Recensioni per
Dies Irae (XIII secolo)
di Deliquium

Questa storia ha ottenuto 62 recensioni.
Positive : 62
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
14/10/16, ore 13:16

Eccomi finalmente a commentare anche Dies Irae!
Inizio col dire che questa storia mi piace molto perché ha una propria personalità. E' un Saint Seiya diverso dall'idea di Saint Seiya impressa nella mia mente, ma è stato divertente cambiare binario e lasciar correre la mia immaginazione su un percorso che mi conduceva fin nell'Europa medievale.
Mi ha sorpreso in positivo il fatto che tu non abbia aggirato le tematiche legate alle religioni. Per quanto Saint Seiya sia ufficialmente un manga d'azione, è talmente imbevuto di iconografie religiose da risultare quasi imbarazzante (opinione mia ^^). Per me, che negli anni ho sviluppato una specie di allergia verso il fantasy senza riferimenti, le righe che spiegano i rapporti tra divinità antiche e cristianesimo sono state una piacevole scoperta.
Poi devo spiegarti una cosa lollosissima. Giuro, non so come definirla altrimenti! XD Quest'anno ho svernato in Irlanda (stagione ideale per apprezzarne il clima), così ho avuto il tempo di imparare un po' di mitologia celtica e visitare qualche monastero. Trovatami davanti ad una croce celtica completa di segni zodiacali, avevo decretato che i monaci irlandesi a Kurumada gli facevano un baffo quanto a mix culturali. E che il Saint della Vergine del XIII secolo doveva essere stato per forza irlandese... Diamine! Sia in Legend of Sanctuary che in Next Dimension ha pure i capelli rossi! Così, appena conosciuto Emmanuel-Elias ho detto: "Ma mica sarà Virgo"? Immagina la mia sorpresa quando ho letto che lo era per davvero! Morale della favola: approvo in toto il personaggio, gli ho affidato il titolo di Figlio dell'Oro Preferito e faccio il tifo per lui!
Devo dire però che mi sta piacendo molto anche Athena. Lei è una divinità mescolata tra la gente, ha l'aspetto di una donna ma ragiona come una dea. Sia il suo punto di vista che i suoi giudizi risultano interessanti da scoprire, specie nel contesto storico in cui la fai muovere.
Ho apprezzato anche la strana coppia corvo-lucertola: nella serie sono "cattivi", qui sono "buoni"... ma restano sempre un po' sinistri. Che incontrassero il Cancro era il minimo!

Questo è ciò che penso sulla fanfic in generale e sui personaggi, ma se sono arrivata fin qui è anche perché lo stile di scrittura mi è risultato scorrevole. Se trovo qualche bella descrizione qua e là sono sempre contenta, mi aiuta ad immergermi nella storia.
Ti faccio quindi i complimenti per il lavoro che stai affrontando e ti confermo che continuerò a seguirlo con interesse ^_^

(Scusa la recensione-papiro ma avevo trasferito tutto in blocco nell'e-reader e così, tutto in blocco, ho commentato ^^)

Recensore Master
03/10/16, ore 14:33

Mi sta prendendo sempre di più, accidentissimo! (tralasciando il fatto che Sophia sta cadendo neanche troppo lentamente vittima del legame Pegaso/Ofiuco, ihhihihi *scansa un suiseiken*)
Recuperate la spada, che dobbiamo riprenderci il capricorno! Eccheccavolo!

Fatemi adottare Cunegonda, accidenti! Ogni volta che appare kyahieggio XD

Ho come l'impressione che finché non si riuniranno davvero tutti, le cose andranno sempre peggio ... hai la capacità di farmi sentire in ansia per ogni singolo personaggio! (Nonostante abbia delle preferenze fin troppo spudorate ...)
nell'attesa ... *arraffa Xuan per la treccia e lo trascina via*

Recensore Master
25/08/16, ore 15:20

E nel giro di un capitolo scopriamo come Pandora ha avuto l'arpa e perché Shura ha Excalibur XD (l'avevo detto che l'aveva rubata a mio marito U_U) ed entrambe le cose hanno senso (alla faccia del nipponico avvinazzato)

Eeeeffettivamente il dialogo tra Atena e Hernequin lasciano un po' in sospeso, ma cipiace! (tutotacato) *____*

Recensore Master
08/08/16, ore 15:02

«Tanti quante le Costellazioni.» ha risposto.
«Sì, ma quante sono le Costellazioni?» ha chiesto, con il cipiglio di chi vuole ottenere una risposta soddisfacente a tutti i costi, e chiede, chiede, finché non ha più dubbi o non ha più voce.
Il Cancro ha socchiuso gli occhi vermigli, come un gatto.
«Tante quante devono essere.» ha risposto sibillino.

