Eccomi qua, eccomi qua!
Mi avevi anticipato che uno di questi capitoli avrebbe riguardato Riza e ovviamente ero più che impaziente di leggerlo!
Ti dico subito che forse, davvero, inizi ad andare verso il rating rosso: è stato un capitolo veramente duro dove l'abuso subito da Riza si fa sentire in tutta la sua pesantezza.
Sai, mentre terminavo di leggere non ho potuto far a meno di ripensare al mio ultimo capitolo di Odi et Amo, quello relativo alla festa della donna. Lì Riza detesta quella festa perché nella sua vita ha visto le femmine trattate sempre come inferiori e lei stessa ha subito questo tipo di abusi, vedendosi privata della sua dignità.
Tu qui vai molto più a fondo e ci mostri una Riza lucidamente dilaniata in due. Da una parte la soldatessa perfettamente capace di controllarsi, che sa che tutta la sua squadra fa affidamento su di lei, a partire dal colonnello. Quella che può far a meno delle medicine perché non vuole sentirsi annebbiata quando svolge il suo dovere, quella che non ha bisogno di rifugiarsi in alcool o altro per scappare dagli orrori della guerra vissuta. Quella che fa anche a meno del sonno.
Ma questo quadro di forza scompare non appena ci immergiamo nei pensieri di questa ragazza, consapevole di aver vissuto una vita difficile e tormentata. Ripercorre lei stessa gli abusi subiti dalla sua persona, a partire da quello da parte di suo padre. Mi sono venuti i brividi quando mi immaginavo quell'uomo che le accarezzava la schiena, facendovi già i suoi progetti sul tatuaggio... è un qualcosa di tremendamente perverso perché si può intuire tutta la malsana prigione in cui la ragazzina è rinchiusa: quella per cui quel gesto paterno riesce a paralizzarla, nonostante da lui non abbia mai ricevuto un abbraccio o altro gesto d'amore. Una violazione simile da ragazzina non può che devastarti.
E poi Ishval, con quella triste visione del destino delle donne sconfitte: violentate dai soldati, tenute separate proprio come animali in un recinto. E per quanto Riza abbia provato ad opporsi non c'è stato niente da fare ed anzi, i suoi gesti caritatevoli sono stati disprezzati dalle prigioniere (a torto o a ragione, è troppo difficile da dire).
Ed infine arriviamo a Roy, colui che le ha dato un motivo per andare avanti quando è rimasta sola, e che è diventato suo amante anche se la stessa Riza non capisce fino a che punto ne sia coinvolto. Quel rapido rivestirsi e chiamarla tenente può essere indice di una relazione fredda, senza un vero e proprio amore... del resto quello che hanno vissuto è così difficile che l'ipotesi di un amore in parte forzato non è assolutamente da escludere.
Da questa analisi impietosa, fatta mentre il suo corpo riposa senza però cedere al sonno, arriviamo alla vera anima di Riza.
Un enorme, disperato, bisogno d'accettazione che però non ha mai trovato alcuna soddisfazione. In qualche modo tutti i suoi tentativi sono stati distrutti dalla crudeltà degli altri... suo padre, i soldati, le donne di Ishval, in parte lo stesso Roy. Proprio lui sarebbe la persona con cui Riza vorrebbe lasciarsi finalmente andare, ma ha costruito un muro troppo forte di paura e autoanalisi di cui in parte non se ne rende conto. C'è sempre quel dubbio di non essere davvero all'altezza, al di fuori del suo lavoro di guardia del corpo e segretaria... quello di non valere nulla a livello di donna.
E quindi c'è il rifugiarsi spasmodicamente nel cibo per colmare quel disperato vuoto che lei sente dentro, con solo Hayate come testimone.
Ma è una debolezza che dura il tempo del rito... poi il soldato riprende il controllo e va a cancellare qualsiasi prova di quanto è successo.
Davvero crudo... devo ammettere che quelli di Winry e Riza mi sono piaciuti più degli altri. Si scava nel loro essere donne in una maniera davvero interessante.
Sono davvero curiosa di sapere chi sarà il prossimo.
(Riza è davvero nei miei pensieri in questi giorni... ho in progetto anche una multicapitolo su di lei xD)
A prestissimo e tanti complimenti!
Ogni capitolo di questa raccolta è una bellissima perla, credimi |