Recensioni per
Spire di luce
di melianar

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
12/05/17, ore 18:49

Salve cara!
Oddio, è la prima recensione che provo a lasciarti… Ed è stranissimo davvero!
Ok, prima che inizi a sparare assurdità.

Questo tuo lavoro è stato una sorpresa, per me.
Non me l’aspettavo.
Ma è uno dei tuoi lavori migliori, sul serio.

Sia per come è scritto, nello stile e nella cura dei dettagli, sia anche per l’argomento.

Hai presentato Eol così com’è, senza filtri, senza scuse, senza occultare nessun suo pensiero scomodo.
È lui, in tutto il suo pessimo carattere, la sua crudeltà, il suo disprezzo per le altre razze, e quella sensazione che da di essere più che pronto e disposto a piegare o distruggere qualsiasi volontà.
Lui decide, comanda, da ordine e legge. Nessun altro.

E tu hai raccontato tutto questo mostrando proprio uno dei momenti in cui Eol si trova in un luogo dove nessuno si piegherà, e dove si imporrà una sola volta e attraverso un assassinio.

In tutto il testo si sente la sua frustrazione, la rabbia che ha accumulato durante l’inseguimento della moglie e del figlio che hanno sfidato il suo ordine.


La luce del sole, lo sfavillio di ogni cosa incittà sottolinea e acuisce ancora di più il tutto, e crea un’atmosfera perfetta per i pensieri rabbiosi di Eol.

Le sue parole verso Irisse... Fanno accapponare la pelle, non può essere altrimenti.
Come pretende di averla capita, come crede che una donna si debba domare per educarla.
Basterebbe questo a dimostrare quanto poco ha capito di Irisse.

Ha colpirmi è anche come parla dei Noldor, non solo delle loro creazionim a anche di loro come stirpe.
Ovviamente non uole ammetterlo, ma lo attraggono.
Non la loro luce, ma la loro bellezza in sé e per sé. Eol è un fabbro, un artigiano. Ama la bellezza, la perfezione, e queste creature luminose, che a loro volta si muovono, costruiscono, si adornano con la bellezza, con lavori che si avvicinano alla perfezione non possono lasciarlo indifferente.

E forse proprio per questo, Eol non fa che rimarcare, anche inconsciamente, quanto è e vuole essere diverso da loro, quasi volesse proteggere ed esaltare il suo modo di vivere e di comportarsi.
Più nota la luce e la folla affaccendata, più pensa al buio e alla solitudine che ha scelto.
Più pensa al fatto che i Noldor costruiscono e viaggiano e si oppongono al nemico più pretende di sapere già che è tutto inutile, si aggrappa alla certezza che sia tutto inutile.

La parte su Maeglin fa venire i brividi quanto quella su Irisse: come nel caso di lei, ha amato Maeglin finché lo credeva suo, finché lo vedeva pendere dalle sue labbra.
Quando poi Maeglin si è rivelato diverso, con sue aspirazioni e desideri, è finito anche lui nella lista nera.
Anzi, in cima, perché lui più di tutto e tutti è di Eol, sangue del suo sangue, e non bastano gli insulti, il disprezzo, le vendette più sottili.
Maeglin diventa qualcosa da uccidere, da eliminare come un animale nocivo. Brrrr!

Il modo in cui hai reso tutto questo, l’atmosfera, tutte le sensazioni che prova Eol, non solo quella legata alla vista col sole e la bellezza, ma anche uditiva, con le troppe voci che sembrano un ronzio fastidioso, le risate dei Noldor che a lui suonano tutte di scherno, e ovviamente il Quenya che lui detesta.
Davvero, è intensissimo, si riesce a sentire sulla pelle!

Oddio, temo di aver fatto l’ennesimo papiro che… Spero abbia un senso.

Complimenti davvero, hai fatto un lavoro stupendo con questa storia, è qualcosa di davvero… Potente.

Grazie di averla scritta!

Sono davvero fiera di te, ancora e di più anche ora che sono passati quasi due anni.

Devi scriverne ancora e ancora, di queste perle!
Pardon, Silmarilli :PPPP.

Gentile signora, arrivederci!

Tyel

P. S. E non scordiamo che ora Eol porta sempre le ballerine :P.

Recensore Junior
23/01/16, ore 12:29

Con pazienza e mooooolto tempo sto recuperando!

In questo caso premetto di non avere molta familiarità con l’uso della narrazione in seconda persona ma mi sembra abbastanza efficace l’introspezione di Eol che giudica se stesso e le scelte che ha preso (almeno, spero di non aver mancato del tutto il senso di questa narrazione!):  è come se egli fosse sia l’accusato che l’accusatore, chiamato a rispondere degli “errori” che ha commesso dalla voce di un se stesso giudicante – insomma, se non ho capito male è un po’ quello che faccio io quando mi capita di prendere delle decisioni pur sapendo fin dall’inizio che c’è una buona possibilità che non vada a finire come sperato.
Una volta che la situazione sta precipitando salta fuori una vocina (la me stessa del passato, che al momento di prendere tale decisione ha votato per il NO ma è stata zittita) che mi rinfaccia l’errore commesso!
E devo essere sincera, proprio per questo motivo ho riletto almeno tre volte di fila prima di decidermi a scrivere un commento e ancora non so bene come esprimere le emozioni contrastanti che mi assalgono, soprattutto perché si tratta di un’introspezione che vede Eol come protagonista: è una figura negativa, per lui non si dovrebbe provare un minimo di compassione o empatia, ma nelle storie come questa si riesce ad analizzare la sua personalità a mente lucida… ed è persino peggio, perché ti rendi conto di quanto sia ingiustificabile - eppure allo stesso tempo se osservi la storia dal suo punto di vista capisci che tutto torna e che determinate azioni sono un risultato più che prevedibile, hanno perfino una motivazione plausibile.
Comunque ingiustificabile, ma spaventosamente in linea con il personaggio!
 