Io adoro questa storia.
Adoro come fai muovere i tuoi personaggi, la loro coerenza interna, il taglio che riservi ad ognuno di loro, lo spazio, il tempo, la visione fatalistica che tutti, alla fine, abbiamo un dato percorso da compiere, prima di arrivare alla fine, al tramonto. E non c'è possibilità di tirarsi indietro. Tu dici che i Figli conoscono una sola direzione in cui muovere i passi; io dico che questo accomuna tutti i mortali, ché il libero arbitrio alla fine è una bella favoletta per impastoiare i cuori. Uno zuccherino da mettere sulla lingua per mandare giù una pillola che fa schifo. Ma ad un Figlio è negato anche questo conforto, ché i Figli sono toccati dall'ombra di un dio, e quando un dio si fa carne, si lascia dietro una scia di sangue. Proprio. Ma anche altrui.
Il tuo Cancro è spettacolare. Lo adoro, così come adoro il modo spassionatamente informale con cui lo fai interagire con Athena. Lui è uno che alla vita e alle divinità dà del tu, e non piega certo la testa di fronte alla sua signora. Perché mai dovrebbe?
Sei riuscita a farmi stare simpatico la Bilancia. Mi è piaciuto il suo discorso, il suo sapere verso quale fine stesse mandando tutti quei ragazzi, e il suo proseguire dritto per quella strada, ché Athena è più importante. Di tutto e di tutti. E forse, nel suo cuore c'era la consapevolezza che loro volessero sentirsi dire quelle parole: niente Terra Promessa a buon mercato, nossignore, ma un posto da trovarsi colle proprie forze.
Almaz è un po' il nostro Adso da Melk, che osserva senza capire ciò che invece per Krest/Guglielmo da Baskerville, che è sempre un passo avanti all'allievo, e sempre lo lascia nella sua ignoranza, come se non avesse tempo per queste sciocchezze: la Dea rivuole Faun con sé, prima che scenda il tramonto (e chiamala scema, chi è così imbecille da lasciare Excalibur nelle mani del nemico?!), non c'è davvero tempo da perdere...

Recensore Master
08/08/16, ore 01:58

Sono sicura di avere qualcosa di serio da dire (oltre a "pubblica questa cosa come libro a sé, se in Giappone hanno pubblicato la gigantomacchia ..." e "aaaawwww!!!"), ma temo si sia perso più o meno nel momento in cui introduci Hernequin attraverso o sguardo di Roland (cielo, dategli una spada dal nome pomposo!!!) .. no, davvvero, ci ho provato, ma ... éprende Cunegonda e fugge verso una ccasa/pizzeria dove ci siano solo cibi ricchi di carboidrati complessi e coccole, perché al cuore di zia non si comanda* (no, seriamente, ho due nipoti, e le o riviste piccole, ma di fuxia vestite! Arghissimo XD)

Me ne serve ancora e sono ripetitivaH

Recensore Veterano
24/05/16, ore 20:33
Cap. 1:

Ciao carissima!!!
Scommetto che anche questo tuo lavoro lascerà il segno.
Ogni volta che ti leggo mille commenti, frasi, spunti mi vengono in mente ma poi... E' come se proseguendo la lettura riesci a rimettere a posto tutti i tasselli del puzzle e ti ritrovi a fissare lo schermo dicendoti che non c'è niente da dire, tutto è già stato espresso, con la voce imparziale del narratore esterno, che portandoti per mano ti ha fatto arrivare esattamente lì. Tutto è verosimile, credibile e perfettamente integrato in un ragionamento logico che poco spazio lascia ai "ma" e "se".
Per fortuna ci sono già un po' di capitoli e io sto impazzendo col nuovo lavoro, così posso centellinare la loro lettura e/o rileggerli senza controllare ogni tre per due se ci sono gli aggiornamenti... Non mi tancherò mai di dirlo: tu hai un dono e se mai scriverai un originale che darai alle stampe io sarò fra i primi a comprare il libro e a pretendere il tuo autografo!
Un bacio!

