... quando ti dico che in te c'è della magia, mi riferisco proprio alla tua capacità di scrivere cose come questa - dove, in una sola drabble - racchiudi così tanta poesia, e significati, e profondità, che sembra di aver vissuto un intero mondo in così poche parole.
Ma non è tanto il numero, quanto il 'peso specifico' racchiuso in una frase a darne il carico emotivo, e qua il peso è altissimo, e la lettura lascia un senso di pienezza - e meraviglia - che va ben al di là dei confini ridotti di una drabble.
Intuisco davvero un universo, dietro a questo componimento, di cui solo alcuni reperti riaffiorano, ma sono sufficienti per farne intuire la vastità e la profondità; innanzitutto, vi si intuisce un forte impronta autobiografica (il riferimento al tuo amato nonno è forte, chiaro e commovente) ma il tutto è filtrato attraverso il tua lente magica fatta di immaginazione e creatività evocativa, e ne risulta qualcosa a cavallo tra realtà e fantasia - un piccolo microverso dova la Storia si fonde alla vita, che si fonde all' amore, per delineare una figura, quella di Ilario, che sembra quasi quella di un personaggio delle favole, un viaggiatore tra i mondi (e tra le epoche), che decide di fermarsi - e fermare il suo orologio magico - nell'istante in cui tutto converge nell'unico punto in cui lui voglia arrestarsi: gli occhi di Vittoria.
Dovessi riassumere questo racconto, lo definirei: una evocazione - nel senso più profondo del termine.
Perché evoca così tante immagini e sensazioni da lasciare un po' storditi, come una bevanda ad alta gradazione di cui basti un sorso per intossicarsi: la cavalcata tra le highlands e i fiordi norvegesi, ad esempio, per poi essere catapultati in quel preciso momento nel tempo e nello spazio - il negozio di dolciumi e lo sguardo di Vittoria - a osservare la lancette del vecchio Sector fermarsi, assieme al cuore di Ilario, che in quel momento perde un battito, ed è il battito che arresta la sua corsa, e lo riporta al presente, per farlo decidere di rimanervi.
Il linguaggio e lo stile sono perfetti: chiari ed eleganti, creano un ritmo che ricorda quasi una filastrocca - anzi una favola - e tutto è pervaso da un'atmosfera onirica e rarefatta che fa entrare in punta di piedi in questa storia, come tu avessi avuto paura di disturbare, di svelare troppo, racchiudendo il tutto in un velo impalpabile di pudore che ben si confà a un protagonista così 'fuori del tempo', e certamente - par quasi di conoscerlo - un po' ritroso a mostrarsi troppo.
Il risultato è un cesello di stile e di concept, un piccolo caleidoscopio prezioso di immagini ed emozioni dai colori delicati come una fotografia antica, che rimane nel cuore.
Bravissima. |