“On this episode of Criminal Minds… Eol, the Dark Elf”!

Recensore Junior
06/01/16, ore 01:59

Melianar, finalmente ho un po' di tempo per venire a legger qualcosa di tuo!

E dato che mi aveva incuriosito quel tuo accenno a Eol, parto proprio da qui.

E subito ti dico: asettico???!! Ma come ti vengono certe idee?

In verità, mi ha proprio convinto questo Eöl, schiacciato dallo splendore di Gondolin, che non si arrende alla sua inferiorità nemmeno quando è costretto a sbatterci la faccia, che non rinuncia al suo orgoglio neanche di fronte alla supremazia dei Noldor, che si sente tradito dai suoi famigliari, incapace di comprendere che l'unico responsabile del "tradimento" è lui stesso.

Non so se era tua intenzione nello scriverlo, ma io mi sono quasi sentita, non dico dalla sua parte, ma sicuramente partecipe delle sue emozioni, dei suoi desideri, dei suoi istinti.

E tutto questo è dovuto a… la scelta della seconda persona (oltre che alla tua notevole proprietà di linguaggio, ovviamente). Ma la seconda persona… che potenza! Sembra inculcare a forza i sentimenti di Eöl nel lettore. Ne fai davvero un uso eccezionale ed è secondo me il punto di forza di questo racconto.

A mio giudizio hai fatto un ottimo lavoro, Melianar… e se temi il lancio di pomodori per un pezzo come questo… non vedo l'ora di leggere gli altri tuoi scritti!

A prestissimo!

E, ovviamente, grazie per aver condiviso.

Los

Recensore Veterano
02/08/15, ore 17:29

bene, vediamo se riesco a lasciar una recensione una volta tanto! (lo so, sono in ritardo, e perdonami ma ultimamente ho a malapena tempo per respirare DDDD:)

venendo alla storia e bando alle ciance: dunque, credo di aver già detto che questa storia è assolutamente bellissima. innanzitutto, sei riuscita a gestire alla perfezione la seconda persona (e complimenti perchè credo che io non ci riuscirò mai), sembra quasi che il lettore abbia "un dialogo" con Eol da tanto che si riesce a essere coinvolti da questa storia. e quanto a Eol ... beh, tu sai quanto lo odio, e devo dire che hai reso perfettamente il suo (bleah) carattere, in tutte le sue (odiosissime) sfumature. innanzitutto, il modo in cui parla con disprezzo dei Noldor, che spera (e forse sa) che la maledizione di Mandos li travolgerà ben presto tutti, e lui quasi ne gioisce al pensiero.
poi, trovo assolutamente verosimile anche il fatto che una creatura oscura come lui trovi fastidiosa la luce, come essa paia accecarlo con il suo splendore, e lui che ne è infastidito è assolutamente una bellissima immagine.
e il modo in cui parla di Irisse ... beh, lì Eol si manifesta in tutta la sua schifosissima meshina misoginia, il fatto che praticamente accusi Aredhel di averlo "irretito" (no, pezzo di cacca che non sei altro, è il contrario, eh >>), il fatto che dica che i Noldor non sono capaci di tenere le donne "a freno" e il fatto che lo accusi di averlo tradito perchè è nella sua natura di essere libera e selvaggia, priva di vincoli. però ho apprezzato un ritratto così vivido del personaggio, e lo trovo perfettamente "IC" specie quando dice che prima con Ireth ha tentato con "le buone2 di tenerla con sè, e poi non riuscendosi è passato alle "cattive" ... brr, assolutamente inquietante ma vero, e tu lo sai!
poi quando parla di Maeglin ... beh, lì son rabbrividita. ok, si sapeva che Eol è un padre schifoso, ma il modo, quasi freddo e metodico, con cui programma l'uccisione di suo figlio non può far a meno di far venire i brividi. (va bene che Maeglin non è caruccio e simpatico però suo padre è peggio, eh). il modo ossessivo con cui si ripete che suo figlio è un traditore, una serpe in seno, quasi che suo figlio fosse un oggetto di sua proprietà (esattamente come Ireth) di cui può fare ciò che vuole, anche causarne la morte quando osa ribellarsi a lui. quanto all'atto premeditato di uccidere Maeglin, non trovo inverosimile che lo sia stato davvero, dopotutto Eol se ne andava in giro con un giavellotto avvelenato sotto il mantello pronto per l'occasione,no? ( i miei complimenti a Turgon che pur vivendo nel posto più sicuro del Beleriand ha fatto entrare un pazzo psicopatico con un'arma avvelenata nella sua sala del trono, ma le guardie? boh. e anche Curufin non scherza, eh)
bene, non so quanto si capirà della mia recensione, probabilmente niente, ma mi scuso perchè sono tremendamente di fretta DDDD:
un bacio,la tua

Feanoriel <3
(Recensione modificata il 02/08/2015 - 05:37 pm)

Recensore Master
14/07/15, ore 09:48

Scusa il ritardo! *frena la moto e va a sbattere contro il muro*
Non mi sono fermata molto nel sito negli ultimi tempi se non per recensire le long che già seguo. Chiedo venia.

