M'ero dimenticata di recensire l'ultimo capitolo: chiudo con una serie di riflessioni sparse, in parte positive ed in parte negative.
Non so bene come le accoglierai: per mia esperienza si è tutte molto protettive verso il proprio lavoro, che sia professionale od amatoriale e la reazione ad una critica, per quanto soft ed educata, consiste spesso nel racchiudersi in un bozzolo di condiscendenza. O nell'invocare la malafede del recensore, mosso da sentimenti oscuri ed innominabili, che non esprime la propria opinione ma "tartassa" il povero fan-writer :P
Proviamo quindi!
Questa fic è stata carina ed ha anche mosso molto interesse nel fandom - una specie di fenomeno collettivo di lettura condivisa, cosa che non guasta assolutamente, uno di quei casi in cui l'aspetto community ha indubbiamente funto da cassa di risonanza. Non è l'unico caso e non sarà l'ultimo: è normale anche al di fuori del campo delle fanfiction. E il campo delle fanfiction è "community".
A me, in prospettiva, ricorda un pochino alcune ragazze su deviant art che vorrebbero farsi conoscere e giustamente cominciano con il proporre qualcosa di palatabile - le fan art, appunto.
Anche la fanfiction del resto "lavora" con questo meccanismo di palatabilità: offre già belli pronti dei lettori potenziali che non devi blandire o convincere o far innamorare dei tuoi personaggi (ci ha già pensato o la Ikeda, o Dezaki, o tutti e due).
Te li trovi quindi già predisposti per farlo... sono lì apposta per quello, avidi di una nuova avventura con i loro personaggi preferiti.
Sei stata brava a immaginare una linea narrativa con una serie di colpi di scena, con ogni capitolo chiuso sapientemente da un cliffhanger e con l'illustrazione ben fatta... resta la sensazione che però fosse una sorta di demo delle tue abilità: arrivata dritta alla giusta conclusione che si attendevano tutte (ovviamente - ci piace il lieto fine) hai ricomposto la coppia riportandola esattamente nella posizione iniziale. Però non chiudi i vari cerchi narrativi che avevi aperto.
Saint Just era stato funzionale come scintilla della storia, ma poi... che piani aveva? non è dato da sapere, il vilain colpisce, e poi svanisce - è il vilain ma di un'altra storia che non conosceremo mai e che per sbaglio una sera è passato dalle parti di Oscar ed André.
Girodelle? Cosa pensa di questo momento politico? Cosa desidera? Appare per quanto serve e svanisce - del resto non è un personaggio "amato" e una volta esaurita la sua funzione di ostacolo o di aiuto è giusto svanisca nel bosco come ogni folletto di una fiaba che si rispetti.
La madre di Serge? Non sappiamo e non ci interessa. Eppure è un personaggio drammatico, ce la potremmo immaginare pure come la sposa folle ed invecchiata di un romanzo di Dickens, chiusa in una casa in cui è sempre la stessa ora.
La fidanzata? Anche lei aveva molte potenzialità: avrebbe potuto essere al centro di un triangolo in cui poteva giocare un ruolo l'amore tanto quanto il senso del dovere. Invece svanisce con eleganza: non ha vere motivazioni e avrebbe anche potuto non prestarsi all'inganno, tutto sommato - se ha problemi di rilievo se li è risolti altrove in una storia che non leggeremo mai.
André? Cosa gli è rimasto di essere stato Serge? Puoi assaggiare una forchettatina di una vita diversa e non fare un riesame della tua vita? Di cosa ti aspetti da tanti punti di vista, dalla dignità che assegni alla tua vita indipendentemente dal giudizio degli altri, fino all'immagine di te che ti restituiscono con gli altri e che si finisce per fare propria. Nasci servo e ti trattano da servo è normale che le tue aspettative sulla vita non siano quelle di chi nasce principe e viene trattato da principe.
L'amnesia apriva tanti scenari anche nel rapporto amoroso: essere amati da una certa persona è qualcosa di ripetibile o è qualcosa di casuale e irripetibile? E' una questione di merito?
In pratica sembrano tutte prove di una storia più ampia (e anche un tantinello più profonda) che però non si ha avuto la voglia (e l'intenzione) di scrivere.
Nelle storie amatoriali le fan art sono spesso di amiche che gentilmente si prestano e la fantasia a volte richiede molta convinzione nella sospensione della credulità. Difetta spesso la tecnica nel narrare.
