Ciao ~
Di solito il mio primo approccio con una storia parte dal titolo e dall’introduzione. Perché? Ho imparato – a mie spese, lol – che gran parte dei riscontri di una qualsivoglia storia sono dati proprio dal modo in cui questa si propone al pubblico. Essendo una lettrice media, quindi, non posso evitare di dare un’opinione globale ed esterna, di calcare le linee immaginarie di un E se passassi di qui per la prima volta, cosa penserei? La risposta è semplice: mi attira. Non so che lingua sia il titolo, né da dove venga, e mi piacerebbe scoprirlo – quindi, se vorrai, sono qui per un’eventuale spiegazione in merito. Il non sapere mi fa scendere con lo sguardo sull’introduzione, ecco, e una volta lì è un gioco prettamente gestito dall’autore. Nel tuo caso hai mosso i fili giusti, hai dato un luogo, un contesto, e lasciato i giusti dubbi per aprire e intraprendere una lettura. Quindi ti faccio subito i miei complimenti, perché aprendo il tuo profilo sono stata letteralmente calamitata da questa tua storia.
Piccola premessa: amo gl’intrighi di famiglie, i personaggi sopra le righe, gl’impicci delle trame complesse e lo slash, l’angst, il caos puro e semplice, nonché i pizzichi di cinismo e i dialoghi ben costruiti. Penso che la tua storia non mi deluderà, perché già il fatto che citi tematiche delicate mi attira non poco *si sente una brutta persona inside* ♥
Ti faccio subito notare due piccoli refusi:
CIT. Cain aveva sempre un modo mellifluo di dire parlare […]
CIT. […]sapeva come vestirsi e come truccarsi da signorina per bene...ma talvolta […]
Nel secondo caso è solo una questione di mancato spazio dopo i tre puntini di sospensione, differentemente dal primo in cui, probabilmente, hai revisionato il testo – a me succede spessissimo, purtroppo – e hai modificato la frase lasciando parte della prima.
Per quanto riguarda il capitolo, devo dire che ho subito avuto un fremito nel leggere la parola Zero invece che Prologo o Preludio. Ho un vero debole per questa parola, non saprei spiegarlo o quantificarlo, francamente, perciò direi che mi hai attirato da subito.
Prima ancora di arrivare alle note, poi, ho notato i nomi dei personaggi e sono rimasta a fissare lo schermo per minuti indecifrabili, chiedendomi se fosse una mia improvvisa folgorazione o meno. Avevo come il sentore che Abbie facesse le veci del femminile di Abel accanto al gemello di nome Cain. Poi i nomi dei fratellastri me lo hanno confermato subito – o, ripeto, si tratta ancora una volta di un mio trip mentale (?)
Quando ho letto di Angel Sanctuary sono saltata sulla sedia e ho avuto un barlume ancestrale (?) alle spalle, lo ammetto. Da patita di Kaori Yuki non potevo non sentirmi così chiamata in causa, soprattutto per via della mia sfrenata passione per anime/manga di questo stampo. Torno a dire, quindi, che se il tuo stile si aggira attorno a ciò che ti piace – e che pare abbiamo in comune – non potrò restare delusa dalle iniziali aspettative che ho riposto in questa storia.
La inserisco subito nelle seguite e ti prometto di passare a leggere almeno un capitolo al giorno, perché sono curiosa degli sviluppi e di come si snoderanno le faccende all’interno di un contesto così stranamente assortito che parte con una premessa easy.
E so di essere particolarmente logorroica e prolissa, ma non posso farci niente: ti chiedo scusa.
Vorrei spendere qualche parola su Abbie, davvero. L’ho trovata carismatica, interessante e affascinante. Per certi versi mi ci sono rivista, per altri ho potuto soltanto alzare le mani e mormorare uno Stima, donna! Come dimenticare la sua risposta “di classe” che fa (cit.) Non mi chiamo Philip Morris!
In conclusione: lettura scorrevole, liscia come l’olio. Intrigante e senza alcun intoppo. Mi piace il misto tra introspezioni e azioni, perciò ti meriti un bel dieci più (?) ♥
Alla prossima,
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