Oh, sì. Ricordo bene Maeglin e la fuga con sua madre. Soprattutto ricordo Eol - quando mi viene in mente Eol, Feanor acquista una validità tutta sua xD - e la sua furia ne constatare che sua moglie e suo figlio si siano recati dai Noldor.
La sua visione è di quelle maschiliste al 100%, al punto da non considerare neanche di striscio la nobiltà di Aredhel - il che, mi fa alquanto ribrezzo. Perché? Perché penso che al di là del suo odio per i Noldor, se amasse Aredhel dovrebbe almeno riconoscere il loro rango. Almeno per rispetto. Ma da Eol non si può avere mai rispetto, tanto meno se sei una donna. Per lui le donne sono creature inferiori da "educare", da "domare" - dalla serie: uomini che odiano le donne, precludendo qualsiasi azione che passi loro nella testa. In più il Silmarillion ci offre l'idea di una donna abbastanza libera. Non stupisce che il suo carattere strida con quello di Eol. Quella che è una fuga lui la vede come un tradimento, dettato dalla facilità - erronea - di Aredhel di passare da una parte all'altra senza farsi scrupoli.
Il culmine però della mia rabbia nei suoi confronti arriva quando vado a pensare che c'è una forma di "amore" piuttosto distorta, che io personalmente non chiamerei così. Semmai è morbosità, che è ben altro. Penso inoltre che questo atteggiamento abbia un po' influenzato quello di Maeglin più avanti.

Mi piace moltissimo come tu abbia focalizzato l'attenzione su Gondolin: è così lucente che il solo fatto che lui la guardi sembra innaturale, sembra... sbagliato. E nonostante anche i suoi abitanti ne abbiano combinate un po', questo desiderio di vendetta che si fa strada nella mente di Eol fa quasi rabbrividire. Perché già di per sé è un personaggio da cui è meglio stare alla larga, non c'è dubbio, ma tu lo hai reso più duro, e di per sé più realistico.

Tu nel complesso ne hai fatto un buon lavoro: fra seconda persona - che sembra facile, ma spesso non lo è. Personalmente mi ci vuole un'ispirazione grande quanto un pianeta - e il trattamento di un personaggio difficile come lui te la sei cavata egregiamente, come sempre. Quando leggo cose tue sono sicura che i pomodori me li tengo e me li mangio. xD
(Recensione modificata il 14/07/2015 - 10:09 am)

Recensore Master
06/07/15, ore 21:18

Mi hai appena salvata! Mia figlia vuole costringermi a scrivere una fic su Eol e Aredhel. Posso farle leggere questa e così sono a posto...
Scherzi a parte, è un'introspezione molto bella, considerando anche l'argomento difficile e spinoso. Ho dei sentimenti ambivalenti nei confronti di Eol. Direi che con la seconda persona te la sei cavata alla grande (e io amo molto questo modo di scrivere, mi sembra quasi più intimo) ed è straordinaria la descrizione che fai di Gondolin vista con gli occhi dell'Elfo Scuro. Bravissima.

Recensore Junior
05/07/15, ore 13:24

Premesso che ho buttato un occhio alla sinossi e mi ha incuriosito che una pro-noldor parlasse di Eol, ho letto il tuo scritto. E mi ha dato molto da pensare.
Provo ad andare per punti, che scrivere recensioni per me è un dramma.

1) Seconda persona: la odio, con tutto il cuore. Tuttavia, tu l'hai usata benissimo. Non so perché hai fatto questa scelta, ma sembra che il narratore, che conosce Eol, gli parli. Che gli parli e gli dica quello che l'orgoglioso Eol pensa e sente.

2) headcanon. Diciamo che la frase "screw you too, noldo loremaster" (cit. Avari) è il mio sentimento leggendo qualsiasi cosa scritta da Tolkien sugli Avari. L'unica cosa che potrebbe essere attendibile sono le parole che Eol stesso pronuncia (sempre che non siano anche quelle frutto della propaganda Noldo). Ma anche solo a basarsi su quelle, non ne esce una personcina a modo. Pare che la sua idea di come trattare la famiglia derivi da una tradizione primitiva e patriarcale (con la donna e i figli soggetti al capofamiglia di turno), che potrebbe derivare dalle sue origini Avar (potrebbe, appunto, non sono propensa a credere che gli Avari avessero un costume del genere). E, in questo tuo scritto, quando Eol rivolge i pensieri alla sua famiglia, incarna perfettamente questa idea. Non solo la moglie, anche il figlio è suo. E va corretto. Anche se non concordo con la premeditazione dell'atto (cioè, credo proprio che lui fosse arrivato fino a Gondolin per riprendersi 'a robbbba sua, e i gesti estremi siano dovuti alle parole di Turgon. Voglio dire, come potrebbe reagire uno che odia i Noldor, odia tutto ciò che è Noldor, se la scelta per vivere è rimanere con loro? BSOD).
E non sono poi d'accordo con "le percosse" quanto più con una (forse è pure peggio) violenza psicologica - cosa che le parole che dice lui sulla moglie fa pensare. Ma, ripeto, headcanon.

