Recensioni per
Dies Irae (XIII secolo)
di Deliquium
Complice una brutta infreddatura, mi rimetto in pari con la lettura di questa storia. |
Balzo subito alle conclusioni. Di questo capitolo, infatti, la parte che ho apprezzato maggiormente è stata quella dell'incontro/scontro fra Morten (a-ha o no non importa) e Atena dai fulgidi occhi. Hai descritto benissimo, dal punto di vista dello Scorpione, lo smarrimento per il recupero progressivo della sua ehm... memoria corporale. Il Destino lo ha messo sulla stessa strada della sua Dea, che non si smentisce mai rimanendo immobile e impassibile mentre attorno a lei si svolge la scena. Che egocentrismo divino! Quasi alla pari con quello di Hades, che si consuma (anima e corpo) nella passione per Kora. Pandora cammina sul filo del rasoio, ma quanta invidia e gelosia strettamente umana c'è nel suo comportamento? Sarà pure uscita dalla fucina di un Dio, ma la sua ossessione per Hades sfiora l'incesto ed è molto più terrena di quanto lei stessa vorrebbe. |
Mia nonna buonanima diceva che chi ha tempo non deve aspettare tempo. La saggezza delle generazioni più anziane che snocciolano consigli a quelle pio giovani, hai presente? Ecco. Mia nonna me lo ripeteva in continuazione, tanto quanto mia madre, ché forse entrambe avevano capito quanto io fossi procrastinatrice. A livelli patologici, quasi. |
Ho gli occhi sbrilluccicosi e me ne serve ancora!!!!!!! |
Simonide ci ricorda che nemmeno gli dei combattono contro Ananké. Ed è verissimo: ci sono fatti ed eventi che sono fuori dalla portata degli dei e degli uomini. Perché questi eventi rappresentano l'imponderabile, la variabile impazzita che è quella che fa andare avanti il mondo. La necessità. Anankaié polemizein. Bisogna combattere. Questa è la vera natura dei guerrieri, questo il loro scopo, il motivo per cui essi esistono. |
Di questo capitolo ho apprezzato più di ogni altra cosa la figura di Atena. L'hai spogliata di tutte le deviazioni Kurumadiane, che l'hanno resa più simile alla principessa nella torre d'avorio che alla Dea, per riportarla alla sua essenza originale. L'Atena che fila, l'Atena che pensa e elabora strategie. E, presto, l'Atena promachos. Perché i venti di guerra cominciano a spirare e le armate si muovono nell'ombra. C'è un senso generale di mistero e solennità in questa tua long fic che mi piace tantissimo. Ha il sapore dell'epos e del mito. Un registro molto più elevato e ricco di significato rispetto all'originale, che in certi aspetti scadeva nella banalizzazione e nell'appiattimento. Quella che descrivi tu è l'Eterna Lotta. |
Ok devo ancora capire se mi stia prendendo meglio la storia di per sé, i personaggi, tirare ad indovinare chi sia chi quando non detto espressamente (sono un pelo tonta, mica per altro XD) o ... beh, non lo so, semplicemente non riesco a smettere di leggere XD Quindi beh ecco, aggiorna in fretta? Che commentone pregno, cielo XD |
Si aggiungono altri tasselli alla storia. Roland (un nome un perché) parte alla volta di Atene maledetto dalla madre. Per buona parte del flashback ho pensato che si trattasse del Cancro, e questo perché a Samain vedeva le anime dei morti. Mi hai gabbato ancora. Lucertola. Interessante. E mi piace sempre di più questa commistione fra paganesimo, tradizioni celtiche e cristianesimo. |
Uh ma che bellezza! In questo inverno di attesa le energie scorrono sotto la terra gelata e preparano l'esplosione di vita della primavera. Fuor di metafora, qui si stanno risvegliando i protagonisti più che le energie della terra. Come sai sono grande sostenitirice della teoria della metempsicosi e quindi approvo su tutta la linea la tua proposta di reincarnazione dei predestinati di epoca in epoca. Il fatto che siano sempre loro a rinascere sé stessi è un po' una condanna un po' un elemento di grande epicità. Gli eroi sono merce rara. Le loro anime sono preziose. Per questo ritornano. Ma tu non ti limiti alla metempsicosi. Ci aggiungi pure questa idea (vagamente orientale e molto suggestiva) che le anime ritornino uguali a sé stesse ma diverse, per esempio nel sesso. Intrigante, specialmente per la forma che dai a questo concetto quando narri il risveglio dell'Ofiuco in Lucien. Avendo notato l'interessante ribaltamento di sesso sia del Pegaso che dell'Ofiuco, qualcosa mi dice che questi due interagiranno parecchio nel seguito della storia. E tu sai bene come questo, al pari della metempsicosi, sia un tema a me particolarmente congeniale. |
Hn. |
Grazie per avermi fatto riprendere il fiato! |
Che botta. |
Mi inviti a nozze. |
Questo primo capitolo riconferma la tua grande abilità nel mescolare sapientemente fonti diverse per creare una storia coerente e originale. Mi piace la tua versione di Atena, che tratta al mercato come una comune massaia e intanto prepara la giovane Sofia a prendere in mano il suo destino di Saint. |
Eccomi anche qui, Engel. Questo prologo mi è piaciuto moltissimo. La rinascita di Atena, così travagliata e dolorosa, è molto drammatica e affascinante. Per una volta si invertono i ruoli e non saranno i cavalieri a dover accudire e crescere la reincarnazione della Dea rinvenuta in fasce ai piedi della statua, ma sarà la Dea a crescere uno di loro. Un po' come in Omega, ma stavolta si tratta di una bambina. La scelta del nome è emblematica e, conoscendo la tua attenzione per i dettagli, certamente non casuale. Sophia, la conoscenza. E la civetta, simbolo di saggezza. Ma, per ora, Atena è spaventata e ben poco razionale. Ha appena appreso di una guerra sacra dall'esito nefasto per lei, che (hurrà!) per una volta le ha fatto assaggiare l'oblio di una giara sigillata. |