Recensore Master
23/05/16, ore 18:43

Il Cancro come lo descrivi tu è meraviglioso *___* Ma in generale adoro questo tuo unire mitologie di epoche e popolazioni differenti facendole collaborare alla perfezione (ri *____*)

Aaaaaaa!!!!!! E' arrivato l'arieteeeeeeeeeeeeee!!!!!! *felice* che giustamente in quest'epoca è alchimista (e non abita in jamir? Non c'era ancora la mafia jamiriana al Santuario? X°D)

Quando Badb ha chiesto a Pandora se loro greci non fossero tutti una grande famiglia, mi sono quasi aspettata che lei rispondesse "appunto, litighiamo" X°°D Invece, povera, è spaventatissima
E si uniscono i tasselli del capricorno *________________*

Lo so sono ripetitiva, ma ogni volta arrivo in fondo con "ehhhh? Già finito? E adesso come faccio?" eh, aspetto il prossimo capitolo U_U

Recensore Master
23/05/16, ore 14:20

Mia cara Engel, sono davvero contenta di aver trovato quest’aggiornamento!
I lunedì sono giornate pesanti per antonomasia, e mi fa piacere passare la pausa pranzo assieme a te, ad ascoltare una voce amica che mi racconta di questi Figli di Athena che, uno dopo l’altro, stanno arrivando. Ciascuno per strade diverse – per rette diverse – che tornano tutti allo stesso punto. Lei.
Commenterò i tre paragrafi uno per uno, così da dare ad ognuno il suo spazio – ché ci parli di tre Segni Cardinali, per altro – e da non dimenticare nulla.
Il Cancro.
Tu sei una dei pochi autori che non cerca di creare un alibi al Cancro, né descrive un pazzo folgorato, cosa che, in un certo senso, Death Mask è. Tu, anche quando maneggi il nostro amato granchione, attingi alla forza primordiale, quasi, che si cela dietro l’archetipo del granchio. Lui rappresenta la morte? E allora, che morte sia, quella che si respira sottopelle durante una sfrenata caccia selvaggia. Torno a ripetermi, ma accostare Hellequin al Cancro è stato un colpo da maestro. E la spavalderia con cui lo dipingi, con quel sorriso da canaglia sfrontata, è favolosa. Lui è la morte (anche se nell’astrologia tradizionale, il Cancro è la nascita) e come tale appare, facendosi beffe dei vivi.
Cercare un uomo senza conoscerne il volto. E come fai? Cosa devi cercare? Un segno? Un Cosmo? Una luce particolare in uno scambio d’occhi? E chi lo sa? Ma chi cerca trova, si dice; e a volte sono gli indizi, le piste, a venire da te, a tempo debito. Quando, cioè, chi devi trovare vuole essere raggiunto. Sì, sarebbe stato più facile se il Cancro si fosse manifestato nella sua sfolgorante cosmicità (???). Ma sarebbe stato solo uno sfoggio di potere fine a se stesso, no? E poi, citando il tuo Conte, vuoi mettere il divertimento del predatore che aspetta che i topi cadano nella trappola?
L’Ariete.
Ché se deve esserci un Alchimista, è giusto che sia lui, lui e nessun altro. Non trasformerà il vil metallo in oro, d’accordo, ma ciò che fa il Santo dell’Ariete è la trasmutazione vera e propria. Di solito odio tutto ciò che ha a che fare con l’Ariete (per colpa di Mu, sia chiaro, non tu), ma questo capitolo me lo sono bevuto nemmeno fosse del freddo karkadè in un pomeriggio di Luglio.
Ed è stato piacevole assistere alle elucubrazioni di Morieno sul Quarto Elemento, questo suo volerlo trovare, ma, sotto sotto, non volerlo trovare e lasciare che le cose restino in stasi.9
Il Capricorno.
E sì, tutti i pezzi del Capricorno tornano a comporre il mosaico. Avevo beccato la donna dalle pitture sul viso ed i denti aguzzi in Los Sanfirmines e quando, in questo paragrafo, ho letto di un cerchio di alberi, qualcosa – un campanellino – ha suonato a distesa. E cavolo che colpo gobbo! Il Capricorno iniziato nel Cerchio. Ché deve avergli detto male, al povero Pan, per essere trovato dal nemico (forse, chissà) ed essere inglobato tra le sue fila. Togli un pezzo importantissimo alla Dea – ché sì, è anche la dea di Pandora, ché ha ragione Babd, sono tutti una grande famiglia, gli dei dell’Olimpo; ma come in tutte le famiglie numerose che si rispettino, le faide e i conflitti scorrono nel sangue e col sangue – e metti Athena nei guai. Gli togli la Spada Sacra. La stessa che ha per parenti il calderone che non esauriva mai e la Lancia che sanguina in eterno (caro, vecchio Re Pescatore…). Insomma, il Capricorno è nei guai fino al collo, è proprio il caso di dirlo, e col cuore palpitante dell’adolescente alle prese con la sua prima cotta, attenderò di conoscere gli sviluppi della sua vicenda. Ovviamente, chi tocca muore. Intesi, Babd?!

