Recensioni per
Io sono Medea
di Harryet

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
03/05/18, ore 16:39

Recensione premio per il contest "Storie di fratelli (di sangue e non)"

Comincio col chiedere scusa per il mio imperdonabile ritardo nel lasciare queste recensioni premio, ma ho vissuto dei mesi molto intensi e impegnati e non ho avuto modo di tornare da queste parti e svolgere il mio dovere. 
Detto questo, passo alla recensione vera e propria. 
Che dire, questa storia mi ha lasciata un po' frastornata. Nel senso buono del termine, intendo: è molto realistica e, per questo motivo, anche un po' "macabra". Mi ha ricordato un paio di casi di cronaca italiani, come l'omicidio del piccolo Samuele da parte di Anna Maria Franzoni. Non so, mi sembra abbia una genesi simile. 
Qui il problema è molto vivido, lo squilibrio della protagonista è evidente e raccontato in maniera esemplare, mentre lei osserva i pesci e li invidia, senza capacitarsi di ciò che ha fatto realmente e credendo che tutto quello che le viene raccontato è una vile menzogna. 
Molto, molto brava! I miei complimenti! :D 

Recensore Master
13/04/17, ore 13:19

Ciao :)
Come dicevo in altra sede, sono felice che tu mi abbia consigliato di leggere questa storia perché l'ho gradita tantissimo.
Mi sono immersa nell'introspezione della protagonista, e il suo flusso di pensieri mi ha coinvolta moltissimo. è un ritratto magistrale di una persona completamente chiusa in se stessa, con tratti paranoico-depressivi che arriva al punto da invidiare il microcosmo protetto di un piccolo acquario.
Vive una chiara alterazione psicotica della realtà, in cui tutto ciò che la circonda è una potenziale minaccia, e in cui è riuscita a dimenticarsi di aver compiuto l'innominabile. A questo proposito, ho letto la storia PRIMA di leggere il titolo... e quando ho letto la frase "Io sono Medea", è stato tutto cristallino, come una rivelazione. La Medea che ha ucciso i suoi figli, rivista in chiave moderna. è stato uno shock, in senso positivo, scoprire quale fosse il punto di tutta la situazione.
Scelta splendida, con una resa ottima. Mi sono piaciute soprattutto le parti di "pensiero parlato" inserite nella narrazione, come -Lui m’ha lasciata sola e pure i miei figli s’è portato via.-, oppure -Ma io in quel posto non ci torno più, campassi mill’anni. Mica ne ho bisogno.-
Questo flusso di pensieri realistico e inframmezzato da l'idea di stare realmente esplorando la mente contorta di una persona, il che fa acquistare un notevole vigore alla narrazione.

Ti faccio i miei complimenti per questa storia, di fortissimo impatto nonostante sia così breve.
A presto!

~Sky

Recensore Junior
10/02/17, ore 23:43

Comincio col dire che il link dell'immagine è espirato, quindi non posso vedere a cosa si è ispirata questa storia. Mi dispiace perché credo che potesse essere molto d'aiuto per la comprensione! Se hai ancora l'immagine, ti chiederei di passarmela perché sono curiosa. (:

Passando alla storia in sé.
Ti faccio notare un piccolo errore:
- a tanti che di simile a me hanno solo l’aspetto, ma sono spietate, avide, aggressive, ignobili: "Tanti" è maschile per cui gli aggettivi "spietate, avide, aggressive" dovrebbero essere al maschile.
Detto questo, devo dire che avrei preferito tu ti fossi presa qualche giorno in più per revisionare la storia che hai inviato al mio contest, perché "Io sono Medea" è un'altra te. Ho trovato la storia molto suggestiva. Hai preso un personaggio ormai trito e ritrito e l'hai modernizzato: la storia che hai raccontato non ha tempo, se non ci fosse stata la diagnosi della pazzia io avrei potuto collocare questa storia in ogni dove. In più, devo anche aggiungere che la storia è molto attuale: si sente spesso di persone che, in un attimo di pazzia, uccidono figli o sposi, e quando poi tornano in sé negano l'accaduto e dicono agli altri che sono loro i pazzi.

Altra cosa: secondo me, lo stile che hai usato è perfetto. Hai trovato un modo per rendere singolare la voce di questa donna, ci hai dato la sua visione dei fatti – che è diversa da quella oggettiva che vedono tutti da fuori – e l'hai trattata anche con delicatezza.
Qui, pur avendo trattato il tema della malattia, non viene sfruttata come espediente narrativo: la malattia è la protagonista, tutto gira attorno ad esso. Mi è piaciuto il fatto che tu sia riuscita ad essere profonda senza dover sbattere tutto in faccia al lettore. E' stata Medea stessa a raccontarsi, guardando i suoi pesci rossi e ricordando suo marito.