3) L'odio per i Noldor. Perfettamente reso questo sentimento, dal sospetto con cui guarda quelli che parlano e gli stanno attorno, all'odio per la luce. A parte l'uso di Quendi, magari mi sarei aspettata una parola dispregiativa equivalente a Golodhrim, anche non in elfico (problemi miei - in fondo i Noldor li chiamano Avari/Moriquendi XD)

Chiudo qui questa recensione. Ottimo lavoro con questa OS!
kiaealterego

Recensore Junior
04/07/15, ore 20:40

Ho accumulato migliaia di arretrati e come sempre ho pochissimo tempo a disposizione, ma ho deciso di lasciare un commento così istintivo a questa storia perché, davvero, non potevo farne a meno. Non esagero se dico che mi sono trattenuta dall'inveire ad ogni frase, ogni parola letta, e alla fine c'è voluta una buona dose d'autocontrollo per scriverti queste righe, convincendomi che, no, anche se nella storia sembravi incarnare il flusso della coscienza di Eol stesso, tu NON sei lui. E se la voglia di insultarlo, di prendere il posto di Turukano e condannarlo ad una morte anche peggiore è tanta, è solamente perché tu sei stata bravissima. Tanto che non credo di aver mai odiato Eol più di così. E io l'ho sempre odiato parecchio. Per me è  assolutamente disgustoso mentre si riferisce ad Irisse, esattamente come ho sempre pensato che fosse. Un creatura (perché non mi sento di chiamarlo “Elda” e neppure “Moriquende”) così grottesca e torbida da darmi il volta stomaco, perché a differenza degli Orchi, storpiati da Melkor, lui non ha subito alcuna influenza maligna, lui è  semplicemente così: nero di natura, imperdonabile per aver agito contro la sua stessa famiglia fin dal principio, da quando ha costretto Irisse, la libera, fiera Irisse, in cattività usandole violenza. Da quando ha imposto la stessa costrizione al proprio figlio. Avrei davvero voluto che Curvo non lo lasciasse andare per la sua strada... che a Gondolin, una simile creatura, non mettesse mai piede. Forse, allora, ogni cosa sarebbe stata diversa...
Comunque sia tu sei stata bravissima a renderlo in tutta la sua negatività, bravissima a farmi scoprire nuove sfumature del mio astio nei suoi confronti.

Perdona questo commento approssimativo e molto “di pancia”.
 A presto.
(Recensione modificata il 04/07/2015 - 08:41 pm)

Recensore Master
04/07/15, ore 14:34

Dici che questa storia è stato un tentativo: a me pare ben riuscito. Evidentemente la storia di Eol e Aredhel ti ha molto colpita, e hai saputo descriverla e anche reinterpretarla con sapienza e mantenendoti fedele allo stile del Professore. Penso che dopo questa lettura riprenderò in mano il Silmarillion, perché devo confessare che di tutte le storie lì narrate, questa mi era sembrata troppo affrettata (rispetto all'epopea dei figli di Feanor, di Turin o di Beren e Luthien) e non l'avevo molto considerata, se non nell'ottica della caduta di Gondolin. Cercare di mettersi dei panni di un essere malvagio e di esprimerne pensieri e ragioni è meno semplice sotto certi aspetti, ma io ne sono rimasto colpito.
Chissà se continuerai con Maeglin, a questo punto.