Recensore Master
16/05/16, ore 15:05

O sono una veggente oppure ho avuto un colpo di fortuna. Propendo per la seconda ipotesi. Nel mio precedente commento mi domandavo quando Lucien sarebbe uscito allo scoperto ed eccolo qui. Ora mi domando: ma perché mai Ofiuco e Pegaso devono avere una storia tanto difficile in ogni epoca della loro esistenza? Cos'hanno mai fatto per meritarsi tanto? Tu, com'è nel tuo stile, dici e non dici. E mi lasci con la voglia di sapere come andrà a finire.
Intanto gli intrecci divini continuano. Mi fanno quasi tenerezza, questi dei pasticcioni che si dimenticano per strada le loro armi di distruzione di massa, tanto sono occupati a tessere le trame delle loro guerre. Non stupisce che il Dio semita (nelle sue tre declinazioni: ebraico, cristiano e musulmano) si intrufoli in queste diatribe e scalzi tutti quanti con le sue certezze granitiche e infallibili. Il solo fatto di vivere nel regno dei cieli e di non immischiarsi con gli uomini gli conferisce un vantaggio notevole. Gli altri dei, invece, sono così umani da rendermeli simpatici.
PS: Emmanuel mi ha conquistato. Siamo stati abituati da Kurumada e dalla Teshirogi a immaginare il cavaliere di Virgo come un monaco buddista che fluttua al di sopra delle pene umane. Invece qui abbiamo un essere in carne e ossa, che è sempre un monaco ma che ha bisogno del dolore per elevarsi al divino. Molto intrigante.
L'inverno volge al termine. La pugna avrà presto inizio. Intanto aspetto con ansia che la missione di Lucien&Co alla ricerca del Capricorno faccia scoccare la scintilla dell'azione dopo i lunghi preparativi di questa prima parte della fic.
A presto!

Recensore Master
16/05/16, ore 14:44

In questo capitolo emerge più che altrove la grande attenzione che hai posto nel collegare fra loro miti di diversa matrice, religioni antitetiche e fatti storici che ancorano tutto quanto a un presente ben collocabile cronologicamente. La parte che ho apprezzato maggiormente, però, è quella in cui ci narri la turbolenza interiore di Sophia, che vive un vero e proprio complesso. Ma c'è di più, e lo esprimi (a mio parere) in questa frase: "È combattuta tra l'amore e la devozione". Eccolo qui, il fil rouge che la unisce a Tenma e a Seiya. Entrambi vivono e si consumano per la Dea al punto da non essere più in grado di distinguere con certezza la vera natura del loro sentimento nei suoi confronti. Se in Tenma il conflitto appare meno evidente (il suo sentimento di affetto si declina in semplice amore fraterno), in Seiya la faccenda è più complicata. In Sophia l'amore prende la forma di affetto filiale. Tradito. Una sorta di complesso di Edipo superato non per volontà naturale del figlio che diventa adulto, ma un legame reciso prematuramente da fattori esterni. Lucien ancora non ha mostrato il suo lato affettuoso nei confronti di Sophia, ma sono certa che le tenderà presto una mano benevolente per rimetterla in carreggiata.
Volo al prossimo capitolo.
Ciao!

