Mi sento malissimo, un po' io ti odio. Solo un po'.
SENTI NON SI PUO'. Ok, devo contenere l'entusiasmo, ma sono nella fase della negazione e mi sto ripetendo che no, non è accaduto realmente. Che R ha tirato le cuoia insieme agli altri, anzi meglio, che sono ancora tutti vivi e che se parto per Parigi domani li trovo. IO LO SO CHE E' COSI', NON NEGARE.
Tornando seria, voglio dirti questo: il capitolo non è lungo, ma ti assicuro che in poche righe sei riuscita a farmi commuovere un po'. La frase finale, "gli occhi del giovane erano spalancati e fissi", che rimanda all'immagine della fissità degli occhi spenti di Enjolras ormai morto, è qualcosa di davvero poetico. E' come se R stesse cercando di rivederlo, anche solo per un po', attraverso l'oblio dell'alcol. Magarri è solo un mio viaggio mentale, quindi correggimi se dico castronerie, ma l'ho trovato disarmante. E' triste, così profondamente e dolorosamente triste che per un attimo mi sono sentita io stessa una piccola Grantaire, senza il suo Enjolras accanto.
La parte centrale, di R che vede negli occhi vuoti di Enjolras l'accusa più grave, è stata una batosta incredibile. "Non sei stato capace di morire per me", non "non sei venuto a combattere". E' molto diverso, sono le parole di R stesso che si riversano nel ricordo di Enjolras, mescolandosi al modo in cui lo considerava. Dio, mi fai commuovere davvero. Inserisco la storia tra le preferite, merita tutta la mia più viva attenzione.
Spero aggiornerai presto, sono davvero colpita.
WhiteWitch |