Quello che c'è, però, molto spesso, nelle storie che, indipendentemente dal fandom, restano nel cuore è una idea del mondo dell'autrice (l'amore è stupendo / l'amore fa schifo / la razionalità vince su tutto / il mondo è inconoscibile) unito (per le storie che a me piacciono di più) ad un conflitto. O tra i personaggi, o tra concezioni della "vita" dell'autore che fanno a pugni per tutto il percorso narrativo.
E' chiedere tanto, però questa è l'epoca della Rivoluzione Francese, con un gruppo di personaggi che spaziano dalla nobiltà alla borghesia intellettuale (Bernard) fino alla piccolissima borghesia (se non quarto stato) di André, con la grande assente: la borghesia imprenditoriale che è poi il motore della Rivoluzione.
Di conflitti lo scenario ne permetterebbe parecchi.
André non è borghese, anche se è un privilegiato, ed appartiene ad un ceto che di questa rivoluzione sarà in parte vittima. Non c'è un suo rappresentante negli Stati generali e non avrà diritto di voto anche negli anni a venire.
Girodelle dovrebbe / potrebbe essere il portatore di vecchi valori, come il Generale... Ora io capisco che non è facile prendere Lady Oscar e farla diventare Danton di Wajda, per carità, o un pesantissimo saggio sulla Rivoluzione Francese, però...
E, anche sulla storia d'amore, per quanto sia amata (e lo è), è una storia narrata da una donna giovane e giapponese dei primi anni '80, forse anche fine anni '70. Se lo studio di un'opera richiede il rispetto per il suo contesto, la fanfiction nasce anche dalla voglia di considerare l'opera (anche la più amata e anche la più seria) alla stregua di una "leggenda urbana" per rinarrarla mettendoci un altro punto di vista che non c'era e non ci poteva essere, proprio perché la narratrice è italiana, ha un'altra età, e vive in un'altra epoca. Un po' come la tragedia greca che usa storie note per narrare punti di vista "contemporanei" dell'autore - senti le lamentele di Medea sul potere di suggestione della parola che offusca la semplicità della verità e capisci che sta parlando del sistema giudiziario ateniese della sua epoca, senti l'orrore delle Troiane e capisci che si parla della repressione ateniese operata sull'isola di Melo... Ripeto, non è necessario un discorso politico, ma La donna del 2016 non è quelal degli anni '80 - ci sta davvero bene tutto degli elementi che la Ikeda / Dezaki ha usato per "cuocere" questa storia d'amore?
E... almeno un arco di crescita di un personaggio?
André torna al posto di partenza senza porsi domande? Oscar resta sempre uguale? E come è possibile?
Non è una critica, sia chiaro. Ma, tirando le somme, è un po' come se tu avessi costruito una storia al contrario: di solito (non sempre, sia chiaro, il 100 % in natura non esiste) una cerca di metterci passione e la voglia di raccontare qualcosa che tocca l'essere umano. Poi non sempre ci riesce, si sa - capita di raccontare fregnacce e capita che scappino sbavature... La fan-writer scrive per il suo piacere eper condividere, tenta di intrattenere, ma "barando".
Qui abbiamo una storia curata "tecnicamente", con tanti elementi, ma senza la passione di chi vuole mettere qualcosa di proprio in una storia che ha amato. E' un po' come se tu avessi preso le misure al fandom, scattato una foto obiettiva e un po' fredda di come era al momento (o di come erano le fantasie delle sue componenti): desideroso di storie semplici, essenzialmente celebrative della storia d'amore, dove Oscar perde la forza, l'indipendenza e pure la tragicità che la contraddistingue, avvicinandosi di più ad una fanciulla imbranata di certi rosa e dove André resta un uomo senza obiettivi propri se non lasciarsi vivere in funzione di lei.
Senza antagonismo tra i due personaggi principali, senza conflitto neanche interiore con i propri difetti o pregiudizi (non ne hanno, sono perfetti), con i personaggi possibilmente anche perfettamente risolti, separati solo da circostanze indipendenti da loro, e fortemente generosi l'uno con l'altra (Serge non mette in discussione nulla, possibile?) con il focus solo su di loro (giusto un po' di spazio solo per Alain, che all'epoca "andava" parecchio) e sul loro amore, con le ragioni tutte dalla loro parte e con largo spazio per l'elemento erotico - le famose "caldaie" che sembrano piacere tanto e che sembra essere l'unico motivo di interesse pure per questi due. Lei si turba per il quasi contatto fisico, lui la desidera... sembra che ad unirli sia solo il sesso.
E' male?
No, è come è :) (Recensione modificata il 05/01/2017 - 05:50 am) |