Recensioni per
Confessioni a pezzi
di HellSINger

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
07/10/15, ore 20:06
Cap. 9:

Ho letto stamattina questa tua scheggia, ma ho avuto a malapena il tempo di stare ad osservarla per qualche secondo e poi ho dovuto rimandare a stasera il momento per scriverci sopra (anche se, quando scrivo qualcosa su quello che tu hai scritto, mi sento come un imbianchino che ricopre con un anonimo e pallido bianco le splendide decorazioni di un'artista).
Ami la calma della notte ma non il silenzio assoluto; ami la luce riflessa e rubata, una luce sottile e soffusa che si stagli su di te con tenerezza, a dispetto dell'arrogante e avvolgente luminosità del giorno a cui nulla sfugge. Si direbbe che non ti piaccia stare al centro dell'attenzione, ma che tu voglia conservare l'opportunità di osservare il mondo da un angolatura privilegiata. Si direbbe che il tuo habitat naturale sia la penombra, e che sia il punto di ritrovo di istanze che, dentro di te, si incrociano e si scontrano, che ti fanno tendere verso qualcosa e verso il suo opposto. Il conflitto di cui parli è in te.
Ogni giorno qualcosa si muove e tu fai altrettanto, assecondi il mondo e il suo procedere, ti scuoti facendo attenzione alle scottature del sole, sai d'esserne soggetta, ma devi curarti anche dei pericoli che si annidano nella notte, che sperano di coglierti di sorpresa. Tu sei attenta, conti i tuoi passi e i battiti del tuo cuore - come se fossero 100 al giorno in un anno bisestile, come se fosse già il futuro o il passato ad essere sopraggiunto, con l'anno in corso (di soli 365 giorni) che è già pronto per tornare essere nulla.
Dopotutto, le tue ambizioni sono così teneramente umane. Vuoi lasciare qualcosa, dentro di te o dietro di te, come tutti, e hai paura di porti le domande che potrebbero decretare la tua fine, come tutti. Sai che ad ogni momento che passa ci scontriamo con il principio di identità e non contraddizione, ma fingiamo che non sia così, che si tratti solo del principio di semplice indeterminazione. Quel principio di indeterminazione eppure basta già a crearti una gran confusione, è peggio delle metafore con cui cerchi di aggirare i limiti delle parole e del linguaggio.
Vorresti solo che i confini restassero sfumati, che le scelte e l'andare avanti non implichino il dover accettare che qualcosa possa non esistere più. Hai già dovuto rinunciare a qualcosa, tu, anzi a più d'una. La tua anima è scalfita e manca di alcuni pezzi. È un cristallo che ogni giorno scrive una poesia e perde un granello di sé a terra. Un cristallo che aspetta di sparire, a poco a poco.
(il paradosso è che, se da una parte desideri che i confini restino sfumati, d'altro canto vorresti riuscire ad inquadrare la tua vita con più chiarezza, vorresti inserirla con più armonia nel mondo che la circonda, vorresti sentire il mondo addosso come un abito che ti cinge con dolcezza, non come un macigono sul punto di schiacciarti. E d'altra parte, quel macigno pronto a schiacciarti ti mantiene viva, ti fa sapere che sei viva. C'è troppa confusione. E hai quasi bisogno che qualcuno ti ferisca, che ti risvegli i tuoi sensi intorpiditi da questa confusione. Come emergere da un brutto sogno, difficile da raccontare agli altri)

A volte ho paura di spingermi troppo in là, quando scrivo queste "recensioni". Non riesco a trattenermi, se e quando dirò qualcosa di inopportuno dovrai saper perdonare anche me (hai una lista di persone da perdonare?).
Meravigliosa, comunque. Meravigliosa.