Recensore Master
05/05/16, ore 21:39

Sono sola in casa e ho kyahiato senza ritegno, sappilo U_U Perché che questa storia sia il non plus ultra dell'accuratezza storicosociologica, non vul dire che io non sia bimbaminkia XD 
Che poi, d'accordo, legata al mondo di saint seiya, ma secondo me fruibilissima anche "decontestualizzata", tu non hai idea di quanto sia tentata di copincollarla in word e passarla a mezzo mondo urlando "leggeteeeee!" saltellando in giro e lanciando copie da un cestino come fossero etali di fioori ... devo farmi controllare il neurone, ma ormai non è più in garanzia

No però, probabilmente l'ho già detto la scorsa volta, ma erano davvero secoli che non trovavo una "fanfiction" (in questo caso le virgolette sono d'obbligo, perché il lavoro originale supera quello da cui è ispirato) che mi urlava "tienimi con te e rileggimi a oltranza!" (si, le storie mi parlano ... siamo strani noi arieti, con strani rapporti con cose appparentemente inanimate ...)

 

Recensore Master
05/05/16, ore 15:06

Uno dei punti di forza di Dies Irae è la lucidità con cui affronti e analizzi alcuni tratti che potrebbero essere spinosi, quali le questioni religiose/dogmatiche. Tu ti astrai, considerandole degli interrogativi filosofici. Rimani esterna alla questione in quanto tale, e, quindi, sei libera di pensare. Ed è una cosa che apprezzo molto, sul serio; analizzare una religione, quale che essa sia, deve tenere conto di determinati paletti. Il rispetto, innanzitutto. E una sorta di parità tra le varie fedi/dottrine/filosofie. È il distacco dell’antropologo, che guarda a queste questioni come farebbe un numismatico con le monete della propria collezione. Con occhio scientifico. Enumerando segni, anno di conio, particolarità e via di seguito. E io ci vado a nozze, con un programma così.
Perché gli dei, diciamolo, sono qualcosa che i mortali dicono di aver capito e compreso, quando invece, è vero il contrario. Ci sono delle pesanti incongruenze in tutte le religioni. Le armi capaci di uccidere un dio, ad esempio. O il fatto che un popolo che ha invocato per secoli un Messia, lo disconosca, regalandolo al mondo intero. E mi viene da accodarmi ad Ade, che domanda a Pandora, con una vena provocatoria, «Ma, allora, costui è un Messia sì o no?». E se in questo caso si può tirare in ballo la Fede – che salva, giustifica e fa anche un’altra mezza dozzina di cose – per le armi come la mettiamo?
La mettiamo che il politeismo, a differenza del monoteismo, ha messo dei paletti. Dei limiti. Gli Aesir moriranno tutti, in una guerra che si lascerà alle spalle una sola coppia. Gli Olimpi sono onnipotenti, sino a quando non devono chinare la testa di fronte alla Necessità. O quando qualcuno smette di credere in loro, come fa dire Pavese a Calypso. Per avere un deterrente, una sorta di kryptonite ante litteram, insomma. Una via di fuga che gli stessi divini allontanano, come se fosse l’amaro calice dei vangeli. Perché forse la falce di Chronos non sarà infallibile come la lancia di Lug o Gungnir di Odino; ma ha colpito, evirandola, una divinità. E non vedo perché non debba fallire al prossimo tentativo. E che dire della lancia di Ares, che non sbagliava mai il bersaglio, cosa di cui Adone ringrazia?
Hai fatto bene a lasciare che certe armi restassero dimenticate. Nascoste. Abbandonate a loro stesse. Sotterrate da qualche parte, che sia sotto la sabbia o in un monastero benedettino poco importa. Quasi a voler sottintendere che i vari pantheon abbiano stipulato una tacita non belligeranza, una tregua, una pace armata, ché la vera minaccia non è data tanto dalla presenza dei norreni in casa dei celti, quanto dalla fede nel dio Uno e Trino che ha messo a mal partito tutte le altre religioni.
E la vedo molto umana questa dimenticanza delle armi che potrebbero – o sono in grado di – annichilire un dio. Un po’ come farebbe il bambino che si dimentica del mostro chiuso nell’armadio, sperando, forse, in una sorta di proprietà transitiva: se io mi dimentico di lui, forse anche lui si dimenticherà di me. Come se non fosse mai esistito. Peccato, però, che le cose non vanno mai come credi. Perché qualcuno che ricorda, c’è.