Recensore Master
04/07/15, ore 00:44

Ciao carissima!
Ti tranquillizzo subito dicendoti che Eol non mi ha fatto tenerezza xD. Lo sai che a me fa tenerezza qualunque cosa, ma non stavolta. Ammetto che non è stato facile, perché generalmente io mi immedesimo alquanto nei personaggi quando leggo, e tendo a stare dalla parte dei più ‘deboli’ o di chi viene vessato, ma Eol si merita tutto ciò che gli è accaduto (e dopotutto non è che sia stato trattato con violenza).
Hai usato la seconda persona. Io stavo per impazzire ^O^!!! Lo sai che la amo particolarmente, vero? Ti è uscita veramente bene, e non sembra affatto la prima volta che la usi. Anzi sai che ti dico, non ci credo U.U. E il suo utilizzo rende la lettura ancora più coinvolgente, ed uleriormente più facile immedesimarsi.
Ho provato ogni sensazione di Eol, come se fossero le mie. Quest’Elfo Scuro, che per tutta la vita ha vissuto lontano, da solo, senza ‘educazione’ o compagnia, un Avaro che ora, per reclamare quello che considera suo, si ritrova catapultato in un mondo completamente diverso, del quale ha già avuto però un assaggio. Un assaggio proprio attraverso la figura di Aredhel, un personaggio che amo immensamente, a dire poco. Mi è sempre spiaciuto non vederla (per ora) inclusa nella tua raccolta, ma è anche vero che alla fine a lei hai già dedicato quel dolcissimo ritratto che è Quentar Lomeo. Anzi a ben pensarci questa potrebbe essere una specie di seguito della tua prima one-shot ^^.
Bene, non posso certo dire di aver provato pietà, tuttavia ammetto, in alcuni momenti, di aver provato qualcosa di simile, in maniera un po’ contorta, al rispetto. Non so bene come spiegarmi, ma se c’è una cosa che ammiro nelle persone, è la coerenza. E mi è parso che Eol ne possieda parecchia. Non china la testa, mai, neanche una volta, davanti a tutta quella gente che si reputa migliore di lui. Non ha nessuna intenzione di supplicare, invocare pietà ed umiliarsi. E’ pronto a tutto, pur di reclamare Aredhel e Maeglin, persino, come ben sappiamo, anche alle più ignobili fra le azioni, che porteranno alla più tragica fra le conseguenze. C’è una sorta di sciocca fierezza in lui, fautrice della sua rovina. C’è, suo malgrado, ammirazione, oltre ad una cieca invidia per tutto ciò che lo circonda. Per la bellezza sfavillante di Gondolin, per tutta quella luce che nella sua vita non ha mai potuto sperimentare, né domare, per quanto ci abbia provato. Meraviglioso ed esplicativo il punto in cui ti servi della figura di Aredhel, per sottolineare come Eol abbia sempre desiderato quella bellezza così lontana da lui. Una cerva in fuga, non avrei saputo trovare parole migliori. Ma ciò che Eol voleva non era proteggerla, riverirla e custodirla. Bensì domarla, celarla, tenerla per sempre intrappolata accanto, o per meglio dire (per quanto ambiguo possa apparire) sotto di lui. In tutto i sensi. Scusami di nuovo per la maliziosità e l’ambiguità di questa frase ^^”. E’ vero che spesso gli opposti si attraggono, ma in queste caso quei due non avevano praticamente nulla in comune. Non ho mai biasimato Aredhel, tutt’altro, l’ho sempre ammirata per il suo desiderio di libertà, per il suo coraggio nel ‘ribellarsi’ (passami questo termine, prendilo con le pinze) a suo fratello e lasciare la sicura Gondolin, per il suo non accontentarsi e volere di più, voler esplorare la Terra di Mezzo. Ed è indubbiamente quest’amore per l’ignoto, questa sua sete d’avventure, che inizialmente le hanno fatto provare attrazione per quest’elfo così diverso da lei. Ma se non ricordo male, Eol aveva contribuito un poco affinchè ciò avvenisse, ammaliandola con un incantesimo… ma forse sto solo dicendo baggianate e dovrei andare a rileggermi il Silma, prima di recensire çç. Anyway tu perdonami e al massimo correggermi. L’impressione che ho sempre avuto, è che Aredhel non abbia mai amato Eol, quanto in realtà fosse attratta da ciò che egli rappresentava, e dal fatto che fosse così profondamente diverso da lei. Un’attrazione destinata a finire presto, ma che venne in qualche modo ‘suggellata’ dalla nascita di Maeglin: una catena, un mezzo per tenere Aredhel incatenata a Nan Elmoth. E’ una visione molto cupa la mia, ma che trova riscontro in alcune delle tue frasi, e nel trattamento che Eol riservava a sua moglie. Mi chiedo cosa provasse veramente per lei e per il bambino, e