Recensioni per
Nostos
di Clockwise

Questa storia ha ottenuto 34 recensioni.
Positive : 34
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
15/05/16, ore 22:29

Ho il cuore infranto, nel vero senso della parola. Penso di poter piangere tutte le mie lacrime.
Nella parte in cui Amanda gli chiede come sia fatto realmente Sherlock, quando John inizia a pensare a tutto quello che è successo ti giuro che mi sono messa a piangere.
Adoro il tuo stile, ti giuro, sei veramente formidabile, anche se ti giuro mi stai un attimo pugnalando il cuore.
Dammi una gioia ti prego, perché è tutto così dolorosamente angst che non ce la posso più fare.
Complimenti davvero, non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo, sperando in una qualsivoglia traccia di gioia.
Ancora complimenti, alla prossima !:)

Recensore Master
14/05/16, ore 23:47

Mi è piaciuto molto come hai iniziato questo capitolo e cioè con un “viaggio” tra le cicatrici di Sh, un viaggio nella sua vita. E leggendole, John si sentiva ancora più legato a lui per le sofferenze che erano nascoste in quei segni, soprattutto nella cicatrice lasciata dalla pallottola sparata da Mary. “…Occhi curiosi sopra il giornale….”: splendido, poi, il susseguirsi delle immagini che, come in un vero e proprio puzzle, ci riportano la vita al 221b, sulla scia di un rimpianto che, ora, diviene molto doloroso per John perché è troppo ciò che lui non ha saputo o voluto esprimere riguardo a Sh. E, per questo, lì, in Baker Street rimane un’”aria di rinuncia, rimpianto e depressione”, di una vita non vissuta, di verità nascoste. Come il fatto che Amanda veramente sia la figlia di John e Mary e che la ragazza si ricorda, molto probabilmente del volto di sua madre. Sh, qui, è lontano ma tutto ci riporta a lui ed al suo fascino così inafferrabile. Non c’è alcun dubbio che siamo in pieno nell’IC più rigoroso, con credibili sviluppi in scenari che, rispetto alla serie BBC, potrebbero tranquillamente far parte del copione. Il John che ci presenti, poi, è verosimile a tutto tondo, nella sua sofferta lealtà e grande umanità. A conclusione, riporto l’inizio di una coinvolgente descrizione di espressioni che possono succedersi sul volto di un uomo: “…Un lieve sorriso si forma inaspettatamente sulle labbra di John, tutto il suo viso viene illuminato da una luce soffusa…”. Notevole.

Recensore Master
09/05/16, ore 23:30
Cap. 2:

Mi pare di capire che, una delle strategie narrative che usi, sia l’inserimento di piani temporali diversi; in questo capitolo, per esempio, abbiamo una scena dell’infanzia di Amanda (“…Amanda si tirò a sedere nel suo lettino…”) ed è una caratteristica difficile da usare ma tu la stai gestendo bene. Quello che accoglie la ragazza a Baker Street è un John indurito dalla vita e dalle esperienze dolorose che possiamo immaginare, ma ci inchiodi con un sospetto di evidente spessore drammatico (“…E crede di essere la figlia di Sherlock Holmes…”): forse lei è una Watson…Hai scritto un pezzo denso di emozioni forti ed eterne, come quelle che scorrono nel sangue delle persone che trasmettono la vita o la ricevono, padri, madri, figli. Brava. Per quanto riguarda la lunghezza dei capitoli, decidi tu, forse un po’ più di respiro, sì, lo darei, ma non troppo, altrimenti diventa troppo oneroso per il tempo a disposizione di chi non vuole perdersi la tua ff. Concludo annotando un’immagine che, forse non sarà determinante per la storia, ma che mi ha trasmesso un senso di leggerezza e di speranza, chissà perché, ma non volevo fosse perduta nel mare grande del fandom: “…tenendo alto in mano un mazzo di rose, che perdono petali nella brezza di città…”.

Recensore Master
06/05/16, ore 16:07

“…si alzò in un unico movimento fluido… lo strattonò fuori per un braccio e si chiuse dentro al posto suo…”: è logico che, chi legge in questa sezione del fandom, al 99 per cento lo fa per seguire le possibili vicende in cui ci sia soprattutto lui, il magnifico sociopatico. L’ho trovato, qui, in queste due brevi frasi, dopo un inizio di capitolo che sembrava portarmi dappertutto tranne che al 221b. Sh, una figura appena accennata, che tu richiami con due veloci pennellate ma più che mai IC. Verso la fine, l’intervento preoccupato di Mycroft mi fa già presagire complicazioni insolite per il consulting. Leggo con soddisfatta attenzione il tuo modo di scrivere così curato e adeguato al contenuto, senza inutile enfasi. Ti ritrovo con molto piacere, “To make a prairie” mi ha lasciato un dolce sapore di veri sentimenti che riescono a vincere anche l’usura del mondo e del tempo. Bentornata.

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