Devo anche aggiungere che adoro la soggettività della storia. Se io avessi letto solamente i primi paragrafi, avrei sicuramente dato ragione a Medea: com'è possibile che su marito la accusi, com'è possibile che l'abbia lasciata, per quale motivo si sente così soffocata? Ogni cosa si chiarisce solo nel dialogo esterno tra il dottore e il marito di Medea. Mi è piaciuto il fatto che tu abbia inserito un altro punto di vista che ci fa capire effettivamente cos'è successo e per quale motivo Medea si senta così soffocata – per quale motivo, quindi, si trova in una casa di cura.

L'unica critica che potrei farti è che il discorso tra il dottore e il marito di Medea si conclude in malo modo. Quel «Grazie, dottore» mi lascia un po' perplessa, perché forse qui sarebbe bastato mostrare l'espressione del marito senza farlo parlare. Sono sicura che avrebbe fatto più presa sulle emozioni del lettore.

Però ho adorato il cambio di focus.

Devo dire che questo è proprio un altro racconto rispetto a quello che hai inviato a me, e sono davvero felice che tu me lo abbia fatto leggere perché mi ha fatto capire che con me hai semplicemente avuto un momento no. Immagino che tu sia la prova vivente del fatto che anche gli autori migliori possono avere qualche falla. (':

Ancora complimenti per la storia e per l'idea che hai sviluppato. Ancora, se per caso ritrovi l'immagine, mi farebbe piacere vederla.
E con questo chiudo.
Ciao ciao,
heartbreakerz
(Recensione modificata il 10/02/2017 - 11:44 pm)

Recensore Master
05/01/17, ore 20:52

Eccomi nche qui.
Oddio, questa storia mi ha fatta piangere. Cioè, questa donna è stata incolpata di una cosa che non ha fatto... Non so cosa dire, se non che il dolore che prova dev'essere qualcosa di terribile e che tu sei riuscita a renderlo benissimo. Io non so come faccia a vivere con quel peso dentro... davvero non lo so...
Molto bella la metafora dei pesci, di lei che vorrebbe essere uno di loro per sentirsi più libera, per essere felice e soffrire di meno, o non soffrire proprio. Stupenda, veramente!
Anche in questa stori hai superato te stessa, carissima.
Giulia

Recensore Master
23/12/16, ore 12:19

Ciao! Come promesso, lascio qui la recensione premio che ti spetta! Allora che dire? Questa e pura poesia! Ho percepito tutto il dolore e la disperazione di Medea, che poi tutti noi conosciamo la sua triste storia... Ma ciò che ho trovato molto originale e rivedere la storia di Medea in chiare moderna!
Brava!
A presto e buon Natale!

Recensore Junior
08/01/16, ore 18:49

Carissima Harryet, che dire? È una storia intensa, piena di spunti di riflessione. Questa donna, rinchiusa nel suo dolore e nel suo rancore contro il marito, trova il suo unico appiglio in un dettaglio ossessivo: i pesci rossi. Sono questi animali ad ancorare alla realtà una donna sola, mentalmente instabile, che si può facilmente identificare con Medea per il terribile omicidio dei figli. Tuttavia le similitudini finiscono qui.
Mi piace il modo brusco in cui termina la storia, la comparsa accennata della figura del marito, di cui sappiamo solo quello che la donna ci dice.
Davvero complimenti per questa meraviglia di introspezione!
Un bacio,
Schelling

Recensore Junior
30/06/15, ore 17:04

Ciao cara, eccomi :)
Sinceramente, credo che tu sia stata davvero brava a utilizzare l'immagine per trarne un quadretto così ben pensato. Lo credo sul serio. Hai delle doti, dovresti sfruttarle di più (e scrivere è un ottimo esercizio).

L'appunto che vorrei farti, sperando ovviamente di non offenderti (per deformazione professionale, tendo sempre a vedere queste cose, in questo che leggo) riguarda l'uso della prima persona singolare. Hai scritto un testo emotivamente molto intenso; forse, usando con più accortezza certi verbi (nel libero pensiero interiore, difficilmente si parla di se stessi per verbi enunciativi), riusciresti a renderlo ancora più intenso e a trasmettere con ancora più efficacia il messaggio.
Credo che tu sia stata molto brava a trasmettere in poche parole un grande universo emotivo. Trovo molto ben pensata la dicotomia tra i pensieri della protagonista e la realtà - una grande, vecchia verità: vediamo nel mondo soltanto ciò che vogliamo vedervi.
Mi è piaciuto anche il cambio di soggettiva finale: la disillusione delle verità della protagonista.
Davvero, continua a scrivere!