se le cose sarebbero potute andare in maniera diversa, se Eol non fosse rimasto solo così a lungo. Quanto ha influito su di lui, l’ambiente circostante e la vita che ha vissuto, e quanto invece, di quella contorta tenebra, era già dentro il suo cuore? E perché egli ha scelto di vivere così a lungo in solitudine? Da dove nascono la sua invidia e il suo profondo disprezzo? Sono questi interrogativi che lo rendono un personaggio estremamente complesso, e suo malgrado, anche un po’ affascinante. Tu però non fai sconti, e ci mostri fino in fondo la profondità della sua perversione, e tutto ciò di cui è capace. Cosa che ho apprezzato veramente enormemente.
Sconvolgente e inquietante la sua riflessione riguardo alle donne dei Golodhrim, e in particolare di sua moglie. Sottolinea ancora una volta, quale percezione così deviata e distorta egli abbia di loro.
“Ma i Golodhrim non le sanno custodire, le donne.
Non sanno educarle, non sanno proteggerle.”
Eloquentissimo! Nient’altro che oggetti, da custodire, proteggere, e se fosse necessario, educare. Mi fa venire i brividi, una creatura del genere. Ma la cosa più sconvolgente è la sua sicurezza di essere dalla parte del giusto, perché non ha mai potuto sperimentare qualcosa di diverso. E qui mi chiedo ancora una volta quanto di tutto ciò sia veramente colpa sua: quali siano veramente le sue origini, cosa lo abbia condotto ad una vita così in solitudine, da cosa nascano le sue convinzioni, e se abbia mai avuto la possibilità di una vita diversa.
Ancora più inquietanti sono i pensieri finali verso il figlio, che lasciano intendere le funeste intenzioni dell’elfo scuro. Mi è piaciuto anzitutto da morire, il riferimento al lavoro di Eol, che ha cercato di insegnare a Maeglin, e l’accenno alla lingua dei Nani, coi quali Eol sembrava essere in buoni rapporti. Poi ho trovato alquanto profetico l’accostamento tra Maeglin e un serpente.
“Una piccola serpe che trama nell’ombra e colpisce alle spalle chiunque, perfino chi lo ha generato”
Come dargli torto? E’ come se in qualche modo Eol stesse quasi predicendo il futuro. La mela non è caduta troppo lontana dall’albero, ed Eol avrà la tanto sospirata vendetta contro i Noldor, proprio a causa di colui che ora più odia e vorrebbe estirpare.
Meraviglioso poi l’accostamento tra la figura di Maeglin come serpente, e il giavellotto intriso di veleno. Solo arrivando a questo punto finale ho capito meglio il titolo. Le spire possono essere secondo me intese in due modi: quelle mortali e mefitiche del serpente strangolatore, che è associato sia a padre che a figlio, e l’atmosfera troppo lucente e luccicante di Gondolin, che pare quasi soffocare Eol. Ovviamente questa è solo la mia personale interpretazione, tu magari (anzi probabilmente) intendevi qualcosa di completamente diverso.
Approvo in pieno la tua libertà riguardo alla premeditazione: Eol è talmente spregiudicato che lo reputo pronto a tutto, e comunque a un certo punto, peggio di così…
Bene, l’ora si è fatta decisamente tarda (ti chiedo scusa di ciò) e io sto dimenticando cos’altro volessi dire, oltre al fatto che rischierei di sproloquiare ^^. Ti faccio i miei più sinceri e sentiti complimenti per il tuo primo ritratto maschile, oltre che per l’uso della seconda persona singolare (usala ancora, usala ancora!). L’atmosfera è vivida, suggestiva, e hai reso magistralmente i sentimenti, le angosce, la rabbia e il furore di quest’elfo: l’ho capito un po’ meglio grazie alle tue parole, e ho visto ogni cosa attraverso i suoi occhi: la luce intensa, i rumori in città, le occhiate sprezzanti della gente. Non hai usato filtri, né hai tolto dignità a un personaggio tremendamente complicato, ma, pur nella sua deformità e malignità, secondo me alquanto coerente. Lo hai reso per quello che è senza giustificare nulla, e ne sono veramente sconcertata (al 100% positivamente, ovvio!). Spero si sia capito qualcosa di questo obbrobrio infinito. Non era così che doveva essere, ma quando mai una recensione va come voglio io çç? *sigh*
E prego per l’aiuto, lo sai che per me è un piacere e un onore (e poi amo avere l’anteprima, LOL).
Ci sentiamo assolutamente prestissimo, e grazie di cuore per la chiacchierata di oggi. E’ stato un vero toccasana. Continua a scrivere amica mia, sei capace di trasformare la mia giornata <3
Un bacione gigante, ti voglio bene <3
 
