Ciao!
Scusa se sono lenta, e scusa se, finalmente, ho scelto di tornare a recensire proprio questa raccolta. Vado sempre a casaccio, puntando sui titoli che in un dato momento sento più vicini. Ci credi che ho “puntato” i titoli già recensiti in precedenza? Qualcosa vorrà dire, o no?
Alla fine torniamo sempre al punto di partenza, facciamo sempre le stesse scelte, nonostante l’eterna illusione di essere “cambiati”.
Ma passiamo alla tua poesia!
L’inizio è bellissimo: tu infondevi luce alla tua ombra. “Tu”! Ti rivolgi a qualcuno, in modo diretto, e devo dire che l’impatto è molto forte. Stai parlando, e si ha l’impressione che questa persona abbia conquistato la tua ammirazione.
“Infondevi luce alla tua ombra”. Visto il titolo di questa poesia, mi sorge un dubbio… Sei tu che ti rivolgi alla tua ombra? Perché quando il sole scompare, la luce va via, e anche questo “tu” svanisce…
Potrebbe solo essere una bellissima metafora, e di sicuro lo sarà; il bello delle tue poesie, o anzi, della poesia in generale, è che puoi darle il significato che preferisci. Quello che senti più tuo. Anche se poi, l’idea e la creazione appartengono all’autore… Puoi decidere se tenerlo per te o renderlo pubblico!
Resta comunque una bellissima frase iniziale, perché infondere luce alla propria ombra è quasi come dire a (e questo è solo un pessimo esempio, di scarsa qualità) una persona brutta che è tanto simpatica da rendersi bella.
Allo stesso modo, questo mio paragone può essere sbagliatissimo: “in modo che i miei occhi CIECHI”. Se sei cieco, non puoi vedere bellezza… e anzi, ogni cosa è ombra, è buio, per te.
Quindi, questa persona potrebbe aver donato luce, speranza, illusione a “occhi ciechi”, occhi che magari prima vedevano solo il brutto delle cose…
Tant’è che dopo continui con “potessero credere e osservare un mondo in continua penombra, per dar l’illusione d’esser a me similare”. Come se, finalmente, dopo tempo immemore, qualcuno avesse ridato la vista a questi occhi, facendolo sentire anche meno solo, quasi a dirgli: siamo simili, non temere.
(se sto sbagliando tutto, perdonami!)
Ecco che il sole scompare, la luce va via, si “sposta” altrove, “albori nuovi”, come se questa persona avesse semplicemente abbandonato “occhi ciechi”… per qualcun altro. Magari per donare luce, speranza, virtù a qualcuno più bisognoso?
O forse no, visto che sei convinto (parlo a te perché sei tu che ti rivolgi a qualcun altro XD ) che a questa persona giovi starti lontano, semplicemente è arrivato il senso di abbandono, di disillusione.
Ecco che ritorna la metafora dell’ombra… La cosa più divertente sarebbe proprio scoprire che questa poesia è rivolta alla tua ombra, riflessa “in un muro di un maniero dismesso”.
Mi è piaciuta molto questa poesia, Watashiwa!
Mi ha ricordato il mio amato pessimista… Leopardi. Forse perché ho voluto credere a una sorta di speranza, che poi è morta con l’andar via della luce… Non lo so, so solo che mi ha ricordato lui, ed è stata davvero una cosa apprezzatissima. Grazie per questa poesia.
A presto! |