Saint just non era a Parigi in quel momento, era al suo paesello ed era uno sconosciuto. Andò a Parigi per la prima volta nel 92,quando fu eletto deputato alla Convenzione. Inoltre, questa descrizione malvagia del personaggio non coincide assolutamente con il vero Saint Just. Mi fermo qui, peccato.

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La cosa che più mi è piaciuta e nello stesso tempo mi ha toccato il cuore frantumandomi, è stato l'eccezionale disegno di un Oscar fuori combattimento, una leonessa ferita nel corpo e nell'anima, spettatrice muta ed impotente di eventi superiori che non si possono vincere né con la spada né con una strategia militare. Mi hai fatto davvero soffrire, più che ansia, risento il dolore e il senso di ineluttabilita' che provai quando lessi il What if della Fabbri a soli 13 anni, anche allora lei era sopravvissuta a quei terribili giorni e mesi dell'89 ma era morto André e lei aveva perso la memoria per non impazzire. ....ricordo non riuscii allora a finire quel libro x l'ansia, l'ombra di morte che imperniava quelle pagine, e l' "ASSURDITA'"di una trama che non reggeva il confronto con la vera Oscar e già allora a 13 anni , lo capii. .....Non voglio mettere le mani avanti, sono certa e vedo che ti sei impegnata molto nella riuscita positiva di questa fiction ma se, come temo, ci vorranno ben 9 capitoli così angosciosi prima di vedere una svolta positiva, beh, in questo caso non so se lo potrò leggere tutto, per quanto l'intreccio sia interessante, mi fa stare male . Una cosa sola ti chiedo. Perché hai deciso di punire così la mia povera Oscar????Lei è malata e sofferente dovrebbe pensare a curarsi seriamente invece rischia davvero di morire di tisi perché non ha avuto un momento di tranquillità da quel giorno infausto. Mi spiace metterti neutro, ma se mettessi il bollino verde mi sembrerebbe di non amarla, come la amo, la mia Oscar....Buona notte Sabry e non prendertela, se puoi.
(Recensione modificata il 17/09/2015 - 11:35 pm)

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