Recensore Master
10/06/15, ore 19:51

Contest - Storie nei dipinti

Undicesima Classificata ~ harryet con Io sono Medea

Valutazione:

Per quanto riguarda la parte grammaticale&co, personalmente ho notato alcune virgole di troppo, degli errori di battitura, altri di distrazione e qualche frase distorta. Per esempio qui: “nemmeno un muscolo del mio viso riesco a muovere.” - pare molto una frase dialettale, sarebbe corretto scrivere: “non riesco a muovere nemmeno un muscolo del mio viso.”; oppure qui: “Lui m’ha lasciata sola e pure i miei figli s’è portato via.” - stesso problema, sa di forma dialettale, è corretto dire: “Lui m'ha lasciata sola e s'è portato via pure i miei figli” … che ne dici? Per il resto non c'è altro da segnalare, a parte nelle ultime battute finali, quando scrivi “Qui è il sicuro” - forse intendevi “Qui è AL sicuro”? … non so dimmi tu. Nel complesso, esclusi quegli errori, il testo è scritto bene, trovo sia parecchio sentito, come se ci avessi messo un pezzo d'anima, come se quasi ti appartenesse. Si sente la rabbia, l'insoddisfazione, la frustrazione, quel sentore di delirio. È uno scritto cruento, che spiattella lo stato d'animo della protagonista. Uno dei più diretti che abbia ricevuto.
Sull'originalità direi che ti sei buttata sulle tematiche delicate della donna pazza, incosciente di ciò che ha fatto, che cerca una scusa per tutto. Argomento già trattato in abbondanza; però tu lo hai fatto a modo tuo, e questo lo apprezzo. Mi chiedo come mai la donna del dipinto ti abbia suscitato tale “violenza” mentale così intensa. Tra l'altro è un'introspezione enigmatica, perché la tronchi con quella conversazione finale. Quel Grazie Dottore che lascia perplessi. Ammetto di non aver compreso a pieno lo scopo di questa storia. Ad ogni modo, passando all'uso del dipinto, gli elementi ci sono tutti, hai marcato sopratutto sulla presenza dei pesci rossi, che hanno un filo logico costante coi pensieri confusi della protagonista. C'è la boccia; la donna è rappresentata materialmente. Un buon uso del dipinto, anche se secondo me avresti potuto ampliare di più il contesto, dopotutto hai lanciato informazioni deliranti e la verità nemmeno il lettore la sa. Per l'appunto la caratterizzazione della donna è minima. sì, c'è molta introspezione ma è tutto un'incognita. Anche il marito, sembra colui che l'ha rovinata, ma è quasi assente, lo hai definito una presenza negativa, ma è come se non esistesse. Mi sarebbe piaciuto capirci di più sulla situazione rappresentata. Ma comprendo il poco tempo a disposizione per scrivere. Detto ciò, mi dispiace che tu abbia potuto sviluppare solo 557 parole, scommetto che con del tempo addizionale avresti combinato di meglio. Comunque sia, la tua storia è quella che mi ha soddisfatto di meno, ma apprezzo comunque il tentativo.

EDIT: Lascio anche a te la valutazione come recensione anche se andrebbe cancellata e riscritta. Mi scuso ancora per la mia incompetenza. No, non meritavi di arrivare ultima.

Recensore Veterano
03/06/15, ore 13:31

Oh mamma!
Non so cosa dire perchè ogni parola che scriverei potrebbe sembrare stupida e non adatta ad una storia così profonda e amara ma nello stesso tempo vera e bella.
Direi che vivere la solitudine e vivere i sorprusi di un marito così non è per niente facile... il dolore di una madre nel perdere i figli, l'essre lasciata da sola col proprio dolore a fare i conti DA SOLA con la propria mente è opprimente, deprimente e meschino da parte del marito.
Non ho partecipato al forum, ma ne ho lette altre indette da questo contest e devo essere sincera, sono state tutte belle quelle che ho letto, ma questa le batte!
Complimenti!!
Alla prossima,
Francesca :3

Recensore Junior
02/06/15, ore 18:17

I miei più vivi complimenti, Sara!
Partendo da un malinconico dipinto hai costruito una piccolo mondo, tragico e quasi labirintico, che si snoda lungo l'anima di questa donna. Il confine tra realtà e allucinazione si fa molto labile, quasi sembra di essere in una delle storie di Sclavi. Qui non c'è solo introspezione ma anche la linea onirica di un incubo, che prende il nome da Medea e dalla sua tragedia.
Bravissima!

Recensore Veterano
01/06/15, ore 20:44

Carissima Harryet, 
questa volta ti sei espressa in una storia davvero terribilmente introspettiva, per non dire addirittura agghiacchiante! I pensieri della moderna -ma davvero angosciata e allucinata - Medea sono coinvolgenti. Hai dato prova di grande profondità! Hai fatto molta strada dalle tue prime FF che ho letto qualche anno fa.
Complimenti carissima, e in bocca al lupo per il contest a cui questa storia partecipa...

Un abbraccio, 
KK