Recensore Master
05/05/16, ore 13:16

Oggi spendo la pausa pranzo assieme a te.
Ignoro la montagna di vestiti da stirare giusto il tempo di azzannare un panino ed immergermi – di testa – nelle vicende di Sophia e soci.
E parto da lei, ché l’ignoranza, alle volte, è la più grande delle benedizioni. Che se non sai, vivi la tua vita felice, libera, spensierata. Ché è quello che ha voluto Athena, per sua figlia. Una goccia di tranquillità all’interno di una normalità che tanto normale, poi, non doveva essere. Non poteva essere. Però ci ha provato, Athena. E qualcosa mi dice che il suo celarsi come madre di Sophia, invece che come sua Dea, è stato uno zuccherino che Athena stessa s’è concessa. Il cioccolatino dopo il caffè. Perché Sophia non sa, ma Athena, sì. Ed è questo a lasciare Sophia nell’incertezza e a far emergere una nota acida nella sua voce e nei suoi modi. Persino Lucien ha smesso di riprenderla, ché tanto da quell’orecchio non ci sente, la giovane Pegaso. E mi dico che Atena fa bene a tenere Sophia nell’incertezza. Fa bene a non permettere che i suoi ricordi salgano a galla, come le meduse. Che saranno anche belle, sì; ma i loro tentacoli sono urticanti. E non è che detto che la stessa medicina vada bene anche per Sophia. Lei non è Almaz. Lei non è Lucien, Magnus, Morten, Krest o Xuan. Lei deve fare prima pace nel suo cuore. Perché Athena è Madre e Dea. Ma, come hai detto tu, ad una madre ci si ribella, ché la ribellione è una tappa della crescita. Devi staccarti da quello che fanno e dicono e pensano mamma e papà per avere una tua visione delle cose del mondo. Ma ad un dio, ad un dio no. Sophia non ha la beata convinzione degli atei. Sophia ha toccato con mano la presenza di Athena – che tesse e vende le proprie stoffe al mercato, baloccandosi con un’umanità che dovrà presto abbandonare, vestendo i panni della madre per tutti i suoi Figli – e Sophia sa che ad un dio non ci si ribella. Mai specie quando questo dio viene dalla Grecia.

Recensore Master
01/05/16, ore 17:53

In questo capitolo si sente l'ineluttabilità del destino, e forse è per questo che Atena attende con pazienza il risveglio completo delle memorie precedenti dei prescelti. Ora abbiamo il Toro, il Leone e il Cancro. Dei tre, quello che sembra più consapevole di sé è proprio quest'ultimo, che mostra un lato beffardo e sarcastico tipico dei saint del suo segno delle epoche successive. Il ritmo cresce, si capisce che fra poco ci sarà un cambio di passo.
Mi ritrovo perfettamente nella riflessione filosofica sugli dei. Me la sono posta anche io, questa domanda. Del tipo: se un albero cade nella foresta e non c'è nessuno nei paraggi, fa rumore o no? Che cos'è un dio se non ha fedeli? La mia risposta me la sono data, e ritengo sia proprio questa la radice dei vari tentativi espansionistici di Hades & Co nei confronti dell'umanità. Pure gli dei devono conquistare nuovi clienti se vogliono restare leader di mercato, no?

Recensore Master
30/04/16, ore 12:40

Questa storia, tralasciando l'assolutamente non tralasciabile accuratezza storico-culturale e la ricerca che l'ha generata, è qualcosa che va al di la del "bello": l'efftto nostalgia dovuto al fatto di essere una "fanfiction" , che unisce i nuovi personaggi a quelli che già conosciamo con un filo invisibile, rendendoli irresistibili, e l'essere una storia completamente a sé, con personaggi nuovi, incrementando la curiosità e la voglia di leggere di riga in riga, nell'attesa del prossimo evento che accadrà e della prossima persona che conosceremo ... si, ok, ho perso il filo, ma il concetto è: *____* ancoraaaaaaaaa (tanto per cambiare, no? XD)

(P.S. nemmeno da dire che Xuan è già sul podio X°°°D Che ho io con la bilancia?)