve studiare se poi commettiamo gli stessi errori?

Ti faccio i miei complimenti, hai una narrazione molto fluida e le tue parole hanno una grande forza.

A presto,
Elly

Recensore Veterano
24/01/15, ore 12:39

Ciao! Recensisco questa perché non potrei altrimenti...
Sono la solita ragazza che riesce a mettersi nei panni altrui, una che prova empatia. Ma sarà che purtroppo non ne parlano spesso se non nelle occasioni "datate"; sarà che avere a che fare con la morte è una cosa quasi impensabile; sarà che sono io, che davvero non riesco a pensare a quello che realmente è accaduto, a pensare che sul serio c'erano persone, essere umani, condannati per niente da chi si credeva migliore a prescindereM; ma io non riesco a ricrearmi immagini sequenziali, neanche immaginandoli. Li fermo direttamente, prima che sfocino in qualcosa di peggiore. E'impensabile pensare che questi tipi di orrori erano ammessi come se nulla fosse.
Questa è la prima storia dedicata al Giorno della Memoria che leggo, e credo che sarà anche l'ultima. Sei stata brava: io al posto tuo non ci sarei riuscita. Mi sono piaciuti i ricordi della giovane, i vari riferimenti al suo essere ebrea e il fatto che, nonostante tutto, non rinneghi ciò che è. Per non parlare della forza d'animo che la fa rimanere in piedi, nonostante il suo stato pietoso. Mi è piaciuto che in queste poche parole tu sia riuscita a descrivere la sua forza interiore e il suo dispiacere per gli altri, nonostante la sua faccia da dura. Ti consiglio soltanto di rileggerla, appena puoi, per sistemare un paio di errori di distrazione. Per il resto, complimenti!
A presto,
Wellsie.