Benni
 

PS: è più forte di me, non ce la faccio: come faremo… senza il veleno…

Recensore Master
03/07/15, ore 23:59

Ciao, mia carissima Melianar! Finalmente una tua nuova storia! Macche' pomodori! Io mi inchino, come sempre al cospetto delle tue storie! La vicenda di Eol e' una di quelle che mi ha colpito maggiormente, ed infatti ricordo ancora diversi particolari, benche' ne abbia letto molto tempo fa! Ricordo che lo trovai odioso, e ben me lo immagino a prendere a schiaffi sua moglie. Un tipo cosi' sarebbe proprio capace di tutto! Mi pare che tu lo abbia reso verosimile, con tutto il suo odio per i Noldor. Mi pare adeguato anche l'uso della persona, che ti conferisce, da parte mia, un'altra nota di merito. Credo che io non la usero' mai... Ti faccio i miei piu' sinceri complimenti. Pubblichi di rado, ma quando lo fai sei sempre al top! Baci! Evelyn

Recensore Junior
03/07/15, ore 21:34

Ciao! Se il risultato del tuo duplice esperimento è questo ti chiedo ufficialmente di sperimentare ancora! :-)
Definire questo tuo viaggio nella mente di Eol coinvolgente sul piano emotivo è voler essere riduttivi: questa breve fiction è intensa e ci accompagna per mano nei meandri di un’anima oscurata dal rancore, soffocata dall’odio verso coloro che sono accusati di aver causato la rovina di regni e di stirpi e incapace di vedere oltre il proprio risentimento. Hai descritto ottimamente, a mio parere, la rabbia che cova nel suo cuore e che esplode sfociando in tragedia una volta resosi conto del “tradimento” da parte della moglie e del figlio, che egli da sempre ritiene di sua proprietà. Una negazione della libertà altrui che rappresenta una costante nella vita di Eol e che è diretta conseguenza dell’astio e del sospetto attraverso cui egli guarda il mondo. Ho trovato perfetta l’immagine della luce che irrompe nella sua vita come una lama, tagliando le tenebre che lo avvolgono e che lo proteggono, così come bellissima mi è parsa la descrizione di Gondolin vista attraverso i suoi occhi.
Per quanto riguarda le “libertà” che dici di esserti presa non le ritengo per nulla campate per aria, seppur non coincidano con la mia versione dei fatti. Per quanto concerne la possibilità che Eol picchiasse Aredhel lo escluderei per ciò che ci racconta lo stesso Tolkien, il quale afferma apertamente che in un primo tempo ad Aredhel non dispiaceva affatto vivere accanto ad Eol e che solo in seguito cominciò a sentire nuovamente l’inquietudine che l’aveva condotta in quei luoghi, e questo soprattutto durante l’assenza del marito e del figlio. Una rappresentazione della sua vita coniugale che non suggerisce violenza fisica, mentre sappiamo per certo che molte azioni le erano precluse. La premeditazione dell’atto violento è un altro elemento che non ho mai associato alla figura di Eol, che vedo mosso dall’istinto e dalla rabbia del momento e non intento a pianificare l’assassinio del figlio, neppure come remota possibilità in caso si fosse rifiutato di seguirlo. L’ingresso a Gondolin mi è sempre sembrato null’altro che il tentativo di riprendersi ciò che egli riteneva di sua proprietà e finito nel sangue per le ragioni che ben conosciamo. La presenza del veleno sull’arma scagliata contro Maeglin non costituisce, a mio parere, una prova a favore della premeditazione, in quanto Eol viaggiava spesso e poteva essere sua abitudine cospargere il giavellotto di veleno per potersi meglio difendere durante gli spostamenti in luoghi tutt’altro che sicuri. Naturalmente queste sono convinzioni mie che possono essere del tutto sbagliate, ma in assenza di dati certi occorre interpretare e più sono le interpretazioni meglio è! Relativamente alle origini di Eol le nostre versioni invece coincidono, poiché anche io lo preferisco appartenente alla stirpe degli Avari.
In conclusione i pomodori me li tengo io e ti faccio i miei complimenti per questo bellissimo “ritratto”!
Grazie per averlo scritto e alla prossima!

Recensore Veterano
03/07/15, ore 19:49

Meeeeeel!

Eccomi finalmente a dirti tutto quello che penso di questa meraviglia, dopo le ore faticose di attesa a lavoro (ho persino preso il traffico con filosofia, pensando che arrivata a casa ti avrei scritto).
Se le mie pippe e le nostre chiacchierate producono queste meraviglie, sappi che non hai più scampo, finiremo a parlare dei peli del naso degli elfi (a proposito, ne avranno?) e ti ritroverai a scrivere di Feanor che parla con i suoi peli del naso.

Coff coff. Tornando seria, proverò a dare un ordine a questa recensione, nonostante il mio cervello salti da una parte all’altra per entusiasmo e per ogni dettagli che mi ha mandato in brodo di giuggiole *____* Credo di non avere abbastanza tasti sulla tastiera per esprimerti il mio entusiasmo asjhddgfsdhjlffhjdlgdsfhj!

Prima cosa, che mi ha fatto urlare internamente: LA LUCE. Eol e la sua meravigliosa reazione alla luce! Te la fa sembrare quasi qualcosa di malvagio, di crudele, di sgradevole (ecco, sarà che ho gli occhi sensibili, ma capisco in parte Eol, su questo punto) e trovo sia un inizio perfetto per una storia che ci mostra l’arrivo dell’Elfo Scuro a Gondolin. 
Posso quasi vedere con gli occhi di Eol, sentire gli sguardi dei Godolindhrim, percepire il suo stesso fastidio e la forza con cui sta cercando di non rannicchiarsi lontano dalla luce e di non reagire a quelle attenzioni e frasi sussurrate, perché Eol ha una missione ben chiara da portare avanti e non saranno dei Noldor puzzoni e la loro maledettissima luce a fermarlo!
Adoro come non capisca quello che dicono e non gliene freghi neanche, come pensi il peggio e come rivolga solo pensieri di odio ai Noldor. Adoro i riferimenti al loro orgoglio odiossissimo per i Tatyar (chissà, sarà che sono anche loro orgogliosi e non sopportano che i Noldor si sentono più fighi e più fotomodelli solo perché hanno visto due alberi sbrillucicanti!) e alle guerre che hanno portato. 

Altra meraviglia, il modo in cui Eol guarda Gondolin. Perché il Tatyar in lui ama l’artificio di una città di pietra costruita dove prima non c’era nulla, ma quello stesso Tatyar la disprezza perché è un altro motivo dell’orgoglio stupidissimo dei Noldor. E come si senta soffocato dalla gente e dai rumori (come lo capisco, mi sono sentita soffocare anch’io a leggere quelle due frasi: “C’è troppa gente per le strade. Troppi rumori, nell’aria.”), è così azzeccato a una persona che ha scelto di vivere in una foresta “incantata” e che ha a che fare, per la maggior parte del tempo, con un popolo chiuso e “rinchiuso” come quello dei Nani, anzi, che va a braccetto con loro. 
E ho adorato alla follia come dalla bellezza sfrontata di Gondolin i pensieri di Eol vadano irrimediabilmente ad Aredhel, bella e sfrontata anche lei, orgogliosa e convinta di poter fare quello che vuole.

Mi hai detto “non ho affrontato molto il rapporto tra Eol e Aredhel” e ti tirerei una testata (amorevolissima, dopo ti do pure un bacetto per far passare la bua) perché lo hai affrontato. Sei andata dritta al punto e hai mostrato il loro rapporto dal punto di vista di Eol e il che mi fa morire di voglia di vederti scrivere il punto di vista di Aredhel! (voglio quel ritratto, santo cielooooH)
Ci hai fatto guardare i pensieri di Eol e nel leggerli vedi le sue ragioni, le trovi disgustose e ti senti un po’ sporca. E ti viene rabbia, perché il pensiero di Eol non è un unicum, non è relegato a un mondo di fantasia e nel nostro mondo ci sono fin troppi Eol per i miei gusti. 
Lo senti pensare a “gestire” a “raddrizzare” le donne dei Noldor e ti viene rabbia. Lo senti dare ad Aredhel la colpa di averlo attirato, lo vedi pensare a lei dal suo punto di vista distorto, mentre parla di lei come una traditrice dei suoi familiari e di lui stesso. Poi, parla di “proteggere” le donne Noldor e di Gondolin come una prigione per Aredhel e sembra non esserci in lui desiderio di vendicarsi attivamente su di lei, pensa che si sia portata da sola la sua rovina e questo pensiero gli dà soddisfazione. È un groviglio complicato di sentimenti quello per Aredhel e per questo interessantissimo da leggere, con le tue frasi sintetiche e sempre dritte al punto. Non hai alcun bisogno di orpelli per dire quello che vuoi dire!

E infine, la parte che aspettavo tanto, quella in cui Eol arriva con i pensieri al suo obiettivo: Maeglin. Suo figlio e il suo oggetto, la sua proprietà, la sua creatura. La rabbia che prova per il suo tradimento gli permette di sopportare la luce e le chiacchiere dei Noldor, distoglie la sua attenzione da Aredhel (che, alla fine, per quanto ci abbia provato non è stata né sarà mai sua).
È incredibile come pensa a lui: a volte sembra provare affetto, ma ci sono quei dettagli e quegli elementi che ti fanno notare che Maeglin per lui non è stato un figlio, quanto più un progetto. I segreti della forgia, il Khuzdul (già fangirlato in privato, ma QUESTO HEADCANON YES, abbiamo i cervelli collegati per caso? si parlano a nostra insaputa?), tutte le attenzioni che gli ha prestato non erano altro che i colpi del martello sul metallo ammorbidito dal calore, per fare di lui la sua opera d’arte, il suo strumento perfetto.
Peccato che, alla fine, la lama che stava forgiando gli abbia tagliato la mano!
Ha perfettamente senso la tua idea che Eol avesse premeditato la morte di Maeglin, o non avrebbe avuto quel giavellotto avvelenato sotto il mantello. Ha una perfetta e terribile ragionevolezza la conclusione che trae Eol su cosa fare per il tradimento di Maeglin, finché non realizzi che quello è suo figlio.
Sembra quasi di sentire il modo possessivo con cui Eol chiama il figlio davanti al trono di Turgon, c’è l’eco di quel discorso che fa a Gondolin. È crudele, è cortorto, è Eol. Mi frustra quanto nel Silma perché è l’unico Avar che incontriamo e ha un carattere di cacca, ma allo stesso tempo sono felicissima della sua resa. 

C’è comunque qualcosa di tremendamente sbagliato in lui e nella situazione e in questo racconto di concentriamo sui suoi pensieri, non sulla situazione generale come nel capitolo del Silma. Ci dai uno scorcio di Eol da mettere i brividi, così come Tolkien alla fine del capitolo mette i brividi ricordandoci che non stava parlando di Eol e Aredhel, ma di Maeglin. Ma se nel Silma mi era rimasta la sgradevole sensazione che il precipitare della situazione fosse una manovra contorta di Maeglin, in questo racconto mi ricordi che Eol aveva i suoi bei problemi da aggiungere al mix.

Perciò, provando a concludere, la caratterizzazione di Eol mi sembra decisamente in linea con quella del Silmarillion. È lui. Non è più simpatico dopo questo racconto, è semplicemente Eol. 
Ed è stata una scelta decisamente interessante come punto di vista maschile! Sarà che è così tanto l’opposto delle figure femminili che ci hai mostrato finora, come ideali almeno, perché nella forza dei  sentimenti e nell’introspezione sei sempre tu!

E la seconda persona… non l’ho quasi notata XD Si è lasciata leggere con naturalezza e non è stata meno intima di una prima persona, anzi, forse mi ha gettata ancora di più nella testa di Eol e l’esperienza è stata incredibile e per nulla asettica (come diavolo ti è venuto in mente?).
Perciò, i pomodori li userò per la pizza.

Spero di aver detto tutto, sono decisamente su di giri (credo di averti rotto abbastanza con Eol e con la mia speranza di leggere questa storia) e te ne sono tanto grata *_____*
Già ho la testa piena di Eol e Aredhel da mesi, ora la cosa è peggiorata ahahahah!

Chiudo qui! Ci risentiamo,

Kan